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Atto a cui si riferisce:
C.1/00583 premesso che: per il periodo 2014-2020 il bilancio dell'Unione europea è finanziato secondo un sistema di risorse proprie il cui importo complessivo non può superare...



Atto Camera

Mozione 1-00583presentato daGALGANO Adrianatesto diVenerdì 5 settembre 2014, seduta n. 284

La Camera,
premesso che:
per il periodo 2014-2020 il bilancio dell'Unione europea è finanziato secondo un sistema di risorse proprie il cui importo complessivo non può superare annualmente, in termini di pagamenti l'1,23 per cento e, in termini di impegni, l'1,29 per cento della somma dei redditi nazionali lordi (RNL) di tutti gli Stati membri;
le risorse proprie previste per il periodo 2014-2020 sono costituite, in particolare dalle cosiddette risorse proprie tradizionali (nello specifico i dazi doganali), da una nuova risorsa basata sull'IVA e, in prospettiva, dal gettito dell'imposta sulle transazioni finanziarie nonché dai contributi versati dagli Stati membri in relazione al rispettivo reddito nazionale lordo (RNL);
il sistema di risorse proprie 2014-2020 contempla, analogamente ai periodi precedenti, meccanismi di correzione, di diversa struttura ed entità, a favore di singoli Stati contributori netti al bilancio europeo, tra cui il Regno Unito, la Germania, i Paesi Bassi, la Svezia, la Danimarca, i Paesi Bassi la Svezia e l'Austria beneficerà di una riduzione lorda del proprio contributo RNL annuo pari a 30 milioni di euro nel 2014, a 20 milioni di euro nel 2015 e a 10 milioni di euro nel 2016;
in base al nuovo sistema di risorse proprie l'Italia dovrebbe registrare un saldo netto passivo verso l'Unione europea di 3850 milioni di euro l'anno, pari a circa lo 0,23 per cento del reddito nazionale lordo, in sensibile miglioramento rispetto a quello relativo al periodo 2007-2013, che ammontava a 4500 milioni di euro l'anno, corrispondenti allo 0,28 per cento del reddito nazionale lordo. L'Italia dovrebbe pertanto essere il terzo minor contribuente netto, dopo Belgio e Spagna, mentre i maggiori contributori netti – in rapporto al rispettivo reddito nazionale lordo – saranno i Paesi Bassi, la Germania, la Francia, la Svezia e il Regno Unito (con saldi netti passivi pari, rispettivamente, allo 0,39 per cento allo 0,38 per cento e allo 0,33 per cento del reddito nazionale lordo);
il sistema di risorse proprie 2014-2020 presenta, analogamente ai precedenti, elementi di forte criticità, continuando ad essere in ampia misura ad essere finanziato non da autonome e dirette fonti di entrata del bilancio dell'Unione europea, ma basandosi sulla risorsa del reddito nazionale lordo, che si risolve in trasferimenti dagli Stati membri all'Unione europea;
tale sistema alimenta, per sua natura, la logica del «giusto ritorno», in base alla quale ciascuno Stato membro esige che le risorse da esso versate all'Unione europea siano ad esso riassegnate nell'ambito delle rubriche di spesa previste dal Quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea;
ne consegue, per un verso, la ritrosia degli Stati membri con più elevato reddito nazionale lordo ad acconsentire ad un aumento del volume del bilancio europeo che per il periodo 2014-2020 dispone di stanziamenti non superiori a 959.988 milioni di euro in impegni, corrispondenti all'1 per cento dei reddito nazionale lordo (RNL) dell'Unione europea e a 908.400 milioni di euro in stanziamenti per pagamenti, corrispondenti allo 0,95 per cento del reddito nazionale lordo dell'Unione europea. Tale dotazione risulta, per la prima volta nella storia, inferiore a quella prevista per il precedente quadro finanziario 2007-2013;
per l'altro verso, la logica del giusto ritorno incide profondamente sull'allocazione delle risorse dei bilancio europeo tra le varie politiche di spesa, in ragione della misura in cui esse apportano beneficio ai vari Stati membri. In particolare, ne consegue la concentrazione di gran parte del volume della spesa su politiche tradizioni quali l'agricoltura e la coesione, che nel periodo 2014-2020 assorbono oltre i due terzi della dotazione complessiva, mentre sono riservati stanziamenti ridotti alle politiche più direttamente connesse alla competitività, all'innovazione, alla ricerca nonché alle politiche nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia;
nella stessa logica si iscrivono i meccanismi di correzione o sconto dei contributi del Regno Unito e di altri Stati membri che appaiono in evidente contrasto con i principi di solidarietà e coesione economica e sociale dell'Unione europea e non trovano alcuna giustificazione alla luce del livello della prosperità relativa dei Paesi che ne beneficiano. Essi pertanto determinano una evidente distorsione, se non negazione, dei principi e criteri generali su cui si fonda il processo di integrazione europea. La Commissione europea aveva non a caso proposto la progressiva soppressione di ogni correzione per il periodo 2014-2020;
in sostanza, l'attuale sistema di risorse proprie pregiudica l'allocazione della spesa europea in settori ad alto potenziale di crescita e occupazione, in contrasto con gli obiettivi della Strategia Europa 2020, e non consente all'Unione di sviluppare strumenti di intervento adeguato rispetto alle sfide globali che essa deve fronteggiare nei settori dell'immigrazione, della sicurezza energetica e dell'ammodernamento delle infrastrutture;
tenendo conto della inadeguatezza dell'attuale sistema di risorse proprie e del quadro finanziario 2014, è stata prevista, all'atto stesso della loro adozione, una revisione da completare al più tardi entro il 2016, con l'obiettivo di dare al Parlamento europeo (rinnovato dopo le ultime elezioni europee) e alla prossima Commissione europea la possibilità di valutare l'adeguatezza dell'assetto attuale;
in tale contesto è stata prevista una precisa tabella di marcia, il cui primo passaggio si è realizzato con l'istituzione di un gruppo di alto livello, presieduto dal senatore Mario Monti e composto da membri designati dal Consiglio, dalla Commissione e dal Parlamento europeo, con il compito di rivedere l'attuale sistema dell'Unione europea delle «risorse proprie» in modo da assicurare maggiore semplicità, trasparenza, equità e controllo democratico. Il gruppo dovrà presentare una prima relazione alla fine del 2014;
l'esito del lavoro del gruppo di alto livello sarà valutato da una conferenza interistituzionale nel 2016 alla quale saranno invitati i Parlamenti nazionali;
sulla base dei risultati di tale esercizio, la Commissione europea valuterà se saranno necessarie iniziative per nuove risorse proprie per il periodo di programmazione successivo al 2020;
ferme restando le tappe del processo di revisione intermedia sopra richiamate, appare opportuno che il Governo avvii, in stretto raccordo con il Parlamento e gli altri soggetti interessati, una riflessione sulla posizione che il nostro Paese dovrà assumere in coerenza con l'interesse nazionale e con l'avanzamento del processo di integrazione europea,

