• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02360 FAVERO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'interno - Premesso che: la Provincia di Biella, costituita con decreto legislativo 6...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02360 presentata da NICOLETTA FAVERO
giovedì 19 giugno 2014, seduta n.266

FAVERO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'interno - Premesso che:

la Provincia di Biella, costituita con decreto legislativo 6 marzo 1992, n. 248, ha visto il primo insediamento degli organi elettivi nel giugno 1995. Con le dimissioni del presidente Simonetti del 29 ottobre 2012, la Provincia è passata ad una gestione commissariale ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica del 23 novembre 2012;

già in tale data, la situazione finanziaria della Provincia presentava elementi di criticità derivanti dai ripetuti tagli ai trasferimenti statali e dalla riduzione dei trasferimenti regionali destinati allo svolgimento delle funzioni delegate ovvero trasferite dalla Regione stessa, nonostante i costi fissi (ad eccezione della rilevante entità delle rate di ammortamento dei mutui) e di gestione dei servizi decisamente contenuti rispetto alla media nazionale, poi ridotti a partire dal 2007-2008;

tale situazione, resa ancor più difficile dal susseguirsi di disposizioni legislative contraddittorie, si è ulteriormente aggravata, al punto da rendere necessaria il 30 novembre 2013 la dichiarazione, dichiarare, ai sensi dell'art. 246 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (testo unico degli enti locali), di dissesto finanziario dell'ente per l'impossibilità di chiudere in pareggio il bilancio e continuare a garantire i servizi essenziali;

secondo quanto riportato nella relazione sulla Provincia di Biella di cui alla nota prot. 9518 del 25 marzo 2014 (indirizzata al Ministero dell'interno, al Ministero dell'economia e delle finanze, al Prefetto di Biella e, per conoscenza, alla Corte dei conti Piemonte ed al collegio dei revisori, nonché con successiva nota, alla Regione Piemonte), la difficile situazione finanziaria dell'ente sarebbe stata determinata dalla pesantissima riduzione del Fondo sperimentale statale di riequilibrio, intervenuta con i provvedimenti via via susseguitisi. Il decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, ha infatti previsto la soppressione a partire dal 2012 dell'addizionale provinciale all'accisa sull'energia elettrica e la compartecipazione Irpef, oltre all'azzeramento di tutti i trasferimenti statali con carattere di generalità e permanenza, e la loro sostituzione con il Fondo sperimentale statale di riequilibrio. Successivamente è intervenuto il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che ha previsto una riduzione di tale fondo sperimentale per le Province di altri 500 milioni, diventati 1.000 milioni nel 2013, taglio cresciuto a 1.200 milioni secondo quanto previsto dalla legge di stabilità per il 2013;

in sostanza, rispetto a quanto incassato nel 2010 complessivamente a titolo di compartecipazione all'addizionale Irpef, di addizionale sul consumo di energia elettrica e di trasferimenti statali generali (8,47 milioni di euro), l'entità del Fondo sperimentale statale di riequilibrio (che ha appunto sostituito le suddette entrate) si sarebbe attestata a soli 0,46 milioni, con una riduzione di ben 8 milioni di euro. Tale riduzione rappresenta percentualmente il 95 per cento della complessiva entità delle entrate correnti di cui la Provincia di Biella disponeva nel 2010;

con la gestione commissariale si è quindi proceduto ad un'ulteriore draconiana riduzione della spesa corrente, in particolare, quella per gli stipendi, gli oneri e la produttività del personale. Il numero dei dipendenti è vertiginosamente sceso da 262 unità del 2005 alle 198 attuali (i dirigenti da 7 sono rimasti in 4), e la riduzione della spesa per beni e servizi ha inevitabilmente intaccato la possibilità di erogare servizi essenziali (viabilità, istruzione media superiore, eccetera) ad un livello minimo di sussistenza;

