• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01384 (7-01384) «Spadoni, Manlio Di Stefano, Scagliusi, Di Battista, Grande, Del Grosso».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01384presentato daSPADONI Maria Ederatesto diLunedì 6 novembre 2017, seduta n. 881

   La III Commissione,

   premesso che:

    i dati recentemente diffusi dall'Unicef rilevano un quadro tragico nel quale l'11,5 per cento dei bambini in età scolare – pari a 123 milioni – non frequenta la scuola;

    il 40 per cento di questi futuri adulti senza istruzione vive nelle immense aree del sottosviluppo del mondo o nelle zone di conflitto, nella misura del 20 per cento;

    i fattori che minacciano di più, e che invertono ogni possibile progresso nella diffusione di normali sistemi scolastici, sono senza dubbio le guerre: i conflitti in Iraq e Siria hanno prodotto altri 3,4 milioni di bambini che non seguono la scuola, portando il numero di scolari e studenti fuori dalle scuole in Medio oriente e in Nord Africa ai livelli del 2007, con circa 16 milioni di individui;

    a livello globale, il 75 per cento dei bambini in età da scuola primaria e secondaria inferiore che non frequentano la scuola si trova in Africa subsahariana e Asia del Sud, dove i livelli di povertà sono altissimi e rapidi gli incrementi della popolazione, con le conseguenti e ricorrenti emergenze;

    sempre secondo l'analisi dell'Unicef, la povertà diffusa e i conflitti che si dilungano nel tempo, con le emergenze umanitarie sempre più frequenti e complicate, hanno frenato il tasso di crescita;

    secondo Jo Bourne, responsabile dell'Unicef per l'istruzione, gli investimenti mirati a far crescere il numero di scuole e insegnanti non sono sufficienti e l'approccio tradizionale al fenomeno non riporterà quei bambini a scuola e non li aiuterà a sviluppare le loro potenzialità, soprattutto se continueranno a essere intrappolati nella povertà, nelle privazioni e nell'insicurezza;

    è evidente che alla base di ciò vi è un cattivo uso delle già scarse risorse di cui si dispone: la mancanza di fondi per l'istruzione sta colpendo duramente l'accesso alle scuole, in molti casi essa non è considerata un'emergenza quanto la fame, la salute o la sicurezza;

    in media, meno del 2,7 per cento degli appelli umanitari a livello globale è dedicato all'istruzione;

    nei primi 6 mesi del 2017, l'Unicef ha ricevuto soltanto il 12 per cento dei fondi richiesti per garantire istruzione ai bambini che vivono in situazioni di crisi;

    sarebbero necessari più fondi per rispondere al numero crescente e alla complessità delle crisi e per dare ai bambini la stabilità e le opportunità di cui hanno diritto e bisogno;

    non risulta nessun bando pubblico per l'assegnazione delle risorse per il fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa; questo strumento costituisce un piano d'azione per intensificare la cooperazione Unione europea-Africa in materia di migrazione e ha lo scopo di sradicarne le cause;

    secondo il rapporto dell'ong Global Health Advocates sul fondo fiduciario dell'Unione europea di emergenza per l'Africa «Misplaced Trust: diverting EU aid to stop migration», non risulta nessun bando pubblico per l'assegnazione dei fondi, mancano informazioni sui criteri per la partecipazione ai progetti, vi è assenza di dialogo con istituzioni del territorio con esiti addirittura dannosi sull'economia locale, mentre si assiste a un rafforzamento nei Paesi beneficiari del budget della difesa a discapito di quelli per l'istruzione e la salute. Lo studio analizza l'impatto del fondo creato nel 2015 dall'Unione europea con l'obiettivo di affrontare le cause profonde delle migrazioni con un budget di quasi tre miliardi di euro di risorse per la lotta alla povertà ed è il risultato di oltre 40 interviste condotte nella primavera del 2017 a Bruxelles, in Niger e in Senegal, due Paesi considerati prioritari dall'Unione sul tema della migrazione;

    il rapporto denuncia, inoltre, come i quasi 3 miliardi di euro siano stati usati privilegiando soluzioni rapide a problematiche nazionali europee, mentre al contrario gli aiuti allo sviluppo hanno l'obiettivo di finanziare programmi a lungo termine per sradicare la povertà,

impegna il Governo

ad assumere iniziative nelle sedi opportune affinché venga rivisto l'impiego del Fondo fiduciario di cui in premessa e si avvii una riflessione sul rapporto di partnership tra l'Unione europea e i Paesi africani, al fine di adottare politiche di sviluppo sostenibili e coerenti con la missione degli aiuti allo sviluppo e di lotta contro la povertà e ogni causa delle migrazioni.
(7-01384) «Spadoni, Manlio Di Stefano, Scagliusi, Di Battista, Grande, Del Grosso».