Testo RISOLUZIONE CONCLUSIVA
Atto a cui si riferisce:
C.8/00084 Risoluzione conclusiva 8-00084presentato daBORDO Francotesto diMercoledì 22 ottobre 2014 in Commissione XIII (Agricoltura)
Risoluzioni 7-00421 Franco Bordo, 7-00467 Oliverio,...
Atto Camera
Risoluzione conclusiva 8-00084presentato daBORDO Francotesto diMercoledì 22 ottobre 2014 in Commissione XIII (Agricoltura)
Risoluzioni 7-00421 Franco Bordo, 7-00467 Oliverio, 7-00476 Faenzi e 7-00478 Lupo: Sul semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea, con riferimento alle produzioni agroalimentari.
RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XIII Commissione,
premesso che:
il 2 luglio 2014 si è aperto il semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea; una grande opportunità per affrontare da una posizione di leadership in Europa, in una fase di incertezza economica, alcuni dossier fondamentali per l'agricoltura italiana, con la possibilità, inoltre, di incidere, sugli sviluppi dell'agricoltura europea da qui ai prossimi anni;
in tale ambito, il programma del semestre italiano riveste un ruolo essenziale per definire le linee strategiche volte ad assicurare crescita sostenibile, stabilità, coesione e sviluppo a sostegno dell'economia reale nella fase attuale in cui, il continente europeo attraversa un cruciale snodo, istituzionale, sociale ed economico;
per quel che riguarda lo sviluppo di una visione strategica si evidenzia che l'agricoltura e l'agroalimentare si confermano settori trainanti delle politiche di sviluppo e i dati macroeconomici del primo trimestre 2014 lo confermano; infatti, in tale periodo di riferimento, il prodotto interno lordo (PIL) aumenta solo in agricoltura per un valore aggiunto del 2,2 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,2 per cento nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente. La suddetta analisi elaborata sulla base dei dati Istat, evidenzia che il valore aggiunto dell'agricoltura continua a salire nel 2014 dopo l'aumento dello 0,3 per cento registrato nel 2013, in controtendenza alla crisi; tuttavia, il valore rimane molto basso sia per effetto degli andamenti climatici avversi sia per la riduzione dei consumi interni alimentari che nel primo bimestre dell'anno in corso, registrano un calo di oltre il 2 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;
il semestre europeo a guida italiana offre, quindi, la concreta possibilità di discutere del carattere strategico del comparto agricolo e agroalimentare all'interno dei più ampi processi economici della green economy, della blue economy, del rilancio dell'occupazione, soprattutto quella giovanile, e dei meccanismi di innovazione, in una visione unitaria e di rafforzamento della crescita dell'Europa; in tale prospettiva il nostro Paese deve sviluppare una riflessione sulla creazione di un modello di consumo e di produzione sostenibile, teso alla protezione e alla conservazione delle risorse del pianeta, ad un uso efficiente delle risorse, alla lotta contro la fame e alla affermazione di un diritto alla sicurezza alimentare per tutti gli abitanti del pianeta; per tali motivi l'Italia ha dedicato Expo, Nutrire il Pianeta. Energia per la vita – al tema della sicurezza alimentare;
l'Italia nel semestre di Presidenza deve fornire una chiara e rinnovata idea di politica agricola comune, valorizzando le peculiarità delle biodiversità e dei prodotti agroalimentari dei Paesi membri, in un'ottica di demarcazione netta da quelle politiche dei Paesi terzi che intendono lo scambio commerciale con l'Unione come un punto di arrivo delle proprie politiche commerciali, promuovendo gli accordi sugli scambi commerciali con i Paesi terzi che valorizzino l'identità culturale dell'agroalimentare europeo;
il comparto agricolo e agroalimentare, ed in particolare il cosiddetto »made in Italy», riveste a tal fine, un ruolo fondamentale anche in ambito europeo e mondiale, rappresentando un settore produttivo divenuto, peraltro, sempre più importante in termini di contributo per il prodotto interno lordo nazionale;
da oltre un quinquennio, infatti, le politiche agricole hanno conquistato una rinnovata centralità nell'agenda politica di tutti i Paesi a livello continentale, ponendo all'attenzione diversi temi prioritari e strategici, quali la crescente domanda di cibo e le risposte da dare sul versante della sicurezza alimentare e della qualità;
