• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02533 SERRA, MOLINARI, MONTEVECCHI, MORRA, MARTELLI, TAVERNA, MORONESE, BLUNDO, DONNO, BERTOROTTA, SANTANGELO, MANGILI - Ai Ministri della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02533 presentata da MANUELA SERRA
mercoledì 23 luglio 2014, seduta n.289

SERRA, MOLINARI, MONTEVECCHI, MORRA, MARTELLI, TAVERNA, MORONESE, BLUNDO, DONNO, BERTOROTTA, SANTANGELO, MANGILI - Ai Ministri della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:

da notizie di stampa ("L'Unione Sarda" del 15 luglio 2014, "LaPlanargia" del 14 luglio 2014) si apprende che la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un'inchiesta sulla campagna vaccinale contro la blue tongue ("lingua blu") del 2003-2004. L'indagine coinvolge 41 persone, tra cui dipendenti del Ministero della salute, dirigenti degli Istituti zooprofilattici sperimentali di Padova e Teramo e manager di aziende farmaceutiche nonché alcuni dirigenti pubblici, relativamente ad alcuni reati connessi alla distribuzione e all'utilizzo dei vaccini, tra i quali l'aver diffuso la "lingua blu" attraverso l'impiego di un vaccino prodotto nella Repubblica del Sudafrica, senza una sperimentazione che ne valutasse gli effetti indesiderati sugli animali;

i dirigenti pubblici accusati di aver cagionato la diffusione della blue tongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale, sarebbero Romano Marabelli, direttore generale del Dipartimento alimenti e sanità veterinaria del Ministero della salute, e Vincenzo Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise;

oltre all'utilizzo di un vaccino risalente al 1947 che non avrebbe mai superato i collaudi di sicurezza in Europa, fatta eccezione per quelli effettuati dall'Istituto zooprofilattico di Teramo (centro di riferimento per le malattie esotiche a cui nel 2002 il Ministro della salute pro tempore, Girolamo Sirchia, aveva affidato le indagini), Marabelli, insieme ad altri dirigenti del Ministero e tre manager di aziende farmaceutiche, avrebbe imposto la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale;

occorre, inoltre, rilevare che l'Istituto zooprofilattico di Teramo, a cui erano stati affidati i controlli e le indagini scientifiche, era anche vincitore della gara per l'importazione dei vaccini e della relativa tecnologia di produzione. Ne deriva, a parere degli interroganti, un verosimile conflitto di interessi. Lo stesso ente, quindi, importava il farmaco, lo studiava, ne valutava gli effetti e, successivamente, lo distribuiva. La campagna vaccinale aveva acquisito dimensioni importanti tanto da rendere necessario l'impiego di veterinari liberi professionisti che, con informazioni approssimative, procedevano alla vaccinazione degli animali a prescindere dal loro stato di salute. Gli effetti della somministrazione del vaccino sudafricano, ben presto, rivelavano le reali conseguenze dell'adozione del farmaco, che produceva una grande moria di animali in Sardegna e in Abruzzo, oltre ad un numero rilevante di aborti, alla perdita del latte e alla perdita di fertilità nelle pecore. Accadeva, quindi, paradossalmente che lo stato di salute più precario era riscontrabile negli animali vaccinati contro il virus;

secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, Marabelli sarebbe stato il capo di una organizzazione che favoriva gli interessi della ditta farmaceutica Merial Italia SpA attraverso accordi illeciti stipulati con i suoi dirigenti, che prevedevano benefici economici, viaggi e finanziamenti destinati a centri di ricerca o all'organizzazione di convegni. Inoltre, attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell'emergenza blue tongue sarebbe stata avviata la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale imponendo, nonostante non ci fosse un'effettiva emergenza sanitaria, l'acquisto in esubero da parte del Ministero di 3.578.800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne vaccinali del 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009;

considerato che:

i vaccini anziché debellare la malattia negli allevamenti in realtà ne avrebbero favorito la diffusione;

l'epidemia ha causato una strage negli allevamenti sardi e ingenti danni agli operatori del settore determinando un grave danno economico per la Sardegna, quantificato in 2,5 milioni di euro;

risulta agli interroganti che i pastori sardi da oltre un decennio denunciano le anomalie che sono state evidenziate dall'indagine in corso. L'opposizione dei pastori alla vaccinazione fu strenua, ma inascoltata. Il coordinamento dei pastori sardi propose ricorso avanti il Tar del Lazio per bloccare la vaccinazione e presentò un esposto alla Procura di Cagliari per segnalare l'illegittimità della vicenda e la superficialità con cui questa era stata gestita. Si opposero alla campagna vaccinale anche alcuni veterinari, tra i quali Ignazio Piras che rischiò il licenziamento perché si rifiutò di vaccinare secondo un protocollo vaccinale che definì pericoloso e mortale per le pecore,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle dimensioni assunte dall'epidemia della "lingua blu" sul territorio nazionale ed in particolare in Sardegna;

quali urgenti iniziative di competenza, di concerto con le amministrazioni interessate, intendano adottare al fine di contrastare il diffondersi della "lingua blu";

se non ritengano necessario prevedere l'avvio di una procedura di risarcimento, al fine di fornire adeguata risposta alle richieste di aiuto che pervengono dagli operatori del settore.

(4-02533)