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Atto a cui si riferisce:
S.1/00860 premesso che: dalla stampa regionale e nazionale si apprendono notizie allarmanti circa la presenza di fibre di amianto nelle reti idriche; diversi studi tecnico-scientifici concordano...



Atto Senato

Mozione 1-00860 presentata da LAURA FASIOLO
mercoledì 15 novembre 2017, seduta n.908

FASIOLO, PEZZOPANE, PUPPATO, FABBRI, ICHINO, MARAN, VALDINOSI, AMIDEI, AMATI, GINETTI, MATTESINI, D'AMBROSIO LETTIERI, PAGLIARI, LIUZZI - Il Senato,

premesso che:

dalla stampa regionale e nazionale si apprendono notizie allarmanti circa la presenza di fibre di amianto nelle reti idriche;

diversi studi tecnico-scientifici concordano nel ritenere che la presenza di amianto nell'acqua potabile, causata dalla disgregazione delle vecchie tubazioni in cemento-amianto, sia un grave pericolo per la salute, con conseguente insorgenza di tumori gastrointestinali;

con la risoluzione del 14 marzo 2013, il Parlamento europeo ha esortato gli Stati membri ad elaborare modelli per il monitoraggio delle fibre di amianto presenti nell'aria sui luoghi di lavoro, nei centri abitati, nelle discariche, nonché nell'acqua potabile veicolata tramite condutture in cemento-amianto;

tuttavia, in nessuno dei Paesi europei è in vigore un "valore di parametro" che misuri la quantità di amianto nelle acque destinate al consumo umano né sono indicati altri valori di riferimento;

nonostante la legge 27 marzo 1992, n. 257, abbia vietato l'uso dell'amianto ed il decreto del Ministero della sanità 14 maggio 1996 abbia stabilito i criteri per la manutenzione e l'uso di tubazioni e cassoni in cemento amianto destinati al trasporto o al deposito di acqua potabile, a tutt'oggi non sussiste alcuna indicazione di una soglia di esposizione al di sotto della quale si possa escludere l'insorgenza del cancro;

nel parere espresso dall'Istituto superiore di sanità il 26 maggio 2015 si afferma che non è dimostrato in maniera chiara che l'ingestione di fibre di amianto possa accrescere il rischio di neoplasie del tratto gastro-enterico;

considerato che:

a livello internazionale, gli scienziati dell'Epa (Ente protezione ambientale americano) sono gli unici ad aver indicato il quantitativo di rischio in 7 milioni di fibre per litro di acqua;

i livelli di contaminazione possono aumentare enormemente in conseguenza di danni alle tubature e calamità naturali;

negli studi dell'unità ospedaliera di medicina del lavoro di Cremona e Padova è documentato che l'incidenza di patologie gastrointestinali e delle vie biliari è più alta tra i lavoratori esposti ad amianto e tra i cittadini che hanno ingerito amianto disciolto nell'acqua; è accertato, infatti, che, nel momento in cui si utilizza l'acqua contenente fibre di amianto, l'evaporazione dell'acqua libera le fibre comportandone l'inalazione;

tenuto conto che:

lo IARC, dipartimento dell'Organizzazione mondiale della sanità che valuta le sostanze cancerogene, ha evidenziato una positiva associazione tra l'esposizione a tutte le forme di amianto e il cancro a faringe, stomaco e colonretto;

nonostante sia ampia la diffusione delle condotte in cemento amianto deteriorate a causa dell'alto tasso di acidità dell'acqua circolante, in Italia mancano limiti di legge e rilevazioni sistematiche sulla concentrazione di fibre di amianto in acqua,

impegna il Governo:

1) ad eseguire un monitoraggio dello stato della rete idrica nazionale, verificando i livelli di concentrazione delle fibre di amianto presenti nell'acqua potabile e la relativa inidoneità ad esporre a rischio la salute dei cittadini;

2) a sostenere, con opportune iniziative, anche normative, la progressiva e sistematica sostituzione delle tubature e dei cassoni in cemento-amianto;

3) a sostenere lo studio scientifico sulla pericolosità degli effetti dell'ingestione delle fibre di amianto presenti nell'acqua potabile;

4) nell'assenza totale di parametri a livello europeo e nazionale, a perseguire valori tendenziali di fibre di amianto nell'acqua al di sotto delle 10 fibre per litro, in linea con l'obiettivo "amianto zero".

(1-00860)