l'Esposizione Universale di Milano 2015, chiamata ad approfondire il complesso mondo dell'alimentazione, della qualità e della sicurezza del cibo, della valorizzazione e conoscenza delle tradizioni alimentari locali e soprattutto le iniziative per la lotta alla povertà si colloca in una posizione strategica per il ruolo di presidio del nostro Paese nei prossimi mesi;
oltre alle suesposte linee di indirizzo, l'agenda del semestre italiano di Presidenza europea, per l'agricoltura ed il settore agroalimentare, dovrà contenere una serie di misure d'intervento per contrastare la crisi e dare slancio all'economia, attraverso criteri guida per il rinnovamento dei modelli produttivi;
particolarmente rilevante risulta, al riguardo, la questione dell'etichettatura; la tutela del made in Italy passa, infatti, attraverso un sistema di etichettatura efficace che sia chiaro ai consumatori. È necessaria, pertanto, un'evoluzione della normativa comunitaria per avere in etichetta l'indicazione del luogo di origine o di provenienza delle materie prime utilizzate, nonché le tipologie di allevamento al fine di rendere consapevole il consumatore al momento dell'acquisto. Il Parlamento italiano si è già espresso in questa direzione votando all'unanimità la mozione n. 1-00311;
un tema che va portato a conclusione, a livello europeo, è, sicuramente, quello degli organismi geneticamente modificati. Si rende necessario sostenere, quindi, in sede comunitaria il principio della sovranità alimentare e della libertà dei singoli Stati membri di scegliere la propria strategia agro-alimentare potendo prevedere l'esclusione dell'utilizzo degli OGM. D'altra parte, occorre valutare come meglio declinare la posizione comune del Consiglio, emersa nell'ambito dei lavori di modifica della direttiva 2001/18/CE; da valutare anche l'opportunità di inserire un soggetto portatore di interessi privati (impresa biotech) all'interno di una procedura di regolazione avente ad oggetto interessi pubblici, in grado di rappresentare una soluzione adeguata al fine di raggiungere un equo bilanciamento degli interessi in campo. Si rischierebbe, infatti, qualora il testo non venisse modificato, di legittimare un anomalo ingresso di interessi di parte in un processo di valutazione e di negoziato in atto sul piano amministrativo volto a garantire comunità e, quindi, interessi pubblici;
tra i dossier legislativi «ordinari» che hanno concrete possibilità di approvazione nell'ambito del semestre europeo riveste una grande importanza per il settore agricolo nazionale la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio del 24 marzo 2014 (COM(2014)180)), relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici, su cui il Parlamento europeo dopo il primo scambio di opinioni sta per avviare la prima lettura; su tale regolamento ci sono alcune questioni da risolvere sul testo della Commissione se si vuole arrivare alla fine del 2014 con una posizione comune nel Consiglio; in particolare si tratta di chiarire aspetti relativi alle regole per la produzione biologica, alla questione delle deroghe ed ai sistemi di controllo;
la legislazione europea, al fine di garantire un elevato livello di sanità umana, animale e vegetale, e garantire il funzionamento del mercato interno, prevede una serie di norme armonizzate per prevenire, eliminare o ridurre gli eventuali rischi di ordine sanitario per l'uomo, per gli animali e per le piante presenti nella «filiera agroalimentare», espressione intesa nella sua accezione più ampia per abbracciare tutti i processi, i prodotti e le attività relativi ai prodotti alimentari, alla loro lavorazione, e la normativa che garantisce che essi siano sicuri e idonei al consumo umano;
la Commissione europea il 6 maggio 2013 ha presentato la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo COM(2013)265 sui «controlli ufficiali», al fine di addivenire ad una armonizzazione indispensabile per i controlli di qualità, sia per la produzione biologica degli alimenti sia nell'ambito della catena di produzione di organismi geneticamente modificati (OGM);
i controlli servono per evitare che Paesi membri, che hanno scelto di non coltivare sul proprio territorio gli OGM e di consumare alimenti OGM free, si trovino nella situazione di avere armi spuntate nel contrastare il fenomeno, sempre più diffuso, di immissione fraudolenta sul mercato di OGM e alimenti insalubri, viste le ultime vicende dell’Escherichia coli trovata nei pomodori di varietà ciliegino, provenienti dal Marocco, commercializzati in alcuni Stati dell'Unione;