impegna il Governo:

ad avviare, in stretto raccordo con il Parlamento e gli altri soggetti interessati, una riflessione in vista della revisione intermedia, del quadro finanziario e delle risorse proprie dell'Unione europea relative al periodo 2014-2020, tenendo in considerazione, in particolare, i seguenti obiettivi:
a) a progressiva riduzione, in vista di una completa soppressione, della risorsa reddito nazionale lordo, fondata su contributi dei singoli Stati membri al bilancio dell'Unione e sostituzione graduale con autentiche risorse proprie dell'Unione europea, anche mediante l'istituzione di imposte europee che non determinino tuttavia un appesantimento del carico fiscale sull'energia o su altri fattori della produzione essenziali per il rilancio dell'economia europea, in particolare del settore industriale e siano ispirate a criteri di semplicità chiarezza e riduzione degli adempimenti per i contribuenti;
b) soppressione di ogni meccanismo di correzione o sconto a favore di qualsiasi Stato contributore netto;
c) allocazione della spesa su politiche dell'Unione europea ad elevato potenziale di crescita e occupazione in particolare nei settori della ricerca, dell'innovazione, dell'occupazione giovanile, della promozione dell'imprenditorialità, dei flussi migratori, delle reti transeuropee dei trasporti e dell'energia, dell'Agenda digitale.
(1-00583) «Galgano, Mazziotti Di Celso».