• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/03557 presso il noto ristorante Assunta Madre situato in via Giulia in centro a Roma, nei pressi tra l'altro della procura nazionale antimafia, sono state effettuate recentemente alcune...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03557presentato daBUSINAROLO Francescatesto diMartedì 16 settembre 2014, seduta n. 291

BUSINAROLO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
presso il noto ristorante Assunta Madre situato in via Giulia in centro a Roma, nei pressi tra l'altro della procura nazionale antimafia, sono state effettuate recentemente alcune intercettazioni ambientali, autorizzate dal giudice per le indagini preliminari il 15 aprile 2013, al fine di fare luce sulla vicenda di riciclaggio che vedeva come indagato Gianni «Johnny» Micalusi, titolare del locale;
per circa otto mesi sono state intercettate anche le conversazioni dei clienti del locale. Poiché il ristorante Assunta Madre è molto a la page e frequentato da faccendieri, imprenditori, politici, magistrati ed in generale avventori famosi, è emerso che le conversazioni captate sono state molto più numerose rispetto ai fatti oggetto dell'indagine iniziale, con grande sorpresa degli ascoltatori;
per tale motivo, oltre alle microspie, è stato autorizzato il posizionamento di telecamere, al fine di identificare voci e volti protagonisti dei colloqui in corso durante le cene. Dalle intercettazioni è così emerso, ad esempio, che un notissimo imprenditore romano, a tavola con più commensali, raccontava di aver fatto pressioni su alcuni magistrati di Roma per scongiurare una serie di arresti. L'imprenditore, in una conversazione dello scorso novembre, si è attribuito il ruolo di interdizione nell'ambito di un'inchiesta, ruolo che sarebbe stato condiviso con un alto funzionario del Ministero dell'interno, due magistrati di Roma e un professionista che è familiare di una carica istituzionale;
malgrado tutto ciò, ad oggi non risulta all'interrogante che la procura di Roma abbia inviato a quella di Perugia, competente per fatti penali che coinvolgano magistrati della Capitale, alcuna intercettazione derivante dall'inchiesta su Gianni «Johnny» Micalusi;
nel locale sono state intercettate, altresì, alcune conversazioni tra il fratello dell'ex-senatore Marcello dell'Utri e l'imprenditore Vincenzo Mancuso, riguardanti un presunto piano di fuga all'estero del cofondatore di Forza Italia. Il colloquio intercettato nel ristorante, avvenuto l'8 novembre 2013, è stato sbobinato e trasmesso per competenza alla procura di Palermo il 20 febbraio scorso. L'ex senatore è poi effettivamente volato in Libano con 50 chili di bagaglio e 30 mila euro. È stato poi fermato il 12 aprile 2014 in Libano, dove poi è risultato ricoverato nel reparto detenuti di un ospedale di Beirut. Il tribunale del riesame di Palermo il 28 aprile 2014 ha rigettato il ricorso contro l'arresto presentato dai difensori dell'ex senatore: per i giudici, da parte di Dell'Utri c'era «la deliberata volontà di fuga e appare irrilevante l'utilizzo del proprio cellulare e della propria carta di credito»;
il 20 novembre 2013 con una direttiva, il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, e il sostituto procuratore Francesco Minisci, considerato che «il ristorante in questione potrebbe essere un punto di incontro e di riunione tra gli indagati» e più in generale «tra gli indagati ed esponenti vari della criminalità operante a Roma», avevano precisato che «questa squadra mobile non procederà alla registrazione dei colloqui che si collocano in un ambito diverso da quello delineato dal giudice per le indagini preliminari, avendo cura di sospendere le attività tecniche relative a quei colloqui che, a fronte di un iniziale interesse per le indagini, nel corso delle conversazioni risultino estranee alle stesse;
ad oggi, stando alle informazioni giornalistiche, la squadra mobile dovrebbe ancora inviare la propria relazione conclusiva al procuratore capo di Roma. Dall'articolo di stampa, Panorama del 30 aprile 2014, n. 18, pagina 76, è emerso infine che un componente del Csm avrebbe saputo già da qualche mese dell'esistenza delle cimici nel ristorante, dal cui pesce era necessario restare lontani, e avrebbe effettuato una sorta di passaparola a Palazzo dei Marescialli –:
se il Ministro interrogato, alla luce dei fatti descritti in premessa, non ritenga opportuno assumere iniziative di carattere normativo al fine di estendere l'utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni al fine di favorire un rafforzamento della lotta alla criminalità organizzata. (5-03557)