• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/03413 (3-03413)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-03413presentato daLAFORGIA Francescotesto diMartedì 5 dicembre 2017, seduta n. 897

   LAFORGIA, ROBERTA AGOSTINI, ALBINI, BERSANI, FRANCO BORDO, BOSSA, CAPODICASA, CIMBRO, D'ATTORRE, DURANTI, EPIFANI, FAVA, FERRARA, FOLINO, FONTANELLI, FORMISANO, FOSSATI, CARLO GALLI, KRONBICHLER, LEVA, MARTELLI, PIERDOMENICO MARTINO, MURER, NICCHI, GIORGIO PICCOLO, PIRAS, QUARANTA, RAGOSTA, RICCIATTI, ROSTAN, SANNICANDRO, SCOTTO, SPERANZA, SIMONI, STUMPO, ZACCAGNINI, ZAPPULLA, ZARATTI, ZOGGIA e MOGNATO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dagli organi di stampa si legge che una donna separata, con due figli, uno di dieci e l'altro di cinque anni, quest'ultimo disabile, dipendente dell'azienda Ikea di Corsico di Milano, è stata licenziata per non aver rispettato pedissequamente l'orario di lavoro;

   laureata in scienze e tecnologie alimentari, da diciassette anni lavorava nello stabilimento Ikea di Corsico, prima al bistrot- bottega a piano terra e da qualche mese al ristorante del primo piano;

   la donna, in questi anni, si è resa sempre disponibile a tutti i turni di lavoro e agli orari propinateli, senza avere mai avuto richiami o lettere di contestazione. Qualche mese fa l'azienda le comunicava un cambio di reparto, rispetto al quale la donna non si era opposta, chiedendo soltanto che le venisse riconosciuta una maggiore flessibilità sugli orari di lavoro, soprattutto nei giorni di terapia, per poter accudire il suo bimbo disabile, motivo per il quale la stessa usufruisce della legge n. 104 del 1992;

   l'azienda in un primo momento acconsentiva alla sua richiesta, ma nei fatti la donna lavorava con turni dalle nove del mattino fino a chiusura e, nel nuovo turno stabilito per il nuovo reparto, le si chiedeva di lavorare dalle sette del mattino;

   la settimana scorsa, l'azienda Ikea la licenziava in tronco tramite una lettera in cui le si diceva che il rapporto di fiducia era venuto meno poiché in due occasioni la dipendente, vista la chiusura netta alle proprie richieste, si era presentata al lavoro in orari diversi da quelli previsti come consigliato dal proprio sindacato Filcams Cgil, una volta due ore in anticipo, l'altra due ore in ritardo;

   questa è una storia che racconta del fatto che quel pezzo di statuto dei lavoratori, che storicamente è stato immaginato «per far entrare la Costituzione nelle fabbriche» e che, nei fatti, è stato smantellato, non «è un ferro vecchio del passato», ma uno strumento della modernità perché libera i lavoratori dal ricatto –:

   quali iniziative normative il Governo intenda assumere per ripristinare le tutele contenute precedentemente nell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, un tempo pilastro di civiltà del nostro Paese, prevedendo anche forme di sostegno al reddito per lavoratori e lavoratrici come questa giovane donna, separata, madre di un bambino disabile che si è ritrovata senza alcuna forma di tutela e si è vista privata del proprio lavoro.
(3-03413)