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Atto a cui si riferisce:
S.2/00197 VACCARI, CALEO, MORGONI, SOLLO, MIRABELLI, MANASSERO, CUOMO, PUPPATO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che: il cambiamento climatico...



Atto Senato

Interpellanza 2-00197 presentata da STEFANO VACCARI
martedì 16 settembre 2014, seduta n.311

VACCARI, CALEO, MORGONI, SOLLO, MIRABELLI, MANASSERO, CUOMO, PUPPATO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. Una sfida sempre più pressante vista la concentrazione record di gas serra nell'atmosfera documentata dall'ultimo rapporto dell'Organizzazione meteorologica internazionale dell'Onu diffuso il 9 settembre 2014, che ha mostrato anche una continua accelerazione delle emissioni di gas serra dovuti all'attività umana e in particolare all'uso di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas). Secondo le evidenze scientifiche presentate sia nell'ultimo rapporto di valutazione dell'IPCC (Fifth assessment report), sia nel rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (European environment agency, EEA) intitolato "Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012 - An indicator-based report " del 2012, nei prossimi decenni la regione europea ed in particolare la regione del Mediterraneo dovrà far fronte ad impatti dei cambiamenti climatici particolarmente negativi, i quali, combinandosi agli effetti dovuti alle pressioni antropiche sulle risorse naturali, fanno della regione del Mediterraneo una delle aree più vulnerabili d'Europa;

l'Italia quindi si colloca in un'area dell'Europa particolarmente vulnerabile ai presenti e attesi impatti dei cambiamenti climatici. Tali impatti negativi sono correlati principalmente ad un innalzamento eccezionale delle temperature medie e massime, all'aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi (ondate di calore, siccità ed episodi di precipitazioni piovose intense) ed alla riduzione delle precipitazioni annuali medie e dei flussi fluviali, con conseguente possibile calo della produttività agricola e perdita di ecosistemi naturali;

negli ultimi anni si è assistito al ripetersi di eventi atmosferici particolarmente intensi che, sommati alla fragilità e troppo spesso incuria del territorio italiano, hanno manifestato in maniera catastrofica la loro pericolosità fino alla perdita di numerose vite umane e con danni milionari alle attività economiche; basti pensare agli ultimi drammatici eventi nel Gargano o a quanto accaduto a Refrontolo (Treviso) nel mese di agosto 2014, o ancora all'alluvione a Senigallia e in altri comuni delle Marche nel maggio 2014 o a quella che ha sconvolto la Sardegna nel novembre 2013; e l'elenco potrebbe continuare. Ogni anno con l'arrivo di piogge e temporali di eccezionale, ma riteniamo sempre più consueta, intensità si accentua la già grande vulnerabilità del territorio italiano: i fiumi esondano e le colate di fango invadono i centri abitati travolgendo e spazzando via tutto quello che incontrano sul loro percorso. Le alluvioni hanno causato in Italia dal 1998, anno dell'alluvione di Sarno, danni per un ammontare di circa 8 miliardi di euro;

negli ultimi anni sono state intraprese a livello europeo varie attività riguardanti il supporto alle politiche nazionali, regionali e locali di adattamento ai cambiamenti climatici che devono unirsi alle indispensabili azioni di mitigazione e dunque di riduzione drastica delle emissioni di gas serra. Nell'aprile 2013 la Commissione europea ha adottato e pubblicato la Strategia europea di adattamento (Sea) con l'obiettivo principale di rendere l'Europa più resiliente agli effetti dei mutamenti climatici mediante una migliore preparazione e capacità di prevenzione del rischio degli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale, nazionale e europeo. La Sea deve essere un punto di riferimento per le relative strategie nazionali in Europa già adottate e per quelle in via di preparazione. A oggi, secondo la piattaforma europea sull'adattamento Climate-ADAPT, 17 Stati membri della UE (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito) hanno adottato una Strategia nazionale di adattamento (Sna), mentre altri ne hanno intrapreso il percorso di elaborazione;

l'Italia è tra i Paesi che stanno elaborando una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. L'elaborazione è stata avviata nel luglio 2012 dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha affidato al Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) il coordinamento tecnico-scientifico per acquisire le informazioni di base necessarie per elaborare la Sna. Tale coordinamento è stato svolto attraverso l'istituzione di un Tavolo tecnico composto da circa cento esperti nazionali provenienti da università, enti di ricerca e fondazioni. Questo tavolo ha raccolto e elaborato tutte le informazioni tecniche su impatti, vulnerabilità e adattamento necessarie per costruire una strategia. In aggiunta al tavolo tecnico, è stato istituito dal Ministero un tavolo istituzionale composto dai rappresentanti dei Ministeri e delle altre istituzioni rilevanti ai fini dell'elaborazione della strategia, tra i quali la Protezione civile, l'Associazione comuni italiani e altri soggetti istituzionali, che, sulla base del lavoro svolto dal tavolo tecnico, ha fornito ulteriori indicazioni al processo, contribuendo all'elaborazione dei rapporti. Altri soggetti interessati a vario titolo nell'elaborazione della Sna sono stati coinvolti, fin dall'inizio, in questo processo mediante un sondaggio con un questionario (effettuato in ottobre-novembre 2012), e successivamente con una consultazione on line sul documento strategico elaborato che si è svolta tra il 30 ottobre e il 31 dicembre 2013; sono state inoltre svolte altre consultazioni con incontri ad hoc;

tale processo è terminato nel mese di luglio 2014 con l'elaborazione di un pacchetto di documenti che sono alla base della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. La documentazione, che è stata consegnata al Ministero dell'ambiente, include un rapporto tecnico-scientifico che analizza le vulnerabilità del nostro territorio agli impatti dei cambiamenti climatici, una sintesi del rapporto stesso e un rapporto tecnico-giuridico che studia la normativa comunitaria e nazionale rilevante per gli impatti, la vulnerabilità e l'adattamento, in cui vengono analizzate più di 30 tra direttive e regolamenti europei. Infine è stato consegnato anche un documento dal titolo "Elementi per una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici", che basandosi sui precedenti rapporti fornisce proposte di azioni settoriali e intersettoriali di adattamento a corto termine (entro il 2020) e a lungo termine,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia grado di fornire informazioni sullo stato attuale dell'iter di elaborazione e adozione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e quali misure intenda intraprendere affinché si arrivi in breve tempo alla sua completa definizione, adozione e attuazione.

(2-00197)