• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.7/00368 premesso che nel 2018 si celebrerà l'Anno europeo del patrimonio culturale (decisione (UE) 2017/864 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017), durante il quale saranno...



Atto Senato

Risoluzione in Commissione 7-00368 presentata da ANDREA MARCUCCI
mercoledì 13 dicembre 2017, seduta n.405

La Commissione,

premesso che nel 2018 si celebrerà l'Anno europeo del patrimonio culturale (decisione (UE) 2017/864 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017), durante il quale saranno avviate iniziative culturali in tutti gli Stati membri, nella comune consapevolezza che la cultura rappresenta un forte aspetto identitario per l'Europa, nonché una fondamentale risorsa strategica di coesione sociale, e di dialogo interculturale;

apprezzato che nel disegno di legge di bilancio 2018 (Atto Senato n. 2960), all'articolo 39, sia stanziato 1 milione di euro per il 2018 per le iniziative che avranno luogo nell'ambito dell'Anno europeo del patrimonio culturale, secondo un programma di attività elaborato con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo;

considerato che la cultura, oltre che per il suo valore sociale e per il dialogo interculturale, è riconosciuta sempre più come un segmento economico trainante a carattere strategico, specie in Italia, per lo sviluppo della ricchezza pro-capite, del welfare e del PIL complessivo nazionale;

rilevata anche la funzione sociale dello sport, che è in grado di influire sulla qualità della vita e sul benessere personale e rappresenta, da un punto di vista collettivo e del bene comune, una immensa risorsa di crescita sociale e di crescita economica per tutti i Paesi dell'Unione;

ritenuto pertanto prioritario informare i cittadini circa le opportunità offerte dall'Europa, anche attraverso una ricognizione delle azioni relative al patrimonio culturale e allo sport previste nell'ambito delle politiche, dei programmi e delle attività dell'Unione europea, soprattutto per quanto concerne la possibilità di attingere ai relativi fondi;

valutato con favore il lavoro di recensione inter-servizi svolto dalla Commissione europea, denominato "Mappatura delle azioni relative al patrimonio culturale nelle politiche, nei programmi e nelle attività dell'Unione europea", che ha permesso di mappare in senso orizzontale le attività svolte dalle Direzioni generali della Commissione europea in ambito culturale e di evidenziare altresì alcune attività in ambito europeo svolte dal Consiglio d'Europa di Strasburgo;

reputato utile elaborare il seguente vademecum sulle politiche e sui finanziamenti per la cultura e lo sport in Europa, da mettere a disposizione di tutti i soggetti interessati ed in particolare degli enti locali, che espliciti l'approccio della Commissione europea nella definizione delle politiche dell'Unione e i diversi canali di finanziamento europei destinati alla cultura e allo sport, onde non perdere opportunità preziose di partecipazione e di sviluppo locale:

VADEMECUM SULLE POLITICHE E SUI FINANZIAMENTI EUROPEI PER LA CULTURA E LO SPORT

La cultura e lo sport rappresentano sempre più una componente fondamentale del vivere comune al punto da essere considerati un valore imprescindibile del nostro stare in società e nell'espressione quotidiana della nostra cittadinanza. Basti pensare a quanto questi settori di attività possano influire non solo sulla nostra qualità della vita e sul nostro benessere personale ma rappresentino, da un punto di vista collettivo e del bene comune, una immensa risorsa di crescita sociale e di crescita economica per il nostro Paese e per tutti i Paesi dell'Unione.
Questa consapevolezza e motivazione di fondo ha spinto la Commissione europea a proporre il 2018 come l'Anno europeo del patrimonio culturale (decisione (UE) 2017/864 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 maggio 2017) non solo perché meglio si comprendesse come il patrimonio culturale e paesaggistico europeo fossero "il collante" dei popoli europei, rappresentando un fortissimo legame identitario per l'Europa, ma anche per dimostrare come la cultura sia una fondamentale risorsa strategica di coesione sociale e di dialogo interculturale e rappresenti, in un momento di crisi dell'identità e della solidarietà europea, una grande opportunità per valorizzare la nostra storia comune con la grande ricchezza della diversità culturale europea e del patrimonio materiale e immateriale condiviso.
La cultura, oltre che per il suo valore sociale e per il dialogo interculturale, è riconosciuta sempre più come un segmento economico trainante a carattere strategico, specie nel nostro Paese, per lo sviluppo della ricchezza pro-capite, del welfare e del PIL complessivo nazionale. Il settore culturale ha dimostrato di essere in Italia uno dei comparti con più prospettive di crescita. Nel 2016 ha prodotto l'1,8 per cento in più rispetto al 2015, con una crescita dell'occupazione pari all' 1,5 per cento. Tradotto in valori assoluti, nel 2016 la cultura ha generato 89,9 miliardi di euro e, considerando l'indotto, ha mosso più di 250 miliardi dando lavoro a 1,5 milioni di persone1.
Questi incoraggianti dati statistici offrono certamente una interessante prospettiva di analisi e di riflessione politica in merito al ruolo dell'impresa culturale e alla sua rilevanza nel creare valore sociale ed economico per la collettività in Italia come in Europa, ponendo nuove sfide per una "economia della cultura" che sia centrata su sistemi di gestione multilivello e progettazione integrata a beneficio dello sviluppo territoriale. Tuttavia tale approccio di governance, per essere efficace, non può esulare dall'essere inserito in un contesto di internazionalizzazione in un quadro, sempre più competitivo, di economia "glocale" della cultura. In tale contesto è opportuno promuovere un approccio integrato al patrimonio culturale ricercando nuovi modelli di governance della cultura e di sviluppo delle industrie creative che uniscano l'elemento locale al contesto internazionale di riferimento, con la finalità che l'impresa culturale, pubblica o privata che sia, possa sfruttare al meglio tutte le risorse normative, di processo o semplicemente finanziare messe a disposizione in ambito europeo2.
In questo quadro ed al fine di meglio informare in cittadini circa le opportunità offerte dall'Europa, la 7a Commissione del Senato ha avviato un affare assegnato al fine di effettuare una ricognizione delle azioni relative al patrimonio culturale e allo sport previste nelle politiche, nei programmi e nelle attività dell'Unione europea, soprattutto per quanto concerne la possibilità di attingere ai relativi fondi. Obiettivo dell'affare è di elaborare un "Vademecum sulle politiche e finanziamenti per la cultura e lo sport in Europa", da mettere a disposizione di tutti i soggetti interessati ed in particolare degli enti locali, che espliciti l'approccio della Commissione europea nella definizione delle politiche dell'Unione europea e i diversi canali di finanziamento europei destinati alla cultura e allo sport, onde non perdere opportunità preziose di partecipazione e di sviluppo locale, impegnando contestualmente il Governo a darne adeguata attuazione.
A tal proposito, è risultato particolarmente utile il lavoro di recensione inter-servizi svolto dalla Commissione europea che ha permesso di mappare in senso orizzontale le attività svolte dalle Direzioni generali della Commissione europea in ambito culturale e di evidenziare altresì alcune attività in ambito europeo svolte dal Consiglio d'Europa di Strasburgo. Il Vademecum riproduce in buona misura, con una traduzione italiana e alcune integrazioni, la "Mappatura delle azioni relative al patrimonio culturale nelle politiche, nei programmi e nelle attività dell'Unione europea".

Le politiche culturali in Europa.

Dal punto di vista normativo, la cultura come area politica ha avuto il primo riconoscimento ufficiale a livello europeo nel 1992 con il Trattato di Maastricht. Una regolamentazione più consistente è prevista nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che include peraltro la Carta dei diritti fondamentali, anch'essa interessata agli aspetti culturali3. È tuttavia importante specificare come le politiche culturali e per lo sport siano appannaggio agli Stati membri dell'Unione europea nella piena applicazione del principio di sussidiarietà. L'articolo 6 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che, nel settore della cultura, l'Unione ha competenze "per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l'azione degli Stati membri". Dall'applicazione dell'articolo 6 si evince che i singoli Stati membri dell'Unione europea sono responsabili delle proprie politiche culturali e che le politiche europee in ambito culturale per le quali la Commissione europea esercita la propria azione sono rivolte principalmente a coadiuvare i Paesi membri dell'Unione europea e ad affrontare le sfide comuni quali la creazione di un "mercato interno della cultura" favorendo la mobilità degli artisti, dei servizi e imprese culturali e delle opere d'arte, la cooperazione culturale mediante progetti transazionali, l'innovazione dei settori creativi e dei processi. Grande enfasi è dedicata all'evoluzione dei nuovi modelli di gestione in ambito culturale e alla digitalizzazione. Infine si favoriscono i progetti di valorizzazione e salvaguardia del patrimonio culturale europeo, l'accesso alla cultura, il ruolo della cultura per il dialogo interculturale, la coesione sociale e le relazioni esterne dell'Unione europea.
La base giuridica delle politiche culturali va identificata nell'articolo 167 del TFUE che recita: "l'Unione deve contribuire al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando il retaggio culturale comune. L'azione dell'Unione dovrebbe incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e integrare l'azione di questi ultimi nel miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei, nella conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea, negli scambi culturali non commerciali e nella creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo. L'Unione e gli Stati membri possono inoltre favorire la cooperazione con i Paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti. Occorre tenere conto del rispetto e della promozione della diversità delle culture europee nell'azione svolta a norma di altre disposizioni dei trattati".
Sulla base normativa sopra descritta si delinea l'azione dell'Unione in ambito culturale. In linea con i principi dell'Agenda europea per la cultura (2007), la Commissione europea è impegnata a promuovere la diversità culturale, tutelare il patrimonio culturale, superare gli ostacoli alla libera circolazione degli operatori del settore e sostenere il contributo dato dalle imprese culturali e creative, in modo da rilanciare la crescita e l'occupazione nell'Unione europea. Inoltre l'Agenda ha introdotto il dialogo con la società civile e a livello intergovernativo il "modello di gestione aperto" (Open Method of Coordination - OMC) come modello di gestione tra i delegati dei Paesi membri.
L'Action plan per la cultura 2015-2018, adottato nel dicembre 2014 dai Ministri della cultura dei Paesi dell'Unione, ha fissato quattro priorità principali per la collaborazione a livello europeo nel campo delle politiche culturali:
- una cultura accessibile e aperta a tutti;
- il patrimonio culturale;
- i settori culturali e creativi: economia creativa e innovazione;
- la promozione della diversità culturale, della cultura nelle relazioni esterne dell'Unione e della mobilità.
Il tema dell'accesso alla cultura, quale opportunità di beneficiare delle offerte culturali, è stato affrontato in vari documenti dell'Unione europea e sotto vari profili. Le prerogative dell'Unione in questo ambito riguardano in larga parte il supporto alle politiche culturali degli Stati membri, incentrate soprattutto sullo sviluppo della cooperazione culturale, sulla salvaguardia del patrimonio e della diversità culturale e sulla promozione di iniziative transnazionali. Il Parlamento europeo inoltre ha approvato numerose risoluzioni e raccomandazioni in questa direzione, caldeggiando un accesso equo ai servizi culturali4.
Per quanto concerne i finanziamenti diretti alla cultura, la Commissione europea ha messo in atto, a partire dagli anni '90, una serie di strumenti di finanziamento, prima a carattere sperimentale e su specifiche azioni a favore del patrimonio culturale europeo materiale ed immateriale (azioni tematiche, programmi Raffaello, Caleidoscopio, Arianna) e successivamente con programmi a programmazione pluriennale come Cultura 2000, che è stato operativo dal 2000 al 2006. A seguito del successo ottenuto dai successivi programmi europei Cultura e MEDIA, nel 2014 la Commissione ha dato il via a "Europa creativa", un programma quadro a favore della cooperazione culturale transnazionale e della mobilità europea per i settori culturali e creativi dell'Unione. Il programma "Europa creativa" è stato completato da attività di scambio di know how e di buone pratiche sia tra i Governi degli Stati membri che tra città e regioni, nonché regolarmente integrato da relazioni e studi, e da raccolte di dati volte a fornire informazioni mirate e aggiornate sul settore culturale e sul suo impatto sulla società e sull'economia. Il programma Europa creativa, che sarà operativo fino al 2020, è la principale fonte di finanziamenti europei specifici e diretti per il settore della cultura e sostiene progetti di cooperazione transnazionale in linea con l'indirizzo politico indicato nell'attuale piano di lavoro per la cultura che giungerà a scadenza alla fine del 2018.
Tra gli altri metodi di promozione delle politiche culturali in Europa figurano gruppi di esperti ad hoc, seminari tematici organizzati dalla Commissione, studi, riunioni informali di funzionari dei Ministeri della cultura e degli affari esteri dei Paesi europei, nonché conferenze internazionali come il Forum europeo della cultura, a cadenza biennale e in programma nel dicembre 2017 a Milano.

L'azione culturale del Consiglio d'Europa di Strasburgo.

Per meglio comprendere l'azione dell'Europa in ambito culturale bisogna addizionare all'Unione l'operato del Consiglio d'Europa (CoE) di Strasburgo, organizzazione internazionale a dimensione continentale, diversa dall'Unione europea in struttura e funzionamento, e composta oggi da 47 Stati membri. La più antica organizzazione europea nasce a Strasburgo con il Trattato di Londra del maggio 1949 diversi anni prima della fondazione della CEE con il Trattato di Roma del 1957. Fondata con l'adesione di dieci Stati europei, tra cui l'Italia, il Consiglio d'Europa ha come scopo principale la salvaguardia e la protezione dei diritti fondamentali delle persone, supportando i Governi dei Paesi membri nel rafforzamento degli strumenti istituzionali e della società civile finalizzati all'affermazione dello Stato di diritto e della democrazia. Opera per la tutela dei diritti umani in Europa, anche attraverso l'azione sovranazionale della Corte europea dei diritti dell'uomo e la promozione di importanti Convenzioni internazionali. Fedele alla sua impostazione umanitaria, il Consiglio d'Europa collega oggi i diritti culturali con la democrazia culturale, basandoli su una serie di indicatori, quali: il rispetto per la diversità culturale; l'accesso più ampio possibile alle risorse culturali; la partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche in materia culturale e la partecipazione attiva alla vita culturale della comunità.
La cultura è stata percepita fin dal fondamento dell'Organizzazione come un elemento chiave di coesione europea e di sviluppo democratico al punto che le politiche culturali oggi sono organizzate sotto la "Direzione per la governance democratica". Obiettivo del CoE è promuovere una Europa dove la diversità culturale e artistica e il patrimonio culturale e naturale europeo siano percepiti sempre più come elementi essenziali allo sviluppo umano e all'affermazione delle libertà fondamentali e dove lo scambio di processi culturali aperti e interattivi e delle migliori pratiche culturali concorrano a rafforzare la cittadinanza democratica, aiutando i cittadini a condividere le soluzioni per una società europea sempre più complessa.
In ambito culturale il Consiglio d'Europa interviene con una serie di attività, iniziative e programmi spesso avviando uno stretto partenariato con la Commissione europea sottoforma di joint programmes. In seguito dell'adozione nel 2008 del "Libro bianco sul dialogo interculturale: vivere insieme in pari dignità", il Consiglio d'Europa ha dato inizio a diversi programmi per la formazione degli insegnanti, per la difesa della diversità culturale, la protezione delle minoranze e la coesione sociale. Ha inoltre elaborato strumenti per risolvere i conflitti culturali, tra cui un "dialogo" annuale con le comunità religiose e i rappresentanti di credi non religiosi. La "Rete delle città interculturali" aiuta le città partner del progetto a gestire la diversità culturale favorendo l'integrazione e l'interazione tra gruppi e minoranze culturali eterogenee nel contesto urbano al fine di promuovere l'integrazione. Tuttavia, è soprattutto tramite l'azione normativa internazionale e mediante la promozione di importanti convenzioni internazionali e le successive azioni di attuazione e monitoraggio che il Consiglio d'Europa interviene nelle politiche culturali dei suoi Paesi membri. L'Organizzazione europea ha promosso ad oggi numerose convenzioni culturali internazionali, alcune delle quali hanno portato elementi di grande novità concettuale, fondamentali nello sviluppo delle politiche culturali dei Paesi membri e tra gli operatori culturali per l'innovazione dell'approccio e delle norme in esse contenute.
Bisogna riconoscere al Consiglio d'Europa l'elaborazione nel 1954 della Prima Convenzione culturale europea di Parigi ratificata oggi da ben 50 Paesi5 e base concettuale e normativa delle Giornate europee del patrimonio. Di notevole portata innovatrice sono la Convenzione europea del paesaggio di Firenze del 2000 e la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, entrambe le convenzioni ponendo l'operato dell'uomo al centro della produzione culturale e paesaggistica. Quest'ultima recente Convenzione culturale europea, detta di Faro dal nome della città portoghese in cui il testo dell'accordo è stato aperto alla firma dei Paesi membri del Consiglio d'Europa nel 2005, è stata sottoscritta dal Governo italiano nel febbraio del 2013 ed è attualmente in corso di ratifica in Italia (Atto Senato n. 2885). Essa fornisce un importante contributo al completamento del quadro di riferimento per la protezione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale introducendo significativi strumenti di democrazia culturale e metodi partecipativi ai processi culturali. La Convenzione di Faro è l'ultimo di una serie di accordi internazionali che si sono succeduti negli anni, a testimonianza di un profondo mutamento di prospettiva in materia di patrimonio culturale. Essa si pone come elemento di raccordo tra le precedenti convenzioni del Consiglio d'Europa per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa (Granada, 1985) e quella europea per la protezione del patrimonio archeologico (La Valletta, 1992), e completa, introducendo concetti dinamici e di avanguardia, le Convenzioni UNESCO del 2003, per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, e del 2005, sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali.

