• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/06186 il quotidiano la Stampa, in un articolo pubblicato il 23 settembre 2014, riporta che, secondo i dati forniti da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06186presentato daNASTRI Gaetanotesto diMercoledì 1 ottobre 2014, seduta n. 300

NASTRI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
il quotidiano la Stampa, in un articolo pubblicato il 23 settembre 2014, riporta che, secondo i dati forniti da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, nessuna impresa o gruppo straniero, ha previsto nell'ultimo anno investimenti attraverso insediamenti di nuovi impianti industriali di dimensioni significative sul suolo italiano;
il problema fondamentale secondo i rilievi espressi dall'Associazione delle banche estere che operano in Italia, che rappresenta l'interlocutore naturale per molti potenziali investitori stranieri, si riscontra nella classifica che colloca il sistema – Italia, in una scala da zero a cento, soltanto a quota 33,2, un livello pertanto troppo basso;
gli eccessi di burocrazia, i tempi insostenibili della giustizia e le tasse troppo elevate rappresentano soltanto alcuni degli esorbitanti profili di criticità presenti nel mercato italiano, prosegue il suindicato articolo, profili che determinano la scarsa volontà delle imprese straniere di investire in Italia;
le suddette complicazioni diventano ulteriormente più gravi, se si aggiunge la legislazione sul lavoro, che secondo il quotidiano in precedenza richiamato, risulta essere fra la più complicata al mondo;
a tal fine, le osservazioni dell'economista Nicola Rossi, richiamate nel medesimo articolo, condivise anche dall'interrogante, sulla sorprendente forbice si ampi tra gli investimenti finanziari in forte ripresa e quelli industriali ancora fermi, nonostante l'aumento sul fronte delle acquisizioni, rappresentano un elemento di riflessione su come il sistema-Paese e l'intera economia italiana, continuino a perdere competitività;
in 10 anni tra, il 1994 ed il 2013, l'Italia ha infatti attratto investimenti esteri diretti (finanziari e industriali), i cosiddetti Ide, per un totale di 290 miliardi di dollari, contro i 567 miliardi di dollari della Spagna e i più degli 800 in Francia e Germania; dati numerici ampiamente sufficienti per consentire al Ministro interrogato la riflessione su un calcolo di margine netto di crescita a regime per almeno 20 miliardi all'anno, con inevitabili riflessi in termini di nuova occupazione;
gli interventi normativi, effettuati negli ultimi due anni, come ad esempio i decreti cosiddetti «del fare» o «destinazione-Italia» a parere del quotidiano piemontese, appaiono inutili e tardivi; la consistenza delle misure adottate e soprattutto le esigue risorse finanziarie a disposizione non determineranno alcun impatto significativo in termini di promozione ed insediamenti di nuove strutture produttive sul territorio nazionale;
quanto suesposto, a parere dell'interrogante, evidenzia un quadro desolante e al contempo preoccupante se valutato in prospettiva per i prossimi anni, in considerazione del fatto che, se gli indicatori economici per il nostro Paese evidenziano segnali modestissimi in termini di ripresa economica o addirittura di perdurante deflazione, l'impasse in cui si trova l'Italia in termini di scarsa attrattività straniera è così complesso che richiede un imponente operazione strutturale economica sociale e normativa, per rinnovare l'interesse delle imprese straniere nel nostro Paese –:
quali orientamenti intenda esprimere, con riferimento a quanto esposto in premessa, e quali iniziative urgenti e necessarie, nell'ambito delle proprie competenze, intenda assumere per interrompere la gravissima emorragia in corso connessa all'allontanamento di investitori stranieri nel nostro Paese, il cui aspetto negativo contribuisce ad aggravare le condizioni di crisi economica nel nostro Paese.
(4-06186)