• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00023 il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra (PISQ), istituito nel 1956, ubicato in un'area di 13200 ettari situata nel territorio delle province d'Ogliastra e di...



Atto Camera

Interpellanza 2-00023presentato daPIRAS Micheletesto diMartedì 2 luglio 2013, seduta n. 44

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra (PISQ), istituito nel 1956, ubicato in un'area di 13200 ettari situata nel territorio delle province d'Ogliastra e di Cagliari (Sardegna centro-orientale), sulla quale insistono i comuni di Perdasdefogu, Villaputzu, Escalaplano, Tertenia, Villasalto, Ballao, Armungia, San Vito, venne costituito con il compito precipuo di sperimentare nuovi sistemi d'arma;
il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra è un'area di sperimentazione ed esercitazione dedicata non solo esclusivamente alle Forze armate italiane, ma anche a potenze straniere quali – ad esempio nel corso dei decenni – Israele, Libia, Turchia, Germania, Gran Bretagna ed in generale i Paesi della Nato;
il poligono attua le predisposizioni tecniche operative, tecniche e logistiche per la sperimentazione e la messa a punto e collaudo di velivoli, missili, razzi e radio bersagli, oltre l'addestramento del personale delle Forze armate ed le esigenze di molteplici enti scientifici nazionali e stranieri che ne usufruiscono per le loro ricerche (come, ad esempio, il Centro italiano ricerche aerospaziali e l'Agenzia spaziale europea);
il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra ha, nel corso degli anni, assunto le caratteristiche di un vero e proprio «poligono in affitto», una vera e propria industria (o, come è stato efficacemente definito dalla stampa isolana, un «supermercato delle armi»);
il poligono è diviso in due aree: marittima – per un totale di 2.000 ettari e 50 chilometri di costa – e terrestre, complessivamente di 12.000 ettari;
nell'area di esercitazione a mare avvengono i lanci di missili terra-aria verso bersagli simulati; l'area a terra è utilizzata per l'addestramento al tiro dagli elicotteri, dai mezzi corazzati e d'artiglieria;
nell'area adiacente, l'attività di allevamento e pascolo di bestiame si attesta intorno ai 15.000 fra capi ovini e vaccini, ripartiti in decine di aziende a conduzione familiare;
nel corso dei decenni di attività del poligono si stima si siano verificate migliaia di esplosioni, tra le quali assumono una particolare rilevanza – fino al 2003 – quelle di 1187 missili anticarro Milan di produzione francese, ritirati perché considerati pericolosi per il rilascio di torio 232, sostanza radioattiva contenuto nei sistemi di guida dei medesimi;
nel corso degli anni ’90, il verificarsi di una serie di morti sospette e la rilevazioni di una molteplicità di casi di persone ed animali nati con pesanti deformità fisiche ha sollecitato la mobilitazione della società civile, che ha iniziato un'intensa attività di informazione e sensibilizzazione sul tema della presenza militare nell'isola, sul poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra in particolare, sugli effetti dell'attività militare sull'ambiente, la fauna e la salute delle popolazioni locali;
i riscontri ambientali confermano come nel territorio in oggetto, in particolare in prossimità del poligono, sia presente un massiccio inquinamento: diretto, ovvero dato dalla presenza dell'attività militare; indiretto, derivante dalla presenza di materiali pesanti naturali che, sommati agli effetti delle numerose esplosioni nell'area, diffondono ulteriore inquinamento derivante da nanoparticelle;
tali dati sull'inquinamento risultano conclamati e certificati dal gruppo di esperti che fu chiamato a partecipare ai lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito, insediata nel corso della XVI legislatura; trattasi di circa 1.000 ettari dei 13.400, che sono quelli a più intensa attività militare, ciò senza considerare l'inquinamento da materiali d'esercitazione e la recente scoperta di un'enorme discarica di sostanze tossiche e residui bellici provenienti da tutto il territorio nazionale e, con ogni probabilità, anche dall'estero;
sono molteplici le segnalazioni riguardo la nascita di bestiame deforme nei pascoli adiacenti o situati nei dintorni del poligono;
