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Atto a cui si riferisce:
S.1/00269 premesso che: la sfida che istituzioni politiche, organismi internazionali e società civile sono chiamati ad affrontare è quella di dimostrare che è possibile garantire oggi, nel mondo,...



Atto Senato

Mozione 1-00269 presentata da ROBERTO FORMIGONI
martedì 10 giugno 2014, seduta n.258

FORMIGONI, COLUCCI, MANCUSO, DI GIACOMO, CONTE, D'ASCOLA, DALLA TOR, BIANCONI, CHIAVAROLI - Il Senato,

premesso che:

la sfida che istituzioni politiche, organismi internazionali e società civile sono chiamati ad affrontare è quella di dimostrare che è possibile garantire oggi, nel mondo, cibo sufficiente, buono e sano e uno sviluppo sostenibile a tutta l'umanità; e questo può essere raggiunto attraverso un nuovo approccio che sappia coniugare tutte le conoscenze scientifiche e tecnologiche, i risultati più avanzati della ricerca, la collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, con la consapevolezza del ruolo e della responsabilità che l'uomo ha di fronte alle risorse della natura;

l'Expo 2015 potrà e dovrà essere l'occasione per condividere un nuovo modello di sviluppo di food security e food safety che abbia al centro la persona umana ed il suo rapporto con l'ambiente;

i sistemi alimentari sostenibili sono stati posti dalla FAO al centro della giornata mondiale dell'alimentazione 2013;

la riflessione sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione è ricondotta dalla FAO attraverso l'aggettivo "sostenibili", nel più ampio processo di costruzione dell'Agenda globale post 2015 dello sviluppo sostenibile;

in un evento speciale della 68ª assemblea generale dell'ONU, il 25 settembre 2013, è stato discusso lo stato di conseguimento degli 8 obiettivi di sviluppo del millennio (millennium development goal). Come è noto, il primo, e più importante, obiettivo di sviluppo del millennio è sradicare la povertà estrema e la fame;

l'obiettivo è quello di dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame, ma esso non è stato ancora raggiunto, pur avendo registrato significativi risultati;

con riferimento al triennio 2011-2013, sono 842,3 milioni gli uomini e le donne in condizioni di denutrizione;

si tratta del 12 per cento della popolazione mondiale 2011-2013, come riporta il recente rapporto della FAO sullo stato dell'insicurezza alimentare nel mondo. Nel 1990-1992, la popolazione denutrita sul totale della popolazione presentava un'incidenza del 18,9 per cento. La diminuzione dell'indice è stata dunque del 36,5 per cento;

la comunità internazionale deve impegnarsi a costruire l'agenda globale post 2015 dello sviluppo sostenibile;

due sono le direzioni verso le quali si orienta la discussione per rendere la cooperazione internazionale più efficace per lo sviluppo:

affiancare gli obiettivi per la costruzione della pace e degli Stati (peacebuilding and State building goal) e tenere conto degli obiettivi di sviluppo sostenibile (sustainable eevelopment goal);

il lavoro confluirà nell'Agenda post 2015 promossa dal segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, e troverà definitiva approvazione nell'Assemblea generale dell'ONU prevista nel settembre 2015;

dunque, il processo per la definizione del framework per lo sviluppo post 2015 si colloca anche temporalmente dentro il calendario dell'esposizione universale di Milano 2015 e chiama l'Italia ad assumere un ruolo centrale,

rilevato che:

prendendo a riferimento il magistrale insegnamento contenuto nell'enciclica "Caritas in veritate", si sottolinea che "il problema dell'insicurezza alimentare va affrontato in una prospettiva di lungo periodo, eliminando le cause strutturali che lo provocano (…). Tutto ciò va realizzato coinvolgendo le comunità locali nelle scelte e nelle decisioni relative all'uso della terra coltivabile";

accanto alla cooperazione allo sviluppo tradizionale sarà necessario riconoscere il nuovo ruolo di grandi Paesi che sono ormai sia donatori che beneficiari, in un dialogo Nord-Sud, nonché il ruolo di finanziatori privati, come le grandi fondazioni,

impegna il Governo:

1) a promuovere, in Italia, iniziative mirate a favorire la più ampia e consapevole partecipazione volontaria delle istituzioni pubbliche, delle rappresentanze imprenditoriali, del terzo settore e del mondo della comunicazione al dibattito sul futuro dell'alimentazione, nell'ambito di Expo 2015, dedicato al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita";

2) a collegare tale impegno al dialogo già avviato con le organizzazioni internazionali e con i Governi dei Paesi che saranno protagonisti di Expo 2015;

3) a porre la questione della sostenibilità mondiale dei sistemi alimentari nell'agenda del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea;

4) a svolgere un ruolo attivo nel favorire le più rilevanti azioni che emergono dalla società civile, come quella promossa nel corso del 5° International forum on food and nutrition, in cui è stato proposto il "Protocollo di Milano", un accordo globale sull'alimentazione e la nutrizione da sottoscrivere durante Expo 2015;

