• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12786 (5-12786)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-12786presentato daGADDA Maria Chiaratesto diMercoledì 22 novembre 2017, seduta n. 890

   GADDA, BORGHI, REALACCI, MARIANI, MORETTO, VAZIO, FAMIGLIETTI, PARRINI, ASCANI, ROTTA, IORI, DALLAI, MORANI, DONATI, MARCO DI MAIO, MANFREDI, ERMINI, GALPERTI e VENITTELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   le tecnologie della climatizzazione e della refrigerazione fanno affidamento sui cosiddetti gas refrigeranti Hfc, introdotti con l'adozione del protocollo di Montréal del 1987 in sostituzione dei clorofluorocarburi, principali responsabili della distruzione dello strato di ozono;

   gli Hfc sono però assolutamente perniciosi nelle formulazioni chimiche e sintetiche attuali: pur non essendo sostanze ozono-lesive, sono potenti gas serra che possono avere un impatto sul cambiamento climatico migliaia di volte maggiore rispetto all'anidride carbonica;

   con l'Accordo di Kigali, gli Stati si sono impegnati a ridurre la produzione e il consumo di Hfc di oltre l'80 per cento nel corso dei prossimi trenta anni. Tale programma di riduzione era già stato adottato dall'Unione europea con il regolamento (UE) n. 517/2014 (cosiddetto F-gas), che ha abrogato e sostituito il precedente regolamento (UE) n. 842/06;

   ad oggi in Italia non è ancora stato emanato il decreto di attuazione di tale regolamento europeo, nonostante il termine fissato fosse il 31 dicembre 2016. A causa del ritardo, la Commissione europea ha dato avvio ad una procedura di pre-infrazione nei confronti del nostro Paese (Eu Pilot 9154/2017);

   le associazioni delle imprese produttrici – molte delle quali eccellenze mondiali – esprimono preoccupazione per le criticità di carattere ambientale e di sicurezza che derivano dall'assenza di un quadro normativo nazionale certo, che consenta di chiarire le competenze e di predisporre una sana pianificazione aziendale;

   agli interroganti risulta che, con la collaborazione delle associazioni di categoria e ambientaliste, sia stato predisposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare uno schema di decreto attuativo che ad oggi non è stato ancora approvato dal Consiglio dei ministri;

   solo dopo l'adozione di questo primo decreto sarà possibile elaborare quello con lo schema sanzionatorio, particolarmente delicato per la questione dei controlli e del rispetto degli obblighi comunitari;

   le imprese produttrici sono sotto pressione anche a causa di un altro problema: i prodotti refrigeranti, infatti, sono uno dei pochi rifiuti speciali e pericolosi non ancora dotati di una gestione dei costi ambientali di trattamento e smaltimento –:

   quali siano i tempi necessari per l'adozione del decreto di cui in premessa e per la stesura e l'adozione del decreto recante la disciplina delle violazioni, tenendo anche presente la necessità di coinvolgere le associazioni di settore allo scopo di gestire in maniera ottimale il trattenimento e lo smaltimento dei rifiuti nella filiera e, al contempo, ridurne i costi particolarmente elevati per gli operatori.
(5-12786)