• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00013 le cronache giornalistiche hanno trattato nel tempo i drammatici casi di alcuni bambini affetti da patologie incurabili, quali ad esempio il caso di Celeste, malata di atrofia muscolare; ...



Atto Camera

Interpellanza 2-00013presentato daRICCIATTI Laratesto diMartedì 26 marzo 2013, seduta n. 4

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
le cronache giornalistiche hanno trattato nel tempo i drammatici casi di alcuni bambini affetti da patologie incurabili, quali ad esempio il caso di Celeste, malata di atrofia muscolare;
in questo, nonché negli altri casi di patologie terribili che affliggono numerosi bambini, quali ad esempio il morbo di Krabbe, non esistono al momento cure che consentano di arrestare o far regredire la malattia, pertanto chi ne è colpito è destinato ad una morte certa che giunge al termine di un decorso della malattia particolarmente devastante, a cui i familiari sono condannati ad assistere impotenti;
l'unica possibilità, in relazione a tali drammatici casi, è rappresentata dalle cure cosiddette compassionevoli, disciplinate dal decreto ministeriale 5 dicembre 2006, la cui efficacia è stata prorogata poi dal Ministro Fazio nel 2008 (decreto Turco/Fazio), recante «Utilizzazione di medicinali per terapia genica e per terapia cellulare somatica al di fuori di sperimentazioni cliniche e norme transitorie per la produzione di detti medicinali»;
a tali cure possono accedere pazienti affetti da malattie per le quali non sussistono valide alternative terapeutiche, nei casi di urgenza ed emergenza che pongono il paziente in pericolo di vita, nonché nei casi di grave patologia a rapida progressione;
le cure compassionevoli possono quantomeno alleviare le sofferenze connesse alle patologie e, in tal senso, hanno dimostrato particolare efficacia le iniezioni di cellule staminali mesenchimiali, ricavate dal midollo osseo di un donatore. Tali cellule non hanno un costo a carico del Sistema sanitario nazionale, a differenza di quelle delle cosiddette cell factory dell'AIFA che, invece, vengono pagate;
la nuova cura, messa a punto dalla Stamina e dal dottor Andolina (già responsabile dei trapianti del midollo all'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico «Burlo Garofolo» di Trieste) ha mostrato, dopo una sola infusione delle cinque previste, positivi risultati terapeutici e potrebbe portare sollievo a migliaia di persone affette da gravi malattie neurodegenerative che attendono di essere curate;
tali tipi di cure, nel nostro Paese, sono state prestate solo negli spedali riuniti di Brescia e dalla Stamina Foundation, a fronte di numerosissimi casi di famiglie che chiedono il trapianto di staminali; il Ministero della salute autorizzò tali cure compassionevoli e l'AIFA espresse, a riguardo, un parere favorevole;
in data 15 maggio 2012 è intervenuto il provvedimento dell'AIFA che ha imposto il divieto alla somministrazione delle cellule staminali secondo il cosiddetto «metodo Stamina» in quanto ritenuto potenzialmente pericoloso per la salute;
conseguentemente, ad oggi, per l'accesso alle cure menzionate vi è la necessità di ricorrere al tribunale, nella funzione di giudice del lavoro, unica istituzione legittimata a rimuovere il divieto imposto dall'Alfa che si interpone alla realizzazione dei diritti dei piccoli;
l'ordinanza n. 1/2012 del 15 maggio 2012 emessa dall'AIFA è stata oggetto di opposizione innanzi al T.A.R. di Brescia sia da parte dell'azienda ospedaliera, sia da parte della regione Lombardia, la quale è intervenuta volontariamente ad adiuvandum della stessa azienda ospedaliera. Entrambi i convenuti chiedono al TAR di «annullare l'ordinanza n. 1/2012 del 15 maggio 2012 e, per quanto possa e occorrere, gli atti istruttori che hanno preceduto l'emanazione» ritenendola priva di fondamenta e illegittima;