parallelamente, i trasferimenti regionali per le spese di funzionamento (personale, attrezzature, stabili, eccetera) collegate alle funzioni che la stessa Regione aveva a suo tempo delegato alle Province piemontesi, stabiliti in accordi risalenti al 2001-2002, si sono progressivamente ridotti, passando da 1,84 milioni di euro del 2008 agli attuali 0,53 milioni (meno 71 per cento), e a ciò si è aggiunto il negativo andamento degli ultimi anni del mercato dell'auto, con i conseguenti minori introiti per le principali entrate tributarie provinciali (imposta provinciale di trascrizione, imposta sulle assicurazioni di responsabilità civile auto);

risulta evidente, come esposto nella relazione, che, nel caso della Provincia di Biella, il processo di razionalizzazione dei servizi, la ristrutturazione del debito, la riduzione di personale, la riorganizzazione delle società partecipate e la cessione patrimoniale non siano rimedi atti ad assicurare il raggiungimento dell'equilibrio finanziario. Il dissesto finanziario, a parere dell'interrogante, non è stato infatti determinato da una massa irrisolvibile di debiti alla quale l'ente non era in grado di fare fronte, bensì dall'impossibilità di garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili causata dal venir meno delle risorse che prima gli erano assicurate dallo Stato e dalla Regione; risorse non compensabili in alcun modo con maggiori entrate proprie;

a tutto ciò, si aggiungerebbe il prevedibile e inevitabile contenzioso con le ditte fornitrici, che si potrà a breve instaurare a causa dei forti ritardi dei pagamenti nei loro confronti;

considerato che:

secondo la relazione riguardo all'operatività nel prosieguo dell'esercizio 2014 ed impatto sulla Provincia di Biella del 29 maggio 2014, realizzata dal segretario generale e dai dirigenti provinciali, rispetto alle stime e valutazioni effettuate nelle precedenti relazioni, la situazione finanziaria e di cassa sarebbe ancora peggiorata negli ultimi mesi;

le stime delle risorse ragionevolmente disponibili per l'esercizio in corso, a seguito degli ulteriori sforzi finanziari richiesti alle Province con il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, portano ad una contrazione delle stesse stimabile intorno a circa 1.490.000 euro;

in particolare, si prevede le seguenti misure di risparmio alle Province: a) riduzione della spesa per beni e servizi del 5 per cento (art. 8); b) riduzione del 70 per cento della spesa per le autovetture (art. 15); c) riduzione dei "costi della politica" a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 56 del 2014 (art. 19);

nella relazione, si rileva come tali riduzioni siano del tutto improponibili ed impraticabili per la Provincia di Biella che ha già ridotto nel giro di pochi anni del 20 per cento la propria spesa corrente. Più specificamente, la riduzione della spesa per beni e servizi impone ovvero consente una rinegoziazione dei contratti in essere o una riduzione delle prestazioni richieste che di fatto risulta impossibile per un ente che ha già ridotto sotto la sufficienza i servizi garantiti alla cittadinanza e quelli intermedi finalizzati al regolare funzionamento della struttura provinciale. Inoltre, anche il previsto abbattimento del 70 per cento delle spese per le autovetture appare impraticabile per un ente che nel 2011 aveva in dotazione 15 automobili che attualmente si sono ridotte (sia per effetto delle riduzioni imposte nel tempo dalle norme restrittive man mano succedutesi, che, soprattutto, per scelta autonoma dell'ente finalizzata al contenimento della spesa corrente) soltanto a 7, insufficienti a garantire l'espletamento di tutti i servizi di un ente che opera in un'area che non è metropolitana costituita da molti piccoli centri abitati, sparsi sul territorio e la conseguente impossibilità di un'efficace ed economico utilizzo dei mezzi pubblici. Quanto alla riduzione dei costi legati al venir meno, secondo le previsioni della legge 7 aprile 2014, n. 56, dei costi degli organi elettivi, la stessa è già stata effettuata dalla Provincia di Biella, commissariata a fine 2012 per le dimissioni dell'allora presidente;

si provocherebbe, quindi, un peggioramento del disavanzo della gestione di competenza, rispetto al 2013, di circa 2,3 milioni;

