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Atto a cui si riferisce:
S.1/00005 premesso che: il primo rapporto Eurispes-Coldiretti sui crimini agroalimentari in Italia quantifica in 12,5 miliardi di euro (5,6 per cento del totale) il volume d'affari complessivo...



Atto Senato

Mozione 1-00005 presentata da LUIGI D'AMBROSIO LETTIERI
giovedì 21 marzo 2013, seduta n.003

D'AMBROSIO LETTIERI, AMORUSO, BRUNI, IURLARO, BRUNO, CASSANO, ZIZZA, PERRONE, LIUZZI, TARQUINIO, AZZOLLINI - Il Senato,

premesso che:

il primo rapporto Eurispes-Coldiretti sui crimini agroalimentari in Italia quantifica in 12,5 miliardi di euro (5,6 per cento del totale) il volume d'affari complessivo dell'agromafia;

nell'intero comparto agroalimentare sarebbero riscontrabili, secondo l'analisi fornita dalle forze dell'ordine, fenomeni criminali legati al contrabbando, alla contraffazione e alla sofisticazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti;

anche il fenomeno dello sfruttamento dei braccianti agricoli irregolari, tristemente noto come "caporalato", con la conseguente evasione fiscale e contributiva, contribuisce a danneggiare il settore agroalimentare;

tutti questi fattori, interagendo fra loro, recano gravi danni al sistema sociale ed economico italiano e, oltre ad alterare il regolare andamento dei mercati di settore, rappresentano un potenziale pericolo per la salute dei consumatori;

premesso, inoltre, che:

la criminalità, organizzata come una vera e propria holding finanziaria, è in grado di operare su tutto il territorio nazionale con un giro d'affari complessivo stimato in circa 220 miliardi all'anno, pari a circa l'11 per cento del prodotto interno lordo;

la criminalità, inoltre, riuscendo a infiltrarsi nel tessuto imprenditoriale italiano, si avvale del settore agroalimentare quale luogo privilegiato per il riciclaggio di denaro proveniente da altre attività illecite;

tra i principali reati attribuiti alle associazioni criminali in agricoltura spiccano i furti di attrezzature e di mezzi agricoli, l'abigeato, le macellazioni clandestine, i danneggiamenti delle colture, l'usura e il racket estorsivo, l'abusivismo edilizio, il saccheggio del patrimonio boschivo, le truffe a danno dell'Unione europea;

tali attività criminali, denominate "agromafie", diffuse su tutto il territorio nazionale a causa delle difficoltà in cui versano le imprese agricole per la grave crisi internazionale, sono particolarmente presenti nell'area meridionale dell'Italia, dove le imprese sono notoriamente più arretrate e meno sviluppate;

le attività criminali, poi, agendo sia nei luoghi di produzione che in quelli di consumo, sono entrate direttamente nei meccanismi di formazione dei prezzi e tendono a condizionare e controllare l'intera filiera agroalimentare, dalla produzione agricola fino all'arrivo della merce, dai mercati all'ingrosso alla grande distribuzione, dal confezionamento alla commercializzazione: in tal modo riescono a rendere più difficilmente ricostruibili i flussi finanziari utilizzati per riciclare il denaro di provenienza illecita e, sempre più spesso, a tal fine si avvalgono anche delle più moderne tecnologie telematiche;

considerato che:

tra le attività criminali spicca la contraffazione dei marchi e degli imballaggi che diffondono nel mondo falsi made in Italy: detto filone ha fatto registrare un volume di affari tuttora in espansione anche a causa dell'inadeguatezza attuale dei sistemi di controllo e della comunicazione dei dati e delle informazioni in possesso alle forze dell'ordine;

la forma più diffusa di contraffazione del made in Italy è il cosiddetto italian sounding ovvero la pirateria agroalimentare internazionale che utilizza denominazioni, marchi, parole o simboli che richiamano l'Italia per pubblicizzare e commercializzare prodotti che non appartengono alla realtà nazionale;

questa tipologia criminosa, che vanterebbe un giro d'affari superiore ai 60 miliardi di euro all'anno (2,6 volte superiore il valore delle esportazioni italiane), avrebbe effetti economici devastanti sulla bilancia commerciale italiana;

rilevato che:

il radicamento delle agromafie, particolarmente in Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, nonché nelle grandi aree metropolitane del Centro-Nord, dove sono localizzate le maggiori industrie di trasformazione alimentare, danneggia gravemente l'economia;

tutte le attività criminali poste in essere nel settore agroalimentare sono, comunque, fonte di inganno per i consumatori e causano enormi danni sia economici che di immagine alla produzione e all'esportazione italiana di prodotti agroalimentari;

la tutela della salute pubblica, aspetto di primaria importanza per la collettività, nonostante gli apprezzabili risultati fin qui conseguiti, dovrebbe essere meglio garantita attraverso più energiche ed efficaci attività di contrasto alla diffusione e commercializzazione di alimenti contraffatti e dannosi,

impegna il Governo:

1) a promuovere l'inserimento del reato di sofisticazione fra quelli riconducibili alla mafia;

2) a promuovere un maggior coordinamento, in ambito sia nazionale che internazionale, fra le organizzazioni giudiziarie, valutando l'opportunità che sia costituita un'apposita procura nazionale antifrode e antisofisticazione in campo alimentare;

3) a promuovere un più adeguato sistema di controlli e di comunicazione dei dati e delle informazioni relative ai reati agroalimentari, con riferimento sia alla fase di importazione dei prodotti che alle operazioni di trasformazione, distribuzione e vendita degli stessi;

4) a promuovere ogni iniziativa utile a facilitare l'accesso al credito bancario da parte delle imprese agricole al fine di evitare che gli imprenditori finiscano nella rete dell'usura o del racket da sempre controllati dalle cosche mafiose;

5) a prevedere agevolazioni creditizie e fiscali e benefici di rateizzazione per i pagamenti dei contribuenti che sono finiti nella rete di usura e racket;

6) a promuovere un inasprimento delle pene da comminare per i reati di mafia nel settore alimentare;

7) a dotare gli organi di polizia giudiziaria di poteri investigativi analoghi a quelli previsti per i reati di mafia analogamente a quanto previsto dalla legge n. 99 del 2009 per il reato di contraffazione.

(1-00005)