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Atto a cui si riferisce:
S.1/00097 premesso che: il rapporto "La Stampa in Italia 2010-2012", presentato dal presidente della Fieg (Federazione italiana editori giornali) Giulio Anselmi, delinea un quadro di grave crisi del...



Atto Senato

Mozione 1-00097 presentata da GIANLUCA SUSTA
giovedì 4 luglio 2013, seduta n.059

SUSTA, AIELLO, ALBERTINI, BARANI, BONAIUTI, CALIENDO, CARIDI, CASINI, CHITI, COLUCCI, COMPAGNA, D'ADDA, DALLA TOR, DALLA ZUANNA, D'AMBROSIO LETTIERI, DE BIASI, DELLA VEDOVA, DE POLI, DI BIAGIO, DI MAGGIO, D'ONGHIA, FAZZONE, FILIPPI, GAMBARO, GASPARRI, GENTILE, GIANNINI, GIOVANARDI, GOTOR, GUERRIERI PALEOTTI, LANGELLA, LANZILLOTTA, MARAN, MARCUCCI, MARINO Luigi, MATTEOLI, MAZZONI, MERLONI, MOSCARDELLI, MUCCHETTI, NACCARATO, NENCINI, OLIVERO, PAGLIARI, PELINO, PEZZOPANE, RANUCCI, RAZZI, RICCHIUTI, ROMANI Paolo, ROMANO, ROSSI Gianluca, ROSSI Maurizio, RUSSO, SANGALLI, SCALIA, SOLLO, SONEGO, SPILABOTTE, SPOSETTI, TONINI, TORRISI, TRONTI, VACCARI, VERDUCCI, VICECONTE, ZANETTIN, ZAVOLI, ZIN - Il Senato,

premesso che:

il rapporto "La Stampa in Italia 2010-2012", presentato dal presidente della Fieg (Federazione italiana editori giornali) Giulio Anselmi, delinea un quadro di grave crisi del settore, che non può che suscitare profonda preoccupazione e determinare un intervento di sostegno concreto e immediato da parte delle autorità di Governo;

come ha giustamente ricordato il presidente Anselmi, l'informazione è un bene comune, e, pertanto, deve essere tutelato come tale;

dal 2007 al 2012 le vendite di giornali sono calate del 22 per cento, un crollo che in numeri assoluti corrisponde a circa un milione di copie al giorno;

per la prima volta, nel 2012 sono diminuiti anche i lettori, scesi del 14,8 per cento;

sempre nel 2012, il mercato pubblicitario è tornato ai livelli del 1991, con una contrazione del 14,3 per cento rispetto al 2011 (il calo è stato del 17,6 per cento per i quotidiani e del 18,4 per i periodici);

negli ultimi 5 anni la pubblicità sulla stampa è crollata del 33,6 per cento (a fronte di una diminuzione di quella televisiva pari al 20 per cento) e nel 2012 la raccolta pubblicitaria dei giornali ha rappresentato il 26 per cento del totale;

gli spazi di pubblicità calano meno dei fatturati, il che si traduce in una drastica riduzione dei prezzi, anche in conseguenza dei sostanziosi sconti rispetto ai prezzi di listino operati da alcune concessionarie televisive;

il crollo del mercato pubblicitario non è avvenuto in maniera omogenea in tutti i mercati europei, ma ha colpito il nostro Paese (e la Spagna) in modo particolare;

il solo dato positivo è l'aumento sostanzioso della pubblicità sul web, che nel 2012 è cresciuta rispetto all'anno precedente del 5,3 per cento (e del 147 per cento rispetto al 2007), ma che da sola non è sufficiente a colmare la forte flessione fatta registrare dalla carta stampata;

i bilanci delle imprese editrici hanno fatto registrare una riduzione dei ricavi pari al 9 per cento per i quotidiani e al 9,5 per cento per i periodici, con un margine operativo lordo crollato, secondo le elaborazioni della Fieg, dell'85 per cento;

le stime e i primi dati disponibili inducono a ritenere che il 2013 farà registrare altri dati negativi;

tutto ciò ha avuto ovviamente conseguenze negative anche sui livelli occupazionali, tanto che rispetto all'anno precedente nel 2012 i giornalisti sono diminuiti del 4,2 per cento e i poligrafici del 6,7;

il forte sbilanciamento del mercato pubblicitario in favore delle televisioni contribuisce in maniera determinante ad aggravare la crisi del settore, così come risulta difficile la tutela dei contenuti editoriali in rete, che deve essere attuata senza pregiudicare la libertà del web e con strumenti che non siano mutuati da altri comparti, ma vengano studiati appositamente;

le imprese editoriali devono essere messe nelle condizioni di poter investire maggiori risorse nella digitalizzazione, in modo da realizzare una migliore integrazione tra prodotti cartacei e prodotti digitali, e stare così al passo con i tempi;

la rete di vendita appare non più adeguata alle esigenze di una società e di un mondo in continuo cambiamento, che richiedono una maggiore flessibilità per quanto riguarda gli orari e i giorni di apertura e una liberalizzazione della distribuzione;

una situazione di così grave crisi impone di studiare interventi immediati che siano in grado di produrre effetti a breve termine per rilanciare un settore così strategico,

impegna il Governo:

1) ad adottare nel più breve tempo possibile ogni misura idonea a rilanciare il settore dell'editoria;

2) a mettere in campo interventi che producano effetti sia a breve termine, per risolvere le criticità del momento, sia a medio e lungo termine, per incidere sulle difficoltà croniche che affliggono il settore;

3) ad agire prestando particolare attenzione alla tutela dei livelli occupazionali e del pluralismo editoriale e culturale, tenendo pure conto del fatto che tutti i quotidiani sono colpiti dalla stessa crisi, ma non tutti hanno gli stessi mezzi per fronteggiarla;

4) a valutare la possibilità di adottare misure di sostegno straordinarie, che tengano conto delle difficoltà del settore e della particolare congiuntura economica;

5) a valutare l'opportunità di presentare alle Camere uno o più disegni di legge, ovvero, qualora se ne ravvisino i presupposti, di adottare provvedimenti normativi d'urgenza ovvero di introdurre specifiche disposizioni all'interno di atti normativi di carattere più generale.

(1-00097 p. a.)