per poter rientrare in un'ipotetica situazione di pareggio finanziario, occorrerebbe ridurre gli impegni di spesa automatici relativi agli stipendi dei dipendenti, con una sostanziale mancata copertura finanziaria degli stessi per una parte dell'anno 2014, cosa che appare non solo improponibile dal punto di vista della correttezza nei confronti dei dipendenti ma, si ritiene, anche impraticabile dal punto di vista giuridico, tenuto peraltro conto che con la deliberazione della Giunta provinciale n. 66 del 21 maggio 2014 si è rideterminata la dotazione organica definendo il contingente di personale oggi impiegato quale quello minimo onde garantire in modo appena sufficiente l'erogazione dei servizi;

inoltre le spese dichiarate necessarie per i "servizi in standard emergenziale" non prevedono l'esecuzione di opere urgenti, in particolare per la manutenzione di strade ed edifici, in particolare quelli scolastici, la cui mancata realizzazione comprometterebbe la sicurezza degli utenti e del personale addetto, con il rischio della chiusura parziale o totale delle infrastrutture, ovvero l'aggravarsi delle situazioni di degrado con un incremento dei successivi costi di riparazione e ripristino di gran lunga superiore ai costi delle mancate manutenzioni;

in relazione alla situazione di cassa, per la necessità, a stretti termini di legge, di garantire il riversamento all'organo straordinario di liquidazione del fondo di cassa al 31 dicembre 2012, incrementato della differenza tra quanto riscosso e quanto pagato in conto residui tra il 1° gennaio e il 30 novembre 2013 (data di dichiarazione del dissesto), si è ancora in attesa di una risposta del Ministero dell'interno al quesito proposto dall'organo straordinario stesso. L'ipotesi interpretativa ed operativa contenuta nella relazione e fatta propria dall'organo di liquidazione, prevedrebbe il mancato riversamento, almeno nell'immediato, della cifra in questione (che ammonterebbe a quasi 3,2 milioni), stante l'eccedenza di poste attive rispetto a quelle passive nell'ambito della gestione di competenza dell'organo medesimo. Gli effetti del riversamento significherebbero infatti l'impossibilità, per tutto il 2014, di pagare alcun fornitore, già fin dalle fatture scadute da novembre 2013, potendo garantire, nel contempo, gli stipendi del personale solo sino a metà agosto 2014;

rilevato, infine, che:

per una Provincia di piccole dimensioni quale quella di Biella, la cui attività presenta tra l'altro rilevanti deleghe di funzioni da parte della Regione Piemonte (come formazione, lavoro, agricoltura, protezione civile), una tale diminuzione di risorse disponibili non può in alcun modo essere fronteggiata;

è palese che la Provincia non sia nelle condizioni di predisporre un'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato se non con interventi esterni da parte dello Stato e della Regione o con una drastica soppressione dei servizi che, pur avendo una connotazione di indispensabilità per il pubblico interesse e siano pure costituzionalmente garantiti (come viabilità, trasporti, istruzione media superiore), non siano fonte di pericolo per la pubblica incolumità (come ambiente e strade);

si chiede di sapere;

se il Governo sia a conoscenza della difficile situazione finanziaria in cui versa la Provincia di Biella;

se intenda fornire una risposta in merito all'ipotesi interpretativa ed operativa formulata dal segretario generale relativamente al mancato riversamento finanziario all'organo straordinario di liquidazione del fondo di cassa;

se e come intenda risolvere tale difficile situazione che si ritiene possa essere affrontata solo dotando la Provincia di Biella di nuove ed adeguate risorse finanziarie, statali o regionali, ovvero attraverso l'adozione, da parte degli organi competenti, di provvedimenti che consentano la prosecuzione delle attività anche nello scenario esposto, in deroga alle vigenti normative giuscontabili, al fine di garantire i servizi minimi essenziali alla cittadinanza biellese e la necessaria manutenzione urgente delle infrastrutture per assicurare la sicurezza degli utenti e il personale addetto, anche in vista dell'apertura del nuovo anno scolastico, e, dall'altro, di scongiurare gravi rischi di responsabilità amministrativa, contabile o addirittura penale per la struttura burocratica dell'ente.

(4-02360)