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Atto a cui si riferisce:
C.1/00072 premesso che: da notizie riportate dalla stampa anche specializzata emergerebbe che sarebbe stata depositata una proposta di regolamento della Commissione europea, «Plant...



Atto Camera

Mozione 1-00072presentato daVALIANTE Simonetesto diGiovedì 6 giugno 2013, seduta n. 30

La Camera,
premesso che:
da notizie riportate dalla stampa anche specializzata emergerebbe che sarebbe stata depositata una proposta di regolamento della Commissione europea, «Plant Reproductive Material Law», che renderebbe illegale la coltivazione, la riproduzione e la commercializzazione dei semi di ortaggi che non siano stati analizzati, approvati e accettati da un nuovo organismo europeo denominato «Agenzia delle varietà vegetali europee»;
la proposta di regolamento menzionata tenderebbe a regolamentare tutte le piante, i semi, gli ortaggi, con la conseguenza che la coltivazione domestica di piante con semi non regolamentari potrebbe portare a condannare una simile pratica. La maggior parte delle sementi tradizionali sarebbero messe al bando e l'abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pratica fondamentale per una vita sostenibile – diventerebbe un atto criminale. Ugualmente fuorilegge sarebbe anche qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa della Unione europea;
la normativa proposta, pur facendo riferimento al mantenimento della biodiversità e alla semplificazione della legislazione in materia, di fatto stravolgerebbe questi pacifici e condivisibili obiettivi;
finora le proteste da parte degli operatori interessati hanno portato a molteplici modifiche della proposta, senza tuttavia avere i risultati sperati, una petizione online su questo tema ha raccolto circa 25.000 firme e più di 240 organizzazioni di 40 Paesi europei hanno inviato una lettera aperta alle istituzioni europee per fermare un simile atto normativo;
tale proposta come concepita danneggerebbe i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici, i giardinieri e gli agricoltori che operano su piccola scala;
a giudizio di alcuni operatori e di associazioni di categoria una simile regolamentazione desta il sospetto che sia stata concepita da alcune multinazionali di semi che da tempo coltiverebbero l'obiettivo di realizzare il monopolio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni e il dominio totale sulla catena alimentare;
facendo passare come atteggiamento criminale quello dei piccoli coltivatori di ortaggi, una legislazione europea di questo tenore consegnerebbe il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti;
in particolare, i piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali. Coltivando senza usare macchine e senza utilizzare sostanze chimiche potenti, gli stessi sfuggono alla registrazione delle varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi criteri della «Plant Variety Agency» che si occupa solo dell'approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori industriali;
i piccoli coltivatori oltre a essere registrati dovranno altresì pagare una tassa per registrare i semi. In sostanza, l'insieme delle operazioni di gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazione e manutenzione delle varietà per ogni anno di durata della registrazione comporterà un insieme di spese che saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto scoraggiandoli;
anche se una regolamentazione di cui si parla potrebbe inizialmente riguardare soltanto i contadini commerciali, potrebbe con il tempo interessare anche i piccoli coltivatori che saranno così tenuti al rispetto delle medesime regole;
a giudizio di molti questo sarebbe un esempio di burocrazia fuori controllo, che non considera quali enormi danni arreca alla coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e le conseguenze disastrose del potere di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo, senza la necessità di sottoporre simili restrizioni al voto del Consiglio;
la nuova normativa comunitaria come proposta rappresenta in particolare per l'Italia, paese ricco di produzioni tipiche di piccola scala, un danno culturale ed economico significativo, che va ad incidere sulla libertà di coltivazione da parte del singolo coltivatore e sul diritto all'alimentazione del consumatore finale,

impegna il Governo

a farsi portavoce nelle sedi appropriate delle preoccupazioni rappresentate in premessa e ad attivarsi, insieme ad altri Paesi europei, per modificare la citata proposta, affinché la logica di un rigido e stringente, ma anche pericoloso e sproporzionato, controllo non abbia come unico fine quello di danneggiare le piccole colture e i piccoli coltivatori, a vantaggio di operatori e organizzazioni del settore potenti e agguerriti.
(1-00072) «Valiante, Giovanna Sanna, Benamati, Rughetti, Moscatt, Berlinghieri, Marchetti, Cenni, Realacci, Grassi, Ginoble, Oliverio, Rostan, Malisani, Culotta, Palma, Famiglietti, Amendola, Manfredi, Borghi, Sberna».