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Atto a cui si riferisce:
C.1/00061 premesso che: la crisi economica che sta scuotendo il Paese sta assumendo dei tratti particolarmente drammatici in termini di riverberi sociali della stessa tanto da legittimare...



Atto Camera

Mozione 1-00061presentato daCARUSO Mariotesto diGiovedì 30 maggio 2013, seduta n. 26

La Camera
premesso che:
la crisi economica che sta scuotendo il Paese sta assumendo dei tratti particolarmente drammatici in termini di riverberi sociali della stessa tanto da legittimare gesti estremi da parte di lavoratori, rimasti senza lavoro e privi di riferimenti e risorse economiche, e di imprenditori incapaci di far fronte alla gestione della propria attività;
in tale scenario che assume i tratti di una vera e propria emergenza sociale appare auspicabile procedere con una revisione degli aspetti maggiormente limitativi delle disposizioni introdotte dal Governo attraverso le misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria tra cui il Decreto recante disposizioni urgenti in materia di crescita, equità e consolidamento dei conti pubblici varato nel dicembre 2011;
in tale scenario appare opportuno evidenziare che l'articolo 12 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, introducendo la riduzione del limite per la tracciabilità dei pagamenti a 1.000 euro al fine di ridimensionare l'uso del denaro contante, ha previsto – tra l'altro – l'obbligo in capo ai lavoratori e ai pensionati di aprire un conto corrente postale o bancario per l'accredito delle somme percepite superiori ai 1000 euro riformando di fatto la disciplina vigente in materia di pignoramenti presso terzi, compresa quella del prelievo del quinto dello stipendio;
l'articolo 72-ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, introdotto dal decreto-legge n. 16 del 2012 con l'obiettivo di modificare i limiti di pignorabilità da parte dei concessionari della riscossione, ha previsto che il creditore o l'agente della riscossione possa procedere al pignoramento di stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro o dovute a causa del licenziamento nella misura di un decimo per importi fino a 2.000 euro e un settimo per importi da 2.000 euro a 5.000 euro, mentre per quanto riguarda gli importi superiori, il prelievo operato dal pignoramento esattoriale ritorna a configurarsi come quello previsto dalla normativa previgente nella misura di un quinto;
malgrado la riformulazione della norma, sussiste il rischio che il creditore o il concessionario della riscossione aggredisca direttamente l'intera capienza del conto corrente del debitore, piuttosto che avviare una procedura coattiva di pignoramento dello stipendio o della pensione dello stesso, aggirando nei fatti i succitati limiti di pignorabilità introdotti dal legislatore;
nei fatti il creditore o concessionario della riscossione può aggredire tutti i risparmi di precedenti mensilità presenti sul conto corrente del pensionato o del lavoratore, bloccando anche le somme che confluiscono nel conto fino alla data dell'udienza di assegnazione;
in merito a quanto suindicato, Equitalia spa, concessionario pubblico di riscossione, ha evidenziato che «non può conoscere a priori quello che viene depositato sul conto corrente, però adotta gli eventuali correttivi del caso, in presenza di una richiesta da parte del contribuente che comprovi che sul conto corrente confluisca solo la pensione, la stipendio o altra indennità», evidenza che appare non fondarsi su presupposti normativi validi in considerazione dei fatto che emolumenti confluiti sul conto del pensionato o lavoratore perdono la loro configurazione originaria, rendendo di fatto impraticabile la proposta di Equitalia;
l'attuale configurazione della norma, permettendo l'aggressione dell'intera capienza dei conti correnti dei debitori, lavoratori e pensionati già vessati e spesso in oggettive difficoltà economiche, permette che rimangano privi di tutela e di qualsivoglia garanzia economica, poiché vengono annullate le norme di salvaguardia in materia di tutela delle risorse;
quanto evidenziato rischia di violare in maniera vistosa quanto sancito dall'articolo 38 della Costituzione italiana in materia di assicurazione dei mezzi adeguati alle esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia e disoccupazione involontaria;
risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo che siano già avviate procedure giudiziarie finalizzate al pignoramento e al blocco dei conti correnti di pensionati e lavoratori che risultano debitori, le cui conseguenze in termini sociali rischiano di essere seriamente preoccupanti;
appare opportuno evidenziare che la Corte di cassazione, con la sentenza n. 17178 del 9 ottobre 2012, ha sancito che le somme erogate a titolo di retribuzione e T.F.R. possano essere pignorate e quindi sequestrate nella forma del pignoramento presso terzi sul conto corrente intestato al dipendente, considerando il denaro versato sul conto del debitore come bene fungibile per eccellenza;
in occasione dell'audizione svoltasi presso la Camera dei deputati nell'ambito dell'esame del cosiddetto decreto «Salva Imprese», il Direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera ha evidenziato la sussistenza di una «lacuna normativa» in materia che impone una soluzione urgente,

impegna il Governo:

a promuovere in tempi celeri la revisione della suindicata normativa, attraverso l'abrogazione della lettera c) del comma 4-ter dell'articolo 2 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138;
a rafforzare i limiti di pignorabilità introdotti dal decreto-legge n. 16 del 2012 al fine di riconoscere ai debitori delle garanzie minime esorcizzando l'acuirsi di un disagio che rischia di configurarsi come una vera e propria emergenza sociale;
a varare, attraverso iniziative normative urgenti, un pacchetto di interventi volti ad assicurare – nel pieno rispetto del principio costituzionale suindicato – adeguati strumenti di garanzia e di tutela per le fasce sociali più colpite dalla gravosa crisi economica, anche attraverso una revisione della normativa afferente alle disposizioni urgenti per la crescita e il consolidamento dei conti pubblici introdotte negli ultimi due anni.
(1-00061) «Caruso, Binetti, Causin, Capua, Antimo Cesaro, Librandi, Nissoli, Oliaro, Rabino, Rossi, Vecchio, Vezzali».