• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02447 CONSIGLIO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che: nel giugno 2014 la Rai Radiotelevisione italiana SpA ha inviato a tutti i soggetti iscritti alle Camere di commercio "una...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02447 presentata da NUNZIANTE CONSIGLIO
mercoledì 9 luglio 2014, seduta n.275

CONSIGLIO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

nel giugno 2014 la Rai Radiotelevisione italiana SpA ha inviato a tutti i soggetti iscritti alle Camere di commercio "una richiesta di pagamento di un canone speciale a chiunque detenga, fuori dell'ambito familiare, uno o più apparecchi atti o adattabili - quindi muniti di sintonizzatore - alla ricezione delle trasmissioni televisive indipendentemente dall'uso al quale gli stessi vengono adibiti";

a tale lettera è allegato un bollettino di conto corrente postale già compilato, il cui importo, viene citato nella lettera, è deducibile dal reddito d'impresa;

risulta, inoltre, tanta differenza tra esercizi commerciali poiché la richiesta va da un minimo di 203 euro ad un massimo di 6.789 euro;

tale situazione si era già verificata nel 2012, quando la Rai aveva inviato indistintamente a imprese, società, studi professionali, eccetera, un bollettino postale per provvedere al pagamento dell'abbonamento speciale, specificando che lo stesso era dovuto, oltre che per il possesso di un apparecchio televisivo, anche in presenza di strumenti "atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni";

l'introduzione dell'art. 17 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, era finalizzato all'emersione delle situazioni illegittime, in cui i soggetti si erano sottratti al pagamento del dovuto ma, in assenza della determinazione di cui sopra, obbligava al pagamento del canone speciale anche i soggetti che utilizzano gli apparecchi informatici ai fini dell'attività professionale o di impresa;

in alcuni casi, i soggetti economici si sono dotati di tali apparecchiature proprio per assolvere ad obblighi normativi, quali l'adozione della posta elettronica certificata o l'obbligo di comunicazione per via telematica tra imprese e pubblica amministrazione;

un apparecchio privo di sintonizzatori radio operanti nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è ritenuto né atto né adattabile alla ricezione delle radioaudizioni, e conseguentemente per esso non va pagato alcun canone;

non sono soggetti al pagamento del canone i personal computer, fissi o portatili, i tablet come gli «iPad » e gli smartphone, che consentono l'ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare;

in un momento di grave crisi economica, dove ogni giorno chiudono centinaia di aziende ed attività commerciali perché il costo del lavoro e la pressione fiscale sono divenute insostenibili, colpire ancora duramente il sistema produttivo imponendo una nuova imposta sull'innovazione e sullo sviluppo tecnologico risulta quanto mai ingiustificata,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di intervenire con atti di competenza al fine di risolvere definitivamente la questione, indicando espressamente per quali apparecchi è dovuto il pagamento del canone Rai, e attivarsi affinché venga sospeso l'invio indistinto delle richieste di pagamento del canone speciale, e vengano annullati gli effetti delle indebite richieste.

(4-02447)