Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
S.0/02960/231/ ... in sede di esame del disegno di legge recante "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020",
premesso che
sempre più...
Atto Senato
Ordine del Giorno 0/2960/231/05 presentato da ANTONIO SCAVONE
martedì 28 novembre 2017, seduta n. 844
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge recante "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020",
premesso che
sempre più di frequente si sono verificati gravi fatti presso diversi pronto soccorso; ricordiamo infatti come un medico sia stato aggredito la notte di San Silvestro scorso presso il pronto soccorso dell'Ospedale Vittorio Emanuele di Catania perché si era rifiutato di fornire il nome di una ricoverata che aveva avuto un incidente con la moglie di uno degli aggressori; il 30 gennaio 2017 c'è stata un'aggressione nel pronto soccorso dell'ospedale Civico a Palermo: la vittima è il responsabile dell'unità di emergenza, preso a pugni da un paziente che era in attesa di essere visitato; il 14 febbraio 2017 il responsabile del pronto soccorso di Cittiglio (Varese) è stato aggredito; nella notte del 18 settembre 2017 una donna, medico di guardia in servizio a Trecastagni (CT) è stata stuprata da un giovane italiano;
negli ultimi 5 anni, sono stati denunciati soltanto in alcuni presidi ospedalieri, circa 63 aggressioni;
le conseguenze di ogni episodio di aggressione si ripercuotono sugli operatori sanitari che, per tutelarsi, sono obbligati a stipulare un'idonea assicurazione per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale, poiché l'azienda ospedaliera non copre la colpa grave. Inoltre, le conseguenze di questi episodi si ripercuotono, inevitabilmente, sul senso di sicurezza dei cittadini, che proprio presso le strutture ospedaliere chiedono di essere protetti e al sicuro;
ci si trova dunque di fronte a una progressione di violenze, difficilmente arrestabile in forma autonoma, per cui non è rinviabile l'adozione di valide soluzioni volte ad assicurare la sicurezza di chi opera per la salute (medici, infermieri etc.) dei cittadini italiani e per la sicurezza dei cittadini stessi;
oggi i presidi di Polizia all'interno delle strutture ospedaliere dipendono dalle Questure territoriali e sono attivati su richiesta delle amministrazioni per ragioni di sicurezza e di opportunità debitamente motivate, ove le risorse di personale e di organizzazione lo consentano;
l'articolo 32 Cost, sancisce la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività;
la mancanza di sicurezza e ordine pubblico presso i pronto soccorso può arrivare perfino ad inficiare il diritto fondamentale alla tutela della salute sancito nell'art. 32 Cost., oltre - ovviamente - a generare un senso di pericolo e insicurezza in uno dei luoghi più sensibili per una comunità come sono le strutture ospedaliere e i pronto soccorso, soprattutto pubblici, dove la presenza - anche fìsica - dello Stato è bene che sia percepita dai cittadini e dagli operatori sanitari;
è dunque assolutamente necessario reintrodurre le postazioni di polizia all'interno dei pronto soccorso degli ospedali che risultano da tempo privi di adeguata vigilanza, come dimostrano i fatti ricordati;
i posti di controllo, in particolare, sono di pertinenza del Ministero degli Interni che prevede il personale in divisa solo per i referti e non per la protezione del personale sanitario; negli ospedali più piccoli, la Questura effettua dei controlli, ma nei presìdi più grandi diventa più difficile coprire perché anche il personale di Polizia è insufficiente;
va evidenziato, tuttavia, che le strutture ospedaliere sono inserite nell'elenco degli obiettivi sensibili nell'ambito del piano coordinato di controllo del territorio;
la situazione è estremamente variegata nelle diverse realtà italiane. In generale, sembra che presidi fissi siano stati rimossi nel corso degli ultimi anni e che ora vi sia una richiesta diffusa di maggior sicurezza;
per quanto riguarda le misure di sicurezza esistenti, in genere, la sorveglianza degli ospedali viene espletata da istituti di vigilanza privata attraverso postazioni fìsse agli ingressi e servizi di ronda notturna, sulla base di contratti stipulati tra gli istituti medesimi e le aziende ospedaliere;
nei nosocomi dove sono previsti presidi di polizia questi ultimi assolvono principalmente a compiti di polizia giudiziaria mediante l'acquisizione di eventuali notizie di reato direttamente dal personale medico e paramedico in servizio presso le postazioni di pronto soccorso, segnalando alla centrale operativa e agli organi di Polizia competenti qualsiasi altro fatto ritenuto di rilievo sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica. I compiti di questi agenti sono prettamente di Polizia Giudiziaria. Mai quest'ultimi sono intervenuti direttamente in episodi di aggressioni o tumulti ma il loro compito è sempre stato di chiamare le Volanti o i Carabinieri per eventuali interventi;
si è cercato di colmare queste lacune tramite mezzi tecnologici, quali un collegamento telefonico diretto con "numero dedicato" tra le sale di pronto soccorso degli ospedali e le sale operative della questura e dei commissariati locali, ma tutto questo non è stato sufficiente;
lo Stato deve garantire la sicurezza e l'ordine pubblico soprattutto nelle strutture ospedaliere, luoghi pubblici di fondamentale importanza per ogni comunità;
è necessario, pertanto, per garantire l'incolumità di cittadini ed operatori sanitari, che siano ripristinati i presidi fissi delle forze dell'ordine presso le strutture ospedaliere dotate di pronto soccorso;
considerato che
i più recenti fatti di cronaca - caso di un medico di guardia a Trecastagni , provincia di Catania, stuprata nel posto di lavoro da un giovane ventiseienne - ci obbligano, altresì a fare una riflessione sull'attuale sistema di questi presidi ambulatoriali e a prevedere che , nelle more , il Governo provveda a disporne la ricollocazione in ambienti protetti (per es. locali adiacenti a stazioni dei Carabinieri, o di posti di Polizia), ove poter garantire la sicurezza e l'incolumità dei medici;
impegna il Governo
a prevedere che presso ogni pronto soccorso dei presidi ospedalieri di primo e secondo livello sia istituito un presidio fisso di polizia, col compito di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza e che tale presidio di polizia debba essere composto almeno da un ufficiale di Polizia Giudiziaria e almeno due agenti;
a stabilire che nei presidi ospedalieri di base, cioè quelli con un bacino d'utenza inferiore, qualora non sia possibile, per ragioni organizzative o economiche, istituire il presidio fisso di polizia, si preveda che nei piani coordinati di controllo del territorio, predisposti dai prefetti, agenti di polizia sorveglino i presidi di base, anche attraverso contatti diretti e frequenti con il personale sanitario, al fine di tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica;
a prevedere l'emanazione di un decreto, a cura del Ministero dell'Interno e del Ministero della Salute con il quale ricollocare i presidi ambulatoriali di guardia medica in ambiente protetto.
(0/2960/231/5)
SCAVONE, COMPAGNONE, BARANI, MILO