• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02697 COMAROLI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che: il settore dei gestori di stazioni di servizio, già gravato da anni di difficoltà economiche dovute alla riduzione dei...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02697 presentata da SILVANA ANDREINA COMAROLI
martedì 23 settembre 2014, seduta n.315

COMAROLI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

il settore dei gestori di stazioni di servizio, già gravato da anni di difficoltà economiche dovute alla riduzione dei consumi causata dalla crisi economica, ha visto negli ultimi anni un crollo del 17 per cento, di cui due terzi sono da ricondurre all'aumento della fiscalità intervenuto sulle accise e sull'aliquota IVA, che, in Italia, è mediamente superiore di 24-25 centesimi al litro rispetto alla media europea, ponendo così il nostro Paese al vertice della classifica negativa dei prezzi più alti di tutta l'Unione;

la già forte fiscalità a cui è sottoposto questo settore, che ha subito incrementi record delle accise che in meno di 3 anni sono state ritoccate al rialzo per ben 5 volte, arrivando ad aumentare di quasi il 46 per cento sul gasolio, del 29 sulla benzina e del 17 per cento sul gpl, ha "cannibalizzato" molti piccoli gestori che sono stati costretti a ritirarsi dal mercato;

l'aumento combinato dell'IVA nell'ottobre 2013 e gli ultimi interventi sulle accise (di cui la legge di stabilità per il 2013 aveva stabilito l'aumento, ulteriormente innalzato dal 1° marzo 2014 per effetto del decreto-legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013), se, da un lato, ha determinato una spesa di 22 miliardi di euro in più per gli italiani, dall'altro, ha contribuito a far flettere ancora più verso in basso i consumi, facendo registrare, nel 2013, un calo del 5,4 per cento rispetto al 2012 e un calo del 3,6 per cento nei primi 4 mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con una continua e significativa contrazione dell'erogato medio (con una diminuzione del 6,5 per cento in un anno, per un totale pari al 18 per cento negli ultimi 7 anni) e assottigliando ancora di più il margine di guadagno, ormai sceso sotto il 2 per cento del prezzo finale;

a fronte di una minore crescita industriale del prezzo della benzina rispetto agli altri Paesi europei (con un aumento del 91,6 contro il 99,3 della Francia, il 107,7 della Germania, il 104,9 della Spagna, il 145,7 della Gran Bretagna), nel nostro Paese, gli aumenti del prezzo alla vendita, a causa dell'imposizione fiscale, è salito del 56,5 per cento rispetto al 2009, contro il 35,5 della Francia, il 35 della Germania, il 62,1 della Spagna e il 67,9 della Gran Bretagna (questi ultimi 2 Paesi, sebbene abbiano avuto incrementi più alti, presentano comunque prezzi alla pompa abbondantemente inferiori), registrando un livello medio sensibilmente più alto: 1,74 euro contro 1,49 in Francia, 1,55 in Germania, 1,40 in Spagna, 1,61 euro in Gran Bretagna;

parimenti, sul gasolio, a fronte dell'1,61 euro italiano in media, in Francia si rileva un prezzo alla pompa di 1,29 euro, in Germania di 1,36, in Spagna di 1,31, con un incremento dei prezzi, nel periodo 2009-2014, del 53,8 per cento, rispetto all'incremento in Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna rispettivamente del 29,4 per cento, 25,6, 50,3 e 52,5 per cento;

nonostante gli aumenti di prezzo del nostro Paese siano ascrivibili alla tassazione più alta d'Europa (1,04 euro contro lo 0,86 in Francia, lo 0,90 Germania, lo 0,70 in Spagna e lo 0,99 in Gran Bretagna), un tale regime di pressione fiscale, determinando il conseguente caro benzina (e gasolio) più alto d'Europa, sta diventando talmente insostenibile da causare contrazioni allo stesso gettito per le casse dello Stato che, nel 2013, ha ottenuto risorse pari a circa 17,9 miliardi di euro, 161 milioni in meno rispetto al 2012;

l'osservatorio Confesercenti e la Confcommercio denunciano già da tempo come questa crisi dei consumi interni, combinata con l'incremento record dell'imposizione fiscale, stia spazzando via i gestori degli impianti stradali di distribuzione carburanti che all'inizio del 2013 contavano già 700 unità in meno rispetto all'anno precedente;

