• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12621 (5-12621)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12621presentato daMAESTRI Andreatesto diMartedì 7 novembre 2017, seduta n. 882

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Cassa delle ammende è un ente pubblico italiano, istituito presso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia e dallo stesso finora amministrato. La sua disciplina contenuta nell'articolo 4, comma 4, della legge 9 maggio 1932, n. 547 è stata riformata dall'articolo 44-bis della legge 27 febbraio 2009, n. 14. Il suo statuto avrebbe dovuto essere emanato entro il 6 dicembre 1932. Ci sono voluti invece 84 anni e 8 mesi;

   infatti, solo dal 28 luglio 2017 è entrato in vigore, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 102 del 10 aprile 2017;

   in base all'articolo 2 dello statuto la Cassa eroga i propri fondi per il finanziamento di programmi di reinserimento in favore di detenuti ed internati, programmi di assistenza ai medesimi ed alle loro famiglie, progetti di edilizia penitenziaria finalizzati al miglioramento delle condizioni carcerarie e programmi di giustizia riparativa in favore delle vittime di reato o della comunità locale;

   il pre-rapporto 2017 sulle carceri, presentato da Antigone a luglio 2017, conferma la crescita dei detenuti (il sovraffollamento è al 113,2 per cento) e denuncia che in alcune carceri lo spazio minimo è sceso sotto quello previsto di 3 metri quadrati per detenuto. Altri dati riguardano le condizioni di detenzione: nel 68 per cento degli istituti ci sono ce le senza doccia (come previsto dall'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000); non è assicurata la separazione dei giovani adulti dagli adulti (come previsto dall'articolo 14 dell'ordinamento penitenziario); a lavorare è circa il 30 per cento dei detenuti, ma nel 26 per cento degli istituti non ci sono datori di lavoro esterni; nel 6 per cento non ci sono corsi scolastici attivi e nel 41,5 per cento non ci sono corsi di formazione professionale. Uno sguardo viene posto anche ai contatti con l'esterno e ai rapporti con la famiglia, di cui si riconosce l'utilità per il reinserimento sociale e la prevenzione di atti di autolesionismo: negli istituti visitati nel corso del 2017 da Antigone, solo ad Opera sono possibili i colloqui con i familiari via Skype e solo nella casa di reclusione di Alessandria è possibile per i detenuti accedere a internet;

   per le sue finalità e considerando che la consistenza di cassa-patrimonio e depositi della Cassa delle ammende, al 31 dicembre 2016 ammontava a 69.343.533,23 euro, è del tutto evidente la necessità di portare finalmente a pieno regime l'istituto per intervenire efficacemente sulle cronicità del sistema penitenziario italiano, soprattutto per recuperare i ritardi accumulati negli ultimi dieci anni che hanno portato l'Italia ad essere il primo Paese europeo con più sentenze della Corte europea dei diritti umani non eseguite;

   si ricorda, infatti, che già nel 2013 la Cedu condannò l'Italia per trattamento inumano e degradante sollecitandola a porre rimedio al sovraffollamento carcerario. Ma il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa, nel rapporto relativo al 2016, recentemente ha confermato che molti istituti di pena ancora operano al di sopra delle proprie capacità e ha ribadito che l'Italia deve rispettare gli standard relativi allo spazio necessario in cella per ogni detenuto: 6 metri per due di spazio vitale, esclusi i sanitari, in cella singola, e 4 metri per due in una cella condivisa –:

   se il Governo intenda fornire un aggiornamento circa i tempi previsti per rendere pienamente operativa la Cassa delle ammende e le nomine degli organi necessari al suo funzionamento;

   se non ritenga prioritario assumere iniziative per sanare le cronicità rilevate dagli organismi europei superando definitivamente i limiti che rendono il sistema penitenziario italiano primo per sentenze della Cedu non eseguite.
(5-12621)