5) a contribuire, sul piano tecnico e scientifico, ad individuare interventi e buone pratiche da tradurre in politiche pubbliche rivolte a raggiungere concreti obiettivi per costruire sistemi alimentari sostenibili, costituiti dall'ambiente, dalle persone, dalle istituzioni e dai processi con cui le derrate agricole vengono prodotte, trasformate e portate ai consumatori. A tal fine, evidenzia al Governo i seguenti temi prioritari:

a) aumentare la produzione agricola mondiale: il fabbisogno alimentare sarà crescente nel corso dei prossimi decenni e, pertanto, risulta necessario provvedere, con equilibrio ed attenzione alla sostenibilità ecologica, a predisporre programmi che affrontino il tema essenziale del miglioramento delle rese produttive (mediante la costituzione di nuove varietà, più appropriate tecniche irrigue, idonee attrezzature di produzione, valide tecniche di raccolta, conservazione e trasporto) nonché i pochi margini disponibili per estendere le terre coltivabili (recupero delle terre a maggese o incolte con produzioni a ciclo pluriennale, disciplina internazionale dei fondi di investimenti rivolti all'acquisto di terre arabili), favorendo comunque il re-greening e la riforestazione produttiva. L'obiettivo è ridurre ulteriormente la malnutrizione e la fame;

b) salvaguardare il capitale ecologico dell'agricoltura: l'utilizzo di tecniche produttive appropriate è legato tra l'altro alla programmazione agricola che va orientata verso un'agricoltura non monoculturale che eviti pratiche fortemente intensive nei Paesi sviluppati e la cosiddetta agricoltura "mineraria" (utilizzo delle risorse suolo-pianta in modo non rinnovabile bensì esauribile) nei Paesi emergenti. A tal fine va disincentivato l'interesse a produrre biocarburanti dalla produzione agricola primaria, mentre rimane ottimale il recupero a tal fine dei vari sottoprodotti disponibili;

c) affrontare la pressante richiesta di proteine animali e vegetali: appare molto importante predisporre programmi per sviluppare, soprattutto nei Paesi emergenti ma anche in quelli avanzati, sistemi agro-zootecnici efficienti e salubri per rispondere a tali crescenti richieste alimentari, specie nelle aree urbane. I consumi di latte, uova e carni dovranno essere oggetto di un'appropriata educazione alimentare alla quale far aderire le organizzazioni internazionali ed i Governi. Dovranno, inoltre, essere valorizzati alimenti vegetali di elevato valore proteico, incluse le promozioni dell'uso di latte vegetale (come il latte di soia o quello di riso) prodotti anche da semi di numerose altre specie, specialmente per vegetariani e per quanti sono allergici a vari composti presenti nel latte animale;

d) diffondere le esperienze di sviluppo rurale: la moderna ruralità è il risultato di una forma avanzata dello sviluppo, in cui lo spazio rurale non è una periferia né spaziale né economica ma è inserito in un processo di ristrutturazione globale che coinvolge un crescente numero di relazioni intersettoriali ed internazionali. È questa la cornice concettuale più idonea alla valorizzazione dei distretti agro alimentari e rurali: per "territorio rurale" si intende un'area a bassa densità demografica, in cui è presente un'economia mista, caratterizzata dall'agricoltura e da altre attività economiche (artigianato, piccola e media industria, turismo), che tendono ad integrarsi ed a mantenersi in un equilibrio accettabile con l'ambiente rurale. Il carattere saliente del territorio rurale è l'equilibrio delle componenti e la capacità distintiva dei luoghi e dei prodotti locali;

e) combattere lo spreco nella filiera alimentare: lo spreco di prodotti alimentari (food wastage) comprende due fattispecie. In primo luogo la perdita di cibo (food loss) cioè la non intenzionale riduzione della disponibilità di cibo per il consumo umano che deriva dalle inefficienze nella catena dell'offerta (supply chain) per cause diverse, come l'inadeguatezza delle infrastrutture e della logistica o i limiti della tecnologia disponibile oppure l'insufficiente preparazione degli operatori o la scarsa disponibilità finanziaria per investimenti. La perdita di cibo è riscontrabile nella filiera produttiva, dall'agricoltura alla trasformazione, dal trasporto allo stoccaggio. In secondo luogo, comprende anche lo scarto di cibo (food waste) valutato come l'intenzionale perdita di prodotti alimentari, principalmente presso i distributori ed i consumatori, a causa di comportamenti aziendali o individuali. Ogni anno, secondo le stime FAO, lo spreco di prodotti alimentari raggiunge la sbalorditiva quantità di 1,3 miliardi di tonnellate con una perdita economica di 750 miliardi di dollari all'anno;

f) favorire lo sviluppo dell'agricoltura e dell'acquacoltura nei Paesi emergenti: i Paesi sviluppati dovranno elaborare efficienti politiche di supporto tecnico e politico per incrementare la produzione e la disponibilità di alimenti sani e sufficienti per aumentare il benessere degli abitanti dei Paesi emergenti, mediante tecnologie che ottimizzino l'utilizzo delle terre, delle acque e delle risorse localmente disponibili. Solo un incremento del benessere locale nei Paesi emergenti potrà rispondere all'aumento della popolazione e frenare l'emigrazione delle loro popolazioni verso i Paesi sviluppati;

g) coinvolgere i cittadini verso una maggiore attenzione ai modelli nutrizionali: da parte delle istituzioni dovrà essere sviluppata un'incisiva educazione dei consumatori, che dovranno essere consapevoli del valore primario del cibo. Purtroppo, un uso scorretto e smodato di cibo è particolarmente frequente e sempre crescente nei conglomerati urbani, provocando obesità ed incremento di malattie e disfunzioni organiche. Sarà quindi necessario favorire l'orientamento a modelli nutrizionali più sani, come quello tipico della dieta mediterranea, attraverso il potenziamento della ricerca scientifica e tecnologica, la predisposizione di una forte campagna istituzionale di comunicazione ed informazione ai cittadini (nella famiglia e nella scuola), l'incentivo ad adottare stili di vita basati sull'attività fisica e lo sport.

(1-00269)