• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12780 (5-12780)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12780presentato daAGOSTINELLI Donatellatesto diMercoledì 22 novembre 2017, seduta n. 890

   AGOSTINELLI e MANLIO DI STEFANO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da recenti fonti stampa si apprende che Fabio e Filippo Galassi, padre e figlio di 63 e 25 anni, sono in prigione in Guinea equatoriale dalla primavera del 2015 per scontare una pena per numerosi reati fiscali;

   la madre del ragazzo che non ha che sporadiche notizie di suo figlio ha richiesto l'intervento della politica e delle istituzioni perché, ad oggi, la vicenda che vede implicati i due italiani sembrerebbe avere non poche ombre;

   in Guinea Fabio e Filippo Galassi erano dipendenti della General Work, impresa del settore edile, di proprietà dell'italiana Annamaria Moro e della famiglia del presidente Obiang. Fabio Galassi che si era trasferito nel Paese centroafricano nel 2010 avrebbe lavorato prima per il Governo guineano e poi per l'impresa della signora Moro, di cui è diventato compagno di vita e nel lavoro;

   in seguito, ha invitato il figlio a raggiungerlo. Nella primavera del 2015 Filippo e Fabio vengono arrestati con l'accusa di voler fuggire dal Paese con una valigia piena di soldi. Sembrerebbe che tale accusa sia falsa in quanto nelle valigie sarebbero stati trovati solo effetti personali e tremila euro in contanti. Le accuse vanno dalla bancarotta alla appropriazione indebita, sottrazione fraudolenta di beni, corruzione, truffa e riciclaggio di denaro. Dopo sei mesi di processo, a gennaio 2016, Filippo e Fabio sono stati condannati dalla Corte suprema guineana a 21 e 33 anni di reclusione. La Corte d'appello ha confermato la sentenza, e le richieste di grazia presentate al Presidente guineano Teodoro Obiang non hanno ricevuto risposta. Anche la Farnesina si è mossa, ma le iniziative diplomatiche portate avanti dalla diplomazia italiana non hanno sortito alcun effetto;

   la pena comminata sembra all'interrogante assolutamente sproporzionata se commisurata al sistema penale della Guinea Equatoriale, dove 30 anni di carcere non vengono in genere dati nemmeno agli assassini;

   Daniel Candio, 25 anni, è un amico di Filippo e ha lavorato con i due italiani arrestati per la General Work. Ha raccontato della situazione critica in cui si trovava la società che aveva difficoltà anche a pagare gli stipendi dei suoi dipendenti. La General Work ha quale soci la signora Annamaria Moro e la famiglia del Presidente guineano Teodoro Obiang;

   il console italiano in Guinea Equatoriale ritiene che i due Galassi siano finiti in un tranello e che i due sarebbero un capro espiatorio, perché, tramite loro, il Governo della Guinea può tenere buona l'opinione pubblica e tranquillizzare i lavoratori della società, che continuano a protestare per ottenere i salari arretrati. Il console è impegnato da due anni nelle manovre della diplomazia italiana per trovare una soluzione alla vicenda dei due Galassi; risulterebbe inoltre che, Fabio avrebbe pestato i piedi a qualche autorità influente con una storia poco chiara di video trovati nel suo computer da cui emergerebbero possibili casi di corruzione di esponenti della politica e della magistratura del Paese centroafricano;

   nel gennaio 2016 il sottosegretario agli affari esteri Benedetto Della Vedova, rispondendo a un'interrogazione parlamentare in cui si esprimevano forti preoccupazioni per le condizioni carcerarie e per la legittimità del diritto guineano, aveva assicurato il massimo impegno del Governo «ai più alti livelli» con l'azione diplomatica dell'ambasciata italiana in Camerun e mediante i contatti della Farnesina con l'ambasciata guineana a Roma, così come «in ambito UE al fine di assicurare che le pressioni e sensibilizzazioni del governo equatoguineano fossero attuate anche a livello europeo» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda adottare per far luce sulla vicenda e riportare nel nostro Paese i due italiani alla luce del fatto che, ad oggi, restano ancora in detenzione.
(5-12780)