• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà nel mese di aprile 2013 per discutere le conclusioni e raccomandazioni dell'iniziativa diplomatica svolta nel corso degli ultimi mesi...



Atto Camera

Interpellanza 2-00024presentato daSCOTTO Arturotesto diMartedì 16 aprile 2013, seduta n. 9

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà nel mese di aprile 2013 per discutere le conclusioni e raccomandazioni dell'iniziativa diplomatica svolta nel corso degli ultimi mesi dall'inviato personale delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale Christopher Ross e decidere sulla riconferma del mandato della missione ONU nel Sahara Occidentale, (MINURSO), in scadenza alla fine del mese di aprile, e alla quale l'Italia partecipa direttamente con alcuni militari;
diverse risoluzioni del Parlamento italiano ed europeo chiedono da tempo il rispetto dei diritti umani in Sahara Occidentale;
le risoluzioni delle Nazioni Unite, del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea generale dell'Onu sul conflitto del Sahara Occidentale hanno ribadito più volte il diritto all'autodeterminazione del popolo sahrawi, da realizzarsi attraverso un referendum, al fine di arrivare ad una «soluzione politica giusta, durevole e mutuamente accettabile», che possa contribuire alla stabilità, allo sviluppo ed all'integrazione nella regione del Maghreb;
l'attuale conflitto in Mali rischia di accrescere l'instabilità e l'insicurezza nel Sahel e rende la soluzione del conflitto del Sahara occidentale più urgente che mai;
l'inviato personale del Segretario generale dell'ONU per il Sahara occidentale Christopher Ross, dal 20 marzo al 3 aprile 2013, ha realizzato una visita in Marocco, Sahara occidentale, nei campi di rifugiati sahrawi di Tindouf (Algeria), in Algeria e Mauritania, per preparare il prossimo round di negoziati diretti tra Marocco e Fronte Polisario, ipotizzato per la metà del 2013;
il 15 marzo 2013, il Gruppo di Amici del Sahara occidentale (Francia, Stati Uniti, Spagna, Gran Bretagna e Russia) ha espresso il pieno appoggio agli sforzi di mediazione del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon e del suo inviato personale;
le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal Regno del Marocco nel Sahara Occidentale, così come evidenziato dai rapporti di Amnesty International, di Human Rights Watch, dall'Organizzazione mondiale contro la tortura, dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dalla Fondazione Robert F. Kennedy suscitano viva preoccupazione per il possibile degenerare della situazione dei diritti umani in quest'area;
i civili sahrawi, nel territorio non autonomo del Sahara occidentale, sono privati dei diritti più elementari (diritti di associazione, di espressione, di manifestazione) e la repressione nei loro confronti si è intensificata proprio durante la visita in Sahara occidentale dell'inviato personale del Segretario generale dell'ONU Christopher Ross, come ha denunciato Amnesty International;
l'Ufficio delle Nazioni Unite dell'Alto commissario per i diritti umani ha espresso preoccupazione per le durissime sentenze emesse il 17 febbraio 2013 dal Tribunale militare di Rabat nei confronti di 25 civili sahrawi, arrestati la notte tra l'8 e il 9 novembre 2010, dopo lo smantellamento del campo della dignità di Gdeim Izik, nei pressi di El Aioun, la capitale del Sahara occidentale, senza aver tentato di fare chiarezza sui fatti e senza avere reali prove di colpevolezza, come hanno testimoniato i rapporti degli osservatori internazionali presenti al processo. Il tribunale ha emesso 9 condanne all'ergastolo, 4 a trent'anni, 8 a venticinque anni e 2 a vent'anni. Solo per due componenti del gruppo la pena è stata commisurata alla detenzione preventiva della pena (due anni). Gli accusati hanno dichiarato ai famigliari di essere stati torturati e maltrattati durante la detenzione, costretti, con la forza, a sottoscrivere le dichiarazioni rilasciate durante gli interrogatori della polizia;
la riduzione degli aiuti ai profughi sahrawi dovuta alla crisi mondiale da parte di tutti i donatori internazionali che sta determinando effetti devastanti sulla popolazione sahrawi residente a Tindouf (Algeria) –:
se il Governo intenda:
a) adottare ogni iniziativa utile sul piano internazionale volta a favorire la ripresa dei negoziati diretti, sotto l'egida delle Nazioni Unite, tra Regno del Marocco e Fronte Polisario, al fine di giungere, nel più breve tempo possibile, a una soluzione conforme alle risoluzioni delle Nazioni Unite, che rispetti il diritto all'autodeterminazione del popolo sahrawi;
b) attivarsi nelle opportune sedi internazionali, per ampliare il mandato della missione MINURSO al monitoraggio dei diritti umani in Sahara occidentale;
c) sollecitare l'immediata scarcerazione dei condannati, l'avvio di un'inchiesta internazionale sui fatti di Gdeim Izik, affinché si proceda ad un nuovo e serio processo volto all'accertamento dei fatti;
d) ottenere garanzie da parte del Governo del Marocco circa la preservazione dell'integrità fisica di tutte le persone detenute per reati di opinione e in generale sul rispetto dei diritti fondamentali, come il diritto di espressione, di associazione e di riunione e la libertà di ingresso e movimento nel proprio territorio, conformemente a quanto stabilito dall'articolo 12, comma 4, del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici delle Nazioni Unite;
e) adottare, in raccordo con i partner europei e con le istituzioni comunitarie, ogni iniziativa utile sul piano diplomatico, volta a favorire l'effettivo riconoscimento della libertà di accesso e di circolazione in Sahara Occidentale di osservatori internazionali indipendenti, della stampa e delle organizzazioni umanitarie;
f) stanziare fondi destinati agli aiuti umanitari per la popolazione sahrawi rifugiata nei campi di Tindouf (Algeria).
(2-00024) «Scotto, Beni, Claudio Fava».