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Atto a cui si riferisce:
C.1/00083 premesso che: le scuole non statali raccolgono il 7 per cento della popolazione scolastica pari a circa 700 mila studenti, dalle materne alle medie superiori. Per quanto riguarda...



Atto Camera

Mozione 1-00083presentato daBUONANNO Gianlucatesto diMartedì 11 giugno 2013, seduta n. 31

La Camera,
premesso che:
le scuole non statali raccolgono il 7 per cento della popolazione scolastica pari a circa 700 mila studenti, dalle materne alle medie superiori. Per quanto riguarda la distribuzione nei vari gradi scolastici, un'indagine dell'Associazione scuole non statali assegna il 70 per cento degli iscritti alle scuole materne, l'8 per cento alla scuola elementare, il 9 per cento alla scuola media inferiore e il 13 per cento alla scuola superiore;
di fronte ad una tale situazione si deve concludere che la scuola statale è un nostro grande patrimonio, che si sta via via depauperando a causa non solo della diminuzione di risorse ad essa destinate, ma anche a causa di motivazioni di ordine culturale e di modelli di insegnamento; è necessario innestare progressivamente all'interno del sistema scolastico italiano livelli sempre più ampi di competizione, abbandonando il modello basato sul monopolio statale dell'insegnamento;
è necessario innestare progressivamente all'interno del sistema scolastico italiano livelli sempre più ampi di competizione, abbandonando il modello basato sul monopolio statale dell'insegnamento;
per questo motivo si ritiene che sia necessario garantire il massimo sostegno alla scuola non statale, incentivando così la concorrenza tra istituti scolastici e rendendo finalmente effettivo il diritto di scelta da parte delle famiglie;
bisogna riconoscere il valore della scuola non statale, consapevoli che così facendo anche quella statale sarà costretta a mettersi in gioco aggiornando i programmi e introducendo sempre maggiore autonomia soprattutto nella didattica;
si ritiene necessario mettere in atto politiche volte a valorizzare la scuola privata, ma in un'ottica costante di miglioramento di quella pubblica, garantendo a tutti la possibilità scelta, indipendentemente dalle capacità economiche, e una scuola privata non elitaria che consenta ad un numero sempre crescente di alunni di frequentare le scuole migliori, affinché pubblico e privato siano messi finalmente sullo stesso piano in virtuosa concorrenza, eliminando progressivamente il monopolio statale nell'educazione;
per una piena attuazione dell'autonomia scolastica e per recuperare competitività, la scuola deve poter contare su insegnanti con conoscenze culturali, storiche ed economiche del proprio territorio;
in quest'ottica, una selezione basata sulle effettive capacità e preparazione in un quadro di valutazione omogeneo, con i criteri di verifica a livello regionale, consentirebbe di centrare l'obiettivo, avviando un percorso virtuoso del quale si avvantaggerebbe l'intero Paese;
una soluzione potrebbe essere quella di intervenire sulla disomogeneità di valutazione, segnalata anche dalle indagini internazionali, che penalizza vaste aree del Paese, avviando un percorso di riequilibrio attraverso il reclutamento del personale docente tramite concorsi regionali e mediante lo scorrimento delle graduatorie provinciali ad esaurimento;
investire in cultura significa anche sviluppare la vocazione turistica di ogni singolo territorio, intendendo come cultura anche le bellezze naturali, gli usi, i costumi, le tradizioni e le manifestazioni popolari ed enogastronomiche di un luogo o di una regione, con lo scopo di valorizzarli;
per quanto attiene alla ricerca scientifica, bisogna necessariamente distinguere fra ricerca strategica di interesse generale e ricerca finalizzata, connessa con le attività produttive del territorio;
è indispensabile conseguentemente distinguere fra soggetti deputati allo svolgimento dell'attività di ricerca pura e soggetti diversi preposti a finanziarla e a coordinarla;
per quanto afferisce a quest'ultimo aspetto è necessario sottolineare che il finanziamento pubblico si dovrebbe limitare ad investire nelle strutture essenziali per la ricerca, mentre la maggior parte degli interventi e dei finanziamenti dovrebbero provenire dal mondo produttivo, per finalizzare gli studi ai settori di punta per il mercato evitando di disperdere le sempre più limitate risorse disponibili,

impegna il Governo

ad assumere iniziative anche di natura economica, che consentano di attuare effettivamente il principio di parità scolastica, dando così la possibilità agli alunni e alle loro famiglie di poter decidere in libertà il tipo di scuola da frequentare, tutto ciò a reale vantaggio di una rinnovata competitività tra modelli educativi e per il miglioramento dell'offerta formativa nel suo complesso;
ad assumere iniziative volte a pervenire gradatamente al reclutamento degli insegnanti su base regionale, anche al fine di evitare le numerose richieste di trasferimento con conseguenti rallentamenti nell'organizzazione della didattica;
a promuovere la salvaguardia e la valorizzazione della cultura del Paese, posto che iniziative di tal genere assecondano la vocazione turistica e attrattiva dei singoli territori e nell'attuale situazione di pesante crisi economica che attanaglia il Paese potrebbero consentire di arrivare a «vivere di cultura», con positivi risvolti occupazionali;
a porre in essere politiche che nel settore della ricerca scientifica siano volte a incentivare il mondo produttivo ad investire in ricerca e sviluppo al fine di far riacquisire competitività al Paese e creare occupazione.
(1-00083) «Buonanno, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno e vertente su materia analoga).