• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/04159 GUALDANI, AIELLO, DALLA TOR - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che: il gruppo Abb, multinazionale svizzera che opera nel settore...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-04159 presentata da MARCELLO GUALDANI
giovedì 14 dicembre 2017, seduta n.917

GUALDANI, AIELLO, DALLA TOR - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

il gruppo Abb, multinazionale svizzera che opera nel settore delle tecnologie per l'automazione industriale, la robotica e le reti elettriche nelle utility, nell'industria, nei trasporti e nelle infrastrutture, impiega nel nostro Paese, come Abb Italia, ben 5.900 dipendenti;

la Abb Italia è un'azienda in salute, come dimostra il fatto che nel corso dell'anno 2016 ha raccolto ordini per 2,1 miliardi di euro, ed il fatturato è stato di 2,2 miliardi di euro, registrando una crescita del 3 per cento rispetto al 2015;

l'azienda ha deciso di formare una nuova società in joint venture per il settore Oil & gas EPC (engineering, procurement and construction) con i sauditi di Arkad engineering & construction;

di fatto, i dipendenti di Abb Italia che operano in questo comparto passeranno alle dipendenze di una nuova società e saranno sottoposti alle direttive del gruppo arabo, che avrà la maggioranza delle quote societarie della nuova realtà che sta per nascere; inoltre, risulta agli interroganti che la joint venture sia destinata a durare solo due anni e che dal terzo anno resterà solo la Arkad engineering & construction unica proprietaria della società;

da diverso tempo, in occasione dei vari incontri con le rappresentanze sindacali, i sindacati avevano richiesto di conoscere quali fossero le prospettive di quest'attività e le possibili ricadute occupazionali, senza però ricevere alcuna risposta da parte di Abb;

il 10 novembre 2017, senza alcuna comunicazione preventiva alle rappresentanze sindacali, l'azienda, attraverso l'amministratore delegato Mario Corsi, comunicava la decisione di cedere le attività e i circa 200 lavoratori attraverso una joint venture con una presenza minoritaria di Abb nel capitale societario;

in quell'occasione, inoltre, le rappresentanze sindacali avevano esplicitato il loro disappunto e la loro contrarietà rispetto al comportamento di Abb che, in concreto, ha impedito il necessario coinvolgimento del coordinamento sindacale, non favorendo l'instaurazione di un clima collaborativo di relazioni industriali;

il 17 novembre 2017, presso la sede di Assolombarda si è tenuto l'incontro richiesto dal coordinamento sindacale Abb a seguito dell'iniziativa aziendale di comunicare, senza un'adeguata informazione, al coordinamento sindacale quello che per i sindacati rappresenta un vero e proprio scorporo di ramo d'azienda, ossia la cessione attraverso una joint venture del settore "Oil & gas";

Abb Italia intanto ha reso ufficiale sia alle rappresentanze sindacali unitarie sia al coordinamento sindacale Abb l'avvio della procedura ex articolo 47 della legge n. 428 del 1990, per la cessione del ramo aziendale, che coinvolge circa 200 dipendenti, oggi occupati prevalentemente nelle realtà di Sesto San Giovanni (Milano) e Genova; la conclusione della procedura rende il futuro di tali lavoratori ancora più incerto, considerando che la nuova joint venture non è ancora nata e Arkad non ha sue sedi in Italia;

considerato che:

sono in corso le assemblee sindacali nei due siti per una prima valutazione, assieme ai lavoratori, della decisione aziendale e di tutte le iniziative sindacali utili ad affrontare la scelta aziendale di esternalizzazione delle attività EPC "Oil & gas" di Abb, e per tutelare tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, assicurando migliori prospettive anche alle rispettive famiglie;

la cessione, che dovrebbe essere perfezionata nei prossimi mesi, non è stata illustrata nei dettagli alle organizzazioni sindacali e rischia di mettere seriamente in pericolo i posti di lavoro degli attuali dipendenti se non saranno previste le opportune garanzie e tutele. Inoltre, un'eventuale chiusura degli stabilimenti attualmente attivi presso le sedi di Sesto San Giovanni e Genova a seguito di una delocalizzazione dell'attività produttiva, che risulta agli interroganti essere già stata decisa dai nuovi acquirenti, e che dovrebbe aver luogo entro 2 anni, oltre a mettere sulla strada gli attuali dipendenti, produrrà gravi ripercussioni sull'indotto collegato agli stabilimenti;

tenuto conto, infine, che:

a quanto risulta agli interroganti, una cordata di imprenditori italiani guidata dal fondo partecipazioni IPE sgr, ha presentato, già dal giugno 2017 un'offerta vincolante di acquisto, basata sul mantenimento della società in Italia, con la conservazione integrale dei posti di lavoro di tutti i lavoratori coinvolti e con un dettagliato programma di espansione. Tale proposta non è stata finora presa in considerazione dal gruppo cedente Abb;

il settore è considerato strategico dal Ministero dello sviluppo economico, che ha recentemente assicurato supporto finanziario pubblico al gruppo Fincantieri, in un progetto nel medesimo settore Oil & gas. Lo stesso Ministero, in occasione di un tavolo negoziale del giugno 2016 tra Abb Italia e rappresentanze dei lavoratori relativo a differenti questioni, si era detto interessato a valorizzare la presenza di Abb in Italia, in quanto essa è ritenuta una delle aziende strategiche per il nostro Paese;

il 12 dicembre 2017, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è tenuto un incontro tra azienda e organizzazioni sindacali per approfondire le modalità di svolgimento del processo di costituzione della nuova joint venture e le strategie industriali future, necessariamente riguardanti anche i lavoratori coinvolti,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati, con specifico riferimento alla proposta del fondo partecipazioni IPE sgr;

se non ritengano necessario, anche attraverso il confronto tra tutte le parti in causa, cercare altre soluzioni, invece di scegliere l'opzione più semplice, ma più negativa dal punto di vista del lavoro e della politica industriale, di dismettere un intero settore di attività e di cedere il relativo personale;

quali nuovi e ulteriori iniziative intendano assumere, al fine di tutelare comunque i lavoratori di Abb Italia ed evitare il realizzarsi di una cessione che rappresenta un ulteriore depauperamento del tessuto industriale italiano.

(3-04159)