la proposta di regolamento è volta a stabilire una base giuridica solida sia per la proposta di regolamento sul biologico che per quella sugli OGM;
nel semestre di Presidenza italiana proseguiranno i negoziati tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America per la definizione del Transatlantic trade and investiment partnership (TTIP) che detterà le regole dell'accordo commerciale internazionale tra i due Paesi. La strategia negoziale risulta essere, quindi, decisiva per garantire, in un'ottica di mutuo vantaggio, che non si verifichino squilibri di mercato e che non sia messo in pregiudizio il sistema nazionale di tutela del made in Italy agroalimentare);
rientrano nell'ambito dei dossier legislativi da seguire anche tutti i regolamenti non ancora avviati per quanto riguarda la fase di implementazione nazionale delle regole di riforma della politica agricola comune. In particolare, per il nostro Paese è strategico il progetto di atto delegato relativo alle autorizzazioni per gli impianti viticoli in relazione alla possibilità di trasferire i diritti d'impianto ancora validi al 2015 fino al 2020 così come stabilito dal regolamento di base (Ocm unica) all'interno della Pac2020;
in merito alla produzione e messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale, è necessario approvare il relativo regolamento, definendo, in particolare, la disciplina sulle specie da conservazione, già oggetto di contenzioso con l'Italia; anche al fine di evitare che un'eccessiva semplificazione determini la legittimazione in ambito commerciale della commercializzazione di materiale OGM a discapito delle sementi tradizionali. Inoltre, si determinerebbe un controllo totale della filiera da parte delle multinazionali;
un ulteriore capitolo che l'Italia potrebbe risolvere nell'ambito del semestre europeo è quello relativo alla proposta di regolamento sul finanziamento del regime di aiuti per la distribuzione di ortofrutticoli, banane e latte negli istituti scolastici (programma frutta e latte nelle scuole). La proposta, secondo la logica del percorso avviato con la riforma della politica agricola comune mira ad uniformare i due programmi (frutta e latte nelle scuole) negli obiettivi, rafforzando, al tempo l'efficacia delle misure; sembra, al riguardo, opportuno che a tale iniziativa si affianchino iniziative di promozione, in ambito europeo, sull'istituzione della comunità della conoscenza e dell'innovazione per l'alimentazione incentrata sulla prevenzione dello spreco di cibo e sull'educazione alimentare, stimolando l'opinione pubblica ad assumere comportamenti maggiormente responsabili rispetto alla fruibilità sostenibile degli agroalimentari;
l'Italia nel semestre avrà anche l'opportunità di gestire alcune emergenze e «dossier straordinari», in primo luogo il divieto di importazioni della Russia (Russian import ban) per l'importanza strategica per l’export agroalimentare nazionale; dal mese di marzo 2014, dopo l'annessione alla Russia della Crimea, si sono susseguite diverse mosse e contromosse politico-commerciali culminate il 6 agosto con il blocco da parte della Russia delle importazioni di carne, pesce, frutta, verdura e latticini da Stati Uniti, Unione europea, Canada, Australia e Norvegia. Una sanzione particolarmente, penalizzante per il «vecchio continente» le cui esportazioni agro alimentari verso la Federazione russa hanno sfiorato, nell'ultimo anno, la cifra di 12 miliardi di euro. Alla luce di tale situazione, la Commissione europea con il regolamento (UE) n. 932/2014 ha adottato misure eccezionali e urgenti per il settore ortofrutticolo (tra l'altro sospese) e il settore lattiero-caseario. Nel primo caso si tratta di aiuti concessi per operazioni di ritiri dal mercato, di raccolta prima della maturazione e di mancata raccolta effettuate nel periodo dal 18 agosto al 30 novembre 2014. La spesa totale sostenuta dall'Unione per le misure in questione ammonta a 125 milioni. Per sostenere il lattiero-caseario, invece, la Commissione ha presentato due regolamenti di esecuzione per l'apertura dell'ammasso privato per il burro e il latte in polvere, e due regolamenti delegati; il primo per l'apertura dell'ammasso privato per i formaggi e il secondo per l'estensione del periodo d'intervento pubblico (dal 30 settembre 2014 al 31 dicembre 2014) per il burro e latte in polvere; la nuova bozza di regolamento relativa agli aiuti della Unione europea per il settore ortofrutticolo predispone un piano di aiuti più equilibrato con contributi per Stato membro e per gruppi di prodotti in base ai dati 2013 dell’export verso la Russia;
