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Atto a cui si riferisce:
C.1/01770    premesso che:     l'indagine conoscitiva sulla sostenibilità economica del sistema sanitario, condotta dalla V Commissione bilancio e dalla XII Commissione affari sociali...



Atto Camera

Mozione 1-01770presentato daVARGIU Pierpaolotesto diMartedì 5 dicembre 2017, seduta n. 897

   La Camera,

   premesso che:

    l'indagine conoscitiva sulla sostenibilità economica del sistema sanitario, condotta dalla V Commissione bilancio e dalla XII Commissione affari sociali della Camera, tra il giugno e il dicembre 2013, ha consentito di fare una fotografia puntuale e precisa della condizione del sistema di welfare sanitario italiano, permettendo di rilevare i punti di forza ancora esistenti, ma anche evidenziando indubbie criticità che, se non adeguatamente risolte, rischiano di minare in modo sostanziale la capacità del sistema di dare risposta alle esigenze di salute degli italiani e, in particolare, di quei cittadini che appartengono alle fasce sociali più deboli e più esposte al rischio;

    nel corso di tale indagine venne più volte sottolineato come le domande emergenti, correlate all'innovazione tecnologica e alla cronicità, in assenza di modifiche strutturali del sistema, richiedessero incrementi dei fondi pubblici di stanziamento nell'ordine del 1,5-2 per cento l'anno, incompatibili con il bilancio del nostro Paese che, dal 2007 in poi, ha visto una progressiva contrazione del proprio prodotto interno lordo;

    era dunque sin da allora di tutta evidenza la necessità di un radicale ammodernamento del nostro sistema di welfare sanitario che tenesse conto dell'ipotesi di nuove forme di finanziamento, attraverso la valorizzazione dell'apporto dei fondi integrativi e del ruolo delle assicurazioni private, con l'obiettivo di arrivare ad un potenziamento della risposta pubblica e ad una maggiore intermediazione della spesa out of pocket;

    contemporaneamente, si presentava la necessità della ristrutturazione dei flussi della spesa sanitaria, attraverso una rivalutazione della domanda e dell'offerta delle prestazioni sanitarie, che avrebbe dovuto portare alla ridefinizione dei Lea, alla razionalizzazione della spesa inappropriata e alla eliminazione di qualsiasi forma di «cattiva spesa», purtroppo valutata secondo diversi studi di settore in percentuali che si avvicinavano al 10 per cento dell'intero fondo sanitario nazionale;

    tra le voci di «cattiva spesa sanitaria», più volte venne sottolineata quella correlata alla cosiddetta «medicina difensiva», denominazione che raccoglie il complesso delle prestazioni sanitarie prescritte ed eseguite a mero scopo di autotutela da parte del sanitario, che non le richiede nell'interesse reale del paziente, ma esclusivamente nel tentativo di proteggersi da eventuali contenziosi giudiziari;

    la distinta percezione di tale fonte di spesa inappropriata ha condotto il Parlamento ad approvare, nella presente legislatura, una norma che mira a ricostituire la corretta relazione terapeutica tra medico e paziente, riportando nella fisiologia del rapporto ogni azione diagnostica e terapeutica da parte dei professionisti sanitari;

    altra criticità rilevata nella spesa sanitaria fu quella legata al «cattivo utilizzo delle risorse economiche disponibili», discendente dall'uso non corretto delle procedure pubbliche di appalto delle forniture e dei servizi, di gestione contabile, di qualità dei processi amministrativi;

    a tale criticità «disfunzionale», si aggiunge quella eventualmente legata a veri e propri profili di dolo, più volte denunciati dalla stessa Anac, che segnala come – nelle pieghe delle lungaggini delle procedure della pubblica amministrazione – possano celarsi e addirittura venir favoriti comportamenti perseguibili ai sensi del codice penale, messi in essere con l'obiettivo di procurare ingiusto profitto a pochi;

    appare dunque assolutamente indispensabile intervenire nel campo della «cattiva spesa», anche per distinguere i comportamenti «colposi», legati al complessivo malfunzionamento del sistema, da quelli francamente dolosi, consapevolmente posti in essere con motivazioni illecite;

    la confusione tra le due differenti fattispecie, spesso deliberatamente perpetrata nella passione della dialettica politica, allontana dalle buone pratiche e dalle buone soluzioni, proprio perché, nella grossolanità delle generalizzazioni e della moltiplicazione del formalismo dei controlli, paradossalmente rischia di estendere le zone d'ombra della burocrazia e di aumentare i margini di manovra per i comportamenti illegali;

    appare dunque indispensabile intervenire rigorosamente sulla trasparenza e sulla efficienza delle procedure all'interno delle quali possono allignare i comportamenti illegali, per impedire i reati che derubano di risorse economiche il sistema sanitario, andando a togliere garanzie di salute ai cittadini italiani;

    negli anni passati, uno degli scandali sulla «cattiva spesa» che ha investito la sanità italiana è stato quello relativo al differente costo unitario, nelle diverse realtà sanitarie del Paese, di alcuni presidi molto diffusi e utilizzati, come le siringhe monouso, nonostante la elevata standardizzazione industriale del prodotto;

    sulla base degli insegnamenti derivanti da tale vicenda, venne potenziata la funzione dei centri di acquisto di dimensione regionale e nazionale, come Consip;

    l'esperienza di anni di funzionamento di tale sistema, ha confermato che la centralizzazione degli acquisti, laddove è tecnicamente possibile e correttamente realizzata, comporta risparmi complessivi della spesa, che possono essere portati a sistema;