2018: l'Anno europeo del patrimonio culturale.

Nell'agosto 2016, a seguito dell'invito del Consiglio "Cultura" (composto dai 28 Ministri della cultura dell'Unione), la Commissione europea ha presentato una proposta per designare il 2018 "Anno europeo del patrimonio culturale"6. L'obiettivo di tale iniziativa è quello di accrescere la consapevolezza circa le opportunità fornite dal patrimonio culturale alle società europee, soprattutto in termini di dialogo interculturale, coesione sociale e crescita economica. Allo stesso tempo, l'Anno europeo mira a richiamare l'attenzione sulle sfide che il patrimonio culturale è chiamato ad affrontare, come ad esempio il passaggio al digitale, il rischio di sovraffollamento turistico a cui sono sottoposti i siti del patrimonio e il commercio illecito di beni culturali. Per raggiungere i suoi obiettivi la Commissione propone attività di informazione e promozione, eventi e iniziative, da intraprendere a livello europeo, nazionale e locale. Analogamente, i singoli Stati membri proporranno e coordineranno le attività nazionali, mentre per il coordinamento a livello europeo è responsabile la Commissione. Gli obiettivi principali dell'Anno europeo sono:
* promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale;
* evidenziare il contributo economico offerto dal patrimonio culturale ai settori culturale e creativo, compreso per le piccole e medie imprese, e allo sviluppo locale e regionale;
* sottolineare il ruolo del patrimonio culturale nelle relazioni esterne dell'Unione europea, inclusa la prevenzione dei conflitti, la riconciliazione post bellica e la ricostruzione del patrimonio culturale distrutto.
Dal punto di vista dei finanziamenti, l'Anno europeo potrà contare su una dotazione finanziaria dedicata pari a 8 milioni di euro. La maggior parte dei fondi resi disponibili per l'Anno europeo verranno integrati nel prossimo invito a presentare progetti 2018 del programma Europa creativa7. Nei progetti dedicati all'Anno europeo il patrimonio culturale viene inteso in senso ampio, come risorse culturali ereditate dal passato in tutte le sue forme e aspetti: materiali, immateriali, digitali, compresi monumenti, siti, paesaggi, competenze, pratiche, conoscenze e espressioni della creatività umana, nonché collezioni conservate e gestite da enti pubblici e privati come musei, biblioteche e archivi. I progetti dovranno promuovere il patrimonio culturale come fonte di ispirazione per la creazione contemporanea e l'innovazione, rafforzando l'interazione tra patrimonio culturale e altri settori. Il contenuto innovativo e la reinterpretazione del concetto di patrimonio saranno fondamentali per l'implementazione dei progetti. La nuova categoria di progetti per il 2018 dovrà essere rilevante con gli obiettivi generali dell'Anno europeo del patrimonio culturale, ovvero:
- promuovere il patrimonio culturale come una risorsa condivisa per favorire la consapevolezza della storia e dei valori comuni europei;
- rinforzare il senso di appartenenza a uno spazio comune europeo.
Su tale proposta della Commissione europea, divenuta - come si è detto - la decisione 2017/864, la 7a Commissione ha avuto modo di esprimersi in senso favorevole, approvando nell'ottobre 2016 una specifica risoluzione (Doc. XVIII, n. 155)8. Per sostenere le iniziative italiane, nel disegno di legge di bilancio (Atto Senato n. 2960) è previsto, all'articolo 39, un finanziamento ad hoc pari a 1 milione di euro per il 2018 per il programma di attività, da individuare con decreto ministeriale.

Lo sport in Europa.

Lo sport costituisce di per sé un fenomeno sociale importante e un bene pubblico riconosciuto dai Paesi europei come una attività fondamentale. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, avvenuta nel dicembre 2009, l'Unione europea ha acquisito per la prima volta una competenza specifica nel settore dello sport. Prima di questa data alla Commissione europea non era attribuita alcuna competenza giuridica specifica, anche se la Commissione aveva gettato le basi per una politica europea dello sport con il Libro bianco sullo sport del 2007 e il relativo piano d'azione "Pierre de Coubertin" del 2008. L'articolo 6, lettera e), del TFUE stabilisce che l'Unione europea ha competenze per svolgere azioni intese a sostenere o completare l'azione degli Stati membri nel settore dello sport. Si evince come per lo sport, al pari della cultura, l'Unione europea abbia un ruolo sussidiario a quello degli Stati membri e possa svolgere unicamente delle attività complementari a quelle dei singoli Stati, completandone l'azione sul piano transnazionale e per lo scambio delle buone politiche e per iniziative congiunte di cooperazione internazionale in settori non coperti prioritariamente dai Paesi europei. L'articolo 165 del TFUE definisce con maggior dettaglio la politica dell'Unione per lo sport, laddove specifica che l'Unione "contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa". L'articolo 165, paragrafo 2, mira in particolare a "sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l'equità e l'apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l'integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi". Su questa base normativa la Commissione europea ha potuto finanziare specifiche iniziative e progetti per lo sport, sfruttando in particolar modo il programma per l'educazione Erasmus+.
La comunicazione del gennaio 2011 presentata dalla Commissione, concernente l'impatto che il Trattato di Lisbona esercita sullo sport e intitolata "Sviluppare la dimensione europea dello sport"9, rappresenta il primo documento strategico adottato dalla Commissione nel settore dello sport dall'entrata in vigore del Trattato. Tale comunicazione evidenzia le potenzialità dello sport per contribuire in modo significativo agli obiettivi generali della strategia Europa 2020, riconoscendo che lo sport migliora l'occupazione e promuove l'inclusione sociale. La comunicazione riprende in buona misura gli obiettivi del Libro bianco del luglio 2007 tra i quali il rafforzamento del ruolo sociale dello sport, la promozione della salute pubblica attraverso l'attività fisica, il rilancio delle attività di volontariato, il potenziamento della dimensione economica dello sport e la libera circolazione dei giocatori, la lotta contro il doping, la corruzione e il riciclaggio di denaro. Incoraggia inoltre a sviluppare e attuare disposizioni e requisiti in materia di protezione e sicurezza per gli eventi sportivi internazionali, l'introduzione degli orientamenti dell'Unione in materia di attività fisica e sport nei programmi nazionali e norme per l'accesso dei disabili alle strutture e agli eventi sportivi.
La risoluzione del Consiglio dei ministri dell'Unione europea e dei rappresentanti dei Governi degli Stati membri, del 21 maggio 2014, sul Piano di lavoro dell'Unione europea per lo sport (2014-2017)10, ha individuato tre principali ambiti di iniziativa per l'Unione: l'integrità dello sport, la sua dimensione economica e il rapporto tra sport e società. Il Consiglio dell'Unione europea ha inoltre istituito cinque gruppi di esperti in materia di: a) partite truccate; b) buona governance; c) dimensione economica dello sport; d) attività fisica salutare (HEPA); e) sviluppo delle risorse umane nello sport. Tali gruppi di esperti esamineranno anche la situazione della protezione dei minori e la parità di genere nello sport. Commissione europea e Stati membri collaborano quindi attivamente per l'attuazione del Piano di lavoro per lo sport con l'intento di operare a stretto contatto con le organizzazioni competenti a livello nazionale, europeo e internazionale, come ad esempio con il Consiglio d'Europa di Strasburgo e l'Agenzia mondiale antidoping (AMA). Su tale Piano di lavoro, la 7a Commissione ha approvato una specifica risoluzione (Doc. XVIII, n. 218), indicando una serie di priorità da perseguire nel prosieguo dell'azione.
Per quanto riguarda il Consiglio d'Europa di Strasburgo, le politiche europee per lo sport riguardano in modo prevalente l'espletamento dei diritti sportivi, l'accessibilità e la lotta alla discriminazione sportiva, valorizzando nello sport l'aspetto sociale e il rispetto delle norme di diritto sportivo contro i comportamenti illeciti o antisportivi così come espressi nella Carta europea dello sport e nel Codice di etica sportiva. L'azione del Consiglio d'Europa mira a combattere gli aspetti negativi dello sport - in particolare la violenza, il doping e la manipolazione delle competizioni sportive - attraverso tre principali Convenzioni internazionali: la Convenzione europea sulla violenza degli spettatori, la Convenzione europea antidoping e la Convenzione sulla manipolazione delle competizioni sportive (quest'ultima è in corso di ratifica in Parlamento - Atto Senato n. 2980). Dal 2007 è operativo presso il Consiglio d'Europa di Strasburgo l'Accordo parziale allargato sullo sport (EPAS)11 che fornisce una piattaforma di cooperazione intergovernativa nell'ambito dello sport tra i 38 Stati e le 25 organizzazione sportive aderenti12.

Mappatura delle attività relative al patrimonio culturale e allo sport in Europa.

Cultura
DG responsabile: Direzione generale dell'istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura (DG EAC)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA

IL PIANO DI LAVORO DEL CONSIGLIO PER LA CULTURA 2015-2018
Il Piano di lavoro per la cultura 2015-2018, adottato dal Consiglio nel dicembre 2014, ha individuato quattro aree di intervento prioritarie, che a loro volta sono state suddivise in tre/quattro aree tematiche. Ciascuna area tematica contiene da uno a quattro punti di azione, le indicazioni circa i risultati da conseguire e gli strumenti che possono essere utilizzati a tale scopo. Le statistiche culturali sono considerate una priorità a livello intersettoriale. Tra gli strumenti e i metodi di lavoro sono annoverati i gruppi di lavoro composti da esperti appartenenti ai Paesi membri che si riuniscono nel quadro del Metodo aperto di coordinamento (MAC), i gruppi di esperti convocati dalla Commissione, le attività di inventariato, gli studi e i report. Le aree tematiche prioritarie sono qui di seguito esplicitate:
A. una cultura accessibile e aperta a tutti;
B. il patrimonio culturale;
C. i settori culturali e creativi: economia creativa e innovazione;
D. la promozione della diversità culturale, della cultura nelle relazioni esterne dell'Unione e della mobilità.

Priorità A: Cultura accessibile e inclusiva
I gruppi composti dagli esperti appartenenti ai Paesi membri e costituiti nel quadro del MAC relativi alla cultura accessibile e inclusiva operano su svariati temi chiave. Il Gruppo MAC dedicato a migliorare l'accessibilità della cultura attraverso gli strumenti digitali (2015-2016) si concentra sull'impatto delle tecnologie digitali rispetto all'accesso, la produzione e la fruizione dei contenuti culturali. Inoltre, è stato istituito un sotto-gruppo di esperti con la funzione di promuovere la lettura nell'ambiente digitale. Tale gruppo si è occupato di stilare una guida alle politiche sulla lettura digitale che prevedono attività di digitalizzazione del patrimonio culturale letterario e testuale. Tale rapporto include una mappatura del quadro normativo, casi studio dell'Unione europea e dei Paesi membri - fra cui uno su EUROPEANA - e raccomandazioni indirizzate ai responsabili per le politiche e alle istituzioni culturali.

Priorità B: Patrimonio culturale
Durante una prima fase, un gruppo di lavoro del MAC (composto da esperti provenienti dai Paesi membri) si è focalizzato sulla governance partecipativa del patrimonio culturale (2015-2016). Nella seconda fase, il lavoro si concentrerà sulle competenze, la formazione e il trasferimento di conoscenze tra i tradizionali profili professionali che lavorano sul patrimonio culturale e quelli emergenti (2017-2018). I gruppi si occuperanno di individuare gli approcci innovativi di governance multilivello relativi al patrimonio culturale tangibile, intangibile e digitale, e provvederanno a una mappatura delle migliori pratiche relative alla formazione delle figure professionali che operano nell'ambito del patrimonio culturale. Nel quadro delle attività della priorità B, la Commissione europea intraprenderà uno studio di mappatura sulle strategie e le prassi esistenti in merito alla valutazione dei rischi e la loro prevenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale a livello nazionale. Saranno presi in considerazione sia i rischi derivanti dalle catastrofi naturali (ad esempio incendi, alluvioni e terremoti), sia le minacce provenienti dall'azione dell'uomo (sovra-sfruttamento, inquinamento, sviluppo non sostenibile e conflitti).

Priorità C: Settore culturale e creativo: economia creativa e innovazione
I gruppi di lavoro (composti da esperti appartenenti ai Paesi membri) sull'industria culturale e creativa operano su svariati temi chiave. Gli esperti si sono occupati di identificare e analizzare gli strumenti alternativi, utili a facilitare l'accesso ai finanziamenti da parte delle imprese culturali e creative. Le linee guida "Attraverso un ecosistema finanziario più efficiente"13 pubblicate nel 2015, riportano le buone pratiche relative agli schemi di finanziamento e investimento per il settore culturale e creativo. Inoltre, uno specifico gruppo MAC ha esaminato il ruolo delle politiche pubbliche rivolte allo sviluppo del potenziale imprenditoriale e di innovazione di tale settore. Tale gruppo si occuperà di distribuire un manuale di buone pratiche e raccomandazioni per gli enti pubblici. Infine, un gruppo sul turismo culturale sostenibile ha avviato i suoi lavori a marzo 2017. Gli esperti identificheranno le vie percorribili al fine della creazione di un'offerta turistica europea basata sul patrimonio culturale tangibile e non, quale fattore competitivo capace di attrarre nuove forme di turismo sostenibile. Saranno inoltre analizzate le modalità di digitalizzazione dei contenuti culturali nonché i metodi e i mezzi utili a incrementare l'accessibilità del patrimonio culturale europeo.

Priorità D: Promozione della diversità culturale, della cultura nell'ambito delle relazioni esterne dell'Unione e della mobilità
Nel contesto dell'attuale crisi migratoria e dei richiedenti asilo, è stato anche in questo caso composto uno specifico gruppo di lavoro che opera secondo il MAC e formato da esperti dei Paesi membri. Il gruppo si sta occupando di identificare ed analizzare le modalità attraverso cui la cultura può favorire l'inclusione sociale, il dialogo interculturale e la diversità culturale. Gli esperti stanno valutando se stilare un manuale di buone pratiche, dove particolare attenzione è data a quelle incentrate sull'integrazione dei migranti e dei rifugiati attraverso la cultura e l'arte. È stata inoltre presa in considerazione la costituzione di un gruppo MAC con la funzione di lavorare a una migliore circolazione dei film europei. Il gruppo si dedicherà a un'opera di identificazione delle complementarietà tra le politiche cinematografiche e gli strumenti di supporto esistenti a livello regionale, nazionale ed europeo. Al termine di tale studio verrà poi stilato un manuale contenente buone pratiche e raccomandazioni.

RIUNIONI FINALIZZATE ALLA FORMAZIONE DI UN QUADRO DI BILANCIO COMPLESSIVO
Nel 2016, la Commissione europea ha organizzato un incontro con il fine di fare un bilancio complessivo in relazione alla mobilità degli artisti e dei professionisti che operano nel campo della cultura, all'interno e al di fuori dell'Unione. Il seminario è stato incentrato, da un lato, sugli ostacoli concreti alla mobilità (tassazione, sicurezza sociale e visti), dall'altro, su una riflessione in senso lato circa l'importanza della mobilità culturale nel processo creativo. Inoltre, una sessione separata è stata dedicata all'esigenza di trovare le giuste modalità per fornire informazioni agli artisti e ai professionisti del settore culturale che operano in situazioni di mobilità. Nell'ambito della priorità D, per i prossimi anni sono previsti altri due incontri finalizzati alla costruzione di un quadro di valutazione complessiva. Il primo porterà alla realizzazione, per conto della Commissione europea, di un rapporto sull'implementazione della Convenzione dell'UNESCO sulla salvaguardia e la promozione della diversità delle espressioni culturali. Un secondo incontro affronterà il tema della mobilità delle collezioni e sarà organizzato nel 2018 in occasione dell'Anno europeo del patrimonio culturale.

STUDI
La Commissione europea ha intrapreso due studi relativi alla priorità D. Il primo dedicato all'analisi degli attuali programmi indirizzati alla cultura nei Paesi interessati dalla politica europea di vicinato, nel quadro delle politiche di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea. Il secondo studio è invece rivolto al traffico illecito dei beni culturali e al quadro normativo dell'Unione relativo all'importazione dei beni culturali illegalmente esportati da Paesi terzi, che ha portato alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'importazione di beni culturali COM(2017) 375 final, su cui la 7a Commissione ha approvato una risoluzione (DOC. XVII, n. 226)14. Su tale aspetto si veda più diffusamente la sezione 8.

