• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00023 GATTI, MARTINI, MATURANI, LEPRI, FINOCCHIARO, ANGIONI, D'ADDA, FAVERO, GHEDINI Rita, PARENTE, SPILABOTTE, AMATI, CANTINI, CASSON, CORSINI, DIRINDIN, ESPOSITO Stefano, FATTORINI, FORNARO,...



Atto Senato

Interpellanza 2-00023 presentata da MARIA GRAZIA GATTI
giovedì 30 maggio 2013, seduta n.031

GATTI, MARTINI, MATURANI, LEPRI, FINOCCHIARO, ANGIONI, D'ADDA, FAVERO, GHEDINI Rita, PARENTE, SPILABOTTE, AMATI, CANTINI, CASSON, CORSINI, DIRINDIN, ESPOSITO Stefano, FATTORINI, FORNARO, GOTOR, LO MORO, MIGLIAVACCA, MINEO, ORRU', PADUA, PIGNEDOLI, PIZZETTI, PUGLISI, PUPPATO, RUSSO, SANTINI, TOCCI, TONINI, VALENTINI, VERDUCCI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

uno dei principali indicatori del potenziale di sviluppo di un Paese è espresso dalla condizione giovanile. Una società strutturalmente incapace di orientare le sue risorse all'investimento nel futuro è una società condannata al declino;

sotto questo profilo, l'Italia fa registrare da tempo segnali preoccupanti. A testimoniare la persistente chiusura della società e dell'economia alle nuove generazioni sono tutti i principali indicatori socio-economici: da quelli relativi alla qualità e accessibilità del sistema di istruzione e formazione agli indici di apertura del mercato del lavoro e delle professioni, dal livello delle retribuzioni di primo ingresso al grado di copertura pensionistica attesa, fino alle condizioni di accesso alla casa e al risparmio. Su ciascuno di questi fattori, la recente crisi economica, la più grave degli ultimi 30 anni, ha inciso pesantemente, ma con intensità selettiva, approfondendo il solco generazionale e rendendo manifeste le singole criticità del Paese;

situazione analoga è quella delle donne. Confrontata con quella degli altri Paesi europei, la situazione del lavoro femminile in Italia appare del tutto paradossale. Da un lato, le donne fanno una grande fatica ad entrare in un mercato nel quale, rebus sic stantibus, le loro condizioni di lavoro, di salario e di opportunità di accesso a posizioni di responsabilità sono nettamente peggiori rispetto a quelle dei loro colleghi uomini e dal quale sono, non poche volte, espulse quando provano legittimamente a soddisfare il desiderio di maternità, dall'altro, si fanno carico di un lavoro familiare sempre più gravoso a fronte di un sistema di welfare debole ed assolutamente inadeguato a far fronte alle esigenze delle famiglie;

ad aver pagato il prezzo più alto per la crisi sono i giovani e le donne rimasti chiusi nella trappola della precarietà. Per essi continua ancora ad ampliarsi il divario tra le loro aspirazioni personali ed esistenziali, testimoniate da un più alto livello di istruzione, e le opportunità che la società è in grado di offrire;

l'innalzamento del tasso di occupazione femminile e giovanile è una priorità su cui impegnarsi per elevare il potenziale di crescita e per garantire una più equa ripartizione delle risorse pubbliche, anche in funzione della sostenibilità futura dei sistemi previdenziale e di protezione sociale;

per ovviare in parte a questa situazione l'articolo 2 (rubricato "Agevolazioni fiscali riferite al costo del lavoro nonché per donne e giovani") del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (cosiddetto salva Italia) rende totalmente deducibile ai fini delle imposte Ires ed Irpef la quota di Irap gravante sul costo sostenuto dalle imprese e dai professionisti per il personale dipendente ed assimilato, a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012;

il comma 2 del citato articolo 2 del decreto-legge n. 201 del 2011 e l'articolo 1, comma 484, lett. a), n. 2), della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità per il 2013), sono intervenuti altresì sulla disciplina dell'Irap al fine di incentivare l'occupazione femminile e giovanile. In particolare, è stata aumentata l'agevolazione da 4.600 a 13.500 euro per i lavoratori di sesso femminile nonché per i lavoratori di età inferiore ai 35 anni ed è stato elevato a 21.000 euro l'importo ammesso in deduzione per i lavoratori di sesso femminile e di età inferiore ai 35 anni impiegati a tempo indeterminato da soggetti passivi di imposta a titolo Irap, fiscalmente domiciliati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;

ciò rappresenta un piccolo, ma importante passo, nel tentativo di dare una risposta alle difficoltà crescenti dei giovani e delle donne-figlie-madri-nonne con un carico di lavoro di cura da gestire che l'Istituto nazionale di statistica (Istat) definisce "insostenibile";

premesso inoltre che:

