• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00387 premesso che: si richiama la decisione 2014/73/PESC del Consiglio del 10 febbraio 2014 e la decisione 2014/183/PESC del Consiglio del 1o aprile 2014, adottate in connessione con le...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00387presentato daARTINI Massimotesto diMercoledì 11 giugno 2014, seduta n. 243

Le Commissioni III e IV,
premesso che:
si richiama la decisione 2014/73/PESC del Consiglio del 10 febbraio 2014 e la decisione 2014/183/PESC del Consiglio del 1o aprile 2014, adottate in connessione con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n. 2127 (2013) del 5 dicembre 2013, n. 2134 (2014) del 28 gennaio 2014, nonché la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n. 2149 (2014) del 10 aprile 2014;
si richiama, altresì, l'articolo 11 della Costituzione nonché gli esiti dell'audizione dei Ministri degli affari esteri e della difesa presso le Commissioni riunite affari esteri e difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, svolta il 30 aprile 2014;
l'intervento della comunità internazionale nella Repubblica Centrafricana è finalizzato al ristabilimento e al mantenimento della pace ai sensi del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, ai sensi del quale è consentito il ricorso all'uso della forza militare in conformità con il diritto internazionale e con le regole di ingaggio definite a livello internazionale;
la Repubblica Centrafricana si colloca all'interno di una fascia di insicurezza, costituita dal Sahel e segnata da povertà, da radicati fenomeni criminali connessi al traffico internazionale d'armi e di esseri umani, da diseconomie e annosi conflitti politici, che si fanno schermo del fattore religioso e la cui causa è spesso da ricondurre alla storia del colonialismo europeo e alla sua fine;
il 20 gennaio 2014, il Consiglio dell'Unione europea ha dato la sua approvazione politica in merito alla prospettiva di una operazione militare dell'UE (EUFOR RCA) da svolgersi nell'ambito della PSDC, e ha approvato il relativo concetto di gestione della crisi; tale operazione potrebbe contribuire a creare un clima di sicurezza nella regione di Bangui, al fine di trasferire le attività all'Unione africana, tenendo conto della sopra citata risoluzione 2127 del Consiglio di sicurezza;
l'intervento europeo era stato chiesto con insistenza dalla Francia, che già dal 5 dicembre 2013 aveva inviato nella Repubblica Centrafricana almeno duemila militari;
con lettera del 24 gennaio 2014 indirizzata all'Alto Rappresentante, Catherine Ashton, la Presidente ad interim della Repubblica Centrafricana, Catherine Samba-Panza, ha rappresentato il suo compiacimento per l'operazione militare europea, ma anche i leader religiosi della Repubblica Centrafricana hanno accolto favorevolmente tale impegno;
si tratta di una missione europea «ponte» tra l'intervento africano e i caschi blu e rappresenta la prima missione dell'Unione europea che avviene in una cornice di sicurezza da creare e non già garantita, come affermato dal Ministro della difesa nella citata audizione; essa definisce gli obiettivi politici, strategici e politico-militari della missione e sottolinea l'importanza di una stretta cooperazione con i partner, in particolare con l'ONU, l'Unione africana, le autorità centroafricane e l'operazione francese «Sangaris», prorogata fino alla fine di giugno 2014;
l'impegno italiano nel quadro della citata missione è da valutare nell'obiettivo del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea per il rafforzamento della dimensione europea della difesa, ma deve essere ricondotto il più possibile dentro la più generale opera di pacificazione il cui titolare non può che essere l'Onu;
l'Italia ha già disposto interventi di cooperazione allo sviluppo destinati alla Repubblica Centrafricana nel campo della sicurezza alimentare, della sanità, dell'istruzione e protezione dell'infanzia e degli sfollati, e segnatamente, nel 2013 per un valore di 500 mila euro e nel 2014 per un valore di 2.410.000 euro, laddove, malgrado la presenza militare internazionale, la situazione sul terreno appare tuttora ad alto rischio, come confermano i gravissimi casi di uccisioni e ferimenti di peacekeepers, di operatori sanitari internazionali, di sacerdoti e civili;
secondo quanto riferito dal Ministro della difesa nella richiamata audizione, pur non essendo stato fatto riferimento a una specifica deliberazione del Consiglio dei ministri in tal senso, la partecipazione dell'Italia si caratterizza per la messa in disponibilità di: uno dei cinque quartieri generali nazionali a sostegno delle operazioni europee, situato presso il Comando Operativo Interforze (COI); 40 genieri e 10 ulteriori unità di personale militare con altro ruolo, dislocati nella regione di Bangui e alcuni dei quali inseriti negli staff di comando dell'operazione;
nella stessa occasione, il Ministro della difesa ha ipotizzato in nove mesi la durata massima dell'impegno italiano nell'ambito della missione EUFOR RCA (la cui durata per decisione internazionale non può comunque protrarsi oltre il 28 febbraio 2015) e in 530.000 euro al mese gli oneri finanziari per i soli quaranta genieri (per un totale di massimo 4.770.000 euro), nell'ambito dell'impegno europeo stimato complessivamente in 25,9 milioni di euro, che saranno sottoposti all'approvazione parlamentare in occasione del prossimo provvedimento per il finanziamento delle missioni internazionali;
i Parlamenti dei maggiori Paesi europei che partecipano alla missione EUFOR RCA hanno provveduto ad autorizzare i propri Governi in conformità con le leggi nazionali in tema di invio di contingenti all'estero, come nel caso della Germania e della Spagna;
è necessario che anche l'Italia si doti di un analogo strumento normativo che disciplini profili istituzionali, amministrativi, contabili, giurisdizionali, oltre che finanziari, connessi alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali sul piano militare e civile, provvedendo a definire modalità di raccordo tra le diverse tipologie di intervento e a individuare in sede parlamentare specifici strumenti di controllo e monitoraggio sull'andamento delle missioni autorizzate;
la società civile italiana è presente nella Repubblica Centroafricana tramite diversi operatori, in particolare l'associazione Emergency che dal 2009 tiene aperto il centro pediatrico di Sangui e il cui team, a seguito del precipitare della crisi umanitaria, dal 2013 è oggi in parte dislocato nel reparto di pediatria dell'ospedale pubblico della capitale riattivando ben due sale operatorie;
la Francia non appare ai firmatari della presente risoluzione avere la credibilità necessaria per guidare una missione internazionale a causa dei suoi interessi storici nella regione, mentre sarebbe più opportuno favorire un ruolo preminente dell'ONU attraverso il supporto alla missione MINUSCA che a partire dal prossimo 15 settembre sostituirà l'attuale missione MISCA guidata dall'Unione Africana. Anche la MINUSCA, come già la MISCA, opererà sotto il Capitolo VII della Carta delle Nazioni unite, in base alla risoluzione 2149;
Medici senza frontiere ha subìto a più riprese aggressioni armate contro le sue missioni – l'ultima il 16 aprile 2014 che ha provocato l'uccisione di 16 persone di cui tre componenti dell'organizzazione – ed ha esortato «il governo di transizione della Repubblica Centrafricana e tutti i gruppi armati coinvolti nel conflitto a condannare subito e pubblicamente questi orribili attacchi»;
oltre che al consenso del Governo in questione, la legalità degli interventi richiede imparzialità ed astensione dall'uso di forza «letale», se non in autodifesa ed in difesa del mandato. È cruciale pertanto che lo scopo di ogni mandato sia ben definito, e che gli obiettivi (incluso la protezione della popolazione civile se necessaria) siano chiaramente stabiliti;
in passato, infatti, la mancanza di definizione del mandato, e la non inclusione in esso della protezione civile, è stata causa di tragici incidenti in cui i caschi blu sono rimasti a guardare mentre la popolazione locale veniva massacrata. Pochi giorni fa, si celebrava il ventennale del più famoso di questi tragici episodi, ma il Ruanda è solo uno dei paesi sulla lunga lista dei disgraziati,

