• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/06268 i decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 hanno dato il via a un piano di riordino degli uffici giudiziari sul territorio nazionale, con la soppressione di 30 tribunali, 38 procure, 220...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06268presentato daCIRIELLI Edmondotesto diVenerdì 3 ottobre 2014, seduta n. 302

CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
i decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 hanno dato il via a un piano di riordino degli uffici giudiziari sul territorio nazionale, con la soppressione di 30 tribunali, 38 procure, 220 sedi distaccate e 674 uffici del giudice di pace che l'interrogante giudica scellerato;
il 30 giugno 2014, al termine del Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio e il Ministro della giustizia presentavano in conferenza stampa i 12 punti da cui partire per la riforma del sistema giudiziario italiano, tra i quali, al punto 11, «misure per l'ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria»;
come si legge sul sito dello stesso Ministero, «La riforma della geografia giudiziaria del 2012 ha soppresso 30 tribunali e i corrispondenti uffici di Procura, ma ha dovuto reali arsi negli angusti confini della legge di delega originaria [...].Pertanto, occorre por mano al necessario superamento di quelle condizioni e, dunque: a) abbandonare la regola che ha imposto di mantenere almeno tre tribunali per ogni distretto di corte di appello; b) rimuovere il divieto di soppressione dei tribunali con sede nei capoluoghi di provincia, a prescindere dalla conformità ad altri parametri funzionali.»;
tale scellerata ristrutturazione del sistema giudiziario, se portata a compimento secondo i criteri fissati nel citato schema, farebbe sparire in un colpo solo almeno due dei tre tribunali molisani, il tribunale di Isernia e di Latino, e con essa anche la corte di appello di Campobasso, con gravi ricadute sui cittadini, che per ottenere giustizia in sede di appello, sarebbero addirittura dirottati verso realtà giudiziarie lontane, quali Napoli o Roma;
le nuove misure, lungi dal rappresentare una razionalizzazione del sistema giudiziario utile a una, pur condivisibile, riduzione del costi, comporterà, paradossalmente, elevati oneri di spesa pubblica, posto che i costi per gli stipendi del personale resteranno invariati e quanto risparmiato con l'accorpamento degli immobili si spenderà per l'adeguamento delle nuove sedi;
dal punto di vista dell'efficienza, poi, un eventuale smantellamento dei presidi giudiziari molisani, anche di uno solo di essi, avrebbe ricadute esiziali sulla cittadinanza: il ricorso alla giustizia diverrebbe non solo più costoso, ma addirittura quasi impossibile, posto che il cittadino che domanda giustizia non avrebbe più un presidio al quale rivolgersi, mentre il cittadino chiamato a testimoniare in un processo, dovrebbe sobbarcarsi gli oneri di una trasferta, addirittura verso altre regioni;
in termini di ricaduta sul territorio, inoltre, lo smantellamento degli uffici giudiziari comporterebbe la chiusura, o comunque, il ridimensionamento dei presidi dell'Arma dei carabinieri, il ridimensionamento della forze della polizia di Stato e della Guardia di finanza;
resa già esecutiva la soppressione del tribunale di Lucera, nella imminenza della eliminazione dei presidi giudiziari di Vasto (Chieti) e Lanciano (Chieti), tenuti in vita solo da una norma speciale temporanea emanata dopo il terremoto de L'Aquila, la soppressione del tribunale di Larino avrebbe pertanto ricadute pesantissime in tema di pubblica sicurezza per il territorio del Basso Molise, il quale resta ancora, da questo punto di vista, un'oasi felice;
difatti, se l'infausto progetto di riforma fosse portato a compimento, non ci sarebbe nessun presidio giudiziario (tribunale e procura della Repubblica) in un territorio costiero di oltre 200 chilometri (da Foggia a Pescara), a tutto vantaggio delle organizzazioni criminali;
da aprile 2013 ad oggi, numerose sono state e continuano ad essere le iniziative su tutto il territorio nazionale, gli incontri operativi e le richieste avanzate agli addetti ai lavori e alle istituzioni per scongiurare tale riforma;
tale drastica riorganizzazione giudiziaria, infatti, non trova il consenso di molti: per gli avvocati è uno spreco di risorse pubbliche, per i sindaci si tolgono avamposti della legalità in territori dove ce n’è bisogno e perfino per la magistratura la paventata soppressione dei presidi giudiziari molisani non è una scelta condivisibile;
quella che all'interrogante appare una inaccettabile indifferenza riservata dalle istituzioni alla situazione di grave emergenza dei suddetti tribunali condurrà all'implosione del sistema giustizia nel territorio, e, nel settore penale, alla negoziazione dei diritti fondamentali assicurati dagli articoli 24 e 111 della Carta Costituzionale;
in particolare, resterà seriamente compromesso il diritto del cittadino alla ragionevole durata e qualità del processo, dovendosi prevedere che l'insostenibile gestione dei carichi da parte dei pochi magistrati requirenti e giudicanti in servizio porterà a un rallentamento sine die delle indagini preliminari, o, ancora peggio, alla sommarizzazione della tutela giurisdizionale –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, in considerazione del prospetto di una paralisi generale della macchina giudiziaria, se non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza per mantenere i presidi giudiziari molisani o, almeno, valutare l'opportunità di una soluzione alternativa che non lasci il territorio sfornito di un presidio di giustizia;
se non ritenga che una possibile soluzione possa essere rappresentata dall'istituzione di un tribunale a Termoli (Campobasso), già sede distaccata di tribunale, posta a metà strada tra Foggia e Pescara. (4-06268)