negli ultimi decenni si è assistito ad un crescente numero di morti sospette per leucemie e, in particolare, causa linfoma di Hodgkin (malattia meglio nota come sindrome del Golfo), riscontrate sia fra i militari operativi nella base, sia fra i pastori che usufruivano dei pascoli adiacenti la stessa; per triste analogia si è parlato in questi anni di «sindrome di Quirra»;
dalle indagini fin qui svolte non è emersa la presenza di uranio impoverito; d'altro canto le tracce di torio ed altre sostanze radioattive e una multifattorialità di inquinamento ambientale mettono in evidenza i rischi di cui sopra;
nel 2011 si è aperta un'inchiesta del tribunale di Lanusei, condotta dal procuratore della Repubblica Domenico Fiordalisi;
detta inchiesta vede indagati – a vario titolo e con differenti responsabilità – generali e comandanti della base di Quirra e del distaccamento a mare di San Lorenzo, professori e tecnici universitari dell'ateneo di Siena, chimici della Sgs Italia, il medico responsabile del poligono e il sindaco uscente di Perdasdefogu per il forte sospetto di attività di occultamento e falsificazione di perizie da parte delle autorità militari, sanitarie e locali coinvolte;
i reati contestati sono di «omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri» e «falso ideologico» per aver tenuto nascosta l'entità del disastro ambientale e sanitario causato dall'area militare;
il 27 marzo 2013 il procuratore della Repubblica di Lanusei ha chiestoal giudice per l'udienza preliminare, Nicola Clivio, il sequestro totale del poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra, al fine di consentire al professor Mariani del Politecnico di Milano di portare avanti il lavoro di campionamento di terreno, suoli ed acque antistanti il poligono e ricerca di materiali inquinanti;
la Commissione parlamentare d'inchiesta del Senato (XVI legislatura) ha redatto ed approvato una relazione intermedia predisposta dall'allora senatore Gian Piero Scanu, in cui si avanzano una serie di proposte, di chiusura di alcuni poligoni ubicati in Sardegna (in particolare Capo Teulada e Capo Frasca) e di riconversione del poligono di Quirra;
si stima in 500 milioni di euro la somma minima da destinarsi ad un'attività di disinquinamento e bonifica ambientale minimamente efficace nei tre poligoni di cui sopra: 300 milioni di euro solamente per il poligono di Quirra;
di tale cifra, allo stato attuale, risultano stanziati solamente 75 milioni di euro, in tre anni, che consentirebbero l'avvio dell'attività di bonifica;
in relazione alla specifica condizione del poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra, la suddetta Commissione parlamentare d'inchiesta ha indicato la necessità di procedere: al definitivo divieto di ogni attività suscettibile di produrre grave pregiudizio alla salute e all'ambiente; l'avvio senza ulteriore indugio dell'opera di bonifica radicale, coerentemente con le indicazioni delle zone individuate dai progetti di caratterizzazione condotti e dall'indagine della procura della Repubblica di Lanusei; la conclusione in tempi brevi dell'indagine epidemiologica; l'attivazione del sistema informativo ambientale finalizzato al monitoraggio del territorio e a garanzia dell'accessibilità in tempo reale del medesimo agli organi istituzionali di controllo; la riqualificazione dell'area con particolare riferimento allo sviluppo di attività attinenti alla protezione civile, alla ricerca scientifica e tecnologica in settori innovativi e alla tutela delle competenze tecniche e professionali sviluppate nei territori interessati;
sul territorio sardo insiste la parte più consistente delle servitù militari di tutto il territorio nazionale –:
quali siano le intenzioni del Governo circa la questione del poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra ed il suo futuro;
se intenda il Governo dare seguito o meno alle risultanze, alle indicazioni ed alle proposte della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito del Senato della XVI legislatura;
se intenda o meno dare avvio all'apertura di un tavolo istituzionale con il governo regionale della Sardegna affinché si possa inaugurare un percorso condiviso che conduca alla ridefinizione della presenza militare nell'isola ed a un principio di dismissione di basi e poligoni militari che, da decenni, segnano il territorio sardo, mettendo a rischio la salute delle persone e i fattori ambientali e sottraendo migliaia di ettari all'economia civile ed alle vocazioni produttive del territorio.
(2-00023) «Piras, Duranti, Daniele Farina, Kronbichler, Lacquaniti, Melilla, Pellegrino».