• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/18571 (4-18571)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18571presentato daGAGNARLI Chiaratesto diMercoledì 22 novembre 2017, seduta n. 890

   GAGNARLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la Ferroviaria italiana (Lfi) è una storica società operante nel settore del trasporto pubblico locale in provincia di Arezzo e nelle zone limitrofe. Nel suo assetto attuale, la società ha una divisione ferroviaria, e una divisione automobilistica. La divisione ferroviaria è stata scissa in due distinte società: la Rft, Rete ferroviaria toscana, che cura per conto della regione la gestione delle infrastrutture costituenti le linee ferroviarie Arezzo-Stia ed Arezzo-Sinalunga; la Tft, Trasporto ferroviario toscano, impresa ferroviaria attiva nel trasporto regionale e merci;

   in un comunicato stampa del 9 novembre 2017 il presidente del gruppo Lfi spa, Maurizio Seri, ha rivelato che la provincia di Arezzo, avrebbe recentemente dichiarato il servizio ferroviario Arezzo-Pratovecchio-Stia-Sinalunga «servizio non strategico per l'Ente». Dichiarazione subito smentita in un comunicato stampa del 10 novembre 2017 del presidente della provincia di Arezzo, Roberto Vasai, secondo il quale la provincia, socio della Ferroviaria italiana da oltre 50 anni, da quattro anni è costretta ad occuparsi solo di strade provinciali e scuole di secondo grado a causa del riordino delle province stabilito dalla «legge Delrio»;

   la riallocazione delle funzioni, ha ricordato il presidente Vasai, avrebbe costretto la provincia a mettere sul mercato le quote di tutte le società non correlate a compiti istituzionali; nel caso delle quote di Lfi avrebbe provato a cederle prima ai comuni soci, che le hanno rifiutate, poi al pubblico in generale che ha rifiutato, ed infine alla società Lfi spa, ma anch'essa le avrebbe rifiutate;

   la riallocazione delle funzioni pensata dalla «legge Delrio», oltre ad un problema di competenza tra i vari livelli di governo, questione ancora aperta in quasi tutte le regioni, pone anche un problema di risorse. Le funzioni cosiddette fondamentali sono infatti, in linea teorica, coperte dai trasferimenti statali e da entrate tributarie proprie, ma il combinato disposto dei tagli alle province e alle città metropolitane, attuati anche con le leggi di bilancio, e dei tagli alle regioni, mette in discussione la sostenibilità finanziaria delle stesse funzioni. Di conseguenza, importanti servizi come ad esempio quello dei trasporti pubblici locali, rischiano di andare incontro a interruzioni se non addirittura a cancellazioni, come nel caso del servizio di trasporto ferroviario casentinese, finito anche in tribunale –:

   se il Governo sia a conoscenza di tale circostanza e non ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, per un riassetto della «legge Delrio» e la previsione di una idonea dotazione finanziaria a copertura delle funzioni fondamentali delle province e delle città metropolitane, al fine di tutelare la continuità temporale e spaziale dei servizi locali indispensabili per i pendolari, nel pieno rispetto del diritto alla mobilità.
(4-18571)