una specifica attenzione dovrà essere dedicata al settore lattiero-caseario. Nei mesi scorsi è stata presentata la relazione della commissione europea sull'evoluzione del settore lattiero-caseario e sull'applicazione negli Stati membri del «pacchetto latte» e anche tenendo conto dei contenuti della citata relazione dell'UE, sarebbe auspicabile introdurre nuove misure per rendere meno pesante il passaggio dal sistema delle quote produttive in scadenza nel marzo 2015 al nuovo sistema;
altro tema importante su cui intervenire è rappresentato dal controllo delle specie nocive e dello scambio di materiale vegetale, assegnando priorità all'approvazione del regolamento relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante, attualmente in fase di proposta;
la Commissione, nel mese di marzo 2014 ha presentato al Parlamento europeo e al Consiglio la relazione sull'applicazione delle disposizioni relative alle organizzazioni di produttori, ai fondi di esercizio e ai programmi operativi nel settore ortofrutticolo successivamente alla riforma del 2007;
le sementi sono il primo anello della catena alimentare, la cui varietà e diversità rappresenta un fattore fondamentale per la tutela della biodiversità agricola e della qualità della produzione di alimenti e mangimi. Al riguardo, l'Unione europea è impegnata a definire una nuova legislazione con l'obiettivo di uniformarla, semplificarla e renderla maggiormente omogenea negli Stati membri. Tuttavia, il testo unico sul materiale riproduttivo vegetale COM(2013)262 presentato il 6 maggio 2013 dalla Commissione è stato rigettato l'11 marzo 2014 dalla commissione agricoltura del Parlamento europeo per il profondo disaccordo sul testo ritenuto non adeguato. Anche la Commissione Agricoltura della Camera con la risoluzione conclusiva n. 8-00036 aveva espresso la sua contrarietà alla proposta di regolamento in commento impegnando il Governo ad adottare in sede europea tutte le iniziative necessarie affinché venisse ritirata;
la direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dell'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, consente agli Stati membri di derogare al limite di 170 chili di azoto per ettaro all'anno a determinate condizioni particolarmente stringenti
impegna il Governo
ad assumere iniziative per ultimare la fase d'implementazione della politica agricola comune riformata nel 2013 e, in tale ambito, a prestare particolare attenzione all'attuazione del nuovo sistema di autorizzazioni del settore vitivinicolo salvaguardando, così come stabilito nel regolamento di base recante la nuova organizzazione comune dei mercati, la possibilità di trasferire i diritti d'impianto ancora validi al 2015 fino al 2020;
ad attivarsi in sede di Consiglio dei ministri dell'Unione europea, affinché si definisca entro la fine del semestre europeo una posizione comune che, rispetto alla proposta di regolamento relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici:
a) non rinunci al perseguimento di alcuni obiettivi generali (già caratterizzanti l'attuale quadro normativo) tra cui l'ottenimento di prodotti di alta qualità e la produzione di alimenti e prodotti agricoli rispondenti alla crescita di domanda verso cibi ottenuti con procedimenti rispettosi della salute umana, dell'ambiente e del benessere degli animali;
b) riduca l'eccessivo ricorso all'esercizio della delega e dell'implementazione (atti delegati e di esecuzione) che, di fatto, rischia di svuotare di contenuti e certezze il nuovo quadro normativo demandando all'esecutivo dell'Unione europea il potere decisionale su una materia complessa e articolata all'interno del quadro europeo;
c) introduca il necessario livello di semplificazione al fine di rendere meno rigida tecnicamente la proposta legislativa e scongiurare possibili fenomeni di abbandono del metodo produttivo biologico con ricadute negative in termini socio-economici soprattutto in alcune aree del Paese a forte vocazione produttiva;