PRIORITÀ INTERSETTORIALE: STATISTICHE CULTURALI
La produzione di statistiche sulla cultura, che siano affidabili, comparabili e aggiornate, è una priorità intersettoriale del Piano di lavoro per la cultura. A tal proposito, Eurostat compila statistiche sulla base delle diverse fonti di dati armonizzati dell'Unione europea e compila statistiche on line sull'occupazione nella cultura, sul commercio internazionale di beni culturali, sulle imprese culturali, sui consumi di tipo culturale e sulla partecipazione. Tali indicatori sono stati esaminati anche nella terza edizione (2016) delle 'Statistiche Culturali', pubblicazione curata da Eurostat con il supporto della Direzione generale dell'istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura (DG EAC). Inoltre, tale documento offre dati contestuali relativi agli studenti degli ambiti culturali, all'apprendimento delle lingue e alla mobilità internazionale. Sono inoltre fornite informazioni sulle iniziative internazionali e dell'Unione concernenti il patrimonio culturale, ne sono esempi le Capitali europee della cultura, il marchio di Patrimonio europeo e la lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Programmi/finanziamenti europei

PROGRAMMA EUROPA CREATIVA (2014-2020)
Europa creativa mira alla salvaguardia e alla promozione della diversità culturale e linguistica e a rafforzare la competitività del settore culturale e creativo. Tra il 2007 e il 2013, il programma Cultura - sostituito da Europa creativa - ha finanziato 130 progetti di cooperazione nel settore dei beni culturali, per un totale di 40 milioni di euro. Europa creativa continua a offrire opportunità per progetti sul patrimonio culturale e fornisce: maggiori fondi destinati agli artisti e ai professionisti del settore culturale per lo sviluppo delle loro capacità e per stimolare la mobilità internazionale in ambito lavorativo; maggiori fondi destinati alle attività culturali a livello transnazionale, dentro e fuori dell'Unione; strategie di supporto ritagliate sulle esigenze specifiche del settore audiovisivo e culturale nell'Unione; accesso facilitato al finanziamento privato tramite strumenti di garanzia finanziaria; maggiore competenza bancaria nel settore culturale e creativo. Inoltre il programma favorisce lo sviluppo della competitività in ambito culturale e cinematografico, salvaguardando allo stesso tempo la diversità linguistica e culturale15.
Il programma Europa creativa è uno strumento per incentivare la cooperazione internazionale nel settore dei beni culturali. Con un budget complessivo di 1,46 miliardi di euro stanziati per il periodo 2014-2020 (di cui 422 milioni di euro sono destinati al Sottoprogramma Cultura), il programma Europa creativa supporta progetti transfrontalieri in tutti i campi della cultura. Inoltre, per aumentare i finanziamenti a progetti individuali, supporta azioni specifiche. Il programma è aperto a tutte le organizzazioni creative e culturali appartenenti ai Paesi membri dell'Unione e a un ampio numero di Paesi non-UE16.

Azioni speciali dell'Unione europea

LE GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO CULTURALE (EHD), AZIONE CONGIUNTA CON IL CONSIGLIO D'EUROPA (COE)
Le Giornate europee del patrimonio (EHD) rappresentano l'evento culturale partecipativo maggiormente celebrato in Europa che si tiene ogni anno in settembre. L'iniziativa, lanciata dal Consiglio d'Europa nel 1985, è diventata nel 1999 un'azione congiunta co-organizzata con l'Unione europea. Il programma è riconosciuto da entrambe le organizzazioni quale principale iniziativa faro e quale esempio di cooperazione di successo a livello europeo, nazionale, regionale e locale. Nel sito web della Commissione europea è riconosciuta come una delle tre azioni dell'Unione specificatamente dedicata al patrimonio culturale17.
I 50 Stati firmatari della Convenzione culturale europea partecipano alle Giornate europee del patrimonio culturale, valorizzando nuovi beni culturali e aprendo al pubblico gli edifici storici che di norma gli sono preclusi. Gli eventi culturali mettono in luce le competenze, le tradizioni, gli stili architettonici e le opere d'arte locali che costituiscono il patrimonio comune europeo. Permettendo ai cittadini di esplorare una vasta gamma di beni culturali attraverso una serie di eventi tematici, le EHD favoriscono la scoperta delle storie delle persone e dei posti che hanno contribuito a delineare la cultura e il patrimonio d'Europa, e promuovono la comprensione reciproca tra i cittadini. Si stima che ogni anno 20 milioni di persone partecipino a tale evento. All'interno di ciascun Paese, una rete composta delle autorità regionali e locali, gruppi privati e migliaia di volontari sono impegnati a organizzare eventi annuali. Ogni anno gli eventi vengono organizzati in relazione a uno specifico tema comune. La partecipazione di ciascun Paese alla celebrazione del tema paneuropeo è facoltativa e sono pienamente accettati adattamenti del tema alla dimensione nazionale oppure locale. I Paesi che decidono di non partecipare alle celebrazioni legate alle tematiche comuni possono organizzare eventi incentrati su un tema speciale a loro scelta.

CAPITALI EUROPEE DELLA CULTURA (CEDC)
Quello delle Capitali europee della cultura è uno dei progetti culturali più ambiziosi, sia in termini di scopo che di scala, nonché uno dei meglio conosciuti e più apprezzati dai cittadini europei. Lo scopo dell'iniziativa è promuovere e celebrare la ricchezza della diversità culturale europea, così da stimolare la comprensione reciproca e il dialogo interculturale. Le Capitali europee della cultura costituiscono inoltre un'opportunità unica per la riqualificazione delle città, per restituire nuova vitalità alla loro vita culturale, per dare impulso alla creatività e a un cambiamento di immagine. Tali iniziative contribuiscono allo sviluppo a lungo termine delle città europee e delle relative regioni. All'interno delle basi legali delle CEDC, non sono menzionati i requisiti specifici relativi al ruolo del patrimonio culturale nelle Capitali. Ad ogni modo, tale titolo rappresenta un'eccellente opportunità per evidenziare la ricchezza, la varietà e le caratteristiche comuni del patrimonio culturale in Europa.
Le città possono ottenere dall'Unione europea due tipi di beneficio: il titolo o "marchio" che costituisce una nomina ufficiale dell'Unione, e una sovvenzione di 1,5 milioni di euro. Tale importo è solo una parte minore rispetto al finanziamento destinato ai beni culturali, che in totale possono variare dai 6 ai 100 milioni di euro. Gli investimenti in costi di capitale possono andare dai 10 ai 220 milioni di euro, talvolta in parte provenienti dai Fondi strutturali europei.

LABEL DEL PATRIMONIO EUROPEO (MPE)
Il Marchio del patrimonio europeo è attribuito a siti del patrimonio the celebrano e simbolizzano la storia, gli ideali e l'integrazione europea. Questi siti vengono accuratamente selezionati per il loro valore simbolico, il ruolo che hanno svolto nella storia europea e le attività che offrono per metterla in luce. Il Marchio offre ai cittadini europei, specialmente le giovani generazioni, nuove opportunità per conoscere il variegato patrimonio culturale e la storia comune. Il Marchio del patrimonio europeo contribuisce ad avvicinare l'Unione europea ai suoi cittadini e, inoltre, può favorire l'incremento del turismo culturale con il conseguente apporto di significativi benefici economici. Lo schema è stato stabilito dalla Decisione 1194/2011/EU del Parlamento europeo e del Consiglio. La partecipazione al marchio è aperta agli Stati membri su base volontaria.
A partire dal 2013, sono stati 29 i siti insigniti del Marchio: Sito Neanderthal di Krapina, Croazia; Cuore dell'antica Atene, Grecia; Parco archeologico di Carnuntum, Austria; Abbazia di Cluny, Francia; Castello dei Premislidi e museo arcidiocesano di Olomouc, Repubblica ceca; Archivio della Corona di Aragona, Barcellona, Spagna; Palazzo della Gilda maggiore, Tallinn, Estonia; Punta di Sagres, Portogallo; Biblioteca generale dell'Università di Coimbra, Portogallo; Palazzo imperiale, Vienna, Austria; Unione di Lublino, Polonia; Münster e Osnabrück - Siti della pace di Vestfalia, Germania; Costituzione del 3 maggio 1791, Varsavia, Polonia; Complesso storico dell'Università di Tartu, Estonia; Castello di Hambach, Germania; Carta dell'abolizione della pena di morte, Lisbona, Portogallo; Accademia di musica Franz Liszt, Budapest, Ungheria; Mundaneum, Mons, Belgio; Palazzo della pace, l'Aia, Paesi Bassi; Residenza degli studenti, Madrid, Spagna; Cimitero n.123 del fronte orientale della Prima guerra mondiale, Luzna-Pustki, Polonia; Kaunas 1919-1940, Lituania; Campo di Westerbork, Paesi Bassi; Ospedale partigiano Franja, Slovenia; Quartiere europeo di Strasburgo, Francia; Museo Casa De Gasperi, Pieve Tesino, Italia; Casa di Robert Schuman, Scy-Chazelles, Francia; Cantieri navali storici di Danzica, Polonia; Parco del memoriale del picnic paneuropeo, Sopron, Ungheria.

PREMIO DELL'UNIONE EUROPEA PER IL PATRIMONIO CULTURALE / PREMIO EUROPA NOSTRA
Il premio dell'Unione europea per il patrimonio culturale/premio Europa Nostra è stato istituito nel 2002 dalla Commissione europea in partnership con Europa Nostra. Possono essere insigniti di tale premio i progetti attuati nei Paesi partecipanti al programma Europa creativa. Sul sito ufficiale della Commissione europea è riconosciuto come una delle tre azioni dell'Unione dedicate al patrimonio culturale.
Il premio celebra e promuove le eccellenze tra le opere del patrimonio culturale europeo, aumentando la loro visibilità per i professionisti del settore, i decisori competenti e il pubblico generale. L'azione contribuisce così al riconoscimento del patrimonio quale risorsa strategica per la società e l'economia europee. Inoltre, esso mira a promuovere i migliori risultati ottenuti e le competenze altamente qualificate nell'ambito della conservazione del patrimonio culturale, al fine di stimolare a livello internazionale lo scambio di conoscenze fra professionisti del settore culturale e di unire tutti gli stakeholders in un'ampia rete a dimensione europea.
I premi sono attribuiti secondo quattro categorie principali: progetti di conservazione; ricerca; servizi dedicati alla conservazione del patrimonio culturale; istruzione, formazione e sensibilizzazione nel settore del patrimonio culturale europeo. Il premio è articolato in due sezioni: un primo premio di 10.000 euro (attribuito a un massimo di sette vincitori) e un secondo premio da attribuire a un massimo di 30 vincitori. È previsto anche un premio del pubblico, assegnato attraverso un sondaggio on line a cura di Europa Nostra.

Educazione
DG responsabile: Direzione generale dell'istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura (DG EAC)

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

PROGRAMMA ERASMUS+
Il programma Erasmus+ (2014-2020) mira a sostenere le competenze e l'occupazione attraverso l'istruzione, la formazione, la gioventù e sport. Il programma prevede opportunità per oltre 4 milioni di Europei per studiare, formarsi e acquisire esperienze di lavoro e volontariato all'estero. Supporta molti tipi di attività su ampia scala18.
Il programma include il servizio di volontariato europeo, la mobilità per gli addetti all'istruzione per adulti, partnership strategiche, alleanze per le competenze settoriali, alleanze per la conoscenza, sviluppo delle capacità giovanili e iniziative transnazionali per i giovani. Le maggiori opportunità di rilievo rispetto al settore dei beni culturali si trovano all'interno dell'azione chiave n. 2 del programma Erasmus+, per la cooperazione e scambio di buone pratiche, e sono le seguenti:
- Partnership strategiche - Si tratta di progetti a carattere transnazionale aperti alle organizzazioni attive nel campo dell'educazione, della formazione giovanile e delle imprese, agli enti pubblici, e alle organizzazioni della società civile (ogni partnership deve comprendere almeno tre organizzazioni appartenenti a tre diversi Paesi fra quelli partecipanti al programma). Alle partnership è richiesto di testare, attuare e promuovere pratiche innovative finalizzate all'insegnamento altamente qualificato, alla formazione, all'apprendimento e all'occupazione giovanile, al rinnovamento istituzionale e all'innovazione a livello sociale;
- Sviluppo delle capacità nel campo dell'educazione superiore - Si tratta di progetti di cooperazione internazionale basati su partenariati multilaterali che riguardano gli istituti di istruzione superiore dei Paesi aderenti al programma (UE-33) e alcuni Paesi partner. I partner di carattere non accademico (come i portatori di interesse del settore culturale ammessi) possono partecipare al rafforzamento dei legami tra la società e il mondo aziendale. L'idea è di coinvolgere il più vario e appropriato numero di partner così da trarre beneficio dalle rispettive diverse esperienze. Particolare enfasi viene data alla dimensione internazionale e allo sviluppo delle capacità, in particolar modo nei Paesi partner (migliorando la qualità dell'istruzione superiore e il livello delle competenze e capacità che per un migliore adeguamento al mercato del lavoro, e contribuendo alla modernizzazione delle politiche nazionali e di governo);
- Progetti per lo sviluppo delle capacità in ambito giovanile - Si tratta di progetti di cooperazione internazionale basati su partenariati multilaterali costituiti dalle organizzazioni attive nel settore giovanile dei Paesi aderenti al programma (UE-33) e di altri Paesi partner. Possono partecipare i partner di carattere non accademico. I progetti sono chiamati a rafforzare le relazioni tra Unione e Paesi terzi, fornendo ai giovani e ai giovani lavoratori di tutta Europa, l'opportunità di prendere parte, insieme ai loro coetanei che vivono fuori dall'Unione, a scambi e altre attività educative non-formali;
- Alleanze per la conoscenza - Sono progetti internazionali, strutturati e orientati al risultato, cui possono partecipare partner appartenenti all'istruzione superiore e al mondo aziendale (devono essere coinvolti almeno sei organizzazione appartenenti ai Paesi aderenti al programma (UE-33) - fra le quali almeno due siano istituti di educazione superiore e due siano aziende). Le alleanze per la conoscenza sono aperte a ogni disciplina, settore (incluso quello creativo e culturale) e tipo di cooperazione intersettoriale. Sono chiamate a rafforzare la capacità di innovazione (creatività) e a incoraggiare l'innovazione all'interno dell'istruzione superiore, del mondo aziendale e dell'ambiente socio-economico;
- Alleanze per lo sviluppo delle capacità - Si tratta di progetti internazionali e multilaterali, chiamati a delineare e mettere in atto programmi congiunti per la formazione professionale e sulle metodologie di insegnamento e formazione relative a settori economici specifici (incluso il settore culturale e creativo). Tali progetti devono mettere in evidenza le tendenze e le capacità necessarie per soddisfare le richieste di uno o più campi professionali. Particolare attenzione è dedicata all'apprendimento basato sul lavoro, fornendo ai fruitori le competenze adeguate che il mercato del lavoro richiede.

