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Atto a cui si riferisce:
S.1/00102 premesso che: con il decreto-legge n. 35 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 64 del 2013 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 7 giugno 2013, n. 132), si è provveduto a...



Atto Senato

Mozione 1-00102 presentata da ELISA BULGARELLI
martedì 9 luglio 2013, seduta n.061

BULGARELLI, LEZZI, VACCIANO, MOLINARI, GAETTI, ORELLANA, SCIBONA, PEPE, ESPOSITO Stefano, PUGLISI - Il Senato,

premesso che:

con il decreto-legge n. 35 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 64 del 2013 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 7 giugno 2013, n. 132), si è provveduto a dare una boccata di ossigeno alle imprese, prevedendo che nel corso degli anni 2013 e 2014 vengano assegnate risorse alle imprese creditrici della pubblica amministrazione, per un importo pari a 40 miliardi di euro, affrontando altresì il tema della certificazione, e quindi i relativi passaggi procedurali e burocratici;

come riportato nel sito internet del Governo, il provvedimento citato è solo il primo passo di un percorso virtuoso il cui obiettivo è l'eliminazione completa dell'arretrato entro il 2014;

l'art. 5-bis del decreto-legge citato, che stabilisce che "per consentire l'integrale pagamento dei debiti della pubblica amministrazione maturati alla data del 31 dicembre 2012, nonché per motivate esigenze economico-finanziarie, il Ministero dell'economia e delle finanze può autorizzare la cessione di garanzia dello Stato a favore di istituzioni finanziarie nazionali, dell'Unione europea e internazionali", di fatto non vincola in modo stringente lo Stato ad autorizzare la concessione di garanzia, trattandosi di una facoltà e non di un più concreto obbligo di legge;

sarebbe preferibile non rivolgersi ad istituzioni finanziarie internazionali come prevede il citato art. 5-bis, ma piuttosto pagare i debiti attraverso l'emissione di debito pubblico o attraverso anticipazioni della Cassa depositi e prestiti; sarebbe maturo e consapevole includere nel debito pubblico anche questo tipo di debito "commerciale", quantificando in maniera complessiva quanto debito gravi realmente sulle spalle di ogni italiano;

valutato che:

come previsto dal comma 9 dell'articolo 6 del predetto decreto-legge, entro il primo luglio le aziende creditrici della pubblica amministrazione devono ricevere notifica di rimborso da parte dell'ente in debito (Comune, Provincia, Regione, ASL), con indicata la scadenza del pagamento;

è stato altresì disposto che entro il 5 luglio 2013, le pubbliche amministrazioni pubblichino sul proprio sito internet l'elenco completo, per ordine cronologico di emissione della fattura o della richiesta equivalente di pagamento, dei debiti per i quali è stata effettuata comunicazione indicando l'importo e la data prevista di pagamento comunicata al creditore. La mancata pubblicazione è rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001. I dirigenti responsabili sono assoggettati altresì ad una sanzione pecuniaria pari a 100 euro per ogni giorno di ritardo nella certificazione del credito;

nell'ultimo giorno utile per comunicare ai loro creditori la data in cui salderanno i debiti, molte pubbliche amministrazioni sono incappate in ritardi o incertezze, sebbene un quadro preciso della situazione non sia ancora pienamente disponibile;

a tutt'oggi sembrerebbe esserci uno scoglio rappresentato dalle procedure di cui agli articoli 2 e 3 del decreto-legge n. 35 del 2013 in relazione, rispettivamente, ai pagamenti delle Regioni e Province autonome per debiti non sanitari e per debiti che concernono invece il servizio sanitario. Entrambe le disposizioni stabiliscono che gli anticipi del Ministero possono essere erogati solo a seguito "della predisposizione, da parte regionale, di misure, anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso dell'anticipazione di liquidità". Inoltre, trovata la copertura con apposite delibere regionali, sarà necessario anche sottoscrivere un contratto tra il Ministero dell'economia e la Regione interessata, nel quale definire le modalità di restituzione delle somme;

fino ad oggi il Ministero non ha fornito i dati relativi allo stato di attuazione dei contratti, ma quasi tutte le Regioni risulterebbero ancora molto in ritardo rispetto alla procedura, con conseguenti gravi rischi di ritardi nei confronti di coloro che aspettano il saldo. Alcune aziende sanitarie locali, ad esempio, si sarebbero comunque attivate, indicando date di pagamento molto lontane, senza che nel frattempo però siano già stati espletati i due passaggi indispensabili per ottenere l'erogazione degli anticipi da parte del Ministero;