impegnano il Governo:

a proseguire con le opportune iniziative sul piano politico-diplomatico in tutte le sedi internazionali e multilaterali, anche mediante il rilancio di un'iniziativa «Italia-Africa», al fine di scongiurare ogni ulteriore deterioramento del conflitto nella Repubblica Centrafricana e di promuovere lo State building, a partire dalla facilitazione del processo politico finalizzato alla indizione delle elezioni entro la seconda metà del 2014, come auspicato dalla citata risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 2134;
ad adottare ogni iniziativa utile ad assicurare che l'attuazione delle decisioni e delle risoluzioni citate in premessa abbia per fine prioritario la protezione della popolazione civile sul piano umanitario e la piena tutela degli interessi del popolo centrafricano alla titolarità sul proprio territorio, anche per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse naturali;
ad operare perché le Nazioni Unite abbiano un ruolo centrale nel comando delle operazioni umanitarie e di protezione della popolazione civile evitando il più possibile commistioni tra Paesi ex-coloniali e la guida della missione stessa;
a sostenere le iniziative delle associazioni e delle ong italiane ed europee presenti nella Repubblica Centroafricana in particolare quelle rivolte all'assistenza sanitaria e per il sostegno dei profughi;
a fornire elementi ai competenti organi parlamentari, prima che abbia luogo rinvio del personale militare italiano e comunque in una sede distinta dall'esame del decreto-legge per il finanziamento delle missioni internazionali, in ordine:
a) al numero complessivo e definitivo di unità di personale militare inviato, dotato del necessario equipaggiamento, con indicazione delle tipologie di personale, anche in riferimento al grado e all'anzianità;
b) ai compiti assegnati e alle capacità richieste al contingente militare italiano impiegato nell'ambito del piano operativo e delle regole d'ingaggio approvate dal Consiglio dell'Unione europea il 17 marzo 2014;
c) allo status del personale con riferimento alla decisione 2014/183/PESC del Consiglio, punto 2), e agli accordi raggiunti tra Unione europea, Governo della Repubblica Centrafricana ed eventuali Stati terzi;
d) alla effettiva durata iniziale e finale della missione;
e) ai costi definitivi della missione.
(7-00387) «Artini, Rizzo, Frusone, Tofalo, Spadoni, Paolo Bernini, Manlio Di Stefano, Di Battista, Sibilia, Grande, Del Grosso, Scagliusi».