Politiche di coesione.
DG responsabile: Direzione regionale della politica regionale e urbana (DG REGIO)

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

FONDI STRUTTURALI DELL'UNIONE EUROPEA 2014-2020
La gestione del patrimonio culturale è una delle priorità di investimento dei Fondi strutturali e di investimento dell'Unione europea. Nel periodo 2007-2013, su un totale di 347 miliardi di euro per la politica di coesione, il Fondo europeo di sviluppo regionale ha destinato 3,2 miliari di euro per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio culturale, 2,2 miliardi per lo sviluppo di infrastrutture culturali e 553 milioni per i servizi culturali, dei quali ha beneficiato anche il patrimonio culturale. Inoltre, iniziative congiunte, come quella del Sostegno europeo congiunto per gli investimenti sostenibili nelle aree urbane (JESSICA), sono state sviluppate dalla Direzione generale della politica regionale in cooperazione con il gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI) e altre istituzioni finanziarie, al fine di rendere le politiche sulla coesione più efficienti e sostenibili. JESSICA è un'iniziativa della Commissione europea in cooperazione con la Banca europea per gli investimenti e la Banca per lo sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB), che supporta lo sviluppo e la riqualificazione urbana sostenibile, attraverso meccanismi di ingegneria finanziaria.
Nel periodo 2014-2020, gli investimenti sul patrimonio culturale sono possibili grazie ai regolamenti per la politica di coesione, il cui budget totale ammonta a 325 miliardi di euro. I fondi più rilevanti sono il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Questi possono coinvolgere una vasta gamma di attori e di attività del settore pubblico e no-profit, ma anche del settore privato e in particolare quelli in cui i benefici possono riflettersi sulle piccole medie imprese - SME. Il regolamento del Fondo europeo di sviluppo regionale menziona specificatamente la salvaguardia, la promozione e lo sviluppo del patrimonio culturale tra le sue priorità di investimento nel quadro dell'obiettivo "tutela e salvaguardia dell'ambiente e promozione dell'efficienza delle risorse". Sono inoltre previste fonti di finanziamento per ulteriori obiettivi di carattere tematico, ad esempio: ricerca e innovazione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), competitività delle PMI, crescita occupazionale attraverso il potenziale endogeno, inclusione sociale e istruzione e formazione.
Gli investimenti sul patrimonio culturale di piccola scala possono contribuire sia allo sviluppo del potenziale endogeno, sia alla promozione dell'inclusione sociale, in particolare per le comunità marginalizzate, attraverso un più facile accesso ai servizi culturali e ricreativi in contesti sia urbani che rurali. Tali opportunità di finanziamento sono previste dai programmi operativi generali dedicati a singoli Paesi o regioni, in linea con gli investimenti per la crescita e l'occupazione del FESR, e dai programmi di cooperazione plurinazionali in linea con gli obiettivi di cooperazione territoriale europea.
Il Fondo sociale europeo si riferisce alle competenze culturali e creative e, pertanto, il settore relativo al patrimonio culturale può rientrare indirettamente nei suoi scopi.
Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale continua a supportare la manutenzione, il restauro e la riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi e del patrimonio rurale dei siti di grande pregio naturale. Il FEASR è indirizzato ad aspetti socio-economici correlati ad azioni di sensibilizzazione ambientale, è completato dal programma LEADER (Liaison entre actions de développement de l'économie rurale) che finanzia azioni di sviluppo locale gestite dalla comunità. Per maggiori dettagli, si rimanda alla parte relativa alle Politiche comuni sull'agricoltura19.
All'interno del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)20, in un regime a gestione concorrente, 5,7 miliardi di euro sono messi a disposizione per progetti di sviluppo locale gestiti dalla comunità e finalizzati alla promozione del patrimonio (incluso il patrimonio culturale marittimo) nelle aree di pesca. In regime di gestione centralizzata (647 milioni di euro), sarà prodotta una mappa multi risoluzione dei fondali marini dei mari europei, in cui saranno inclusi i siti di interesse culturale (con le appropriate misure di salvaguardia per i siti a rischio di saccheggio). La mappa sarà utilizzata a scopi di promozione turistica, ma anche per accertare che i siti non vengano danneggiati dallo sviluppo di impianti offshore. Verranno sviluppati sia percorsi tematici relativi al patrimonio culturale subacqueo, sia rotte marittime in grado di promuovere i tratti dal carattere turistico, per esempio quelli legati al patrimonio culturale. Verranno condotti studi relativi al potenziale turistico delle zone marittime protette e al patrimonio culturale subacqueo. Per ulteriori dettagli, si rimanda alla sezione relativa alle Politiche marittime.
In aggiunta alla gestione decentrata dei fondi strutturali, esistono varie iniziative di cooperazione interregionale a supporto del patrimonio culturale di regioni e città. In questo contesto, anche per il periodo 2014-2020 i programmi dell'Obiettivo 3 "cooperazione territoriale europea" (CTE), cofinanziati dai Fondi strutturali (Fondo europeo per lo sviluppo regionale), costituiscono un segmento importante del complesso degli strumenti di realizzazione del Piano regionale di sviluppo. Essi rappresentano anche un elemento di raccordo con la politica di coesione europea, in un quadro più generale di coerenza con gli obiettivi che discendono dalle Agende europee di Lisbona e di Goteborg. I principali programmi (transfrontalieri, transnazionali e interregionali) a cui si può fare riferimento sono i seguenti:
- Programma operativo mediterraneo, che coinvolge 9 Stati membri dell'Unione europea del Mediterraneo;
- Programma Operativo Interreg IV C, che riguarda le regioni dei 27 Stati membri dell'Unione europea21;
- Programma Operativo URBACT II, che riguarda le regioni dei 27 Stati membri dell'Unione europea22;
- Programma Operativo ESPON, che riguarda le regioni dei 27 Stati membri dell'Unione europea.

Cultura digitale
DG Responsabile: Direzione generale delle reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie (DG CONNECT)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA

RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE IN MATERIA DI DIGITALIZZAZIONE E ACCESSIBILITÀ ON LINE DEL MATERIALE CULTURALE E DI CONSERVAZIONE DIGITALE
La raccomandazione della Commissione 2011/711/UE sulla digitalizzazione e accessibilità on line del materiale culturale e di conservazione digitale, adottata il 27 ottobre 2011, invita i Paesi membri ad azioni coordinate per la digitalizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale, rendendolo disponibile on line a scopi ricreativi, di studio o lavoro, o di riutilizzo per attività creative (per esempio nel settore del turismo e dell'istruzione). Gli Stati membri sono inoltre chiamati a incoraggiare le proprie istituzioni culturali a rendere disponibile il materiale digitalizzato su Europeana (su cui si rinvia infra), così da creare un quadro giuridico legittimo che funga da base per rilascio di licenze per la digitalizzazione su vasta scala, per l'accessibilità internazionale di opere fuori commercio e per la promozione dell'accessibilità a base dati connesse a livello europeo, che contengano informazioni corrette, ne è un esempio ARROW23.
Mentre la direttiva sulle opere orfane24 e il Protocollo di intesa sui principi essenziali della digitalizzazione e della messa a disposizione delle opere fuori commercio25 mirano a semplificare la digitalizzazione e l'accessibilità di materiale protetto da diritti d'autore, la raccomandazione sulla digitalizzazione incoraggia la formazione di partenariati pubblici e privati, nonché l'utilizzo dei fondi strutturali al fine di supportare le opere di digitalizzazione. Essa invita inoltre al rafforzamento delle strategie nazionali per una salvaguardia a lungo termine del materiale digitale.
Nel 2016, la Commissione ha pubblicato un rapporto per valutare i progressi complessivi per quanto concerne l'attuazione della raccomandazione. Secondo quanto emerso da tale valutazione, un crescente numero di Paesi sta supportando la creazione di basi di dati aperte relative al patrimonio culturale e ne sta promuovendo il riutilizzo. Ciò nonostante permangono differenze sostanziali fra gli Stati membri nella digitalizzazione del patrimonio culturale, ancora dipendenti in gran parte dalle iniziative e dai finanziamenti delle istituzioni culturali.

DIRETTIVA SUL RIUTILIZZO DELL'INFORMAZIONE DEL SETTORE PUBBLICO
La direttiva 2013/37/EU (che modifica la direttiva 2003/98/EC) adottata il 26 giugno 2013, pone come principio generale che i documenti provenienti dalle biblioteche, dai musei e dagli archivi debbano essere riutilizzabili per scopi commerciali e non, e debbano essere promossi il libero accesso, i formati leggibili meccanicamente, i metadati e l'uso di standard aperti.

GRUPPO DI ESPERTI DELLA COMMISSIONE SUL PATRIMONIO CULTURALE DIGITALE E SU EUROPEANA
Il Gruppo di esperti sul patrimonio culturale digitale e su Europeana (DCHE)26 è stato costituito nel marzo 2017 come continuazione del Gruppo di esperti degli Stati membri sulla digitalizzazione e conservazione digitale27. Esso mantiene la sua funzione di piattaforma per il monitoraggio dei progressi dei Paesi membri per quanto concerne l'applicazione della raccomandazione della Commissione sulla digitalizzazione e accessibilità on line del materiale culturale e di conservazione digitale (2011/711/EU), continua a rappresentare un forum per la cooperazione a livello europeo delle istituzioni degli Stati membri e della Commissione, mantiene la funzione di luogo di scambio di informazioni e buone pratiche relativamente alle politiche e alle strategie degli Stati membri. Fornirà inoltre linee di orientamento relative a Europeana, in particolare gli obiettivi generali, le priorità di azione e il livello previsto dei finanziamenti da proporre.

PATRIMONIO CINEMATOGRAFICO
La Commissione raccomanda28 ai Paesi membri di condurre un'opera sistematica di raccolta, salvaguardia e restauro del patrimonio cinematografico, e di facilitarne l'utilizzo per scopi culturali ed educativi29. Ogni due anni, i Paesi inviano alla Commissione informazioni circa l'attività svolta. La quarta relazione sull'attuazione è al momento in via di preparazione.
L'Agenda digitale per lo studio del patrimonio cinematografico europeo30 identifica le aree di ricerca finalizzate a un miglioramento in termini di stabilità e durabilità degli archivi cinematografici, e al miglioramento della sicurezza dei relativi contenuti. Tali aree comprendono i sistemi open source, le architetture ottimali per la conservazione delle collezioni cinematografiche, i formati digitali stabili e l'archiviazione in cloud, i sistemi di accesso e di sicurezza dei contenuti. Inoltre, la Commissione ha istituito un gruppo di esperti per il cinema / Sottogruppo per il patrimonio cinematografico, composto da esperti dell'industria cinematografica dei Paesi membri, al fine di facilitare lo scambio di buone pratiche relative a tale area.

MIGLIORAMENTO DELLA NORMATIVA SUI DIRITTI D'AUTORE PER IL PATRIMONIO CULTURALE
La comunicazione con cui la Commissione delinea una strategia per la costituzione di un mercato unico digitale, adottata a maggio 2015, ha identificato la necessità di ridurre le differenze tra i regimi nazionali relativi alla proprietà intellettuale, al fine di assicurare un miglior funzionamento delle regole applicabili oltre ai confini nazionali e, per una più ampia accessibilità on line, di facilitare la protezione dei contenuti al livello europeo. Su questa base, nel dicembre 2015 la Commissione ha presentato la comunicazione "Verso un moderno quadro generale sul diritto d'autore a maggiore dimensione europea"31, che delinea un piano d'azione per l'ammodernamento della normativa dell'Unione sui diritti d'autore. Tra le iniziative presentate nel piano, la proposta di una direttiva sui diritti d'autore nel mercato digitale unico (COM (2016) 593) pubblicata il 14 settembre 2016 acquisisce particolare rilievo in merito all'obiettivo del supporto all'innovazione digitale per il patrimonio culturale. La direttiva proposta prevede un meccanismo giuridico che faciliti accordi di licenza collettiva per la divulgazione e la digitalizzazione delle opere fuori commercio (i libri messi fuori stampa e fuori commercio dagli editori) ad opera delle istituzioni di tutela del patrimonio culturale. Si intende in tal modo ridurre i costi di transazione e aiutare le istituzioni di tutela del patrimonio a digitalizzare le proprie collezioni. Le proposte legislative includono un'esenzione dagli obblighi a livello europeo, che attribuisca agli istituti di tutela del patrimonio culturale il diritto di riprodurre le opere in modo che possano essere adattate all'ambiente digitale. Tale iniziativa riguarda sia le opere create direttamente in formato digitale, sia quelle in formati diversi e da digitalizzare, così da permetterne un accesso duraturo da parte del pubblico.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

EUROPEANA
Europeana, la piattaforma digitale dell'Europa per il patrimonio culturale, è stata fondata nel 2008 e ad oggi permette l'accesso a più di 54 milioni di articoli (compresi immagini, testi, file audio, video e materiali 3D) provenienti dalle collezioni di più di 3.700 fra biblioteche, archivi, musei, gallerie e collezioni audio-visive di tutta Europa. Si tratta di una risorsa per l'accesso on line alla cultura e per il suo riutilizzo, che contribuisce fortemente allo sviluppo e alla realizzazione degli standard e alla interoperabilità nel settore in oggetto. Europeana mostra inoltre come i cittadini europei possano dedicarsi attivamente al proprio patrimonio culturale e contribuire alle proprie memorabilia, ad esempio, per quel che riguarda i principali eventi storici come la Prima Guerra Mondiale. La cooperazione con Twitter e Facebook permette a Europeana di coinvolgere nuove fasce di pubblico attraverso l'utilizzo delle piattaforme social.
Collocandosi all'interno della Connecting Europe Facility32 (programma di finanziamento alla crescita e competitività creato dall'Unione europea per investimenti infrastrutturali mirati di livello europeo), Europeana è stata fondata come infrastruttura di servizi digitali a servizio di una cultura a più ampia accessibilità e per mettere a disposizione del settore del patrimonio culturale europeo e dell'industria creativa, dati, tecnologie, strumenti e servizi. Le conclusioni della Commissione, adottate dal Consiglio Istruzione, Gioventù, Cultura e Sport il 31 maggio 2016, riguardo al ruolo di Europeana rispetto all'accesso, la visibilità e l'utilizzo digitali del patrimonio culturale33, confermano il continuo supporto degli Stati membri, che riconoscono Europeana quale strumento di grande rilevanza per l'innovazione sia culturale che digitale. Le conclusioni inoltre, identificano le sfide da affrontare e forniscono raccomandazioni ai Paesi membri, alla Commissione e a Europeana.

PROGRAMMA HORIZON 2020
Horizon 2020, il programma quadro per la ricerca e l'innovazione, su cui si rimanda più diffusamente alla sezione inerente Ricerca e innovazione, comprende attività e opportunità per il patrimonio culturale legate alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, come previsto dalla Sfida per la società n. 6 "L'Europa in un mondo in evoluzione: società inclusive, innovative e riflessive". In particolare, le aree interessate sono: la modellazione 3D avanzata per l'accesso e la comprensione del patrimonio culturale europeo (REFLECTIVE-7-2014), l'innovazione degli ecosistemi di beni di cultura digitale (REFLECTIVE-6-2015), i musei virtuali e le piattaforme social sul patrimonio europeo digitale, sulla memoria, sull'identità e sull'interazione culturale (CULT-COOP-08-2016), il patrimonio culturale europeo, l'accesso e analisi per un'interpretazione del passato storico più articolata (CULT-COOP-09-2017).

Ricerca e innovazione
DG responsabili: principalmente la Direzione generale per la ricerca e l'innovazione (DG RTD)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA

INFRASTRUTTURE PER LA RICERCA EUROPEA SUL PATRIMONIO CULTURALE
La ricerca multidisciplinare europea (e internazionale) sul patrimonio culturale richiede infrastrutture per la ricerca. Queste ultime sono costituite da progetti a lungo termine e offrono formazione diretta a scienziati e ingegneri, promuovono il trasferimento di conoscenza e lo sviluppo di tecniche e strumentazioni innovative, fortemente necessarie per la salvaguardia e la riqualificazione del patrimonio culturale. Il Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI) identifica le infrastrutture di ricerca (RIS) di interesse paneuropeo, in linea con le esigenze a lungo termine delle comunità di ricerca europee in tutti i settori scientifici, compresi quelli dell'innovazione sociale e culturale. La tabella di marcia dell'ESFRI 2016 include attualmente tre progetti di rilievo per il patrimonio culturale. Due di essi sono già in grado di erogare servizi e stanno procedendo alla loro realizzazione. In entrambi i casi si tratta di strutture europee a carattere decentrato (associazioni di carattere multi-nazionale composte da entità distinte e geograficamente separate che eseguono, agevolano o pubblicizzano congiuntamente ricerche scientifiche di base o applicate). I due progetti trovano il loro presupposto nei regolamenti europei, nel Consorzio per le infrastrutture di ricerca europee (ERIC), nell'infrastruttura di ricerca digitale per le arti e le scienze umane (DARIAH ERIC) e nell'infrastruttura in materia di risorse e di tecnologie linguistiche (CLARIN ERIC). Nella tabella di marcia 2016 è stato poi inserito un progetto completamente nuovo: l'infrastruttura di ricerca per il patrimonio scientifico (ERIHS), la cui realizzazione è prevista nei prossimi dieci anni. Mentre il ruolo dei Paesi membri è cruciale per la costruzione e l'operatività a lungo termine del progetto ESFRI, l'azione dell'infrastruttura di ricerca Horizon 2020 supporta la nascita e la realizzazione delle infrastrutture di ricerca paneuropee34.

INIZIATIVA DI PROGRAMMAZIONE CONGIUNTA RELATIVA AL PATRIMONIO CULTURALE E AL CAMBIAMENTO GLOBALE (JPI CH)
La raccomandazione della Commissione (2010/238/EU) del 26 aprile 2010 incoraggia gli Stati membri a "definire un'agenda strategica di ricerca comune che individui necessità e obiettivi di ricerca a medio e lungo termine in materia di salvaguardia e utilizzo del patrimonio culturale, in un contesto di cambiamento globale". L'iniziativa di programmazione congiunta in materia di patrimonio culturale è un'iniziativa innovativa di ricerca collaborativa che mira, con il supporto dell'Unione, ad assicurare un coordinamento rafforzato tra Stati membri, Paesi associati e Paesi terzi, per contribuire alla realizzazione dello Spazio europeo per la ricerca (ERA) nel campo dei beni culturali. L'iniziativa aiuta ad ottimizzare e coordinare i programmi di ricerca, a conseguire un utilizzo effettivo ed efficiente delle scarse risorse finanziarie e a sfruttare le sinergie evitando duplicazioni. Attraverso un bando congiunto per i Paesi membri partecipanti, sono stati finanziati 16 progetti internazionali di ricerca e innovazione in materia di patrimonio digitale tangibile e intangibile35.

