• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/08828 SPILABOTTE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante: il consorzio Acquedotti riuniti degli Aurunci nasce...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08828 presentata da MARIA SPILABOTTE
sabato 23 dicembre 2017, seduta n.922

SPILABOTTE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

il consorzio Acquedotti riuniti degli Aurunci nasce nel 1941 e viene costituito in base agli artt. 156-172 del testo unico della legge comunale e provinciale n. 383 del 1934, al decreto ministeriale 20 agosto 1941 di costituzione e ai successivi decreti ministeriali di modifiche statutarie;

si tratta di un Consorzio di enti locali (ente pubblico interprovinciale ed interregionale), che, nel momento della sua massima espansione e nel momento della conclusione della sua fase gestionale (ottobre 2003), comprendeva ben 73 Comuni, di cui 51 in provincia di Frosinone, 20 in provincia di Latina, uno in provincia di Caserta e uno in provincia di Isernia;

la disciplina giuridica del Consorzio, prevista dalle norme citate del testo unico della legge comunale e provinciale e dal relativo statuto consortile, è rimasta immutata fino al 1990, cioè fino alla data di entrata in vigore della legge n. 142 del 1990;

questa legge ha, infatti, modificato la disciplina della gestione dei servizi degli enti locali, operandone una profonda revisione, nella quale è rientrato anche il consorzio degli Aurunci;

la legge n. 142 del 1990 prevedeva una disciplina transitoria, contenuta nell'art. 60, in particolare nei commi 1-bis e 1-ter, aggiunti successivamente;

il consorzio idrico è configurato come ente di ente di natura economico-imprenditoriale, secondo quanto previsto dall'art. 25 della legge n. 142 del 1990 e successivamente dalla legge n. 36 del 1994, sino all'istituzione degli ambiti territoriali ottimali (ATO), di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006;

in realtà, con sentenza n. 13412 delle Sezioni unite della suprema Corte di cassazione, in data 17 maggio 1991, è stata ribadita la natura giuridica del predetto consorzio quale "ente di diritto pubblico" di natura "non economica";

considerato che:

la mancata trasformazione dell'ente in ATO ha portato all'applicazione, per oltre un ventennio, della normativa transitoria recata dall'art. 273, comma 4, del decreto legislativo n. 267 del 2000;

ai sensi dell'art. 60 della legge n. 142 del 1990, il prefetto di Frosinone ha nominato un commissario o il collegio commissariale per la temporanea gestione del consorzio;

il prefetto di Frosinone, fin dal 1997, allorquando fu disposta la liquidazione del consorzio, nel corso dell'ultimo ventennio, ha rinnovato il commissariamento dell'ente ai fini della definizione dei rapporti giuridici pendenti fin quando, con l'entrata in vigore dell'art. 7 del decreto-legge n. 133 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014, ha ritenuto di non avere più competenza, in quanto la materia, ai sensi della normativa, risulta essere di competenza della Regione;

considerato inoltre che, a quanto risulta all'interrogante:

la Regione Lazio, più volte, è stata sollecitata in tal senso dalla Prefettura di Frosinone senza ottenere alcun esito;

attualmente il Consorzio risulta privo di guida, in quanto l'ultimo collegio commissariale nominato dalla Prefettura di Frosinone risulta scaduto dal 31 dicembre 2014 e, non solo non è stato rinnovato, ma i commissari stessi hanno chiesto la cancellazione dei propri nominativi dagli elenchi della Camera di commercio di Frosinone. Il Consorzio risulta inoltre privo di sede ed ha, infine, passività per oltre 50 milioni di euro al netto delle attività, passività in gran parte dovuta a lavori e forniture per lo più realizzate da piccole e medie imprese locali, che si vedono impedita qualsiasi iniziativa ed ogni azione legale impossibilitate come sono, addirittura, a notificare i relativi atti per mancanza di sede e rappresentanza dell'ente;

la stessa Prefettura di Frosinone, nel tempo, per addivenire ad una soluzione della vicenda, ha più volte interessato sia il Dipartimento per gli affari regionali del Consiglio dei ministri, sia il presidente della Regione Lazio, sia il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno che ha, altresì ravvisato nel 2013, l'opportunità che la vicenda venisse rappresentata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, alla Procura regionale della Corte dei conti ed al prefetto di Latina,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza della situazione rappresentata;

se e quali iniziative intenda intraprendere, affinché si giunga ad una liquidazione del consorzio con il successivo pagamento di ogni spettanza ai fornitori ed alle piccole e medie imprese creditori del consorzio stesso.

(4-08828)