• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02347 MARAN - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che: nel 1986, nel corso di un'immersione nei fondali marini di Grado (Gorizia), alcuni subacquei di...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02347 presentata da ALESSANDRO MARAN
mercoledì 18 giugno 2014, seduta n.264

MARAN - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:

nel 1986, nel corso di un'immersione nei fondali marini di Grado (Gorizia), alcuni subacquei di Marano lagunare hanno rinvenuto il relitto di un'imbarcazione oneraria romana risalente al periodo tra la fine del I e l'inizio del II secolo dopo Cristo, che è successivamente stata denominata "Iulia Felix". A bordo ci sono reperti molto importanti: idrie, bronzi, anfore, strumenti per la pesca, stadere, eccetera. In buona parte i reperti sono stati recuperati nell'arco dei primi 2 anni dallo staff del museo di Aquileia della dottoressa Lopreato con spese irrisorie. Poi sono iniziati ad arrivare i grandi, e costosi, esperti dei vari settori;

l'amministrazione comunale di Grado, a seguito del ritrovamento, delle campagne di scavo e dell'espletamento degli adempimenti burocratici, nel 1992 ha destinato al Ministero per i beni e le attività culturali in comodato gratuito della durata di 99 anni (rinnovabile per altri 99 anni alla scadenza) un proprio edificio, ex scuola "Scaramuzza", così da ospitare un futuro museo del mare che darebbe dimora alla "Iulia Felix";

i costi per la realizzazione della sola attrezzatura (che si sarebbe rivelata a breve inutilizzabile) per il recupero integrale del relitto ammontavano a 400 milioni di lire;

nel 1994 il progetto originario presentato dal Comune di Grado per la realizzazione del museo del mare ha subìto da parte della Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli-Venezia Giulia una modifica progettuale sostanziale con l'introduzione di spazi dedicati ad una libreria boutique al piano terra e ad un bar ristorante sulla terrazza dell'edificio, mentre il piano di ricostruzione della "Iulia Felix" proseguiva a rilento con un lavoro certosino di ricomposizione dello scafo tessera per tessera come in un puzzle;

era stato annunciato che lo scafo, grazie ai costosi progetti e alle attrezzature del tutto innovativi, sarebbe stato recuperato integro, invece c'erano svariate centinaia di frammenti da assemblare;

i finanziamenti ministeriali per il 2002 ammontavano ad un miliardo e 900 milioni di lire ma i ritardi nell'erogazione hanno fatto allungare sempre di più il cronoprogramma degli interventi. La Soprintendenza per i beni archeologici e quella per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli-Venezia Giulia, in capo alle quali sta la gestione dei finanziamenti, guidate da Franco Bocchieri, hanno deciso, nel frattempo, di inserire nel progetto un percorso multimediale che ha fatto lievitare nuovamente la spesa dell'opera di circa 2 milioni di euro;

a settembre 2004, in occasione dell'insediamento del nuovo direttore regionale, Ugo Soragni, aleggiavano già da qualche tempo al Comune di Grado forti malumori per i ritardi nei lavori di realizzazione del museo, tanto che il sindaco Roberto Marin minacciava di rientrare in possesso dell'ex scuola "Scaramuzza", data in comodato al Ministero. Il direttore Soragni manifesta pubblicamente di voler imprimere un'accelerazione al completamento del museo e di sbloccare 250.000 euro per i lavori che, per ragioni ancora poco note, risultano sospesi nel corso del 2003, e altri 380.000 euro risultanti da un accordo quadro, del dicembre 2003, tra Regione Friuli-Venezia Giulia, Ministero per i beni culturali e Ministero dell'economia e delle finanze;

col trascorrere degli anni si sono succeduti amministrazioni comunali e soprintendenti regionali: nel 2005 la spesa complessiva sostenuta dal momento del ritrovamento della "Iulia Felix" si attestava tra i 5 e i 6 milioni di euro e il taglio del nastro della struttura sembrava ancora lontano;

nel 2006 la notizia della perdita del contributo ministeriale di un milione e 800.000 euro sembrava porre la parola fine alla nascita del museo. Tuttavia nel 2007 la soprintendente archeologica ad interim della Toscana e del Friuli-Venezia Giulia, dottoressa Lo Schiavo, ha dichiarato imminente l'apertura del museo, pur trattandosi di un'apertura per lotti grazie anche al recupero di un milione di euro di finanziamento ministeriale, decurtato in precedenza perché inutilizzato. La soprintendente si era attivata anche presso l'Unesco per far rientrare Grado nell'importante circuito culturale;

il 2008 sembrava essere finalmente l'anno di apertura del museo del mare, ribattezzato museo nazionale di archeologia subacquea, seppure, come preannunciato, in una prima sezione. Restavano da sciogliere i nodi della gestione delle due strutture ricettizie al piano terra e sulla terrazza e la partita da un milione di euro necessario per gli arredi interni oltre che di modifiche progettuali sull'edificio;

nel frattempo la Corte dei conti ha chiesto lumi sul perché, dopo 16 anni, l'opera non sia stata ancora completata,

si è arrivati così al 2011. Il progetto del museo del mare di Grado ha ottenuto dal Ministero per i beni culturali il finanziamento parziale per il suo completamento grazie ai capitoli di bilancio dello Stato dell'8 per mille. Si tratta di 630.000 euro erogabili a fine 2011 in base alle disponibilità del dicastero retto dal Ministro pro tempore Giuliano Urbani in modo da permettere l'inaugurazione della struttura nel corso del 2012. La stessa Regione Friuli-Venezia Giulia ha stanziato, sempre nel 2011, su richiesta della Soprintendenza regionale guidata da Luigi Fozzati, 350.000 euro per il completamento del museo;

l'apertura del primo piano della struttura museale, prevista per l'estate 2012, si è risolta ancora una volta in un nulla di fatto;

in tutti questi anni sono state indette, e svolte, diverse conferenze stampa costate missioni e compensi ma l'apertura ancora non c'è stata;

l'opera, ad oggi costata oltre 10 milioni di euro, non è, infatti, ancora stata ancora inaugurata e sono trascorsi 22 anni dal primo atto formale per dare l'imprimatur alla sua realizzazione,

si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo intenda intraprendere nei confronti della Soprintendenza del Friuli-Venezia Giulia per addivenire ad una, seppur tardiva, soluzione del caso.

(4-02347)