Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/18515 (4-18515)
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-18515presentato daCIVATI Giuseppetesto diVenerdì 17 novembre 2017, seduta n. 887
CIVATI, ANDREA MAESTRI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il Governo ha sottoscritto il 2 febbraio 2017 un «Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere» con il Governo di riconciliazione nazionale della Libia;
il Memorandum, che ha natura politica e impegna la parte italiana allo stanziamento di risorse, prevede l'avvio di una cooperazione «con riferimento al sostegno alle istituzioni di sicurezza e militari al fine di arginare i flussi di migranti illegali e affrontare le conseguenze da essi derivanti» e stabilisce che la parte italiana si impegni a «fornire supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta contro l'immigrazione clandestina, e che sono rappresentati dalla guardia di frontiera e dalla guardia costiera del Ministero della difesa»;
l'articolo 80 della Costituzione prevede che le Camere autorizzino «con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi»;
allievi della Guardia costiera e della Marina libica hanno portato a termine percorsi di addestramento gestiti dalla Marina italiana;
L'Asgi ha denunciato che 2,5 milioni di euro destinati al fondo «Africa» hanno finanziato il trasporto e la sistemazione di motovedette in dotazione all'apparato militare libico;
il 6 novembre 2017 una nave della ong Sea Watch veniva incaricata dall'Imrcc di Roma di effettuare il salvataggio di un gommone in difficoltà a circa 30 miglia dalle coste libiche; sullo stesso posto si recava una nave della Guardia costiera libica che intralciava le operazioni di soccorso (anche lanciando oggetti verso gli operatori di Sea Watch) mettendo a repentaglio la vita delle persone da salvare, e commetteva violenza sulle persone fatte salire a bordo della propria imbarcazione tra le quali alcune che volevano fuggire dalle autorità libiche; 47 persone venivano riportate in Libia dalla Guardia costiera del Paese; un numero non determinato di persone moriva durante le operazioni;
numerose inchieste giornalistiche hanno documentato sovrapposizioni tra la Guardia costiera libica e milizie attive nel traffico di esseri umani e nella gestione dei centri di detenzione per migranti;
l'articolo 10 della Costituzione sancisce che «l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute» e che «lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica»;
l'Italia è tenuta al rispetto dei principi di diritto internazionale secondo i quali «nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti» (articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) e nessuno Stato può neppure espellere o respingere «in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate» (Convenzione di Ginevra, articolo 33);
la Libia non ha sottoscritto la Convenzione di Ginevra e sul territorio libico i migranti sono sottoposti a privazione della libertà in maniera indiscriminata, a torture, a violenze, a stupri, a uccisioni, oltre ad essere oggetto di un vero e proprio mercato di schiavi: –:
quali iniziative si intendano assumere per evitare che le forze di polizia, libiche addestrate e supportate su mandato e con risorse stanziate dall'Italia commettano gravi violazioni dei diritti umani;
se non ritenga necessario assumere iniziative per rivedere le relazioni tra Italia e Libia disciplinate attraverso il Memorandum citato in premessa;
se non ritenga necessario assumere iniziative per una revoca del Memorandum citato in premessa, in relazione al quale non è stata mai approvata dalle Camere una legge di autorizzazione alla ratifica;
quali iniziative abbia posto in essere per accertarsi che le risorse stanziate dall'Italia per la cooperazione non finanzino le milizie citate in premessa.
(4-18515)