• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/03138 dal settembre 2009 il terminale di rigassificazione realizzato a circa 15 chilometri di distanza dalla costa a largo di Porto Viro è entrato in fase di esercizio essendo costituito da un...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03138presentato daBRATTI Alessandrotesto diMercoledì 2 luglio 2014, seduta n. 255

BRATTI, LATTUCA, ARLOTTI, CRIVELLARI, PETITTI e PAGANI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
dal settembre 2009 il terminale di rigassificazione realizzato a circa 15 chilometri di distanza dalla costa a largo di Porto Viro è entrato in fase di esercizio essendo costituito da un terminale di rigassificazione marino per l'accosto e l'ormeggio di navi metaniere e lo scarico, stoccaggio e rigassificazione del GNL, ubicato (Rovigo) e da una condotta per l'invio del gas a terra, costituita da un tratto offshore (dal Terminale alla costa) ed un tratto onshore (dalla costa alla cabina di riduzione e misura gas);
il Gas naturale liquefatto viene trasportato dal sito di produzione da apposite navi metaniere e consegnato al terminale di ricezione di Porto Viro, dove viene stoccato, rigassificato e quindi trasportato a terra tramite la condotta, per essere immesso, attraverso la cabina di riduzione e misura, nella rete di distribuzione;
il terminale di Porto Viro, primo al mondo con tipologia GBS (Gravity Base Structure), consiste in una struttura in calcestruzzo armato appoggiata su fondale marino, ad una profondità di circa 29 metri, nel mare Adriatico settentrionale. Le dimensioni della piattaforma sono di circa 180 metri di lunghezza e 88 metri di larghezza;
nella fase di esercizio le navi metaniere si accostano alla struttura nel lato Nord è scaricano il GNL all'interno dei serbatoi di stoccaggio, utilizzando pompe presenti sulla nave. Il processo di vaporizzazione del GNL avviene utilizzando acqua di mare (volumi di circa 29.000 metricubi/ora), prelevata ad una profondità di 15 metri rispetto al livello del mare in direzione Ovest;
l'acqua di mare utilizzata nel processo di rigassificazione viene trattata in continuo, a monte del processo, con ipoclorito di sodio (corrispondente ad una concentrazione pari a 0,2 mg/l in termini di cloro attivo allo scarico) e tutti i reflui prodotti (acque di raffreddamento, acque provenienti dalla vaporizzazione, reflui civili) vengono scaricati ad una profondità di circa 12 metri rispetto al livello del mare, in direzione Sud, determinando una notevole variazione termica dell'ambiente marino;
il rigassificatore, ancora oggi, si trova in una fase definita di collaudo o esercizio provvisorio, finalizzato alla messa a punto degli impianti della struttura;
l'impianto è collocato al largo del delta del Po, in un'area di grande valenza naturalistica ed ambientale nell'ambito della quale, nel corso degli anni, si è sviluppata una importantissima attività di pesca e molluschicoltura che interessa un notevole numero di addetti ed assume un significato economico particolarmente significativo;
l'area suddetta è caratterizzata da una elevata potenzialità produttiva che incide positivamente sulle attività di pesca in particolare sul pesce azzurro, tipologia di pescato che ha permesso negli ultimi anni ai pescatori di sopperire in parte alla riduzione di pescato;
alcune amministrazioni locali, anche a nome delle associazioni di categoria, hanno manifestato forti preoccupazioni in ordine al possibile impatto del rigassificatore sulle aree della provincia di Rovigo e sulle aree emiliano-romagnole che, direttamente investite dalla direzione delle principali correnti marine, risentono delle acque scaricate dal rigassificatore;
l'ISPRA è incaricata del monitoraggio ambientale dell'impatto del rigassificatore e della conduttura sottomarina, interrata, che porta il gas nell'entroterra in provincia di Rovigo e l'attività del rigassificatore viene controllata anche dall'ARPA Veneto esclusivamente in funzione della verifica del rispetto dei limiti di legge per quanto attiene il tenore di cloro attivo nelle acque emesse dall'impianto nel mare (0,2 mg/litro);
il terminale non è ancora in fase di esercizio definitivo, previsto per il prossimo autunno; quando sarà a regime l'impianto, insieme all'acqua utilizzata per il riscaldamento del gas liquido, reimmetterà in mare anche i reflui civili conseguenti alla presenza costante di varie decine di addetti nello stabilimento;
allo stato delle conoscenze l'impianto reimmette in mare un quantitativo variabile da 23.000 a 29.000 metricubi/ora; tale acqua è caratterizzata dalla presenza di cloro attivo e cloro derivati, e che pertanto è necessario indagare sulla sua sterilizzazione dovuta all'impiego del cloro, ma anche agli sbalzi pressori che subisce all'interno dell'impianto e alla variazione termica che subisce a seguito del trattamento;
non sono disponibili informazioni dettagliate ed esaurienti riguardanti gli impatti derivanti dai processi di lavorazione sinteticamente descritti e che non sono stati forniti né il protocollo di monitoraggio, né i dati risultanti da tale attività;
tale massa d'acqua viene introdotta da Ovest e viene rigettata in mare a Sud, dove sarebbe comunque trasportata dalle correnti naturali e che non sono sufficientemente indagati i problemi derivanti dalla sterilizzazione con potenziale impatto alla potenziale produttività delle acque (quindi l'eliminazione di larve e plancton), né la formazione di cloro derivati particolarmente tossici e che non risulta che sia stato sufficientemente osservata la produzione di quantità considerevoli di schiume;
la situazione di incertezza sulle attività di monitoraggio svolte sull'ecosistema marino e sulle risorse ittiche sta determinando una situazione di criticità per i cittadini e gli addetti alle attività di piscicoltura e all'economia della pesca –:
se siano state assunte tutte le iniziative per garantire un adeguato monitoraggio e controllo dell'inquinamento ambientale della qualità delle acque e dell'ecosistema marino per il quale possono determinarsi problemi anche per la fauna ittica e l'economia della pesca, in particolare evidenziando se vi siano stati danneggiamenti all'ecosistema che hanno determinato l'assenza di fauna ittica nella zona tra Porto Garibaldi e Cesenatico, e quali iniziative il Ministro intenda assumere per garantire l'adeguata diffusione dei risultati del piano di monitoraggio e la dovuta informazione ambientale alle istituzioni, agli enti locali, ai cittadini e alle imprese del settore ittico. (5-03138)