d) contribuisca al rafforzamento del quadro dei controlli sia interno all'Unione sia in ambito di commercio estero relativamente alle importazioni provenienti dai Paesi terzi secondo una logica ispirata dal rispetto del principio della reciprocità delle regole commerciali;
a definire in sede europea, nel quadro di quanto stabilito nel regolamento (UE) n. 1169/2011, norme puntuali e incisive in materia di origine dei prodotti, prevedendo l'obbligatorietà dell'indicazione dell'origine dei prodotti anche per i settori attualmente non contemplati dalla regolamentazione vigente;
ad adottare le opportune iniziative volte a consentire l'utilizzo delle disposizioni ulteriori, stabilite dall'articolo 39 del regolamento (UE) 1169/2011 per specifici motivi quali: la protezione della salute pubblica e dei consumatori, la prevenzione delle frodi, la repressione della concorrenza sleale, la protezione dei diritti di proprietà industriale e commerciale, nonché la tutela delle indicazioni di provenienza e denominazione di origine controllata, attuando le disposizioni di cui all'articolo 3, comma 7, del decreto-legge n. 91 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 116 del 2014;
ad assumere iniziative per portare a conclusione la questione degli organismi geneticamente modificati, sostenendo, in sede comunitaria, il principio della sovranità alimentare, della tutela della biodiversità e della libertà dei singoli Stati membri di scegliere la propria strategia agroalimentare potendo prevedere il divieto di coltivazione degli OGM anche per motivazioni agronomiche, meglio declinando la posizione comune del Consiglio, emersa nell'ambito dei lavori di modifica della direttiva 2001/18/CE, anche basandosi sugli articoli 191 e 192 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), al fine di non condizionare, con ingresso di interessi privati, le scelte dello Stato nella fase di decisione in ordine alla limitazione del territorio alle coltivazioni OGM;
ad avviare concretamente, traendo spunto dall'ultima relazione della Commissione europea, in sede di Consiglio una strategia programmatica per il settore lattiero-caseario che da un lato possa traghettare il settore nei prossimi mesi dopo la cessazione del regime delle quote produttive, dall'altro definire misure non più rinviabili necessarie a gestire la volatilità del mercato e i rischi ad essa connessi;
ad avviare concretamente in sede di Consiglio una fase di riflessione sulla riforma del settore ortofrutticolo europeo che, partendo dalle positive esperienze del modello attuale e dal rapporto della Commissione del mese di marzo, approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 16 giugno 2014, sappia cogliere tutte le opportunità mancate durante la recente riforma della politica agricola comune tra cui: il miglioramento degli strumenti di prevenzione e gestione delle crisi e il rafforzamento degli strumenti che hanno un impatto incisivo in termini di competitività e stabilità del reddito;
ad essere protagonista durante il semestre dell'Unione europea nell'ambito delle attività negoziali del Transatlantic trade and investiment partnership (TTIP) tra USA e Unione europea, posto che in tale ambito, al fine di coglierne le opportunità per il sistema agroalimentare nazionale e di valorizzare i modelli produttivi agricoli locali, è opportuno un impegno per la definizione di un accordo finale che garantisca gli standard agricoli e alimentari europei, protegga i consumatori e garantisca parità di condizioni per gli agricoltori, eliminando molte delle barriere esistenti – per offrire nuove opportunità ai produttori per l'esportazione dei loro prodotti – mantenendo, al tempo stesso, gli elevati standard comunitari che gli agricoltori rispettano e dei quali i consumatori godono, a partire dalla tutela del sistema delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette, anche attraverso il riconoscimento del principio di precauzione e delle regole di etichettatura vigenti in ambito europeo;