il presidente della Federazione autonoma italiana benzinai ha più volte dichiarato agli organi di stampa che la persistente situazione di difficoltà in cui versano i gestori ha non soltanto spinto molti impianti storici alla chiusura, ma ha anche aumentato l'esposizione debitoria della categoria del 50 per cento, contando 11.000 gestori che hanno accumulato debiti per mezzo miliardo di euro;

i prezzi più bassi che le aziende petrolifere applicano per alcuni operatori di mercato, quali grandi distribuzioni e "pompe bianche" (i distributori "no logo" slegati dalle principali insegne petrolifere che possono comprare benzina a prezzi di mercato senza seguire le tariffe imposte dai marchi tradizionali), ma non per i propri gestori, è il frutto di un premeditata discriminazione tra operatori attuata non su regole di mercato, ma sul progressivo abuso di dipendenza economica a cui i gestori sono sottoposti da inique regole contrattuali e dinamiche di mercato che, in questo settore, tutelano gli interessi forti delle aziende petrolifere;

aggiungendosi alle cosiddette pompe bianche già diffusesi capillarmente sul territorio nazionale, raddoppiate nel numero tra il 2006 e il 2012, il progetto Enercoop, avviato nel novembre 2012 a Cantù con l'insediamento di una stazione di servizio con benzina verde, gasolio e metano, prevede l'installazione di mega stazioni di servizio in modalità "iperself" (pre pay automatizzato), che praticano prezzi sensibilmente più bassi da 10 fino a 16 centesimi di euro in meno rispetto ai normali gestori, i quali, invece, vendendo nella stessa modalità iperself riescono a praticare uno sconto di soli 8 centesimi, profumatamente pagato alle aziende petrolifere;

la stessa Enercoop ha dichiarato alla stampa che "si rifornisce dai medesimi depositi e dalle medesime raffinerie dalle quali si riforniscono tutti gli altri marchi", in particolare da Eni, Yes e Tamoil, acquistando lo stesso prodotto che le aziende petrolifere vendono al gestore del proprio impianto di marchio ad un prezzo mediamente inferiore, con uno sconto di 18-20 centesimi al litro;

tale pratica di differenziazione del prezzo operata dalle aziende petrolifere, oltre a non essere giustificata sul piano dei costi, ma anzi caricando questi ultimi sulla rete dei gestori, interviene sul mercato con uno strumento di forte discriminazione a favore di alcuni operatori e ad esclusivo discapito delle imprese di gestione tradizionali, vincolate peraltro all'acquisto in esclusiva dei prodotti;

nel 2013 Coop Lombardia ha presentato domanda per la realizzazione di un progetto a firma Coop Lombardia e IGD, proprietari del centro commerciale "Gran Rondò" (Crema), che prevede, oltre all'ampliamento e all'implementazione dell'area, l'avvio di una stazione di carburanti a marchio Enercoop, mettendo in questo modo a rischio almeno 18 aziende nella sola città di Crema, oltre alle 20 che esercitano la stessa professione nel raggio di 15 chilometri, per un totale di 38 aziende, già penalizzate dal differenziale in negativo che caratterizza il cremasco rispetto a tutte le provincie limitrofe;

alla luce di ciò, si rende necessario prevedere una nuova regolamentazione per la razionalizzazione e ristrutturazione del mercato, al fine di aiutare la ripresa economica di questo comparto economico e di tutelare la debole posizione dei piccoli gestori, che non hanno il potere di competere, poiché obbligati sul piano sia economico che contrattuale, di fronte all'abuso di posizione dominante delle aziende petrolifere che attuano prezzi minori ai nuovi operatori entranti nel mercato, anziché ridurre il prezzo dei carburanti sulla propria rete,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare, in base alla proprie competenze, al fine di trovare una soluzione per una più adeguata ed efficace tutela dei piccoli gestori di stazioni di servizio che soffrono questa grave situazione di precarietà economica;

quali interventi di competenza intenda proporre per rivedere l'attuale regime di imposizione fiscale con l'intento di livellare i prezzi del carburante imposti nel nostro Paese alla media dei prezzi praticati nei restanti Paesi dell'Unione europea;

se intenda predisporre un tavolo di lavoro comune tra le aziende petrolifere e i rispettivi gestori al fine di concertare un livellamento dei prezzi tra quelli imposti per le pompe tradizionali e quelli super scontati offerti ai proprietari delle grandi distribuzioni.

(4-02697)