GRUPPO DI ESPERTI AD ALTO LIVELLO HORIZON 2020 IN MATERIA DI BENI CULTURALI
Nel 2015 è stato pubblicato il rapporto del gruppo di esperti di alto livello Horizon 2020 in materia di beni culturali36. Il gruppo di esperti, costituito nel 2014 per assistere la Commissione nella strutturazione di una nuova agenda di ricerca e innovazione in materia di patrimonio culturale, ha principalmente affermato che l'Unione dovrebbe promuovere un utilizzo innovativo del patrimonio culturale in quanto risorsa fondamentale per il futuro. Il parere strategico del gruppo di esperti comprende raccomandazioni su come favorire la creazione di nuovi servizi legati al patrimonio culturale, visto sia come fattore produttivo per l'economia, sia come possibile catalizzatore per l'inclusione sociale e la sostenibilità ambientale. I nuovi e lungimiranti orientamenti in materia di ricerca e innovazione, sono in linea con la comunicazione della Commissione intitolata "Towards an integrated approach to cultural heritage for Europe"37, e con le relative conclusioni del Consiglio e relazioni del Parlamento europeo.

CULTURALBASE - PIATTAFORMA SOCIALE IN MATERIA DI PATRIMONIO CULTURALE E IDENTITÀ EUROPEE
CULTURALBASE - Piattaforma sociale in materia di patrimonio culturale e identità europee (tematica REFLECTIVE-9-2014 di Horizon 2020) mira a far incontrare ricercatori, portatori di interesse e responsabili per le politiche ad affrontare le questioni politiche in modo dettagliato. Essa ha l'obiettivo di identificare e analizzare alcune questioni di dibattito e controversie fondamentali relative alla cultura, con particolare riferimento al patrimonio culturale e alle identità europee. La piattaforma supporta inoltre la Commissione europea nel compito di definire un programma di ricerca innovativo e mirato per quanto riguarda i campi tematici in questione38.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

PROGRAMMA HORIZON 2020
Dal 1986, nell'ambito dei programmi quadro di ricerca, l'Unione europea ha supportato la ricerca in materia di beni culturali principalmente dal punto di vista delle tematiche ambientali. Nell'ambito del VII programma quadro in materia di sviluppo della ricerca e delle tecnologie (FP7), sono stati investiti 180 milioni di euro in progetti rivolti agli aspetti chiave del patrimonio culturale: l'interazione culturale, i musei, la diversità linguistica e culturale, le infrastrutture dedicate alla ricerca, lo sviluppo di materiale per la salvaguardia, la tutela e la riqualificazione dei beni culturali, di modelli di previsione, di sistemi per l'individuazione precoce del pericolo, di tecnologie per lo sviluppo e l'adattamento. Gli investimenti hanno riguardato inoltre i progetti volti ad affrontare le questioni di efficienza energetica degli edifici storici e a rafforzare la collaborazione e la cooperazione tra gli Stati membri e i Paesi non europei.
Horizon 2020 è il programma quadro per la ricerca e l'innovazione dell'Unione (80 miliardi di euro per il periodo 2014-2020). Il supporto alla ricerca sul patrimonio è previsto nei tre pilastri del programma: eccellenza scientifica, leadership industriale, sfide sociali. Quest'ultima, la summenzionata sfida n. 6 "Europe in a changing world: Inclusive, Innovative and Reflective Societies" si concentra principalmente sulla trasmissione del patrimonio culturale europeo, sull'alfabetizzazione culturale, sulla formazione delle identità, sull'eredità del passato europeo comune e spesso travagliato, sulle collezioni d'archivio europee, sui paesaggi culturali, sui musei e le biblioteche nonché sulle opportunità digitali. La sfida n. 5 "Climate action, environment, resource efficiency and raw materials" è rivolta alle soluzioni per il patrimonio tangibile, in quanto risorsa fondamentale per valorizzare gli ambienti urbani e rurali e far fronte all'impatto dei cambiamenti climatici. Particolare enfasi è dedicata alla ricerca multidisciplinare e all'innovazione finalizzata alla valorizzazione, al potenziamento e al riutilizzo del patrimonio culturale attraverso metodi, prodotti e servizi innovativi. Al fine di testare soluzioni innovative, sono stati avviati importanti progetti pilota per la riqualificazione urbana e rurale. Il programma Horizon 2020 consente alla ricerca e all'innovazione europea di intraprendere importanti passi nel campo della salvaguardia, della riqualificazione e della valorizzazione del patrimonio culturale. Il programma inoltre finanzia i modelli imprenditoriali innovativi e sostenibili per le PMI nel settore del patrimonio culturale. I filoni di finanziamento rilevanti comprendono:

a) Eccellenza scientifica H2020
- Sovvenzioni per la ricerca di frontiera in tutti i campi scientifici (compreso quello dei beni culturali) da parte del Consiglio europeo per la ricerca;
- Borsa di studio Marie-Sklodwska Curie per la mobilità e la cooperazione internazionale in tutti i campi scientifici (compreso quello dei beni culturali);

b) Leadership industriale H2020
- NMBP 05-2017: Materiali avanzati e nuovi metodi di progettazione per una migliore funzionalità e una maggiore estetica dei beni di consumo ad alto valore aggiunto;
- NMBP 35-2017: Soluzioni innovative per la tutela del patrimonio culturale del XX secolo;
- NMP-21-2014: Soluzioni per la salvaguardia e la preservazione del patrimonio culturale europeo;

c) Sfide per la societa' H2020
Bandi per proposte di progetto nell'ambito della sfida per la società n. 5 :
- SC5-21-2016/2017 Il patrimonio culturale come motore per la crescita sostenibile: rigenerazione urbana basata sul patrimonio (2016) e rigenerazione rurale basata sul patrimonio (2017) - Progetti dimostrativi su larga scala - azioni per l'innovazione;
- SC5-22-2017 Finanziamento innovativo, modelli imprenditoriali e di governance per il riutilizzo adattativo del patrimonio culturale - azioni per la ricerca e l'innovazione;
- Strumenti di Horizon 2020 dedicati alle PMI 2015-2017 (sono ammesse le proposte per le PMI relative al patrimonio culturale);
Sfida per la società n. 6 - invito a presentare proposte - Capire l'Europa - promuovere gli spazi pubblici e culturali europei
- CULT-COOP-02-2017 Migliorare la comprensione reciproca tra i cittadini europei attraverso un lavoro sul travagliato passato;
- CULT-COOP-03-2017 Alfabetizzazione culturale delle nuove generazioni in Europa;
- CULT-COOP-04-2017 Storie europee contemporanee relative alle prassi artistiche e creative;
- CULT-COOP-05-2017 Diversità religiosa in Europa - passato, presente e futuro;
- CULT-COOP-06-2017 Approcci partecipativi e innovazione sociale nell'ambito della cultura;
- CULT-COOP-07-2017 Patrimonio culturale delle regioni costiere e marittime europee;
- CULT-COOP-09-2017 Patrimonio culturale europeo, accessibilità e analisi per un'interpretazione del passato più ricca e articolata;
- CULT-COOP-10-2017 Cultura, integrazione e spazi pubblici europei;
- CULT-COOP-12-2017 Il significato dei valori fondanti e dei valori culturali nella la sfida del fenomeno migratorio;

d) Inviti H2020 a presentare proposte per strumenti rivolti alle PMI
- SMEinst-12-2016-2017: rilanciare il potenziale delle piccole imprese nelle aree prioritarie relative alla Sfida per la società n. 5, ove sono ammesse proposte sul patrimonio culturale e sulla crescita sostenibile per le PMI;
- SMEInst-62-2016-2017-SC&-CULT-COOP: nuovi modelli imprenditoriali per società inclusive, innovative e riflessive, ove sono ammesse proposte relative al settore creativo e del patrimonio culturale per le PMI.

ALTRE INIZIATIVE NEL SETTORE DELLA RICERCA E SVILUPPO

PREMI HORIZON 2020
Nel 2016 è stato varato un premio di incentivo Horizon 2020 sulla valorizzazione del potenziale del patrimonio culturale per lo sviluppo sostenibile. Tale premio è in linea con i nuovi orientamenti sulla ricerca e l'innovazione relative al patrimonio culturale quale risorsa per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Offre una ricompensa a coloro che si distinguono nel cercare risposte alle future sfide relative al patrimonio culturale nel contesto dell'energia e promuovono soluzioni innovative basate sul patrimonio per le comunità europee. A fine 2017 sarà istituito un ulteriore premio Horizon 2020 al fine di rendere accessibile a tutti il patrimonio culturale e per stimolare soluzioni innovative atte a rinforzare il diritto di ognuno a sperimentare e apprezzare il patrimonio culturale, con particolare attenzione ai giovani, alle minoranze e alle persone con esigenze particolari. Le soluzioni saranno poi replicabili in tutta Europa e nel mondo.

PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO SULL'EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
In passato, sono state istituite opportunità di finanziamento legate al partenariato pubblico-privato (PPP) su "l'efficienza energetica degli edifici", promosse dalla Commissione europea, in cooperazione con partner industriali, come parte del Piano di recupero economico europeo". Dal 2008, il PPP ha cercato di attrarre una partecipazione industriale ad alto livello e ha contribuito all'innovazione del settore dell'edilizia, compresa l'edilizia storica. All'interno di Horizon 2020, il PPP mira a sviluppare tecnologie accessibili e innovative e soluzioni sia a livello di singoli edifici sia a livello distrettuale, aprendo la strada per future città intelligenti.

COMUNITÀ DI INNOVATORI E AMBASCIATORI DELLA RICERCA E DELL'INNOVAZIONE EUROPEA IN MATERIA DI PATRIMONIO CULTURALE
La comunità riunirà innovatori, professionisti, esperti e portatori di interesse a livello internazionale. Si baserà sui risultati dell'Anno europeo del patrimonio culturale e verrà poi ulteriormente sviluppata attraverso una piattaforma (il cui lancio è previsto per la fine del 2018). Gli input da cui scaturisce la creazione di tale rete verranno raccolti a livello di RST (Ricerca e Sviluppo Tecnologico), in conformità con quanto stabilito nell'ultimo infragruppo RST in materia di beni culturali (12 giugno 2016).

Scienza
DG Responsabile: Centro comune di ricerca (DG JRC)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA
Le conclusioni del Consiglio sul "patrimonio culturale in quanto risorsa strategica per un Europa sostenibile"39, del 20 maggio 2014, riconoscono che "il patrimonio culturale ha un elevato impatto economico e costituisce parte integrante del settore culturale e creativo". Esse richiamano inoltre gli Stati membri e la Commissione a "perfezionare la raccolta e l'analisi di dati qualitativi e quantificativi" per una più ampia comprensione del patrimonio culturale. L'RST sta procedendo, attraverso diversi progetti di ricerca, a un'investigazione dell'importanza rivestita dall'industria culturale e creativa (CCI) sulla crescita economica. Il primo - basato su uno studio qualitativo e quantitativo - mira a identificare i fattori comuni alle regioni Europee caratterizzate dalla più altra concentrazione di CCI. Gli altri due progetti consistono in analisi statistiche dei dati che mirano a sondare l'atteggiamento dei colleghi degli europei negli Stati Uniti e in Giappone in merito a (1) competenze del XXI secolo (fra cui il pensiero creativo) e (2) l'approccio di insegnamento preferito dagli insegnanti (in cui è compreso l'approccio che si concentra su un lavoro mirato al cambiamento della struttura concettuale degli studenti).

LAVORO DI CARATTERIZZAZIONE DELLE REGIONI EUROPEE PIÙ AVANZATE IN TEMA DI INDUSTRIA CULTURALE E CREATIVA
Il Centro comune di ricerca (JRC) ha condotto un progetto di ricerca qualitativo e quantificativo con l'obiettivo di analizzare le caratteristiche delle regioni europee che presentano le migliori prestazioni nell'ambito dell'industria culturale e creativa, e di identificare in modo esaustivo le condizioni che hanno permesso la più alta concentrazione di CCI. È stata condotta un'analisi dei documenti finalizzata allo studio delle caratteristiche storiche, geografiche e sociali di tali ragioni, completata poi da analisi quantitative. Quanto a queste ultime, lo scopo del JRC è rendere possibile una caratterizzazione delle regioni europee con la più alta concentrazione di CCI, tenendo in considerazione indicatori quali tasso di soddisfazione di vita, l'apprendimento durante tutto l'arco della vita, la presenza di migranti altamente qualificati e il profilo dell'età della popolazione.

COMPETENZE LEGATE ALLA CREATIVITÀ
Dal momento che diversi studiosi hanno affermato che le società innovative accrescono il proprio successo nello sviluppo economico, JRC intende indagare le capacità e le competenze legate alla creatività ed altre competenze del XXI secolo. Infatti, la creatività non solo permette la creazione di nuove idee in qualsiasi campo, ma permette anche di fronteggiare nuove situazioni e problematiche mai affrontate prima. Tale ricerca è di natura esplorativa e mira a delineare i profili di competenza degli adulti, prendendo in considerazione sia le capacità (ad esempio quelle comunicative, matematiche, di problem solving, interpersonali, di utilizzo delle tecnologie) sia le correnti di pensiero derivate dalle teorie psicologiche (ad esempio abilità pratiche, abilità analitiche cristallizzate, abilità analitiche fluide). La base dei dati da utilizzare è tratta dal Programma per la valutazione internazionale delle competenze negli adulti (PIAAC). Tali profili, appurata l'adeguatezza del campione in termini di dimensione e quindi di rappresentatività dei risultati, devono essere confrontati:
1. fra diverse regioni e Paesi - affinché sia possibile determinare le condizioni dei colleghi europei negli Stati Uniti e in Giappone;
2. tra diversi settori industriali - affinché sia possibile determinare la condizione del CCI in confronto a quella di altri tipi di industria.

ESPLORANDO L'APPROCCIO ORIENTATO ALL'INSEGNAMENTO CREATIVO
Le conclusioni della riunione del Consiglio per l'educazione, la gioventù e la cultura (20 maggio 2014) enfatizzano il forte contributo del patrimonio culturale, che comprende le CCI, al conseguimento degli obiettivi strategici di Europa 2020 relativi alla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Il Consiglio dell'Unione europea invita gli Stati membri e la Commissione a "continuare a promuovere l'educazione relativa al patrimonio culturale, accrescere la consapevolezza relativamente alle potenzialità del patrimonio culturale come strumento per lo sviluppo sostenibile e a incoraggiare, in collaborazione con la società civile, la partecipazione pubblica e soprattutto dei bambini e dei più giovani. Con la consapevolezza che le ricerche sulle precondizioni per lo sviluppo della creatività sottolineano quanto sia cruciale l'ambiente di apprendimento per gli studenti e quanto gli insegnanti svolgano un ruolo chiave nella sua strutturazione, JRC sta conducendo un progetto che mira a costruire un sistema di misura per un approccio orientato alla creatività e basato sui dati dell'indagine internazionale sull'insegnamento e l'apprendimento (TALIS), e a definire le caratteristiche socio-economiche della "classe creativa" degli insegnanti. Appurata l'adeguatezza del campione, in termini di dimensione e quindi di rappresentatività dei risultati, le attitudini presentate dagli insegnanti possono essere confrontate con altre regioni e Paesi e ciò permetterà di determinare la condizione dei colleghi europei negli Stati Uniti e in Giappone.

INDICE CULTURALE EUROPEO
Il JRC supporta anche le fondazioni culturali europee e la Fondazione Boekman nella costruzione di un Indice culturale europeo (ECI). Ovvero, il JRC fornisce expertise statistiche durante tutto il processo di costruzione ed esegue le indagini statistiche dell'ECI. Le indagini includono test metodologici sull'appropriatezza, l'affidabilità e la solidità dell'indice composito.

SISTEMA DI MONITORAGGIO DELLE CITTÀ CULTURALI E CREATIVE (2016)
Il JRC sta lavorando allo sviluppo di un sistema di monitoraggio per le città culturali e creative (C3 Monitor), che funga da strumento per la misurazione e la comparazione delle attività creative e culturali delle città europee, e costituisca un mezzo per determinare l'impatto sociale ed economico di tali attività nei contesti urbani. Tale strumento mira a supportare i responsabili per le politiche nel delineare e valutare le politiche sulla cultura e sulla creatività e nell'identificare strategie di specializzazione per le città.


