• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01275 COLLINA, GINETTI, FATTORINI, PADUA, BERTUZZI, PUGLISI, SOLLO, FABBRI, FAVERO, Elena FERRARA, PAGLIARI - Ai Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che: è...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01275 presentata da STEFANO COLLINA
mercoledì 8 ottobre 2014, seduta n.327

COLLINA, GINETTI, FATTORINI, PADUA, BERTUZZI, PUGLISI, SOLLO, FABBRI, FAVERO, Elena FERRARA, PAGLIARI - Ai Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

è crescente il fenomeno di minori, prevalentemente di origine albanese, che si trovano nel territorio di Faenza (Ravenna), apparentemente senza avere il riferimento di un parente maggiorenne che li assista e li rappresenti;

come risulta anche da indagini condotte dal commissariato di Polizia di Faenza, si è spesso in presenza di comportamenti opportunistici, che possono configurare una truffa ai danni del Comune nella richiesta di servizi assistenziali, in cui sono coinvolti i minori e le stesse famiglie di origine, i quali sono soliti recarsi presso i commissariati di zona privi di qualsiasi documento attestante la loro identità in cerca di accoglienza. Nei confronti di questi minori viene così attivata la procedura prevista dalle normative vigenti che prevede la loro presa in carico da parte dei servizi sociali del Comune i quali, a loro volta, li affidano ad una struttura socio-assistenziale convenzionata presente sul territorio;

tale comportamento è stato recentemente confermato dal provvedimento del Tribunale di Ravenna del 16 ottobre 2012 che ha disposto la fissazione dell'udienza preliminare per il rinvio a giudizio di 2 cittadini albanesi indagati per reato di truffa aggravata ai danni dello Stato;

il fenomeno è stato riscontrato anche nei territori dei comuni di Lugo e di Ravenna con i quali il comune di Faenza sta cercando di elaborare una strategia unitaria che tenga conto della tutela dei minori, ma che possa contrastare abusi e comportamenti illegali, considerato anche il forte impegno economico dei Comuni per l'accoglienza in struttura di tali minori per i quali lo stesso Tribunale per i minorenni ha escluso una situazione di abbandono;

considerato che:

tale fenomeno, sotto il profilo formale, appare riconducibile a quanto previsto dall'art. 33 del decreto legislativo n. 286 del 1998, e successive modifiche e integrazioni, recante "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", che disciplina le funzioni del comitato per i minori stranieri non accompagnati (CMS), tenuto conto che l'art. 19 dispone il divieto di espulsione degli stranieri minori di 18 anni, salvo il diritto a seguire il genitore o l'affidatario espulsi;

la soppressione del CMS insieme agli altri organismi collegiali di concertazione prevista dall'art. 12, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, non ha determinato un'interruzione dei meccanismi di tutela e protezione dei minori stranieri non accompagnati in quanto le funzioni del comitato sono state trasferite alla Direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel quale era incardinato;

gli obblighi dei Comuni e degli altri enti istituzionali che a vario titolo si occupano di minori stranieri non accompagnati rimangono pertanto gli stessi in ottemperanza alla segnalazione della presenza del minore sul territorio italiano, all'invio della scheda censimentaria, alla richiesta delle indagini familiari nel Paese di origine, alla richiesta di rimpatrio assistito volontario e alla richiesta di parere alla permanenza in Italia da effettuare poco prima del raggiungimento della maggiore età ai sensi del decreto legislativo n. 286 del 1998, art. 32, comma 1-bis, come modificato dal decreto-legge n. 89 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 129 del 2011;