gestire con protagonismo europeo e a monitorare nei prossimi mesi gli sviluppi della fase di crisi derivante dal blocco delle importazioni agroalimentari introdotto dalla Federazione russa, assicurando un impegno per garantire un funzionamento efficace delle misure proposte sia per l'ortofrutta sia per il lattiero-caseario, favorendo l'adesione del sistema produttivo agli incentivi, scongiurando la nascita di fenomeni di distorsione della concorrenza; sullo stesso fronte ad attivarsi urgentemente per una valutazione di impatto chi consideri tutte le produzioni del sistema agro alimentare nazionale penalizzate dall'embargo russo valutando, in tal senso, la possibilità di reperire in sede europea risorse finanziarie che vadano oltre la rubrica agricola del bilancio dell'Unione europea;
ad utilizzare il ruolo di leadership internazionale durante il semestre europeo per individuare le linee strategiche che saranno approfondite in occasione di Expo 2015 e che dovranno diventare l'ossatura di un protocollo internazionale di intesa sull'agricoltura per i prossimi anni che da un lato possa proporre idee e contenuti all'Expo e dall'altro possa avviare un percorso di ricerca e sviluppo che vada oltre l'Expo definendo soluzioni di lungo periodo sui temi del cibo e della food security;
ad attivarsi per far sì che gli accordi di libero scambio con i Paesi terzi, possano contenere gli standard di qualità previsti nel regolamento sui «controlli ufficiali»;
ad assumere iniziative per assegnare priorità all'approvazione del regolamento relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante, attualmente in fase di proposta;
ad assumere iniziative volte alla approvazione del relativo regolamento, definendo, in particolare, la disciplina sulle specie da conservazione, già oggetto di contenzioso con l'Italia;
a mettere in atto tutte le iniziative utili al fine di tutelare il libero scambio delle sementi tra gli agricoltori e la loro non brevettabilità a tutela della biodiversità e a farsi promotore, in ambito europeo, di una normativa sementiera che rivolga una particolare attenzione alle sementi tradizionali, consentendone lo scambio tra gli agricoltori, individui le opportune azioni di sostegno per gli agricoltori custodi, anche in considerazione del ruolo da essi svolto nella conservazione e produzione di biodiversità agricola, e promuova le varietà da conservazione, fatta salva l'esigenza di assicurare i necessari controlli a garanzia degli utilizzatori;
sollecitare il processo di revisione della «direttiva nitrati» n. 91/676/CEE sulla base dei dati scientifici oggi disponibili e dei monitoraggi effettuati puntualmente negli ultimi dieci anni, distinguendo i limiti in funzione delle macro regioni agricole europee in ragione anche dei fattori climatici e favorendo lo stoccaggio in armonizzazione con la gestione dell'attività;
rafforzare l'azione comune di contrasto ai crimini agroalimentari, con particolare riferimento alla contraffazione, sofisticazione ed adulterazione degli alimenti, assicurando a tale proposito, anche a seguito delle pronunce rese in sede comunitaria, la reale tutela dei prodotti agroalimentari ad indicazione geografica e a denominazione di origine protetta e individuando modalità coordinate e condivise di azione tra gli Stati membri, in fase di controllo e applicazione della normativa di riferimento;
chiedere l'attivazione della clausola di salvaguardia prevista dai trattati a tutela del mercato italiano del riso, o, in alternativa, valutare l'opportunità di introdurre un dazio proporzionato per l'importazione di un prodotto fondamentale per l'economia agroalimentare italiana;
chiedere l'introduzione dei castagneti tra le superfici a frutta o a guscio oggetto di specifico finanziamento europeo e promuovere, nelle opportune sedi europee e previa verifica delle misure adottate da altri Stati membri, tutte le iniziative affinché siano accordate, in considerazione delle esigenze della castanicoltura italiana, le eventuali necessarie deroghe al quadro normativo comunitario;
a fornire nei prossimi mesi ogni utile elemento alle Commissioni parlamentari competenti per materia circa il lavoro svolto e i risultati conseguiti dalla Presidenza italiana sui punti sopra citati, ed in particolare sugli sviluppi del negoziato sul Transatlantic trade and investiment partnership (TTIP).
(8-00084) «Franco Bordo, Oliverio, Faenzi, Lupo, Sani, L'Abbate, Luciano Agostini, Antezza, Anzaldi, Benedetti, Massimiliano Bernini, Carra, Catanoso, Cenni, Cova, Covello, Dal Moro, Fabrizio Di Stefano, Fiorio, Gagnarli, Gallinella, Riccardo Gallo, Marrocu, Mongiello, Palazzotto, Palma, Parentela, Prina, Romanini, Scotto, Russo, Taricco, Tentori, Terrosi, Venittelli, Zaccagnini, Zanin».