per finanziare la restituzione dei debiti dei Ministeri, sono state stanziate risorse per 500 milioni di euro, aggiuntive al Fondo apposito (istituito dalla legge n. 266 del 2005, articolo 1, comma 50). Ogni Ministero ha comunicato entro il 30 aprile l'ammontare dei debiti nei confronti delle imprese scaduti entro fine 2012: sulla base di queste richieste il Ministero dell'economia ha definito la ripartizione dei fondi;

la stessa tempistica è stata osservata per Comuni e Province: entro il 30 aprile hanno presentato le richieste, ed ora si attende la ripartizione dei fondi. Si parla di somme più cospicue: 4,5 miliardi, svincolati dal patto di stabilità interno;

la situazione è la seguente: le richieste hanno superato il plafond disponibile di circa 700 milioni di euro, quindi il decreto destinerà, rispetto alle richieste, 500 milioni in meno ai Comuni e 200 milioni alle Province. In questa cifra sono compresi anche i pagamenti che i Comuni hanno già effettuato nel 2013 (è una misura rilevante dal punto di vista del bilancio pubblico, perché si tratta di fondi che per effetto del decreto-legge n. 35 del 2013 sono svincolati dal patto di stabilità interno, ma per le aziende significa che non sono fondi che stanno per arrivare, ma sono pagamenti già effettuati). In pratica, ci sono 1,25 miliardi di euro già pagati entro il 9 aprile 2013, quindi restano 3,25 miliardi ancora da distribuire;

considerato altresì che:

in sede di conversione del decreto-legge n. 35 del 2013, il Governo ha accolto l'ordine del giorno G1.401 a prima firma Endrizzi, con il quale si è impegnato «a provvedere con altrettanti provvedimenti di urgenza a coprire la totalità dei debiti pregressi della PA (che in base alle ultime stime prudenziali di Banca d'Italia ammonterebbe a circa 90 miliardi) sfruttando interamente, ovvero con un plafond più ampio, l'"apertura" arrivata dall'Unione europea che, ai fini del rispetto dei criteri di deficit e debito del Patto di stabilità, considererà questa operazione tra i "fattori attenuanti"»;

l'Unione europea sarebbe disponibile a concedere all'Italia un'apertura di credito per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, qualora i conti pubblici italiani continuassero a rispettare i parametri europei, confermando l'uscita del nostro Paese dalla procedura di infrazione; José Manuel Barroso, presidente della Commissione UE, il 3 luglio 2013 ha dichiarato che Bruxelles è pronta a "considerare di consentire deviazioni temporanee dal raggiungimento dell'obiettivo di medio termine", che permetteranno "investimenti pubblici produttivi" cofinanziati dall'Unione europea, che andranno in precedenza valutati;

quantificare l'intero stock del debito della pubblica amministrazione verso i fornitori è complicato, ma è stimato in circa 140 miliardi di euro, se si includono anche le aziende più piccole. Sbloccando tale incredibile flusso di denaro si aumenterebbe la disponibilità economica degli italiani e, oltre a salvare molte imprese, si riattiverebbe il volano dei consumi;

lo stesso Governo ha indicato in una massa fino a 20 volte la cifra complessiva il circolo virtuoso di pagamenti che lo sblocco di tali debiti potrebbe innescare;

in molti casi, soprattutto per i creditori con minori disponibilità economiche, il pagamento del credito rappresenta la vera differenza fra la vita e la morte, quanto meno imprenditoriale,

impegna il Governo:

1) ad adottare in tempi rapidi tutte le misure necessarie per l'attuazione del decreto-legge n. 35 del 2013;

2) ad avviare un immediato percorso di sblocco dei pagamenti residui dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti di ditte individuali, piccole e medie imprese e grandi fornitori, procedendo al pagamento secondo tale ordine di priorità, prevedendo senza ulteriori indugi tale provvedimento nella legge di stabilità per il 2014;

3) a dare conto con la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013, dello stato di attuazione del decreto-legge, in particolare indicando lo stato dei pagamenti dei debiti effettuati dagli enti territoriali e dalle amministrazioni statali, gli esiti dell'attività di ricognizione svolta dalle pubbliche amministrazioni nonché le iniziative necessarie, da assumere con la legge di stabilità per il 2014, per il completamento del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni maturati alla data del 31 dicembre 2012, inclusi i debiti fuori bilancio per somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali.

(1-00102)