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 535 del 1999 definisce «minore straniero non accompagnato presente nel territorio dello Stato» il minorenne non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell'Unione europea che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell'ordinamento italiano;

in presenza di minori che si trovino in tali condizioni, i pubblici ufficiali, gli incaricati di un pubblico servizio, gli Enti sanitari e assistenziali che vengano a conoscenza dell'ingresso o della presenza di un minore straniero non accompagnato sono tenuti a darne comunicazione al comitato per i minori stranieri non accompagnati (ora Direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione);

oltre a tale adempimento, occorre segnalare la presenza del minore non accompagnato al giudice tutelare per la nomina del tutore (generalmente il dirigente dei servizi sociali, in assenza di parenti che si dichiarino disponibili a farsi carico degli obblighi di assistenza e mantenimento), al procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni per le iniziative di competenza, nonché al Tribunale per i minorenni;

considerato poi che:

si assiste nel territorio del comune di Faenza, analogamente a quello di altre zone sociali limitrofe, ad un fenomeno che sfugge a criteri di ragionevolezza statistica, considerati i trend riscontrati nel 2011 e negli anni precedenti e che pare non aver eguali in altre parti dello stesso territorio regionale;

a ciò si aggiunge la considerazione che i minori provengono per la quasi totalità dal territorio albanese, che, ad oggi, non è interessato da eventi bellici o da altre estreme contingenze sociali che possano giustificare fenomeni migratori di minori di tale intensità;

recentemente una nota dell'Associazione nazionale Comuni italiani ha portato all'attenzione delle competenti amministrazioni statali la presenza di minori non accompagnati a seguito dell'emergenza profughi provenienti dal nord Africa quale importante criticità di cui devono farsi carico gli enti locali italiani. Almeno per i territori della provincia di Ravenna, in ogni caso, la presenza di minori stranieri non accompagnati, ad oggi, non appare legata a fenomeni migratori connessi ad emergenze umanitarie, anzi non trova alcun riscontro un'ipotesi secondo cui tale presenza sarebbe giustificata dalle vicende belliche e dalle forti tensioni sociali che interessano vari Paesi, soprattutto nel nord Africa;

difficilmente per tali minori si viene ad aprire il procedimento per la dichiarazione dello stato di adottabilità in quanto ben pochi minori, definiti "minori stranieri non accompagnati", si trovano in condizione definibile come di abbandono, essendo invece, nella maggioranza dei casi, adolescenti espatriati con il consenso o l'aiuto dei genitori per cercare lavoro. Tale prospettazione trova conferma nella costante giurisprudenza del Tribunale per i minorenni dell'Emilia-Romagna che, proprio con specifico riferimento ai minori di cui il Comune di Faenza si sta facendo carico degli oneri di assistenza, ha costantemente rigettato i ricorsi presentati dalla competente Procura minorile volti a dichiarare l'accertamento dello stato di abbandono;

appare evidente il rischio che una normativa di civiltà, volta a proteggere i minori che si trovino privi di assistenza e rappresentanza nel territorio italiano, sia prestata ad utilizzo improprio che pare configurare gli estremi del reato di truffa ai danni dei Comuni, quale quello di Faenza, che è chiamato a farsi carico degli oneri di assistenza in struttura, con una previsione di costi per l'anno in corso di 545.000 euro mentre il costo sostenuto dallo stesso Comune di Faenza ha abbondantemente superato 600.000 euro per l'anno 2013, con un incremento significativo rispetto al 2012, anno in cui il costo complessivo era per tale esigenza già molto elevato, in quanto già superiore a 400.000 euro;

come precisato nel V rapporto relativo ai minori non accompagnati in Italia recentemente presentato dall'Associazione nazionale Comuni italiani, risulta più che mai necessario un ripensamento delle politiche di accoglienza nel quadro di strategie complessive, che, nel rispetto delle diverse responsabilità istituzionali, scongiuri il rischio di scaricare sugli enti locali la gestione dell'accoglienza dei minori stranieri soli,

si chiede di sapere quali provvedimenti emergenziali il Governo intenda adottare a sostegno dell'importante sforzo economico che gli enti locali stanno compiendo, superiore ai 2 milioni di euro nel solo territorio della provincia di Ravenna, e se intenda definire al più presto strategie per attuare programmi di rimpatrio assistito che consentano la tutela del minore e il ripristino della legalità.

(3-01275)