Mercato interno, industria, turismo e imprenditoria
DG responsabile: Direzione generale per il mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI (DG GROW)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA

DIRETTIVA 2014/60/EU RELATIVA ALLA RESTITUZIONE DEI BENI CULTURALI USCITI ILLECITAMENTE DAL TERRITORIO DI UNO STATO MEMBRO
La direttiva 2014/60/EU, relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro, è stata adottata il 15 maggio 2014. Come nel caso della precedente direttiva 93/7/EEC, la nuova direttiva è una misura dedicata al mercato interno che mira alla protezione del patrimonio culturale degli Stati membri all'interno di uno spazio privo di frontiere. La direttiva 2014/60/EU, entrata in vigore il 19 dicembre 201540, ha lo scopo di garantire la restituzione all'interno dell'Unione di ogni bene culturale che sia stato classificato o definito da uno Stato membro appartenente al "patrimonio nazionale avente valore artistico, storico o archeologico" in applicazione della legislazione nazionale e delle procedure amministrative come definite dall'articolo 36 del TFUE. Come nel caso della direttiva 93/7/EEC, la direttiva 2014/60/EU prevede meccanismi di cooperazione e di procedimenti di restituzione a carico dei possessori al fine di assicurare il ritorno fisico dei beni culturali rimossi illecitamente dal territorio di uno Stato dell'Unione europea da altri Paesi membri, a partire dal 1° gennaio 1993.
La direttiva 2014/60/EU prevede l'utilizzo del Sistema di informazione del mercato interno (IMI) per facilitare la cooperazione amministrativa e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali competenti incaricate della sua attuazione. Mirando a contrastare i crimini relativi ai beni culturali, la direttiva stabilisce che, in caso di restituzione di un bene culturale, il possessore, affinché possa ottenere un risarcimento, è tenuto a dimostrare di aver usato le dovute cure e attenzioni durante la sua acquisizione. Al fine di ottemperare agli obblighi previsti dalla direttiva, ciascuno Stato membro deve nominare una o più autorità competenti in materia. La lista di dette autorità è periodicamente pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea. Inoltre, la Commissione ha istituito un gruppo di esperti, composto da rappresentanti degli Stati membri, per facilitare lo scambio di esperienze e buone pratiche relative all'attuazione della direttiva.
Sulla proposta di direttiva, nel 2013 la 7a Commissione aveva avuto modo di approvare una risoluzione favorevole con una osservazione (Doc. XVIII, n. 14)41.

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE "L'EUROPA, PRIMA DESTINAZIONE TURISTICA MONDIALE - UN NUOVO QUADRO POLITICO PER IL TURISMO EUROPEO"
La comunicazione "L'Europa, prima destinazione turistica mondiale - un nuovo quadro politico per il turismo europeo, è stata approvata nel giugno 201042. Essa incoraggia un approccio coordinato alle iniziative legate al turismo e definisce un nuovo quadro di azione per accrescere la propria competitività e la capacità di crescita sostenibile. Ciò implica la promozione del turismo, quale motore per uno sviluppo sociale ed economico sostenibili, e l'identificazione di buone pratiche nella gestione sostenibile del turismo culturale che comprenda il patrimonio tangibile e intangibile.

PROGRAMMA CONGIUNTO DELL'UNIONE EUROPEA E DEL CONSIGLIO D'EUROPA (COE) PER GLI ITINERARI CULTURALI EUROPEI
Il programma congiunto sugli Itinerari culturali del Consiglio d'Europa e della Commissione europea supporta strategie europee per il turismo culturale43. Già nel 2010, uno studio congiunto ha segnalato l'enorme potenziale degli itinerari culturali europei per la creazione e il raggruppamento delle piccole imprese, identificando però, tra le sfide da superare, la debolezza dei marchi commerciali e delle strategie di marketing (Study on the Impact of European Cultural Routes on SMEs' innovation and competitiveness)44. Durante il periodo 2015-2017, l'obiettivo principale del Programma congiunto è stato aumentare la visibilità e la qualità degli Itinerari. Parte di tale cooperazione prevede che i rappresentanti degli Itinerari culturali, i professionisti di settore e i rappresentanti europei organizzino incontri per lo scambio di buone pratiche e di conoscenze relative ai temi cruciali che riguardano gli Itinerari. In occasione del trentesimo anniversario del Programma, il VII Forum consultivo europeo sugli Itinerari culturali si è tenuto a Lucca nel mese di settembre 201745.

SPERIMENTAZIONE DI NUOVI APPROCCI AL TURISMO SOSTENIBILE NELLE AREE RURALI E ALL'ACCESSO AL PATRIMONIO CULTURALE NELL'AMBITO DELL'ALLEANZA EUROPEA DELLE INDUSTRIE MOBILI E PER LA MOBILITÀ E DELL'ALLEANZA EUROPEA DELLE INDUSTRIE CREATIVE
Secondo quanto previsto dal Programma per l'innovazione e la competitività, e nell'ambito dell'Alleanza europea delle industrie mobili e per la mobilità (EMMIA), sono stati avviati tre progetti pilota su vasta scala (CultWays, LIMES e GrowMobile) per testare le migliori strategie di supporto al turismo sostenibile nelle aree rurali, in cui soluzioni mobili e innovative possono essere utilizzate per facilitare l'accesso ai siti del patrimonio, per meglio informare i turisti a proposito delle molteplici, anche se spesso dispersive, attività praticabili in una determinata regione e/o per offrire soluzioni più intelligenti.
I tre progetti dimostrativi hanno affrontato le necessità di informazione, collocazione, accesso e sicurezza dei turisti che, in Europa, desiderano visitare i luoghi del patrimonio culturale e gli itinerari ancora poco battuti. Sono stati sviluppati e testati modelli scalabili e trasferibili per la fornitura di servizi mobili per il turismo. Tali progetti sono stati realizzati tra il 2012 e il 2013 attraverso partenariati di tipo pubblico-privato e in stretta collaborazione con le locali agenzie per il turismo, autorità e imprese, all'interno di zone rurali caratterizzate dalla presenza di un patrimonio culturale di valore ma ancora poco sfruttato46.
Inoltre, sono stati inaugurati nel 2013 due distretti creativi europei (Creative Wallonia in Belgio e CREATE in Toscana, Italia) con il proposito di dimostrare il potere di trasformazione delle industrie creative, nell'ottica di uno svecchiamento delle regioni industriali tradizionali. Il progetto "Distretto creativo" è un'iniziativa del Parlamento europeo ed è stato realizzato attraverso due convenzioni di sovvenzione della Direzione generale della Commissione europea Imprese e Industria. Il programma d'azione è terminato nel 2015. I Distretti creativi europei erano legati e contribuivano ai dibattiti sulle politiche dell'Alleanza delle industrie creative europee. Tale iniziativa è stata avviata nel 2012 per sviluppare e sperimentare nuove politiche e nuovi strumenti per un miglior sostegno alle imprese e un accesso più semplice al finanziamento, nonché per facilitare il raggruppamento delle eccellenze e la creazione di reti finalizzate a un ulteriore sviluppo delle industrie creative e la creazione di legami con altri tipi di industria. Per ulteriori informazioni: http://www.eciaplatform.eu/project/creative-districts/.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

PROGRAMMA COSME (2014-2020) E IL TURISMO CULTURALE
Il Programma COSME finanzia iniziative a favore della cultura e del turismo culturale nei seguenti settori:
- Itinerari culturali europei - La Commissione supporta progetti che promuovano prodotti turistici sostenibili a carattere tematico, che possano contribuire alla crescita del turismo sostenibile, ad esempio legati a itinerari culturali che attraversano più Paesi sulla base di diverse tematiche, percorsi ciclabili, prodotti eco-turistici, turismo storico o religioso legato ai pellegrinaggi, turismo che valorizzi il patrimonio marittimo e sottomarino, patrimonio industriale, etc. La Commissione sta anche lavorando, in cooperazione con l'UNESCO, per sviluppare Itinerari culturali legati ai siti Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO (Europa Reale, Europa Romantica, Europa Antica, Europa Metropolitana), e con il UNWTO allo sviluppo del turismo della Via della Seta Occidentale;
- Diversificazione dell'offerta turistica attraverso sinergie fra industria creativa e industria di alto livello - Un invito a presentare proposte di progetto per la promozione e lo sviluppo di prodotti turistici tematici a carattere internazionale, legate all'industria culturale e creativa (ICC), è stato pubblicato alla fine di aprile 2017. Particolare attenzione è stata data a prodotti turistici (percorsi, itinerari, intermodalità, offerte turistiche) che puntano sul patrimonio culturale europeo e le tecnologie collegate all'ICC per promuovere i prodotti stessi e migliorare l'esperienza dei visitatori;
- EDEN - Destinazioni europee d'eccellenza - L'iniziativa "EDEN - Destinazioni europee d'eccellenza", avviata nel 2006, concentra la propria attenzione sui valori, la diversità e le caratteristiche comuni delle destinazioni turistiche europee. Accresce la visibilità delle destinazioni europee emergenti, crea delle piattaforme per la condivisione di buone pratiche in tutta Europa e promuove la creazione di reti tra le mete premiate. Competizioni nazionali hanno luogo ogni due anni e si concludono con la selezione di una "destinazione d'eccellenza" turistica (premio EDEN) per ciascun Paese. La caratteristica chiave delle destinazioni selezionate è il loro impegno nell'ambito della sostenibilità sociale, culturale e ambientale. Tale ricerca di eccellenza nell'ambito turistico ruota attorno a una tematica annuale, scelta dalla Commissione in accordo con le rilevanti istituzioni turistiche nazionali. Ad oggi, il turismo rurale, le aree protette e il patrimonio intangibile, il turismo acquatico, la riqualificazione di luoghi fisici, il turismo accessibile e la gastronomia locale sono stati i principali temi EDEN. 140 destinazioni vincenti e più di 350 seconde classificate provenienti da 27 diversi Paesi europei sono state selezionate dal 2007. Nel 2017, EDEN è focalizzato sul turismo culturale, ad esempio sulle destinazioni che abbiano sviluppato un'offerta turistica specifica basata sui propri beni locali47;
- Programma spaziale Copernico (2014-2020) - Il programma Copernico sull'osservazione della Terra fornisce una serie di dati e informazioni satellitari che permettono il monitoraggio e la protezione del patrimonio culturale. Nell'aprile 2017 è stato organizzato un seminario relativo ai requisiti tecnici necessari per l'attivazione di un portfolio di prodotti dedicato al supporto del patrimonio culturale, con la previsione di includere tale linea di servizi nel Programma di lavoro Copernico 2018. Sono già stati sovvenzionati alcuni premi Copernico, come i master Copernico incentrati sui possibili modi di fruizione del patrimonio culturale48.

Contrasto al commercio illecito di beni culturali
DG responsabili: Direzione generale per la fiscalità e unione doganale (DG TAXUD), Direzione generale per l'istruzione, la gioventù lo sport e la cultura (DG EAC), Direzione generale per il mercato interno e i servizi (DG MARKT)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA

ESPORTAZIONE E IMPORTAZIONE DI BENI CULTURALI
Il regolamento 116/2009 del Consiglio relativo all'esportazione dei beni culturali49 stabilisce disposizioni atte a ad assicurare che l'esportazione di tali beni sia soggetta a controlli uniformi alle frontiere esterne. Il regolamento è stato adottato in previsione della creazione del mercato interno nel 1993, nel tentativo di conciliare il principio di libertà di circolazione dei beni e il bisogno da parte dei Paesi membri di proteggere i propri tesori nazionali. Le categorie dei beni culturali cui si rivolge il regolamento sono elencati nell'Allegato I. L'esportazione di tali beni al di fuori del territorio doganale dell'Unione è soggetto all'esibizione di una licenza di esportazione. E' in corso d'esame la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'importazione di beni culturali COM (2017) 375, come si è detto in precedenza, che mira a costruire un riferimento omogeneo per tutti gli Stati membri.

RESTITUZIONE DEI BENI CULTURALI AL PAESE MEMBRO DI ORIGINE
La citata direttiva 2014/60/UE relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro mira ad assicurare che i Paesi membri possano ottenere la restituzione fisica di ogni bene culturale classificato come appartenente al patrimonio nazionale avente valore artistico, storico o archeologico, che sia stato illegalmente sottratto al proprio territorio a decorrere dal 1° gennaio 1993. Tale misura, inoltre, contribuisce alla salvaguardia del patrimonio degli Stati membri e al contrasto del traffico illecito di beni culturali.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI
Nel 2017-2018 l'Unione europea finanzierà un'azione avviata dall'UNESCO sul coinvolgimento dei portatori di interesse del mercato dell'arte europeo, nella lotta contro il traffico illecito dei beni culturali. Il progetto mira a rinforzare la dovuta diligenza in relazione al mercato dell'arte europeo, mettendo allo stesso tempo in guardia i portatori di interesse circa le implicazioni del traffico illecito, a partire da quelle relative alla salvaguardia dei beni culturali fino ad arrivare al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio del denaro. In questo modo, inoltre, l'azione mira ad accrescere la capacità degli Stati europei nel proteggere in modo efficiente il proprio patrimonio culturale, all'interno e al di fuori delle proprie frontiere.

Concorrenza
DG responsabile: Direzione generale della concorrenza (DG COMP)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA
Come parte del riesame delle regole che si applicano agli aiuti di Stato, il Consiglio dei ministri dell'Unione ha approvato, il 22 giugno 2013, una revisione al regolamento di abilitazione, creando le basi legali per l'esenzione dalla notifica per gli aiuti di Stato in materia di conservazione culturale e del patrimonio. Tale esenzione è prevista dal Regolamento generale di esenzione per categoria (GBER), entrato in vigore nel 2014. Il GBER stabilisce le condizioni necessarie per l'esenzione dall'obbligo di notifica degli aiuti di stato - fra le altre cose - per la conservazione culturale e del patrimonio e i settori audio-visivi.

Cittadinanza
DG Responsabile: Direzione Generale per la Comunicazione (DG COMM) e Agenzia Esecutiva EACEA

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

PROGRAMMA EUROPA PER I CITTADINI
Il programma Europa per i cittadini (2014-2020) mira a contribuire alla comprensione della storia e delle diversità dell'Unione da parte dei cittadini e punta a rafforzare la cittadinanza europea, migliorando le condizioni per la partecipazione civile e democratica a livello europeo. La sezione del programma sulla memoria è legata al patrimonio culturale e alla storia, ed è focalizzata sul mantenere viva la memoria intesa come mezzo per superare il passato e costruire il futuro. Anche i progetti relativi ai gemellaggi di città includono attività collegate al patrimonio culturale.

Politica agricola comune (PAC)
DG responsabile: Direzione generale per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (DG AGRI)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA
Avviata nel 1962, lo scopo generale della PAC è aumentare la produttività agricola in modo da garantire ai consumatori un approvvigionamento stabile di derrate alimentari a prezzi accessibili e agli agricoltori dell'Unione un tenore di vita accettabile. Uno degli strumenti della PAC, il Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR)50, mira a promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.
Il FEASR ha supportato la riqualificazione del patrimonio culturale rurale e ha migliorato le condizioni di accesso ai servizi culturali nelle zone rurali, fornendo investimenti e supporto alla formazione in materia di imprenditoria culturale e creativa, in grado di promuovere anche la formazione di reti e lo sviluppo delle aggregazioni. Nel periodo 2007-2013 il FEASR ha investito le seguenti somme:
- conservazione e riqualificazione del patrimonio rurale: 1.221.036.980 euro;
- supporto per la creazione e lo sviluppo delle microimprese nell'ottica della promozione dell'imprenditoria e lo sviluppo del tessuto economico: 2.082.234.786 euro.
Nel periodo 2013-2020, il FEASR continua a supportare attività relative al patrimonio culturale e connesse alle due aree di intervento prioritarie: agevolare la diversificazione, la creazione e lo sviluppo delle piccole imprese così come la creazione di posti di lavoro e incoraggiare lo sviluppo locale nelle zone rurali51.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI
In questo ambito, vale la pena menzionare: il supporto agli studi e agli investimenti associati al mantenimento, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, dei paesaggi rurali e dei siti di grande pregio naturalistico che includano aspetti socio-economici, nonché alle attività di sensibilizzazione ambientale; lo sviluppo locale gestito dalla comunità del LEADER - fondo a disposizione per la riqualificazione del patrimonio rurale e culturale e per il miglioramento delle condizioni di accesso ai servizi culturali nelle zone rurali; lo sviluppo dell'imprenditoria (aiuto alle start-up per le attività non agricole nelle zone rurali e relativi investimenti), nonché il supporto all'imprenditoria per le micro e piccole imprese a carattere rurale (prevede più di 70.000 euro di fondi per le start-up di nuove imprese); la formazione professionale e l'acquisizione di competenze.

