• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/19001 (4-19001)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-19001presentato daRUSSO Paolotesto diMercoledì 17 gennaio 2018, seduta n. 905

   RUSSO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge n. 91 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 123 del 2017, è stata introdotta una nuova normativa in materia di utilizzo di sacchetti di plastica, in recepimento della direttiva UE 2015/720;

   la nuova normativa riguarda sia le buste fornite ai consumatori per il trasporto di merci o prodotti dal punto vendita, per esempio quelle che vengono fornite alle casse dei supermercati, sia quelle «richieste a fini di igiene o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi»;

   la nuova normativa è entrata in vigore dal 1o gennaio 2018 e ha già dato vita a numerose proteste da parte dei cittadini, relative soprattutto al costo del singolo sacchetto che è a carico del consumatore;

   sulla base di ricerche di mercato condotte da società che offrono consulenza nel settore delle plastiche, le nuove norme in materia di utilizzo di sacchetti biodegradabili, comporteranno un considerevole aumento della produzione e di fatturato, con importanti e positive ripercussioni per le aziende che si occupano della trasformazione della materia prima;

   le specifiche tecniche introdotte in merito alla caratteristiche che i sacchetti biodegradabili devono possedere, solo in parte motivate da quanto previsto dalle normative europee, sembrerebbero di fatto favorire soprattutto la Novamont, unico colosso italiano attivo nella produzione del materiale necessario per fabbricare le buste biodegradabili;

   al 31 dicembre 2016, come risulta da documenti pubblici dell'azienda, la Novamont è controllata al 25 per cento da Versalis del gruppo Eni al 75 per cento da Mater-bi spa, i cui azionisti sono investitori associati e altri soci;

   Versalis ha un azionista, Eni spa, nel cui bilancio infatti la Novamont è indicata come «impresa collegata», mentre Mater Bi spa di azionisti ne ha 26, di cui il principale è posseduto per quasi il 100 per cento da una società domiciliata in Lussemburgo; risulterebbero inoltre, tra gli azionisti, società estere con sede in Portogallo e a Malta, in un impianto di società organizzate con il cosiddetto sistema delle scatole cinesi;

   Novamont, insieme a Mater Biopolymer e Matrica, società controllate dalla stessa Novamont, sono gli unici soci, in qualità di produttori, di Assobioplastiche, che riunisce le aziende specializzate nella lavorazione dei polimeri;

   inoltre, suscita perplessità, in merito ad una possibile posizione di favore della Novamont, la circostanza per cui l'amministratore delegato della stessa Novamont, Catia Bastioni, è stata oratore in occasione della seconda edizione della Leopolda e, nel 2014, è stata nominata presidente di Terna;

   suscita ulteriori perplessità il fatto che le norme tecniche, non giuridiche, relative alla definizione degli standard europei in materia di caratteristiche che un materiale deve possedere per essere definito biodegradabile, siano state varate dal CEN (Comitato europeo di normazione), che è una struttura belga che sembra si sia avvalsa dello staff di Novamont –:

   se non ritengano i Ministri interrogati di dover intervenire, per quanto di competenza, al fine di chiarire e definire la situazione nonché valutare l'adozione di iniziativa per la possibile sospensione dell'applicazione della norma, in considerazione delle numerose ombre e dell'assenza di trasparenza che offuscano la vicenda e impediscono una corretta e condivisa applicazione della richiamata disciplina.
(4-19001)