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Atto a cui si riferisce:
C.1/01767    premesso che:     negli ultimi anni si è registrato il crescente interesse da parte degli Stati tecnologicamente più avanzati verso la ricerca di una robotica autonoma...



Atto Camera

Mozione 1-01767presentato daFRUSONE Lucatesto diMartedì 5 dicembre 2017, seduta n. 897

   La Camera,

   premesso che:

    negli ultimi anni si è registrato il crescente interesse da parte degli Stati tecnologicamente più avanzati verso la ricerca di una robotica autonoma capace non solo di selezionare e colpire i bersagli senza alcun intervento umano, ma di produrre anche armi a fini militari. Si tratta dei Lethal Autonomous Weapons Systems (Laws);

    una tecnologia, che allontanando l'uomo dalla programmazione e gestione di una macchina, lo sostituisce con «un'intelligenza artificiale» (AI) che evita quei ragionamenti che le pulsioni umane, invece, non escludono;

    un'intelligenza basata su calcoli predefiniti in ragione degli obiettivi che si intendono raggiungere ed elaborati con l'impiego di software e computer capace di sviluppare attività di ragionamento e assumere, di conseguenza, decisioni operative (selezionare e colpire);

    tale AI, in pratica, è già ritratta in molti videogiochi e riprodotta in tanti film di fantascienza;

    armi completamente autonome o «kill robot» non sono state, a tutt'oggi, ancora completamente sviluppate, ma è fuori dubbio che esiste una tendenza verso questa direzione. Osservatori ed esperti militari internazionali, infatti, hanno rilevato la loro presenza già in alcuni arsenali, anche se giustificati dagli Stati che le detengono dalla necessità di finalità esclusivamente difensive;

    l'eventuale proliferazione dei sistemi Laws pone diversi problemi sulla loro compatibilità con il diritto umanitario internazionale con l'annesso pericolo di un loro non facile controllo e la conseguente possibilità di essere esportati in Paesi in conflitto oppure di finire, addirittura, in mano a gruppi terroristici;

    di tale possibilità si è discusso a Ginevra in un convegno organizzato dall'Unhcr nel quadro delle Convenzione delle Nazioni unite sulle «Armi Convenzionali (Ccw)» nel maggio 2014 e successivo a un mandato a riunirsi adottato dall'ONU già nel 2013, ma che non è, tuttavia, approdato ad alcuna intesa condivisa;

    sono troppi i punti controversi tra gli esperti internazionali, non solo sull'esatto concetto di «Sistema autonomo», ma anche per il deciso e incondizionato divieto all'uso dei Laws sostenuto da molti Stati, come Egitto, Cuba, Pakistan, Ecuador e persino lo Stato della Città del Vaticano, convinti che difficilmente questa tipologia di armi, pur con il loro automatismo, possano rispettare non solo il principio della «proporzionalità» ma operare anche un'efficace distinzione tra obiettivi civili e militari;

   certo è che la «disumanizzazione della guerra» rischia di renderla ancora più pericolosa, allontanandone l'impegno a bandirla nella relazione tra gli Stati che ispirò la stessa Carta fondativa delle Nazioni unite e l'articolo 11 della Costituzione,

impegna il Governo:

1) ad assumere un'iniziativa in sede di Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite tesa alla costruzione di un percorso che porti a una convenzione internazionale sulla definizione, limitazione e regolamentazione della ricerca e costruzione dei Lethal Autonomous Weapons Systems (Laws) e sulla centralità del diritto internazionale umanitario rispetto ad essi;

2) ad assumere un'iniziativa in sede di Unione europea tesa a limitare la proliferazione e la commercializzazione dei Laws, anche attraverso una convenzione europea sulla materia.
(1-01767) «Frusone, Manlio Di Stefano, Basilio, Di Battista, Corda, Spadoni, Rizzo, Grande, Tofalo, Scagliusi, Paolo Bernini, Del Grosso».