Politica marittima
DG responsabile: Direzione generale affari marittimi e pesca (DG MARE)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA
In quanto parte della strategia di Crescita Blu dell'Unione COM (2012)49452, il settore turistico marittimo e costiero è stato identificato come potenziale area per promuovere un "Europa intelligente, sostenibile e inclusiva". In particolare, il patrimonio marittimo e costiero europeo è uno dei migliori "prodotti" che l'Europa abbia da offrire ai suoi visitatori e costituisce un vantaggio sulla concorrenza con le altre regioni turistiche del globo. La comunicazione sulla Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo, "incoraggia la diversificazione e l'integrazione dei poli di attrazione costieri con quelli situati all'interno, anche tramite itinerari tematici transnazionali come i percorsi culturali, le vie religiose o le antiche rotte commerciali" (Azione 11) e invita gli Stati membri a "sviluppare il turismo basato sul patrimonio culturale, sui parchi archeologici sottomarini (sulla scorta dei lavori svolti dall'UNESCO) e il turismo naturalistico oppure legato alla salute nelle destinazioni costiere".
Nel 2016, nell'ambito della realizzazione di tale azione, a seguito di una procedura comparativa, la Commissione ha assegnato tre sovvenzioni, a progetti53 per lo sviluppo di itinerari tematici sul patrimonio sottomarino delle acque costiere europee. Inoltre, nel novembre 2016, è stato emanato un invito a presentare proposte per la creazione di rotte nautiche turistiche. Tale bando supporta progetti internazionali che promuovano il turismo nautico, attraverso l'associazione con altri segmenti turistici tematici e segmenti legati alla promozione del patrimonio marittimo. Inoltre, alla fine del 2016, è stato avviato uno studio sui benefici economici delle Aree Marine Protette (AMP). Detto studio mira a identificare il potenziale turistico nelle AMP, compreso quello del patrimonio culturale subacqueo.
La rete europea per l'osservazione e per i dati dell'ambiente marino (EMODNET)54, iniziativa della Commissione europea (DG MARE) rientrante nella Strategia per l'Ambiente Marino 2020, mira a fornire migliori informazioni sui luoghi e sulla natura dei siti culturali sottomarini. La Commissione intende, inoltre, lavorare a una mappatura dei siti del patrimonio culturale marittimo da completarsi entro il 2018. Tale mappa a multi-risoluzione dei fondali marini europei sarà effettuata in modo da salvaguardare appropriatamente i siti sottoposti a rischio di saccheggio. Questa iniziativa sarà utile non soltanto alla promozione turistica ma anche allo sviluppo della sensibilità dei fruitori riguardo all'esigenza di protezione dei siti a rischio.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI
Durante il periodo di programmazione 2007-2013 del Fondo europeo per la pesca (FEP), sono stati messi a disposizione finanziamenti per 4,3 miliardi di euro per uno sviluppo locale di tipo partecipativo delle aree di pesca. Sono stati supportati progetti per la promozione del patrimonio culturale delle zone di pesca costiere e interne. Sulla base delle buone pratiche sviluppate durante l'attuazione del FEP, il Fondo europeo per gli affari marini e la pesca55 (FEAMP), vale a dire il Fondo per la politica marittima e la pesca 2014-2020, promuove opportunità di finanziamento per i progetti dedicati allo sviluppo locale delle zone di pesca di tipo inclusivo a gestione concorrente, con un budget di 5,7 miliardi di euro: lo sviluppo di strategie locali può promuovere il benessere sociale e il patrimonio culturale nelle zone di pesca. Sotto il FEAMP, la Commissione supporta inoltre diverse strategie marittime a carattere regionale, in particolare, la Strategia dell'Unione per le regioni del Mar Baltico, la Strategia atlantica e la Strategia dell'Unione per le regioni adriatiche e ioniche, che si rivolgono specificatamente alla promozione del patrimonio culturale56
Per la gestione centralizzata sono messi a disposizione 647 milioni di euro per il supporto di progetti dedicati al patrimonio culturale marittimo57.

Politica ambientale
DG Responsabile: Direzione generale per l'ambiente (DG ENV)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA

DIRETTIVA RELATIVA ALLA VALUTAZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE
La direttiva relativa alla valutazione di impatto ambientale (EIA), adottata nel 1985, trova applicazione nella valutazione degli effetti sull'ambiente di determinati progetti pubblici e privati. La direttiva si riferisce, tra l'altro, alla necessità di una valutazione adeguata circa gli effetti dei progetti relativi al patrimonio culturale. Il 16 aprile 2014 è stata adottata una direttiva (2014/52/UE) che modifica la direttiva EIA e rafforza ulteriormente la dimensione legata al patrimonio culturale all'interno dei processi di valutazione dell'impatto ambientale. Si prevede che tale valutazione debba identificare, descrivere e valutare gli effetti rilevanti, diretti e indiretti, di ciascun progetto relativo, fra l'altro, agli "asset materiali, al patrimonio culturale e al paesaggio" [Articolo3.1 (d)].

NATURA E BIODIVERSITÀ
La Strategia europea in materia di biodiversità58 mira ad arrestare la perdita delle biodiversità e degli ecosistemi entro il 2020, e a preservare il capitale naturale europeo. La normativa europea sulla natura59, sostenendo la rete europea delle aree ecologiche protette Natura 2000, rappresenta un pilastro della Strategia. Vi è la prova evidente della presenza di strette correlazioni e di sinergie che legano le capitali europee culturali e quelle naturali, come stabilito dalla Carta di Roma60. In un tale contesto, le biodiversità e gli ecosistemi, in particolare nei siti appartenenti a Natura 2020, si costituiscono quali asset culturali e ricreativi e sono associati a quei benefici socio-economici di cui il turismo sostenibile fa parte. A seguito di uno studio esplorativo sui legami tra Natura 2020 e i siti culturali61, sono stati effettuati dei casi studio con lo scopo di indagare ulteriormente tali legami e ottimizzare il potenziale delle sinergie. Il "Piano d'azione per la natura, i cittadini e l'economia"62 include azioni che mirano al rafforzamento dei legami tra patrimonio culturale e naturale, in particolare in vista del 2018 quale Anno europeo del patrimonio culturale.
Nell'ambito dell'iniziativa europea MAES (mappatura e valutazione degli ecosistemi e dei loro servizi), sono state sviluppate metodologie di mappatura, valutazione e valorizzazione dei servizi, con il fine di integrare tali valori nei sistemi di contabilità e rendicontazione. Infine, l'iniziativa di sviluppare, nel quadro della Strategia, un'Infrastruttura Verde in Europa63 offre l'opportunità di una migliore integrazione tra patrimonio culturale e naturale.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI
Un'ampia gamma di iniziative incentrate su questioni ambientali contribuiscono a potenziare e a preservare il patrimonio culturale, ne sono esempi il premio Natura 202064, il premio Capitale Verde Europea, come anche gli altri progetti supportati dal programma LIFE (2014-2020) e dai fondi strutturali e di investimento europei.

Relazioni esterne e sviluppo
DG responsabili: Direzione generale per lo sviluppo e la cooperazione (EuropAid);
Direzione generale per l'allargamento (DG ELARG)

PAESI CANDIDATI E PAESI POTENZIALMENTE CANDIDABILI
Nel contesto dell'allargamento, le attività di cooperazione culturale bilaterali e regionali sono riconosciute quali fondamentali contributi per la promozione dei valori europei e del dialogo interculturale. Ciò acquisisce particolare rilevanza nei Balcani occidentali in cui, insieme al rafforzamento della democrazia, della riconciliazione e del rispetto per i diritti umani, la cultura contribuisce allo sviluppo dell'economia locale.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

LO STRUMENTO DI ASSISTENZA PREADESIONE IPA E IPA II
L'IPA ha offerto assistenza finanziaria ai Paesi candidati e potenzialmente candidati, dedicando al patrimonio culturale una cifra stimata di 33 milioni di euro per il periodo 2007-2011. Il suo successore, IPA II (2014-2020) continua a sviluppare i risultati già raggiunti, anche dai progetti sul patrimonio culturale. Inoltre, vengono forniti finanziamenti dedicati al patrimonio attraverso azioni bilaterali.
A partire dal 2003, la Commissione europea e il Consiglio d'Europa hanno condotto un'azione congiunta nel sud-est Europa: "Piano di progetto per la riabilitazione integrata/Rilevazione del patrimonio architettonico e archeologico (IRPP/SAAH)" meglio conosciuto come "Processo di Lubiana I". Tale progetto ha sviluppato una metodologia per la riabilitazione dei siti e per contribuire allo sviluppo tecnologico e alla riconciliazione. I Paesi partecipanti sono stati Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Kosovo, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Montenegro, Romania e Serbia. Dopo una prima fase di successo, nel 2011 è stato varato un nuovo quadro operativo, il "Processo di Lubliana II. Riabilitazione del nostro patrimonio comune" con l'accordo dei Ministri della Cultura del sud-est Europa. Il progetto è stato realizzato dal "Consiglio di Cooperazione Regionale (RCC) Task force sulla Cultura e la Società" con il supporto finanziario dello strumento preadesione. La seconda fase del processo, conclusasi nel maggio 2014, ha posato le basi per la sostenibilità dei processi di riabilitazione, assicurando la gestione futura da parte dei Paesi stessi.

VICINATO EUROPEO
La cooperazione su base regionale con i Paesi partner del vicinato europeo a est e a sud, così come la cooperazione tra i partner stessi, è cruciale. Essa completa i programmi nazionali di assistenza, si rivolge alle sfide regionali e promuove la cooperazione tra i partner in relazione a questioni di mutuo interesse.
I progetti sono finanziati dallo Strumento europeo di prossimità (ENI), il principale meccanismo di finanziamento attraverso il quale viene data assistenza ai Paesi aderenti alle Politica europea di vicinato (PEV), più la Russia. Per il periodo 2014-2020, ENI ha un budget di 15,4 miliardi di euro. La maggior parte dei finanziamenti ENI è utilizzata per azioni bilaterali, ma tale strumento supporta anche programmi di cooperazione regionali, di vicinato e transfrontalieri (CBC). Grazie al loro contributo allo sviluppo economico e sociale a livello regionale, la promozione della cultura locale e la preservazione del patrimonio culturale rappresentano gli obiettivi tematici ENI-CBC per il periodo in questione. Ulteriori informazioni relative ai progetti nel campo del patrimonio culturale sono reperibili nella pagina web del Centro di informazioni.

VICINATO ORIENTALE
Il partenariato orientale - un'iniziativa congiunta tra Paesi europei e Paesi partner dell'Europa orientale - ha promosso la cooperazione nel campo della cultura e quindi anche del patrimonio culturale. Esso consente ai partner interessati di muoversi attraverso l'Unione e potenziare i legami politici, economici e culturali che lo permettono. Alla base di tale partenariato vi è l'impegno comune a favore del diritto internazionale, dei valori fondamentali - democrazia, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali - di un'economia di mercato, dello sviluppo sostenibile e del buon governo.
In quanto parte di tale quadro, la Dichiarazione di Tiblisi, uno dei risultati della Conferenza ministeriale sulla cultura del partenariato orientale tenutasi nel giugno 2013 in Georgia, afferma l'impegno dei partner orientali a perseguire una riforma e una modernizzazione delle proprie politiche sulla cultura, e ad applicare interamente la Convenzione UNESCO 2005.
Inoltre, nell'ottobre 2003, l'Ucraina ha ospitato un seminario sull'attuazione della Convenzione UNESCO 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali della città di Lviv. Il seminario ha dimostrato di costituire un valido strumento per la promozione della cooperazione regionale e per lo scambio di pratiche nazionali relative all'attuazione della Convenzione, incluse quelle provenienti dai Paesi membri.

PARTENARIATO ORIENTALE UE IN MATERIA DI CULTURA E CREATIVITÀ 2015-2018
Il Programma cultura e creatività del partenariato orientale dell'Unione europea, in fase di implementazione dal 2015 fino al 2018, mira a sostenere il contributo del settore creativo e culturale allo sviluppo sostenibile nei campi umanitario, sociale e economico dei Paesi orientali della PEV. Il budget del Programma è di 4,2 milioni di euro e si focalizza su quattro priorità: lo sviluppo di meccanismi utili alla raccolta di informazioni, il capacity building, l'aumento della consapevolezza e le opportunità per la cooperazione internazionale sulla cultura. Alcuni dei settori cui il programma si rivolge sono gli archivi, le librerie e i musei, il patrimonio culturale tangibile e intangibile, le arti creative e il settore audio-visivo.

VICINATO MERIDIONALE
La cooperazione nel campo culturale, e in particolare in quello del patrimonio culturale, è stato l'asse portante delle relazioni Euro-mediterranee già a partire dall'avvio del processo di Barcellona nel 1995. Le questioni centrali per la cooperazione regionale sono state il riconoscimento del bacino mediterraneo come culla e crocevia di civiltà, e la preservazione e il potenziamento del patrimonio culturale comune.
Il Programma Euromed sul patrimonio, varato nel 1998, ha dedicato un totale di 57 milioni di euro per finanziare partenariati tra gli esperti della conservazione e le istituzioni per il patrimonio provenienti dai Paesi della regione. La cultura è stata inoltre definita come priorità nella Conferenza euro-mediterranea dei Ministri della cultura 2008 tenutasi ad Atene. Uno dei risultati della Conferenza è stata l'adozione della Strategia per lo sviluppo del patrimonio culturale euro-mediterraneo, priorità per i Paesi mediterranei (2007-2013), il primo documento politico che permette ai partner di articolare le proprie priorità nel campo del patrimonio culturale. Da allora sono stati attuati molteplici programmi e iniziative sul patrimonio euro-mediterraneo. Attualmente, il patrimonio culturale è destinatario del Programma mediterraneo meridionale Media e Cultura per lo Sviluppo (2013-2017). Con un budget totale di 17 milioni di euro, il programma nasce da l'operato di due programmi regionali precedenti, Euromed Audiovisivo e Euromed Patrimonio.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI
Med Cultura (2014-2018) è la componente culturale del Programma mediterraneo meridionale per lo sviluppo dei media e della cultura (2013-2017), e mira ad assistere i Paesi partner del mediterraneo meridionale nello sviluppo e nel miglioramento delle pratiche e delle politiche dedicate alla cultura. Nel quadro di un sottoprogramma, progetti dedicati al patrimonio tangibile e intangibile sono finanziati attraverso le sovvenzioni SouthMed CV.

COOPERAZIONE UNESCO-UE NELLE REGIONI MEDITERRANEE MERIDIONALI
Negli anni precedenti, l'Unione europea e le sue delegazioni nella regione sud-mediterranea hanno cooperato attivamente con l'UNESCO. La cooperazione bilaterale si è concentrata soprattutto sul patrimonio culturale. L'Unione ha supportato con 2,46 milioni di euro il Piano d'azione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale in Siria, varato nel 2014. Inoltre, vengono supportate attività relative al patrimonio in Egitto e nei Territori palestinesi occupati. L'Unione europea ha collaborato con l'UNESCO attraverso i suoi programmi regionali dell'area mediterranea, in particolare con il programma Euromed Patrimonio. L'UNESCO è stato il leader del progetto Medliher dedicato alla salvaguardia del patrimonio culturale intangibile dei Paesi partner.

