• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/02063 (2-02063) «Fantinati».



Atto Camera

Interpellanza 2-02063presentato daFANTINATI Mattiatesto diVenerdì 22 dicembre 2017, seduta n. 903

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere – premesso che:

   il volume di finanziamenti pubblici destinati dal Governo all'Enit negli anni 2016 e 2017 supera gli 80 milioni di euro, avendo scelto il Ministro interrogato – in modo discutibile – di elevare vertiginosamente rispetto al passato le risorse a disposizione dell'ente, nonostante il fatto che gli organismi sociali e le strutture interne fossero inadeguate e poco rodate rispetto ai compiti ed ai finanziamenti assegnati, anche a seguito dell'esodo pressoché totale dei vecchi funzionari verso altre amministrazioni pubbliche, come previsto dalla legge di riforma del 2014 voluta dallo stesso Ministro;

   agli ingenti finanziamenti citati, devono aggiungersi gli oltre 20 milioni di euro previsti fin dall'inizio della nuova Enit per ulteriori progetti speciali da sviluppare a sostegno del settore turistico, di cui ancora non si ha la benché minima notizia;

   restano fuori da tali conteggi le risorse che l'Enit avrebbe dovuto eventualmente acquisire in via diretta da regioni, enti locali ed altri soggetti pubblici e privati, come espressamente previsto dalla legge di riforma a motivazione del particolare profilo giuridico attribuito all'Enit quale ente pubblico economico, cioè mirato fortemente al mercato e abilitato ad effettuare operazioni commerciali (vendita servizi e altro);

   già con riferimento all'anno 2015 – che non si è inteso ricomprendere nei conteggi sopra riportati – l'ente aveva sofferto di un significativo scostamento di bilancio, che i nuovi organi sociali avevano giustificato con l'influenza di due circostanze concomitanti, ovvero la sovrapposizione durante l'anno della gestione commissariale e quella del nuovo consiglio di amministrazione, nonché l'avvenuta modifica in corso d'esercizio dell'impostazione di bilancio, passata da quella tipica degli enti pubblici a quella civilistica, propria dei soggetti (come appunto l'Enit) per i quali l'ordinamento stabilisce un profilo giuridico peculiare;

   la massima parte di quanto sopra evidenziato è avvenuto in vigenza dell'attuale Consiglio di amministrazione, che è stato nominato nel luglio 2015 ed è tuttora in carica, avendo detto organo, a giudizio dell'interrogante, un elevato grado di responsabilità – derivante dallo statuto e dalla legge – nella situazione in cui versa l'ente;

   infatti, in tale periodo risulta che il Consiglio di amministrazione abbia potuto assumere un'ampia mole di delibere, senza apparentemente alcun controllo (né preventivo e né successivo) da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ed in pendenza di una situazione, secondo l'interrogante, quanto meno opaca, derivante dal potenziale conflitto di interessi degli amministratori di Enit e dai profili di incompatibilità emersi a loro carico;

   sempre in tale periodo, tra le altre, il consiglio di amministrazione dell'Enit ha assunto alcune discutibili decisioni quali: la modifica del sistema di governance disegnato dallo statuto vigente, prima nominando un consigliere delegato e poi revocandone i poteri; l'approvazione di organigrammi e nuove piante organiche; nonché l'indizione, con dubbie modalità, di procedure selettive per la copertura di determinate posizioni;

   si segnala anche la vicenda dell'incremento degli emolumenti spettanti agli amministratori; ciò è avvenuto sulla base della norma della legge di stabilità 2016 che esclude l'Enit dall'elenco degli enti pubblici e da alcuni obblighi procedurali in tema di spending review, anche se in verità tale disposizione era finalizzata solo ad agevolare l'Enit nella effettuazione di spese all'estero, ma non certo mirata ad aumentare le prebende degli amministratori pubblici;

   scandalosa appare anche la situazione dell'Osservatorio nazionale del turismo, strumento strategico che – pur previsto dalla legge di riforma e posto sotto la responsabilità dell'Enit – a quanto risulta all'interrogante non è ancora decollato e si limiterebbe solo a registrare i dati forniti dall'Istat oppure ad acquisire i risultati di studi appaltati a soggetti esterni, che ad avviso dell'interrogante, sono basati su criteri labili e scientificamente discutibili –:

   quante e quali iniziative promozionali l'Enit abbia svolto direttamente negli anni 2016 e 2017, in che data e con quale spesa considerata per singola attività;

   quali siano state invece, negli stessi due anni, le iniziative promozionali affidate dall'Enit (interamente o parzialmente) all'esterno, ovvero svolte da soggetti terzi, nonché quali siano stati i costi effettivi per ciascuna di esse e quali le modalità di assegnazione delle prestazioni rese a cura dei soggetti individuati;

   se il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo abbia sinora mai verificato la rispondenza delle iniziative svolte da Enit alla programmazione vigente, come deliberata dagli organi dell'ente o dal Ministero vigilante, ovvero se la totalità o parte di esse esulasse dalla pianificazione in vigore, posto che le stessi si appalesano, secondo l'interrogante, come attività disorganiche e confuse.
(2-02063) «Fantinati».