• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/03412 l'articolo 32 della Costituzione qualifica il diritto alla salute come attributo fondamentale della persona e interesse fondamentale della collettività; sebbene la garanzia effettiva...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03412presentato daGREGORI Monicatesto diVenerdì 1 agosto 2014, seduta n. 277

GREGORI e GIACHETTI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
l'articolo 32 della Costituzione qualifica il diritto alla salute come attributo fondamentale della persona e interesse fondamentale della collettività;
sebbene la garanzia effettiva del godimento di questo diritto sia rimessa alle scelte legislative e amministrative dei vari livelli di governo, nessuna determinazione pubblica può pervenire alla negazione del nucleo essenziale del diritto alla salute, che — anzi — nella giurisprudenza è ritenuto una delle prerogative incomprimibili della persona;
la vicenda dell'ospedale di Subiaco (RM) si pone come esempio di evidente messa in pericolo del diritto alla salute di una vasta comunità urbana e rurale alle porte di Roma, nell'Alta Valle dell'Aniene;
l'ospedale di Subiaco (afferente all'ASL RMG) serve un bacino variabile dalle 50 mila persone (i residenti di Subiaco e dintorni) fino a 700 mila, computando gli afflussi turistici ai complessi religiosi (monasteri e santuario della Santissima Trinità di Vallepietra) e ai siti di montagna (Altipiani di Arcinazzo, Monte Livata, Parco dei Monti Simbruini);
sebbene in linea d'aria e in termini chilometrici Subiaco sia piuttosto vicina ad altri centri dotati di ospedali, la rete stradale è tale che nessun presidio ospedaliero di quelli più prossimi è a meno di 45 minuti da Subiaco, in modo che la cosiddetta: Golden Hour (vale a dire il tempo aureo, quello essenziale per intervenire a salvare la vita) non può essere garantita da altra struttura se non quella di Subiaco stessa;
in attuazione del piano operativo 2013-2015 sul rientro dal deficit relativo alla regione Lazio, condiviso dalla giunta regionale, è stato elaborato un progetto per cui a Subiaco resti una presenza molto ridotta, costituita da soli 5 posti di osservazione breve intensiva, da un mezzo di soccorso medicalizzato, dal servizio di tele-consulenza di radiologia e – per quel che concerne i posti letto – 20 posti di medicina generale, 20 di gestione infermieristica e soli 6 di Day Surgery. Sarebbe prevista anche l'elisuperficie, mentre l'emergenza a ventiquattro ore sarebbe demandata al DEA di 1° livello di Tivoli;
a parte il fatto – per fare solo un esempio – che l'elisuperficie in via di fatto a Subiaco non c’è, appare chiaro che un simile progetto costituisca né più e né meno, lo smantellamento dell'ospedale, in totale contraddizione con quanto affermato dal Ministro interrogato, che ha fatto visita a Subiaco il 7 maggio 2014;
il progetto infatti non risponde secondo l'interrogante ad alcun criterio organizzativo, strutturale o funzionale giacché manca dei basilari requisiti di presenza medica sul pronto soccorso (un chirurgo, un internista e un rianimatore tutti h24);
a questi profili si aggiunge il tema dei pazienti critici e dei residenti negli ex ospedali psichiatrici giudiziari. La relazione governativa sullo stato di attuazione dei programmi regionali, relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e in particolare sul grado di effettiva presa in carico dei malati da parte dei dipartimenti di salute mentale, prevede l'assegnazione a Subiaco di 40 persone, ciò che appare del tutto in contraddizione con l'indebolimento della struttura;
d'altronde, i piani di rientro sono finalizzati a verificare la qualità delle prestazioni oltre che a raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali. Il Ministro interrogato pertanto è competente, attraverso il SIVEAS, ad affiancare le regioni nel raggiungere gli obiettivi previsti dai Piani;
oltre agli aspetti attinenti all'effettiva prestazione del servizio sanitario, sono anche evidenti le pesantissime ricadute occupazionali che lo smantellamento dell'ospedale di Subiaco produrrebbe. L'impoverimento economico e professionale della città – peraltro – porterebbe perdite economiche indotte che sopravanzerebbero largamente i risparmi ottenuti dalla chiusura;
appare che, considerato il bacino di utenza assai cospicuo e di età media piuttosto elevata, il progetto per Subiaco costituisca un inaccettabile arretramento della presenza della sanità pubblica e del servizio universale nell'Alta Valle dell'Aniene –:
quali direttive intenda impartire al commissario ad acta presidente della giunta regionale del Lazio, nominato con decreto del Presidente del Consiglio il 21 marzo 2013 – per rivedere le decisioni relative all'ospedale di Subiaco onde garantire in modo effettivo il diritto alla salute, con particolare riferimento alle attività strettamente connesse al servizio di pronto soccorso, dovute per legge, la cui presenza è connotato indefettibile per la sussistenza del servizio medesimo. (5-03412)