• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/18877 (4-18877)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18877presentato daLOMBARDI Robertatesto diMercoledì 20 dicembre 2017, seduta n. 901

   LOMBARDI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da uno studio che mette a confronto l'organico di Alitalia con quello di altre compagnie europee, quali Lufthansa, Air France-Klm, IAG-British, Vueling e Iberia, è emerso che il numero dei dipendenti della compagnia italiana sarebbe inferiore al necessario;

   infatti, considerando le diverse «variabili» esistenti (flotta, voli effettuati, posti km offerti, fatturato), i lavoratori Alitalia dovrebbero essere in media 13.700, anziché gli attuali 10.500, peraltro diminuiti di 1600 unità, per effetto della Cassa integrazione guadagni straordinaria firmata dalle organizzazioni sindacali;

   dunque, il problema della società aerea italiana non sarebbe costituito dagli esuberi di personale e neanche dal costo del lavoro, attualmente pari a circa 600 milioni di euro l'anno;

   sempre secondo il medesimo studio, infatti, il costo medio annuale per dipendente di Alitalia è più basso di tutti i vettori tradizionali (7000 euro annui in meno) e dei vettori low-cost (5000 euro annui in meno), fatta eccezione delle sole Iberia e Ryanair;

   durante l'attuale gestione è stata avviata la Cassa integrazione guadagni straordinaria sia a zero ore sia a rotazione per 1600 esuberi (full time equivalent), aggravando ulteriormente il sottorganico esistente e sopra evidenziato;

   da fonti sindacali, si apprende che, se da un lato Alitalia sta mettendo in cassa integrazione a zero ore oltre 100 addetti dell'IT AZ su meno di 200 in forza, in alcuni settori, come ad esempio quello dell’information technology, la società starebbe procedendo alla dismissione delle attività, esternalizzando la gestione informatica della compagnia, mediante la stipula di onerosi contratti;

   se così fosse, si porrebbero seri dubbi sulla legittimità dell'uso che l'impresa fa degli ammortizzatori sociali, che si configurerebbe per l'interrogante come un sostegno di Stato alla ristrutturazione aziendale piuttosto che come una misura in favore dei lavoratori ritenuti in eccedenza;

   a ciò si aggiunga che i 900 milioni di euro recentemente prestati dal Governo alla compagnia aerea rappresentano una cifra più alta di quella versata nelle casse di Alitalia da parte dei cosiddetti capitani coraggiosi nel 2008 e di Etihad nel 2015, che ammonterebbe a circa 800 milioni di euro;

   se il taglio del personale e il conseguente ricorso agli ammortizzatori fossero funzionali a semplificare la vendita di Alitalia, per la collettività si tratterebbe di una «doppia beffa», in quanto non solo lo Stato non tornerebbe in possesso di un asset strategico del Paese, ma si ritroverebbe a finanziare anche la terza liquidazione della compagnia e la terza privatizzazione in meno di 10 anni;

   infine si segnala che Alitalia è stata ammessa alla procedura concorsuale nonostante non abbia presentato il bilancio del 2016;

   con il prestito finanziario concesso dal Governo in favore di Alitalia ad avviso dell'interrogante si è realizzata una nazionalizzazione de facto della compagnia, peraltro presumibilmente finalizzata alla vendita –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

   se e quali iniziative di competenza si intendano adottare per verificare che vi sia un corretto utilizzo degli ammortizzatori sociali di cui in premessa;

   quale sia l'andamento del processo di risanamento in atto e quali siano le prospettive future dell'azienda.
(4-18877)