• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00014 l'articolo 3 della legge n. 248 del 2006 («legge Bersani») consente alle attività commerciali site nei comuni inseriti negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte, di...



Atto Camera

Interpellanza 2-00014presentato daDELL'ORCO Micheletesto diMartedì 2 aprile 2013, seduta n. 6

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
l'articolo 3 della legge n. 248 del 2006 («legge Bersani») consente alle attività commerciali site nei comuni inseriti negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte, di estendere, in via sperimentale, gli orari di apertura anche per 24 ore giornaliere ed estende tale possibilità (tra l'altro già prevista nella legge n. 114 del 1998 – «legge Bersani») a località non espressamente definite «turistiche»;
la manovra finanziaria dell'ultimo Governo Berlusconi, varata con il decreto-legge n. 98 del 6 luglio 2011, seguita dalla circolare esplicativa ministeriale (Ministero dello sviluppo economico) 28 ottobre 2011, n. 3644/C, ha previsto la liberalizzazione degli esercizi commerciali, con effetto a partire dal 2 gennaio 2012 e novanta giorni di tempo per i relativi adeguamenti; in tal modo, la liberalizzazione degli orari di apertura, anche se in via sperimentale, è stata estesa agli esercizi commerciali di tutti i comuni d'Italia turistici e non;
il Governo Monti ha sostanzialmente confermato la suddetta disciplina normativa all'interno della «manovra SalvaItalia» varata con il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201;
la norma succitata azzera completamente ogni competenza delle regioni e dei comuni in materia di orari;
nel 1995 è stato promosso un referendum in merito agli orari degli esercizi commerciali e il 62,5 per cento dei votanti si è espresso contro l'abrogazione della norma che impedisce la liberalizzazione degli orari dei negozi;
da diversi mesi si sono susseguite critiche al decreto-legge e conseguenti liberalizzazioni delle aperture domenicali da parte di associazioni di categoria e comitati locali; infatti, Confesercenti ha confermato la contrarietà al provvedimento, soprattutto per ciò che riguarda le aperture durante le domeniche e i giorni festivi. Una posizione più volte ribadita dall'associazione e ora rafforzata dalla campagna «Libera la Domenica»;
l'iniziativa è sostenuta anche a Taranto da comitati popolari come «Domenica no grazie», e punta a far pervenire in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare; gli obiettivi della petizione sono il ritorno alla vecchia calendarizzazione delle aperture domenicali, nonché l'abolizione in toto dell'apertura degli esercizi commerciali durante i giorni festivi; altre critiche analoghe sono giunte dal comitato CALS (comitato anti liberalizzazioni selvagge) emiliano-romagnolo, che ha già raccolto oltre 50.000 firme;
sono giunte proposte alternative dall'Emilia Romagna, come la creazione di un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali (numero massimo di festività lavorative, in un anno, equivalente a 12 o 13) rivolto alle piccole, medie e grandi distribuzioni, lasciando comunque la possibilità al consumatore di fare la spesa alimentare tutte le domeniche («modello Modena»);
è auspicabile che la volontà popolare espressa tramite il referendum del 1995, in merito agli orari degli esercizi commerciali, sia rispettata;
la liberalizzazione delle aperture ha messo in difficoltà i piccoli commercianti, per quanto riguarda la copertura degli orari, e in alcuni casi gli stessi dipendenti che si vedono oberati di straordinari e turnazioni;
a seguito delle aperture domenicali non ci sono stati significativi aumenti delle vendite;
i turni domenicali possono mettere in difficoltà anche le famiglie dei dipendenti vista la chiusura domenicale di alcune strutture/servizi come le scuole/asili –:
quali iniziative il Ministro interpellato intenda assumere al fine di:
a) riconoscere nuovamente il ruolo centrale delle regioni e degli enti locali nella programmazione commerciale e nella organizzazione degli orari;
b) tutelare i piccoli commercianti che non riescono a reggere il confronto con le grandi distribuzioni;
c) creare un meccanismo di rotazione delle aperture domenicali (numero massimo di festività lavorative, in un anno, equivalente a 12 o 13) rivolto alle piccole, medie e grandi distribuzioni, lasciando comunque la possibilità al consumatore di fare la spesa alimentare tutte le domeniche.
(2-00014) «Dell'Orco, Manlio Di Stefano, Castelli, Gagnarli, Silvia Giordano, Bechis, Tofalo, Baldassarre, De Rosa, Spadoni, Crippa, Della Valle, Prodani, Mucci».