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Atto a cui si riferisce:
S.2/00201 GIOVANARDI - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante: la comunità conosciuta come "Il Forteto" fu fondata da Rodolfo Fiesoli e Luigi...



Atto Senato

Interpellanza 2-00201 presentata da CARLO GIOVANARDI
giovedì 25 settembre 2014, seduta n.318

GIOVANARDI - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

la comunità conosciuta come "Il Forteto" fu fondata da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi come cooperativa agricola, in Vicchio del Mugello (Firenze) nel 1977. La cooperativa si strutturò presto come comunità di accoglienza e di recupero, e, lungo gli anni, le vennero affidati dai servizi sociali e dal Tribunale per i Minorenni di Firenze, molti bambini provenienti da situazioni di disagio;

ormai è di pubblico dominio che la comunità in questione era tutt'altro che un luogo idoneo alla formazione dei minori dati in affidamento. In verità si tratta a giudizio dell'interrogante di una delle pagine più vergognose della nostra storia recente, anche per l'inerzia, e la complicità, di molte istituzioni e uomini di potere. Nel 1985 divenne definitiva la condanna, nei confronti dei fondatori Fiesoli e Goffredi, per maltrattamenti aggravati ed atti di libidine nei confronti dei minori ospiti della comunità. Dalla stessa sentenza emerge anche una "istigazione da parte dei responsabili del Forteto alla rottura dei rapporti tra i bambini che erano loro affidati e i genitori biologici" e "una pratica diffusa di omosessualità". Nonostante ciò, nel 1997 Fiesoli risultava ancora a capo della comunità e il tribunale dei minori ha continuato ad affidare minori al Forteto (circa 60 fino al 2009). Nel 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo condanna l'Italia, con sentenza del 13 luglio, a risarcire 200 milioni di lire per danni morali, in relazione all'affidamento di due bambini al Forteto. Il 20 dicembre 2011 viene arrestato Rodolfo Fiesoli, accusato di atti di zoofilia e pedofilia commessi all'interno della comunità;

con il passare del tempo, la situazione diventa sempre più chiara, e sconcertante: la comunità del Forteto costituiva una specie di setta, di cui Fiesoli era il capo ("Il Profeta", come si faceva chiamare). Si cercava di recidere ogni legame dei minori con la famiglia di origine, e li si inseriva in "famiglie funzionali", dove i rapporti eterosessuali erano demonizzati e l'omosessualità promossa, anzi, in molti casi, imposta. I bambini subivano abusi sessuali e maltrattamenti, non solo da Fiesoli, ma anche da molti altri membri della comunità, compresi i genitori affidatari. Tutto ciò è confermato dalla relazione finale della Commissione d'inchiesta regionale del 15 gennaio 2013 (presidente Stefano Mugnai, Pdl, vice Paolo Bambagioni, Pd). La stessa relazione riporta molte testimonianze scioccanti, ad esempio: «P.C., disabile psichico, era costretto a nutrirsi di "silo mais", cibo per ruminanti portato apposta dalla stalla: il ragazzo inghiottiva, vomitava e si doveva rimangiare il vomito"»; «"Una volta a scuola non ci andai per tre giorni da quanto ero pesta - confessa M.C. - avevo i segni qua sul collo, poi la Elena mi truccò un pochino"»; «"Una mattina andai a portare il caffelatte a Rodolfo - racconta M.C. - e me lo ritrovai con la canottiera senza mutande. Fece per prendermi, mi dice "vieni in collo a me, io sono l'uomo puro"». Oggi 23 membri della comunità del Forteto, tra cui Fiesoli, si trovano sotto processo per la commissione di diversi gravi reati: maltrattamenti, abusi sessuali su minori e violenza sessuale di gruppo;

risulta allarmante e incomprensibile il fatto che ancora oggi al Forteto si troverebbero dei minori e disabili in affidamento, come risulta da fonti sicure e ben informate. Questa "comunità degli orrori" a parere dell'interrogante non rappresenta in alcun modo, come vuole la legge n. 149 del 2001 oltre che il buon senso, una comunità idonea ad assicurare al minore "il mantenimento, l'educazione, l'istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno", "caratterizzata da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia" e che "agevola i rapporti con la famiglia di provenienza ed il rientro nella stessa del minore secondo le modalità più idonee",

si chiede di sapere quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano assumere per promuovere una maggiore attività di controllo e verifica delle comunità alloggio presenti sul territorio nazionale, per potenziare il sistema dei controlli sui soggetti responsabili dell'affidamento familiare e, laddove siano emerse responsabilità e negligenze dei servizi sociali, applicare gli opportuni provvedimenti sanzionatori, e in particolare affinché vengano immediatamente allontanati dal Forteto i minori e disabili che ancora vi si trovano.

(2-00201)