i commi 2, 3, 4, 5 e 6 dell'articolo 1 della legge 28 giugno 2012, n. 92, recante "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita", prevedono l'istituzione, a decorrere dal 19 dicembre 2012, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con le altre Istituzioni competenti, di un sistema permanente di monitoraggio e valutazione, basato su dati forniti dall'Istat e da altri soggetti del sistema statistico nazionale (Sistan), volto a verificare lo stato di attuazione degli interventi e a valutarne gli effetti sull'efficienza del mercato del lavoro, sull'occupabilità dei cittadini e sulle modalità di entrata e di uscita nell'impiego;

la scelta del legislatore di prevedere un sistema di monitoraggio sull'andamento applicativo della legge è oltremodo opportuna per verificare la effettiva portata delle sue innovazioni e per decidere eventuali interventi correttivi a ragion veduta e non in modo improvvisato sulla spinta delle pressioni del momento, come spesso succede. Verifiche sistematiche e ricorrenti nel tempo permetteranno di valutare come i vari istituti della riforma possono operare nel contesto economico e politico dei prossimi anni, nei vari settori e territori in cui si articola la complessa economia del Paese;

nel documento prodotto dall'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol) il 10 maggio 2013 nell'ambito del monitoraggio, si evidenzia come "sulla base dei dati destagionalizzati riferiti alle Comunicazioni Obbligatorie (CO), nel quarto trimestre 2012 si è sostanzialmente arrestata la forte riduzione delle nuove assunzioni registrata nella parte centrale dell'anno: in termini congiunturali, la variazione rispetto al terzo trimestre è stata pari a -0,4%. Tale dato è la sintesi di una ripresa delle assunzioni mediante contratti a tempo determinato (+ 3,7% sul terzo trimestre, pari a 1.642.015 avviamenti) e di una riduzione dei contratti di collaborazione (-9,2% su base congiunturale) e soprattutto di quelli riferiti al lavoro intermittente (-22,1%). (...) Nei mesi immediatamente successivi all'entrata in vigore della legge n. 92/2012 (la cosiddetta riforma del mercato del lavoro), l'andamento degli avviamenti, al netto dei fattori stagionali, ha conservato la tendenza alla diminuzione iniziata nel secondo trimestre dell'anno. Negli ultimi mesi del 2012, invece, il flusso degli avviamenti ha fatto registrare un aumento: in particolare, il numero di avviamenti ha subito nel mese di dicembre un incremento pari all'1,3 per cento rispetto al mese precedente, proseguendo l'andamento positivo del mese di ottobre (+0,5%) e novembre (+2,7%). L'analisi delle attivazioni secondo la forma di contratto utilizzato mostra negli ultimi due trimestri dell'anno una brusca flessione, rispetto al primo e al secondo trimestre, degli avviamenti con contratto di collaborazione e con contratto di lavoro intermittente. Parallelamente, per il contratto di lavoro subordinato a tempo determinato si è avuta una diminuzione nel terzo trimestre (-2,8%), seguita di un aumento rilevante nel quarto (3,7%). La diversa dinamica delle forme di contratto ha modificato, a partire dal terzo trimestre 2012, la composizione delle attivazioni, che ha visto diminuire sensibilmente la quota del lavoro parasubordinato (passata, dal secondo al quarto trimestre, dall'8,2% al 6,7%) e del lavoro intermittente (passato dall'8,5% al 4,4% nel medesimo periodo) e aumentare il peso relativo del contratto a tempo determinato (dal 62,2% al 66,8%)";

in sede di audizione presso la 11a Commissione permanente (lavoro, previdenza sociale) del Senato, il 14 maggio 2013, il ministro Giovannini ha sottolineato la necessità di incrementare l'efficacia e l'efficienza del Ministero, nonché degli enti controllati, anche riguardo agli aspetti di informazione, comunicazione e monitoraggio dei fenomeni caratterizzanti il mercato del lavoro; a tale proposito, ha annunciato l'intenzione di istituire un comitato scientifico per la verifica degli effetti dell'entrata in vigore della legge n. 92 del 2012,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda adottare in tempi brevi le iniziative necessarie al fine di rendere nota un'analisi degli effetti delle disposizioni relative alle agevolazioni fiscali per donne e giovani e dei dati il cui monitoraggio è previsto dall'articolo 1 della legge n. 92 del 2012, contestualizzati in rapporto alle circostanze di fatto rilevanti, condizione essenziale sia per la comprensione della normativa vigente e della sua capacità di incidere sui rapporti sociali ed economici sia per la definizione delle eventuali modifiche da apportare alla legge n. 92 del 2012, nella speranza di eliminare quelle barriere che ostacolano l'accesso, in particolare dei giovani e delle donne, al mondo del lavoro, restituendo loro dignità e speranza.

(2-00023 p. a.)