• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/06326 dal 15 settembre 2014 lo Stato islamico ha lanciato un massiccio attacco contro la città a maggioranza etnica curda di Kobanê, parte di un omonimo, auto-proclamato cantone a governo...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06326presentato daTACCONI Alessiotesto diMercoledì 8 ottobre 2014, seduta n. 305

TACCONI, CATALANO e ZACCAGNINI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
dal 15 settembre 2014 lo Stato islamico ha lanciato un massiccio attacco contro la città a maggioranza etnica curda di Kobanê, parte di un omonimo, auto-proclamato cantone a governo democratico;
in conseguenza dell'attacco, oltre 140.000 civili si sono dati alla fuga, ammassandosi in prossimità dei valichi di frontiera con la Repubblica turca, che li apre a singhiozzo per il passaggio dei profughi;
con ordine del giorno 9/02598-AR/021, approvato in data 17 settembre 2014, il Governo si è impegnato a «intervenire sul Governo turco per chiedere la piena fruizione dei valichi di frontiera non controllati dall'ISIS anche per il coordinamento degli aiuti umanitari e a operare affinché la sperimentazione democratica dei tre cantoni di Rojava in Siria possa rafforzarsi dentro la prospettiva di un Paese libero, democratico e pluriconfessionale» nonché «a operare affinché le Nazioni Unite possano cooperare con le autorità autonome di Rojava con invio di aiuti e mettendo sotto la propria egida i campi profughi ospitati in questa zona»;
il 26 settembre 2014, il Consiglio esecutivo del KCK, un'entità politica curda in territorio turco, ha accusato la Turchia di atti ostili, dichiarando che «con il violento attacco di ISIS a Kobanê non esiste più una condizione di non-conflitto. Lo stato turco e il governo dell'AKP vi hanno messo fine nel trasformare la loro guerra psicologica contro il Movimento di Liberazione in un attacco militare. L'attacco a Kobané non è solo un assalto alla rivoluzione del Rojava, ma anche un attacco all'intero popolo curdo»;
il 27 settembre 2014, il co-presidente del PYD Salih Muslim ha lanciato un appello urgente alla NATO, all'Unione europea e a tutte le potenze internazionali, fra le quali la Repubblica italiana, per intervenire rapidamente e concretamente al fine di scongiurare un genocidio nel cantone a maggioranza curda di Kobanê in Rojava;
il 30 settembre 2014, l'IS ha bombardato la città di Kobanê, ormai circondata a ovest, sud ed est dalle milizie jihadiste, e di fatto isolata anche a nord dal confine, turco, impermeabile al passaggio di soccorsi per la città assediata;
il 4 ottobre 2014 l'IS è entrata a Kobanê, avanzando poi gradualmente malgrado la resistenza opposta dai combattenti curdi;
il 6 ottobre 2014 le forze di sicurezza turche hanno usato gas lacrimogeni per allontanare dalla frontiera turco-siriana le decine di giornalisti, fra cui una troupe della BBC, e civili, per lo più curdi, che seguivano l'assedio della città;
al 7 ottobre 2014, le milizie curde paiono sul punto di capitolare, malgrado gli sporadici e apparentemente inefficaci attacchi aerei americani sulle postazioni dell'IS;
risulta all'interrogante (vedi articolo su La Repubblica del 7 ottobre 2014) che un'intera divisione dell'esercito turco è dispiegata in attesa di ordini nei pressi della frontiera, che la gendarmeria turca controlla da due settimane le frontiere per impedire l'arrivo di armi e aiuti umanitari alle milizie curde e ai cittadini di Kobanê, impedendo in qualche caso anche il passaggio ai giornalisti e che le manifestazioni delle popolazioni curde, anche quelle pacifiche, sono state disperse con gas lacrimogeni;
risulta, dalla medesima fonte, che siano in corso manifestazioni in vari centri urbani della Turchia, e specialmente in quelli a maggior presenza curda, contro la politica adottata dal Governo turco in relazione all'assedio di Kobanê;
l'assenza di iniziative efficaci da parte della coalizione, dell'Unione europea e della Nato è suscettibile di contribuire non solo alla fine della sperimentazione politica di stampo confederale, municipale e democratico del Rojava, ma soprattutto alla concreta possibilità di un genocidio contro le minoranze etniche (curdi, armeni e assiri) e religiose (cristiani e yezidi) presenti nel nord della Siria;
la situazione creatasi è altresì suscettibile di determinare la fine del processo di pace tra la Repubblica turca e il movimento nazionale curdo, con ulteriore destabilizzazione del Medio Oriente;
nella risposta all'interrogazione n. 5-03672, vertente sulla questione, il Governo ha affermato che «su questi e correlati temi, di importanza cruciale per la stabilità della regione medio orientale, i governi di Roma e Ankara mantengono frequenti contatti e un costante approfondito dialogo. È nel quadro di questo dialogo che il Governo intende richiamare – nelle modalità che verranno ritenute opportune – l'attenzione di Ankara sulla questione» –:
se quanto premesso e considerato corrisponda al vero;
di quali notizie – la cui divulgazione non comprometta la sicurezza nazionale – disponga il Governo;
quali specifiche iniziative siano state prese o siano in programma in esecuzione dell'ordine del giorno n. 9/02598-AR/021 e quali in esecuzione delle linee di indirizzo delineate nella risposta all'interrogazione n. 5-03672;
se il Governo intenda intervenire, in via bilaterale e/o multilaterale, al fine di avviare un dialogo con le istituzioni cantonali curde nonché di assistere gli abitanti del Rojava e i profughi che vi hanno trovato riparo. (4-06326)