• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/05049 il 4 giugno 2014, presso la sala del Mappamondo della Camera dei deputati, si è svolto un convegno organizzato dall'Anfaci, l'Associazione nazionale dei funzionari civili dell'interno, sul...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05049presentato daMOLTENI Nicolatesto diGiovedì 5 giugno 2014, seduta n. 240

MOLTENI, GUIDESI e FEDRIGA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
il 4 giugno 2014, presso la sala del Mappamondo della Camera dei deputati, si è svolto un convegno organizzato dall'Anfaci, l'Associazione nazionale dei funzionari civili dell'interno, sul diritto d'asilo, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i prefetti Bruno Frattasi, presidente dell'Anfaci, Ignazio Portelli, segretario generale, Riccardo Compagnucci, vicario del dipartimento libertà civili e immigrazione Mario Morcone, già Capo del dipartimento libertà civili;
secondo notizie di stampa, pare che in occasione di tale convegno il Sottosegretario all'interno, con delega all'immigrazione, Domenico Manzione abbia dichiarato pubblicamente: «Stiamo mettendo a punto una circolare interpretativa, ormai quasi pronta e in emanazione a breve scadenza, per riconoscere la cittadinanza italiana a coloro che sono figli di chi ha ottenuto la protezione internazionale»;
stando alle intenzioni dichiarate dal Sottosegretario, con tale circolare si vuole estendere il diritto alla cittadinanza ai figli di chi gode di protezione internazionale, sulla base di una supposta analogia con il riconoscimento previsto per i figli degli apolidi dalla legge n. 5 febbraio 1992, n. 91;
per «protezione internazionale» si intende sia lo status di rifugiato, di cui alla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, sia lo status di protezione sussidiaria, quale definito alle lettere e) e g) dell'articolo 2 della nuova direttiva cosiddetta qualifiche (2011/95/UE);
inoltre, gli status di rifugiato e quello di protezione sussidiaria non sono a tempo «indeterminato», ed infatti è la stessa direttiva a prevedere sia per l'uno che per l'altro i requisiti ma altresì i motivi di cessazione, revoca ed esclusione, rispettivamente agli articoli 11, 12 e 14, nonché 16 e ciò creerebbe notevoli problemi ai figli di chi ha ottenuto ma poi perso la protezione internazionale;
la nuova proposta di circolare ministeriale, sebbene chiamata dal sottosegretario «interpretativa», ad avviso degli interroganti, si palesa in realtà quale strumento per l'introduzione nel nostro ordinamento dello ius soli, in contrasto con il principio dello ius sanguinis che attualmente regola la cittadinanza, peraltro, in un ambito in cui dovrebbe essere il Parlamento a legiferare;
non si comprende tale intervento normativo da parte del Governo ancor di più se, sempre stando alle dichiarazioni del Sottosegretario Manzione, la platea degli interessati «è ristretta», e se si considera che, secondo stime di fonti qualificate del Viminale, si tratterebbe di duecento persone al massimo –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto dichiarato dal Sottosegretario, con delega all'immigrazione, Domenico Manzione e se ciò corrisponda al vero; se ritenga opportuno l'introduzione del principio dello ius soli nel nostro ordinamento, così come sembrerebbe sia intenzione della circolare «interpretativa» ministeriale sopra citata; anche per stimolare un confronto e dibattito su una iniziativa che va ad incidere profondamente sulle nostre tradizioni giuridiche, essendo lo ius sanguinis principio fondante della legislazione italiana in materia di cittadinanza. (4-05049)