desta perplessità che, nonostante le pesanti motivazioni contenute nell'ordinanza dell'AIFA in relazione alla mancanza dei necessari requisiti di affidabilità dal punto di vista strutturale e medico – scientifico del laboratorio degli spedali riuniti di Brescia, questo non sia stato chiuso del tutto, ma siano state vietate solo le attività della Stamina;
in favore della terapia con Stamina si sono schierati circa 40.000 medici associati a Consulcesi, nonché i genitori che reclamano la continuazione della relativa terapia per i loro familiari e migliaia di genitori che reclamano tale terapia per la prima volta;
il blocco della terapia con Stamina, protratto fino all'esito finale della sperimentazione clinica, significherebbe cagionare volontariamente lesioni psicofisiche e morte a tutte le migliaia di malati che non potranno accedervi;
va segnalato che il dottor Marino Andolina, preannunciando una querela nei confronti di una giornalista del Corriere della Sera che aveva attribuito effetti limitati e controproducenti alla terapia con Stamina, in relazione ad alcuni casi non andati a buon fine, ha precisato «... Il punto che non le perdono è quello di aver scritto che le cellule usate erano di Stamina. Non escluso che questa affermazione non le costi una querela, in carenza di rettifica. Le cellule che io e poi altri del Burlo abbiamo usato a Trieste nei bambini con SMA, in attesa che si aprisse l'esperienza di Stamina a Brescia, venivano dalla stem cell factory di Monza, autorizzata dall'AIFA. Queste cellule sono “farmaci” e non possono essere trattate che in un solo modo. Quando ho chiesto di modificare di poco la metodica per evitare che le cellule fossero iniettate nel sistema nervoso centrale ormai prossime alla maturazione in osso, mi hanno risposto che l'AIFA non avrebbe permesso tale modifica. Le cellule di Monza e di tutti i laboratori “autorizzati” non rigenerano i tessuti nervosi, ma come dimostrato da un brillante ricercatore del Burlo (poi imbavagliato) hanno un effetto anti-infiammatorio bloccando con una proteina l'attività dei macrofagi cerebrali (microglia). Quando una cellula nervosa è sofferente la microglia la uccide (apoptosi). Quindi a Celeste ed agli altri bambini noi avevamo impedito temporaneamente la morte cellulare “programmata” con un effetto praticamente farmacologico. Tale effetto dura esattamente 30 giorni. Due bambini che hanno sospeso la terapia sono morti. Celeste e Sebastian che avevano sospeso per 3 mesi la terapia al Burlo sono arrivati a Brescia completamente paralizzati. Nessuna persona in buona fede può dubitare, anche senza leggere i referti dei neurologi di Brescia, vedendola muoversi su TGCom e Le Iene, che la terapia Stamina funzioni...»;
tutto ciò considerato, appare senza dubbio positiva la notizia dell'approvazione, in data 21 marzo 2013, di un decreto-legge sulla materia da parte del Consiglio dei ministri che, in particolare, autorizzerebbe l'uso delle staminali per chi ha iniziato la terapia con il metodo Stamina; tuttavia, sarebbe auspicabile un intervento che, più in generale, garantisse a tutti la possibilità del ricorso a tali terapie, così come finora eseguite a Brescia –:
se il Ministro interpellato, pur durante una eventuale sperimentazione, non ritenga di dover contemporaneamente intraprendere iniziative urgenti per garantire a tutti la terapia con Stamina già praticata a Brescia ed estenderla a tutto il territorio nazionale, nelle strutture sanitarie che ne facciano richiesta, in tal modo garantendo il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, anche alla parte di persone affette da patologie incurabili, quali ad esempio il morbo di Krabbe, la malattia di Nieman Pick, la leucodistrofia metacromatica, l'atrofia muscolare, rispetto alle quali i tempi di attesa di vita della terapia sono incompatibili con quelli di una sperimentazione.
(2-00013) «Ricciatti, Migliore, Ferrara, Aiello, Nardi, Quaranta, Piras, Scotto, Paglia, Di Salvo, Piazzoni, Pellegrino, Melilla, Pannarale, Kronbichler, Marcon, Pilozzi, Lavagno, Claudio Fava».