• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12876 (5-12876)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12876presentato daBRIGNONE Beatricetesto diLunedì 4 dicembre 2017, seduta n. 896

   BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI e PASTORINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   un articolo de Il Sole 24 ore asserisce che le cure per le dipendenze nel nostro Paese, considerato lo scenario epidemiologico che è assai complesso, richiedono un approccio clinico interprofessionale e interdisciplinare;

   a causa della riduzione delle risorse destinate all'assistenza sanitaria, del mutamento epidemiologico e della gestione sanitaria regionale non omogenea nel Paese, vi è la necessità di trovare soluzioni per l'esercizio della clinica delle dipendenze;

   i SerD, sono le 580 strutture del sistema sanitario nazionale presenti in ogni asl e svolgono l'attività, in collaborazione e sinergia con le comunità terapeutiche di recupero, le locali amministrazioni, la scuola, gli altri servizi dell'asl e il volontariato; infatti, i pazienti che fanno uso di droghe o sono affetti da altre dipendenze sono curati nei SerD;

   gli operatori dei SerD sono circa 7.200, tra cui medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori professionali e personale amministrativo;

   nei servizi per le dipendenze ogni anno si curano più di 300 mila pazienti affetti da patologie da dipendenze, principalmente eroina, cocaina, alcol, tabacco, cannabinoidi, psicofarmaci e gioco d'azzardo patologico;

   gli articoli 28 e 35 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 marzo 2017 sui livelli essenziali di assistenza, specificano il mandato istituzionale dei SerD e di tutto il sistema d'intervento sulle dipendenze;

   tuttavia, gli operatori interessati sono preoccupati che quanto contenuto nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non possa essere messo in atto per la mancanza di risorse economiche disponibili;

   il trattamento delle patologie correlate all'uso di sostanze e di altre patologie che creano dipendenza necessita di personale qualificato in grado di offrire al paziente la qualità delle cure, ma gli stessi operatori lamentano che, da molti anni, non si offrono a sufficienza nuovi interventi per le diverse manifestazioni della dipendenza, lamentando anche i troppi precari che non vengono assunti a ruolo, poiché, per far fronte alle esigenze, è necessario nuovo personale;

   in molte asl ci sono lunghissime liste di attesa per accedere ai servizi del SerD e ciò determina la difficoltà del paziente di potersi curare;

   in molte regioni, soprattutto dove è in corso un processo di riforma e riorganizzazione del sistema sanitario, si sta procedendo ad accorpare i SerD con altri servizi, in totale contraddizione con i bisogni emergenti della popolazione e con le rilevazioni epidemiologiche relative alle patologie direttamente e indirettamente connesse al consumo a rischio e alla dipendenza;

   quanto sta per accadere è incomprensibile, perché danneggia e rende ancora più sole le persone e le famiglie particolarmente fragili, in contrapposizione con il fenomeno sempre in evoluzione ed espansione delle dipendenze;

   alcune settimane fa, le principali società scientifiche dell'area delle dipendenze e della salute psichica dei cittadini, hanno proposto una carta dei servizi per valorizzare la rete specialistica e integrata dei servizi a tutela dei malati e in applicazione dei livelli essenziali di assistenza con l'obiettivo di mettere al centro la persona, lotta all'emarginazione, la specificità e l'appropriatezza degli interventi –:

   se trovi conferma quanto sopra riportato;

   quali siano i motivi che hanno portato a depotenziare il servizio sanitario pubblico per le dipendenze, nonostante si affermi di voler assicurare la promozione della salute dei cittadini e la cura delle patologie di tipo cronico;

   se non si ritenga di assumere iniziative per fare sì che i SerD forniscano un'offerta in funzione delle diverse utenze, per trovare soluzioni che possano mirare alla cura specifica dei più giovani e per sviluppare gli interventi d'integrazione in modo da consentire il riconoscimento precoce del disagio e anticipare la presa in carico dei pazienti.
(5-12876)