RESTO DEL MONDO
Strategia UE per le relazioni internazionali culturali
Nel 2016, in linea con l'esigenza prioritaria di rendere l'Unione un attore globale più forte, la Commissione ha adottato una strategia per le relazioni internazionali di tipo culturale, quale mezzo per potenziare le relazioni con i Paesi partner. Il disegno strategico di anteporre le relazioni culturali internazionali è anche sostenuto dall'Azione preparatoria sulla cultura nelle relazioni esterne dell'Unione, che sottolinea il bisogno di implementare un nuovo modello di cooperazione culturale, basato sulla cooperazione e l'apprendimento peer-to-peer. Rinforzare la cooperazione sul patrimonio culturale è uno dei tre principali obiettivi della strategia che si concentra sullo sviluppo di strategie sostenibili per la protezione del patrimonio attraverso la formazione, lo sviluppo di competenze e il trasferimento di conoscenze.
Cina
Il patrimonio culturale è stato identificato come una delle tre aree prioritarie di cooperazione della Dichiarazione congiunta UE-Cina sulla cooperazione culturale del 2012. Inoltre, rappresenta una delle tre principali aree coinvolte nella mappatura del Panorama culturale e creativo UE-Cina (2015), uno studio finanziato congiuntamente dall'Unione europea e dal Governo della Repubblica Popolare cinese. Se l'urbanizzazione sostenibile è un'area prioritaria per la cooperazione in materia di ricerca e innovazione, ulteriori collaborazioni future sono previste in merito allo studio di soluzioni basate sul patrimonio naturalistico e culturale.
India
La conservazione (e digitalizzazione) del patrimonio culturale è stata collocata fra le priorità del Dialogo sulle politiche relative alla cultura con l'India.
Brasile
Il patrimonio culturale è stato una delle aree prioritarie del Programma congiunto sulle culture tra la Commissione europea e il Ministero della cultura del Brasile (2011-2014). Il programma includeva il dialogo relativo alle politiche e uno scambio di competenze qualificate e di pratiche relative alla salvaguardia e la promozione del patrimonio culturale, naturalistico e storico.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI
Lo strumento finanziario per la cooperazione allo sviluppo è momentaneamente sottoposto alla revisione di medio termine. Ad ogni modo c'è la possibilità che il patrimonio culturale, in quanto parte integrante della cooperazione europea con i Paesi in via di sviluppo, possa essere finanziato nel quadro finanziario 2014-2020, gestito dalla Direzione generale cooperazione internazionale e sviluppo. Lo Strumento per la cooperazione allo sviluppo (DCI) per il periodo 2007-2013 è stato composto da un'ampia gamma di strumenti tematici su base geografica, compresa la linea di bilancio "Investire nelle persone", che mira a supportare azioni in materia di sviluppo umano e sociale, che includono anche la cultura e il patrimonio culturale.
Il programma sui beni e le sfide globali del DCI, in base alla sua componente cultura 2014-2020, mira a promuovere il dialogo interculturale e a stimolare la crescita economica attraverso il settore della cultura.
Nel contesto del Fondo per lo sviluppo europeo (EDF), la cultura è da sempre stata oggetto del partenariato EU-ACP, come già previsto dal precedente accordo di Lomè. L'Accordo di Cotonou tra l'Unione europea e 79 Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, prevede l'integrazione della dimensione culturale a tutti i livelli della cooperazione allo sviluppo, supportando in tal modo le industrie culturali, aumentando le opportunità di mercato per i beni e i servizi culturali, e riconoscendo agli attori culturali e alle reti la loro capacità di contribuire allo sviluppo sostenibile. Sotto questo ombrello sono state supportate molte azioni, in particolare all'interno del programma intra-ACP, tra cui ad esempio il Programma ACP Cultura+ (2012-2017). L'obiettivo generale del programma Cultura+ (30 milioni di euro) è quello di aumentare il contributo dei settori delle attività culturali nella lotta contro la povertà e nello sviluppo socio-economico sostenibile dei Paesi partner, attraverso una strutturazione ad hoc di tali settori, una più efficiente circolazione delle opere e della divulgazione culturale nei Paesi ACP, e nella tutela della diversità culturale. Le azioni supportate dal programma coinvolgono il patrimonio culturale, compreso il patrimonio cinematografico. Altro esempio interessante è rappresentato da un progetto avviato in Niger incentrato sull'architettura basata sull'utilizzo della terra e che quindi utilizza materiali locali e tecniche tradizionali.
Il programma ACP Cultura+ ha migliorato le capacità di produzione, le competenze tecniche e la qualità dei manufatti, supportando 55 progetti e coinvolgendo più di 200 operatori. Altri progetti finanziati dall'EDF prevedono azioni quali:
- Patrimonio danneggiato nelle regioni a nord del Mali: salvaguardia, ricostruzione, riabilitazione, restauro e riqualificazione (2014-2018) - Tale progetto, implementato dall'UNESCO, mira a supportare il Governo nella riqualificazione del patrimonio culturale (moschee, mausolei) e nella salvaguardi degli antichi manoscritti nella regione di Timbuctu, a seguito del conflitto avvenuto nel Paese nel 2012-2013. Le attività principali prevedono stime e inventari, ricostruzione e conservazione del patrimonio danneggiato, capacity building e misure che assicurino la conservazione degli antichi manoscritti, quali mezzi per la riconciliazione e una pace sostenibile. Il contributo totale dell'Unione europea è di 1,1 milioni di euro. I lavori in atto comprendono il restauro di tre musei tra cui il principale museo di Timbuctu;
- Promuovere il patrimonio per lo sviluppo dell'Etiopia -ProHe-Dev, X EDF (2013-2020) - Pro-He-Dev è un programma che intendere diffondere la conoscenza sul ruolo del patrimonio e della cultura quali elementi chiave per lo sviluppo sostenibile. Supporta la cultura in funzione di un ulteriore sviluppo culturale e socio-economico dell'Etiopia, salvaguardando il suo patrimonio per il benessere futuro della nazione. Il progetto Pro-He-Dev agisce in tutto il Paese secondo tre gruppi di attività fra essi correlati. Il primo gruppo è focalizzato sul rafforzamento delle capacità del Ministero della cultura e del turismo, e sul miglioramento delle tecniche di conservazione e promozione del ricco patrimonio paleontologico. In partnership con l'UNESCO, i siti paleontologici di Omo e Hadar saranno maggiormente protetti e sarà condotto un lavoro di estimazione in vista della futura costituzione di un museo paleontologico di Addis Abeba. Il secondo gruppo consiste nel fornire supporto per progetti di sviluppo regionale basati sulle risorse culturali locali. Il terzo gruppo mira al rafforzamento di due industrie creative: musicale e delle arti audiovisive e figurative, ad esempio attraverso la sovvenzione della Scuola di musica di Yared e finanziamenti alle arti audiovisive;
- Supporto alla cultura EDF, Tanzania (2011-2017) - Tale programma fornisce 10 milioni di euro per una gamma di progetti a supporto dello sviluppo del patrimonio culturale e dell'industria creativa in Tanzania. I risultati principali comprendono il supporto all'occupazione e alle possibilità di sostentamento attraverso la conservazione e la promozione e lo sviluppo di attività turistiche e attività economiche associate. Il progetto 'Moving Tanzania' realizzato dal Kilimajaro Film Institute, intende sviluppare un centro per la conoscenza e la formazione di documentaristi esperti e racconta-storie sulla cultura, con il fine di aiutarli ad accedere a nuovi mercati. Nel capitolo "Patrimonio culturale" viene finanziata la conservazione di edifici e documenti storici e il patrimonio culturale. Ad esempio, la Christ Church Cathedral a Zanzibar è stata restaurata con metodi di costruzione e conservazione tradizionali, ed è stato istallato un museo che ripercorre la storia del mercato degli schiavi e le conseguenti influenze sulla cultura moderna di Zanzibar. Per il tema 'patrimonio performativo' il progetto "Conservazione e promozione della musica e della danza tradizionale nella Tanzania del nord" ha costruito un notevole Community Art Space, che fornisce lo spazio per documentare, scambiare e creare performance culturali e servizi legati alle danze e le musiche tradizionali in Tanzania. Il centro per il patrimonio architettonico di Dar es Salaam - DARCH! ha restaurato l'Old Boma, probabilmente il suo più antico edificio. Tale restauro e il lavoro per la sua salvaguardia hanno aiutato ad arrestare la distruzione degli edifici nel centro storico e ad accrescere la consapevolezza circa l'intrinseco valore economico degli edifici per il turismo;
- Proteggere il patrimonio culturale e la diversità nelle emergenze per la stabilità e la pace, Strumento per il contributo alla stabilità e la pace (IcSP), 2017-2018 - Lo Strumento che contribuisce alla stabilità e alla pace (IcSP) istituito nel 2014 è uno strumento dell'Unione per il supporto a iniziative per la sicurezza e attività di peace building nei Paesi partner. Lo IcSP si concentra sulla risposta alle crisi, la prontezza di reazione a esse, la prevenzione dei conflitti e le attività di peace building. È in grado di fornire assistenza a breve termine, ad esempio nei Paesi dove le situazioni di crisi sono in fase di distensione, oppure a lungo termine per il supporto contro le minacce globali e inter-regionali. Tale iniziativa, per un ammontare di 1.070 milioni di euro, sarà realizzata dall'UNESCO in Iraq, Libia, Siria, e Yemen. Il progetto mira a rafforzare la capacità dell'UNESCO nel rispondere prontamente alle esigenze associate alla protezione della cultura e della diversità in situazioni complesse di emergenza, al rafforzamento del ruolo positivo svolto dalla cultura nella promozione delle società culturalmente diverse e nello sviluppo di approcci più sostenibili alla pace e alla stabilità inclusiva nei contesti tradizionali.
Esso fornirà rapide valutazioni e misure immediate di salvaguardia dei beni culturali che sono stati bersaglio di conflitti o disastri, e rafforzerà la capacità di coordinazione e risposta. Mira a ridurre la vulnerabilità di popolazioni la cui cultura e il cui patrimonio sono stati colpiti da situazioni complesse di emergenza, in particolare all'indomani di vicende che possono essere qualificate come "epurazione culturale". Proteggere la diversità in circostanze di conflitto e di emergenze complesse significa salvaguardare il patrimonio culturale in tutte le sue forme ed espressioni, comprese le tradizioni intangibili, le pratiche e le espressioni che definiscono una comunità.

Politiche per lo sport
DG Responsabile: Direzione generale educazione, gioventù, sport e cultura (DG EAC)

POLITICHE/NORMATIVE DELL'UNIONE EUROPEA
A livello europeo la grande novità "politica" è stato il riconoscimento del sostegno allo sport, non più con azioni sporadiche ma inglobandolo a pieno titolo nel contesto del nuovo Programma quadro Erasmus+ per il periodo di programmazione 2014-2020. A dimostrazione dell'importanza che l'Unione europea riscontra nelle discipline sportive per lo sviluppo democratico e sociale e per l'alto livello educativo, lo sport è stato incluso nel nuovo regolamento di Erasmus+ con la firma congiunta l'11 dicembre 2013 da parte di Consiglio e Parlamento. Oltre a riunire i programmi europei per l'istruzione, la formazione e la gioventù (Comenius, Erasmus, Erasmus Mundus, Leonardo da Vinci e Grundtvig) l'azione Erasmus+ per lo sport è diventata quindi pienamente operativa dal gennaio 2014 con un bilancio complessivo di 14,7 miliardi di euro per i sette anni di attuazione, con un aumento del 40 per cento rispetto al budget Erasmus precedente.
L'1,8 per cento del bilancio annuale complessivo del Programma, pari a 238,8 milioni di euro, è dedicato alle attività connesse allo sport, con l'obiettivo di sostenere partenariati collaborativi ed eventi sportivi europei senza scopo di lucro. Nel 2017 è previsto un budget di 31,8 milioni di euro. Il programma si rivolge in particolare ai giovani di età tra il 13 e i 30 anni, aiutandoli a svolgere attività formativa in un altro Paese dell'Unione. Il programma dovrebbe inoltre contribuire a rafforzare gli elementi concreti per l'elaborazione delle politiche, ovvero finanziare studi. Infine, il programma sostiene anche il dialogo con le parti interessate pertinenti ed europee. Il focus del settore sarà sullo sport di base, con l'obiettivo di affrontare le minacce per l'integrità dello sport, che attraversano i confini nazionali, come il doping e le partite truccate. Altro obiettivo è di contrastare la violenza nello sport ed ogni tipo di intolleranza e discriminazione.
Particolare spazio è riconosciuto alla "Settimana europea dello sport - EWoS 2017 65. La settimana europea dello sport66 è costituita da una serie di iniziative volte a incoraggiare i cittadini europei a praticare un'attività fisica. L'Unione europea la sostiene proprio tramite il programma Erasmus+. In effetti, da un sondaggio Eurobarometro è emerso che il 59 per cento degli europei non ha mai praticato o ha praticato raramente un'attività fisica o sportiva. Non ne soffre soltanto la salute e il benessere della popolazione, ma anche l'economia, con un aumento della spesa per l'assistenza sanitaria, una perdita di produttività sul luogo di lavoro quali ripercussioni negative a cascata. Al fine di sensibilizzare i cittadini, ogni anno l'Unione promuove la settimana europea dello sport a livello europeo, nazionale, regionale e locale.
L'inclusione sociale è una delle priorità dell'Unione per il ruolo dello sport nella società. Avvicinando le popolazioni, costruendo comunità e lottando contro atteggiamenti xenofobi e il razzismo, lo sport ha le potenzialità per fornire un contributo importante all'integrazione dei migranti nell'Unione. La Commissione europea agevola lo scambio di buone pratiche riguardanti l'integrazione dei migranti. Nel settembre 2016 la Commissione ha pubblicato uno studio che esamina in che modo lo sport sostiene l'integrazione dei migranti in Europa. La Commissione promuove inoltre i progetti e le reti per l'inclusione sociale dei migranti, anche attraverso i fondi strutturali e di investimento europei, oltre che mediante il programma Erasmus+.

PROGRAMMI/FINANZIAMENTI EUROPEI

PROGRAMMA ERASMUS+
Le attività Erasmus+ nel campo dello sport mirano a sostenere le azioni che aumentano la capacità e la professionalità, migliorano le competenze di gestione, e aumentano la qualità della realizzazione dei progetti europei, così come la creazione di collegamenti tra le organizzazioni del settore dello sport. In particolare, tali attività devono mirare a:
- affrontare le minacce transfrontaliere per l'integrità dello sport;
- promuovere e sostenere la buona governance nello sport e le carriere parallele degli atleti;
- promuovere attività di volontariato, l'inclusione sociale e le pari opportunità nello sport;
- aumentare la consapevolezza dei benefici dell'attività fisica per la salute;
- aumentare la partecipazione nello sport.
Il programma finanzia partenariati di collaborazione ed eventi sportivi senza scopo di lucro, e sostiene le azioni che mirano a rafforzare i dati per la definizione delle politiche e promuovere il dialogo con i soggetti interessati. Si noti bene che le azioni nel settore dello sport sono incentrate principalmente sugli sport di base. A livello sistemico le azioni in questo settore dovrebbero contribuire allo sviluppo della dimensione europea nello sport; in un'ottica individuale i progetti sostenuti da Erasmus+ devono condurre all'aumento dei livelli di partecipazione allo sport e alla promozione dell'attività fisica. Per tutte le azioni del settore sport la candidatura è gestita direttamente dall'EACEA, l'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura.
L'organismo di contatto in Italia per tutte le informazioni sull'applicazione dei programmi europei in ambito sportivo è l'Ufficio per lo sport, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri67. Come si evince dalla Guida al Programma Erasmus+ le azioni nel settore dello sport sosterranno finanziariamente progetti in questi quattro tipologia o azioni principali:
- Partenariati di collaborazione - I Progetti finanziati sotto questa linea di azione hanno lo scopo di promuovere l'integrità dello sport (misure di contrasto al doping, alle partite truccate, protezione di minori), sostenere approcci innovativi per l'attuazione dei principi dell'Unione sulla buona governance nello sport, delle strategie dell'Unione nelle aree dell'inclusione sociale e delle pari opportunità, incoraggiare la partecipazione allo sport e l'attività fisica (sostenendo l'attuazione degli orientamenti dell'Unione in materia di attività fisica, il volontariato, l'occupazione nel settore dello sport, nonché l'istruzione e la formazione in ambito sportivo), sostenere l'attuazione degli orientamenti dell'Unione sulla duplice carriera degli atleti. I "partenariati" includono anche le "piccole partnership collaborative" (Small Cooperative Partnerships, SCP), tese a favorire l'inclusione sociale e le pari opportunità nello sport, promuovere sport e giochi europei tradizionali, sostenere la mobilità di volontari, allenatori, dirigenti e personale delle organizzazioni sportive senza scopo di lucro e proteggere gli atleti, soprattutto i più giovani, dai rischi per la salute e la sicurezza migliorando le condizioni in cui si svolgono gli allenamenti e le competizioni;
- Eventi sportivi europei senza scopo di lucro - Questa tipologia di progetti intende concedere sovvenzioni alle organizzazioni individuali che devono preparare, organizzare e dare seguito a un certo evento. Le attività coinvolte includeranno l'organizzazione delle attività di formazione per gli atleti e i volontari nel periodo che precede l'evento, le cerimonie di apertura e di chiusura, le competizioni, le attività collaterali all'evento sportivo (conferenze, seminari), nonché l'attuazione delle attività rimanenti, come le valutazioni o il follow-up;
- Rafforzamento della base di conoscenza sullo sport - Questa linea budgettaria finanzia iniziative di studio, analisi e ricerca rivolte a definire meglio le politiche per lo sport in Europa, attraverso raccolta di dati, sondaggi, reti, conferenze e seminari che diffondono le buone pratiche provenienti dai Paesi aderenti al Programma Erasmus+ per lo sport e dalle organizzazioni sportive e rinforzano le reti a livello dell'Unione, in modo che i membri nazionali di quelle reti beneficino delle sinergie e degli scambi con i loro partner;
- Dialogo con le parti interessate europee - Nel contesto di questo capitolo budgettario vengono finanziati principalmente il Forum annuale dell'Unione europea sullo sport e le iniziative della Presidenza europea riguardanti lo sport, organizzate dagli Stati membri dell'Unione quando esercitano il semestre di Presidenza. Per assicurare un dialogo ottimale con le parti interessate nel settore dello sport, a seconda dei casi possono essere organizzate altre riunioni e seminari ad hoc pertinenti.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna il Governo:

1. ad adoperarsi affinché si dia adeguato supporto, anche in termini informativi, agli enti locali circa le procedure e gli adempimenti necessari per aderire alle molteplici iniziative europee, descritte nel Vademecum elaborato dalla Commissione e sopra riportato;

2. ad elaborare una strategia di insieme in vista dell'Anno europeo del patrimonio culturale, tanto più che l'Italia possiede una enorme potenzialità in questo settore;

3. ad informare adeguatamente il Parlamento circa il programma di attività che sarà elaborato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'Anno europeo del patrimonio culturale, in base all'articolo 39 del disegno di legge di bilancio 2018 (Atto Senato n. 2960).
(7-00368)
MARCUCCI