    la centralizzazione degli acquisti comporta anche significativi risparmi nella quantità del personale amministrativo dedicato e nel numero e nel costo delle sedi fisiche operative;

    la centralizzazione delle procedure di appalto e di acquisto comporta anche importanti passi in avanti nella specializzazione delle unità operative, che acquisiscono professionalità ed esperienza sempre maggiore e consente la massima trasparenza delle procedure che, attraverso l'informatizzazione e l'utilizzo della comunicazione via web, eliminano ogni rischio di «sequestro delle informazioni» che, in passato, favoriva lo sviluppo di intollerabili «zone d'ombra» nelle procedure stesse;

    il controllo e la verifica della qualità dei processi operativi di acquisto e di forniture e servizi, assecondato dalla normativa europea che prevede tempi ristretti e certi di pagamento dei fornitori della pubblica amministrazione è anch'esso favorito dalla specializzazione delle unità operative e consente di dare ulteriore certezza alle procedure di affidamento, eliminando ogni discrezionalità della burocrazia nella definizione dei tempi di pagamento;

    le nuove normative sulla comunicazione scientifica e del farmaco hanno introdotto inoltre controlli sostanziali sempre più stringenti sulla attività delle case farmaceutiche e delle aziende produttrici di presidi e dispositivi sanitari, portando anche in questo caso una ventata di trasparenza e di legittimità in tutti i rapporti interni al mondo sanitario;

    non c'è dubbio che tale attività di efficientamento complessivo e di moralizzazione del sistema abbia significativamente ridotto le prassi legate al malaffare e alla corruzione. È indubbio tuttavia che ulteriori passi in avanti possano essere fatti per potenziare l'attività di verifica e di controllo delle istituzioni, affinché sia sempre più compresso il rischio che una parte delle risorse destinate alla salute dei cittadini italiani possa vergognosamente finire nelle tasche di pochi delinquenti;

    in tal senso, appare apprezzabile lo spirito che ha indotto il legislatore, attraverso la legge n. 190 del 2012, ad obbligare, tutte le aziende sanitarie pubbliche a dotarsi di un responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, che sia il redattore delle procedure interne aziendali e dei report di buon funzionamento;

    l'esperienza di questi anni di lavoro, ha definitivamente consentito di consolidarsi nella convinzione sulla relativa inutilità dei controlli formali delle procedure, che rischiano di creare sovrapposizioni normative, e dei meccanismi complessi di verifica che, aggiungendosi a quelli già vigenti, determinino un'inutile e inestricabile giungla di passaggi burocratici che spesso finisce per favorire – invece che stroncare – i comportamenti delittuosi;

    la semplicità e la chiarezza della norma, la trasparenza della procedura, l'immediatezza e la facilità del controllo sono spesso la miglior deterrenza nei confronti delle attività illegali nei confronti della pubblica amministrazione in generale e di quella della sanità in modo particolare;

    la sottrazione dolosa di risorse economiche al servizio sanitario regionale comporta infine una riduzione della disponibilità complessiva delle prestazioni che rischia a sua volta di generare altro «malfunzionamento spicciolo» del sistema, perché consolida comportamenti deviati da parte dei sanitari e canali paralleli di erogazione delle prestazioni sanitarie, che costituiscono inaccettabili corsie preferenziali per i pazienti, accessibili soltanto a pochi, per la fruizione di cure che dovrebbero invece essere garantite a tutti equamente e rapidamente,

impegna il Governo:

1) a proseguire l'azione congiunta di collaborazione con l'Anac, con la magistratura e con le istituzioni locali, per potenziare la lotta contro la corruzione nella pubblica amministrazione, che appare particolarmente odiosa in sanità, perché destina all'arricchimento illecito di pochi delinquenti le risorse economiche destinate alla tutela della salute della collettività;

2) a potenziare il proprio impegno nella campagna di sensibilizzazione della popolazione contro la corruzione, che rappresenta un cancro che, in particolare in sanità, mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e crea un immenso danno alla credibilità e alla stessa sostenibilità del sistema italiano di welfare sanitario;

3) a potenziare tutte le possibili iniziative volte a rafforzare il sistema di garanzie nelle procedure adottate dalle aziende sanitarie nell'erogazione delle prestazioni sanitarie, a tutela della efficienza, della efficacia e della equità del funzionamento del sistema;

4) a favorire le pratiche rivolte alla centralizzazione delle procedure d'acquisto dei farmaci e dei presidi sanitari, alla centralizzazione dei magazzini, alla piena informatizzazione e alla completa trasparenza delle attività correlate, alla standardizzazione dei costi unitari dei servizi aziendali, alla omogeneizzazione delle procedure e dei tempi di pagamento delle forniture sanitarie su tutto il territorio nazionale;

5) ad adottare iniziative per garantire nuovi investimenti economici specifici nelle attività di informatizzazione e di comunicazione delle aziende sanitarie, finalizzate alla massima pubblicità, attraverso il web, di tutte le procedure di fornitura di prestazioni, di selezione del personale, di acquisti di farmaci, presidi, dispositivi e servizi;

6) ad adottare iniziative, nel contesto della prevenzione della corruzione in ambito sanitario, per la semplificazione di tutte le azioni di verifica e di controllo, finalizzate alla garanzia della certezza del diritto e alla riduzione di qualsiasi zona d'ombra derivante da complicazioni burocratiche che possano favorire l'illegittimità e l'illegalità.
(1-01770) «Vargiu, Latronico, Matarrese, Bueno, Capezzone, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci».