• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02541/001 premesso che: è in corso d'esame il disegno di legge C. 2541, attinente il «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013»; non si...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02541/001presentato daBORDO Francotesto diGiovedì 7 agosto 2014, seduta n. 281

La Camera,
premesso che:
è in corso d'esame il disegno di legge C. 2541, attinente il «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013»;
non si può condurre una disamina esaustiva del rendiconto 2013 per quanto concerne il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Tabella 12), senza richiamare le questioni segnalate dalla Corte dei conti con riferimento al regime delle «quote latte» e alle criticità gestionali relative al recupero dei «prelievi supplementari» dovuti dagli allevatori;
la Commissione Europea ha stigmatizzato che il sistema ordinamentale italiano dimostri, da lungo tempo, un'intrinseca inefficacia a garantire il recupero, da parte dello Stato italiano stesso, dei «prelievi» sulle eccedenze di produzione delle «quote latte» (cosiddetti «prelievi supplementari»);
i Regolamenti comunitari n. 804/68, n. 856/84 e n. 1234/2007 (Regolamento unico OCM) assegnano, a ciascuno Stato membro, dei massimali di produzione del latte e di prodotti lattieri che non possono essere superati. All'interno di ciascuno Stato membro, poi, la quota viene divisa fra i vari produttori lattieri, ciascuno dei quali, pertanto, non può superare una soglia specifica;
lo sforamento di tale tetto massimo, da parte del singolo produttore, impone al medesimo di pagare, sulla produzione in eccedenza e in favore dello Stato cui appartiene, un importo di denaro qualificato come «prelievo supplementare»;
l'articolo 66 del Regolamento (CE) n. 1234/2007 del 22 ottobre 2007 ha prorogato il sistema delle «quote latte» fino alla campagna lattiera del 2014/2015. Il regime delle quote cesserà il 31 marzo 2015;
con Decisione 2003/530/CE del 16 luglio 2003, la Commissione Europea ha concesso la rateizzazione dei pagamenti dovuti da quelle aziende che, avendo già contestato in sede giudiziale le ingiunzioni delle Amministrazioni italiane al pagamento dei prelievi, si fossero ritirate dal contenzioso. Un certo numero di produttori aderì a detti piani di rateizzazione;
la Commissione Europea in data 20 giugno 2013 ha inviato all'Italia la messa in mora. Di fatto, la Commissione Europea ha posto l'Italia sotto procedura di infrazione (n. 2013/2092 – articolo 258 del Trattato di Funzionamento dell'Unione Europea) per il mancato recupero alle casse dello Stato, a tutt'oggi, di prelievi per un importo di 1,423 miliardi di euro. Questa cifra corrisponde al debito, fino ad oggi e per le campagne dal 1995/1996 al 2008/2009, dei produttori lattieri che non hanno aderito ai programmi di rateizzazione (per scelta o in quanto esclusi dalla «copertura» di cui alla citata Decisione), calcolato al netto di 158 milioni di euro non più recuperabili;
conseguentemente alla procedura di infrazione, il 10 luglio del 2013 la Commissione Europea ha emesso il relativo parere motivato;
la Commissione Europea ha messo sotto accusa la gestione degli arretrati di quella fascia di produttori che non ha aderito ad alcuna rateizzazione (ne sono state fatte due concordate in sede Ecofin) e che dunque risulta totalmente inadempiente. Per la Commissione l'assenza di progressi significativi del recupero delle multe dopo tanti richiami e campanelli d'allarme, non poteva che concretizzarsi in una procedura di infrazione;
lo Stato italiano per far fronte agli impegni con la Commissione Europea, che altrimenti si sarebbe rivalsa sui contributi agli agricoltori, è ricorso alle anticipazioni di tesoreria statale, il tutto per sanare un buco di complessivi 4,4 miliardi di euro;
il recupero delle somme dovute riguardano le pendenze di circa duemila produttori, di cui seicento di loro devono pagare somme superiori a 300 mila euro. Il comportamento di questi soggetti produce una distorsione delle regole del mercato, nonché una concorrenza sleale nei confronti della stragrande maggioranza dei trentotto mila allevatori che si sono messi in regola e hanno rispettato le norme negli anni, acquistando o affittando quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro;
la Corte dei conti con la deliberazione n. 11/2013/G del 21 novembre 2013, ha rilevato notevoli criticità nella gestione degli interventi per il recupero del «prelievo supplementare» dovuto dagli allevatori nell'ambito del regime delle «quote latte»;
il mancato recupero, sempre secondo la Corte dei conti, potrebbe comportare un trasferimento dell'onere finanziario dagli allevatori inadempienti alla generalità dei contribuenti e, questo modus operandi, consente di mantenere sommerso un debito a carico del bilancio dello Stato, perché la quota del debito è stata detratta dalla Commissione Europea dagli anticipi mensili assegnati all'Italia in attuazione della Politica Agricola Comune;
nel corso dello svolgimento del question time del 23 luglio 2014 presso la Commissione XIII della Camera, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Gabinetto del Ministro – Ufficio Legislativo, ha affermato, inoltre, che: «...è bene tenere presente che se una procedura di infrazione dovesse concludersi negativamente, oltre agli importi già versati sotto forma di trattenute, l'Italia potrebbe essere condannata dalla Corte di Giustizia a pagare sanzioni pesantissime fino al recupero dei prelievi dovuti...» ed ancora: «... a fronte di tale situazione appare, quindi, necessario intervenire affinché gli interventi fattibili e concreti possano essere finalizzati ad assicurare il recupero delle somme dovute il più celermente possibile...»,

impegna il Governo:

a valutare se avviare, nel più breve tempo possibile, le azioni necessarie per il recupero dei crediti esigibili dei «prelievi» sulle eccedenze di produzione delle «quote latte» (cosiddetti «prelievi supplementari»);
a verificare che i crediti già dichiarati dal Governo «inesigibili» lo siano realmente, e in caso affermativo, informare il Parlamento della reale consistenza economica di tale quota e quali iniziative si intendano porre in essere al riguardo.
9/2541/1. (Testo modificato nel corso della seduta) Franco Bordo.