• Testo DDL 1463

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Atto a cui si riferisce:
S.1463 Misure fiscali in favore del lavoro autonomo


Senato della RepubblicaXVII LEGISLATURA
N. 1463
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa dei senatori Paolo ROMANI, BERNINI, BRUNO, PELINO, FLORIS, BONFRISCO, CERONI, MALAN, MANDELLI, Mario FERRARA, MILO, ALBERTI CASELLATI, ALICATA, AMORUSO, ARACRI, BOCCA, BONDI, BRUNI, CALIENDO, CARDIELLO, CARRARO, CONTI, D’AMBROSIO LETTIERI, DE SIANO, FALANGA, FASANO, FAZZONE, GALIMBERTI, GASPARRI, Niccolò GHEDINI, GIBIINO, GIRO, IURLARO, LIUZZI, Eva LONGO, MARIN, MATTEOLI, MAZZONI, MESSINA, MINZOLINI, MUSSOLINI, PAGNONCELLI, PALMA, PERRONE, PICCINELLI, PICCOLI, RAZZI, REPETTI, RIZZOTTI, Mariarosaria ROSSI, SCIASCIA, SCILIPOTI, SCOMA, SERAFINI, SIBILIA, TARQUINIO, VERDINI, VILLARI, ZANETTIN, ZIZZA e ZUFFADA

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 24 APRILE 2014

Misure fiscali in favore del lavoro autonomo

Onorevoli Senatori. -- Il tema del cuneo fiscale e della elevata tassazione del reddito personale che sta impoverendo persone, famiglie e imprese, è finalmente sempre più al centro dell'agenda politica.

Proprio in questi giorni dovrebbe essere reso pubblico il provvedimento, annunciato dal Presidente del Consiglio dei ministri che ha illustrato le diverse misure di politica economica previste dall'Esecutivo, in cui è previsto un intervento sulla detrazione per lavoro dipendente, ai fini IRPEF, che dovrebbe comportare un aumento di circa 80 euro mensili, a partire dal 1º maggio prossimo, del reddito di quei lavoratori dipendenti che attualmente percepiscono retribuzioni inferiori a 25.000 euro annui.

Una iniziativa che, in qualche modo, replica l'intervento sul cuneo fiscale previsto dalla legge di stabilità per il 2014, approvata nel dicembre scorso, che ha portato a 1.880 euro l'importo della detrazione in questione. Come per la misura proposta dal Governo Letta, anche la prossima è dichiaratamente finalizzata a sostenere i redditi medio-bassi -- sono questi infatti che dovrebbero usufruire di benefici maggiori in termini relativi -- per rilanciare i consumi, ritenuti non adeguati per l'assottigliarsi del reddito disponibile e l'incertezza delle prospettive economiche, e non solo.

In attesa di valutarne l'effettivo impatto in termini economici -- si ricorda che l'intervento previsto nella legge di stabilità 2014 si sta rivelando di scarsa portata -- quella annunciata qualche giorno fa è una misura certamente significativa. Ma, allo stesso tempo, parziale relativamente alla platea dei beneficiari.

Essa, infatti, non considera i cosiddetti incapienti e le altre categorie di contribuenti, quali i pensionati e lavoratori autonomi. Soggetti che, a parità di reddito, affrontano problemi non dissimili da quelli dei lavoratori dipendenti e che, relativamente a coloro che sono ancora in attività, non usufruiscono di protezioni o di «ammortizzatori» nel caso in cui quell'attività venga cessata.

E sono proprio coloro che svolgono un lavoro autonomo, generalmente trascurati, che in questo momento necessitano di un segnale di attenzione da parte delle istituzioni.

Quello dei lavoratori indipendenti è un mondo difficile da rappresentare -- tanto quanto quello di incapienti e pensionati che però esulano dall'economia della presente proposta legislativa -- ma che partecipa attivamente e massicciamente al prodotto nazionale e, più in generale alla vita socio-economica del nostro Paese. Un mondo, che secondo i dati della CGIA di Mestre, un osservatorio considerato autorevole, lo scorso anno contava su oltre 5 milioni di unità. Nonostante il prezzo molto alto -- anche in termini di vite umane -- che sta pagando alla crisi: dal 2008 al 2013 sono oltre 400.000 i lavoratori autonomi che hanno smesso l'attività e la perdita di posti di lavoro è percentualmente superiore a quella fatta registrare dalla categoria del lavoro dipendente.

Quindi, con il presente disegno di legge si intende proporre una misura che, in qualche modo, allarga la richiamata iniziativa assunta dal Governo in carica a quanti sono titolari di partita IVA: innalzare l'importo della detrazione per lavoro autonomo ai fini IRPEF dagli attuali 4.800 euro a 6.300 euro.

Una misura che comporta un onere che per l'anno in corso è ovviamente da considerarsi pro quota, cui si ritiene di fare fronte con un puntuale intervento sulla spesa pubblica. Rafforzando l'azione di revisione e di razionalizzazione delle spese fiscali per cittadini ed imprese, apparenti «facilitazioni» che spesso si tramutano in «vantaggi». Un'attività che dovrebbe esse favorita dalla necessaria attuazione della delega fiscale recentemente approvata.

Quella contenuta nel presente provvedimento è una proposta certamente parziale che, tuttavia, vuole essere un segnale di attenzione. Per il momento, nei confronti di quella zona di estrema fragilità che nel lavoro autonomo si evidenzia al di sotto un certo reddito imponibile.

Ed in seguito mediante interventi più organici ed esaustivi sul mercato del lavoro e sui modelli di tassazione che possano porre rimedio agli squilibri ed alle incongruenze che non possono essere più sostenute dal mondo delle partite IVA.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. All’articolo 13, comma 5, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le parole: «4.800» sono sostituite dalle seguenti: «6.300».

2. La disposizione di cui al comma 1 si applica a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013.

3. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in 200 milioni di euro per l'anno 2014 e 480 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015, si provvede mediante corrispondenti risparmi di spesa, assicurati dall'adozione di misure di riordino, riduzione o soppressione di spese fiscali e contributi pubblici per le persone fisiche e giuridiche previsti dalla legislazione vigente.